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Moldavia

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Bandiera moldava

Citazioni sulla Moldavia e sui moldavi.

Citazioni

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  • È abbracciata alla riva sinistra del delta del Danubio sul mar Nero, ma la storia le ha fatto conoscere altri schiaccianti abbracci e anche incastri, come quello, fra gli imperi Russo e Austroungarico, fino alla Grande Guerra. Queste belle colline coperte da vigneti e foreste hanno il destino di terre di frontiera. Infatti la Moldavia, capitale Chisinau, semisconosciuto Stato europeo, è stata ottomana, zarista, rumena e poi sovietica e per non perdere l'abitudine ad avere diversi volti politici, anche in questi tempi, non è un solo Stato ma due. Pur essendo il Paese più povero d'Europa s'è concessa il costoso lusso di una scissione: due parlamenti e due governi. Ma questa regione vive perennemente nelle trasformazioni e nei bricolage statali. (Jas Gawronski)
  • La Moldova attuale è oltremodo incerta, nel suo complesso, e striata da numerose linee di faglia molto mobili, cioè cangianti a seconda delle pressioni e delle promesse. Oltre al fatto che ai suoi confini orientali esiste lo Stato indipendente dell'"Oltre Dnestr", paese non riconosciuto in Europa e nel mondo, ma che parla la stessa lingua della Moldova, che è "quasi russo", dal quale si è diviso dopo una violentissima guerra quasi fratricida al momento del crollo dell'Unione Sovietica. (Giulietto Chiesa)
  • La Moldavia non è una fase né un progetto temporaneo, è uno Stato. A prescindere dall'identità russa, romena, gagauz, ucraina o bulgara, siamo tutti moldavi e questo è il cammino verso l'Unione europea. (Marian Lupu)
  • Per sottrarre la Bessarabia ai romeni, Stalin inventò una repubblica moldava. Promosse, come fece Tito con la Macedonia, il dialetto locale a lingua scritta, esaltò la diversità fra Bucarest e Kišinev diventata capitale.
    La differenza sta in questo: scomparsa l'Urss naturalmente si ricompongono i legami con Bucarest e l'unificazione è solo una questione di tempo. (Demetrio Volcic)
  • Tutti i gruppi nazionali soffrivano [sotto lo Stalinismo], ma alcuni soffrivano più degli altri. Le culture di Estonia, Lettonia e Lituania - che erano state solo recentemente riconquistate - vennero distrutte. Lo stesso accadde ai moldavi di lingua rumena; nel loro caso, persino la lingua venne fatta a pezzi: dapprima fu fornita di un alfabeto cirillico poi il suo vocabolario dovette prendere a prestito parole russe, in modo da distinguerlo fortemente da quello rumeno. (Robert Service)
  • Un paese abitato da due milioni di persone che confina con l’Ucraina, comprende un territorio secessionista occupato da truppe russe (la Transnistria) ed è sottoposto a un ricatto energetico, ad attacchi informatici quotidiani e a una guerra dell’informazione permanente. (Pierre Haski)
  • A mio modo di vedere, la nostalgia per l'Urss oggi è stata rimpiazzata dalla tentazione russa. L'Unione Sovietica non esiste più, ma la Russia sì. Incapace di liberarsi della propria politica imperialista, essa rappresenta per diversi moldavi una specie di faro, la luce di una verità assoluta.
  • C'è una fetta dell'opinione pubblica vicina a Mosca, per via di secolari legami storici, culturali e religiosi. C'è chi poi ha sofferto dello shock economico provocato dall'arrivo del capitalismo e più recentemente dell'elevata inflazione scatenata dalla crisi energetica. Spera in qualche nuova forma di assistenzialismo russo.
  • L'invasione russa della Moldova mi è sempre parsa un'eventualità plausibile. Sono convinto che la Russia consideri il nostro paese a tutti gli effetti un suo territorio.
  • La corruzione è il nostro problema più grande e difficile da debellare. Ha radici sovietiche.
  • Le nuove generazioni non hanno vissuto l'esperienza dell'Urss. Eppure, molte persone ricordano ancora come ai tempi dell'Unione Sovietica lo stato si prendesse cura di loro, a differenza dei giorni nostri. Nella mentalità di molti moldavi – anche tra i più giovani – è saldamente radicata l'idea che ogni minimo problema quotidiano debba essere risolto grazie all'intervento statale. Allo stesso tempo, però, non esiste una coscienza civica attiva, il sentimento di appartenere a una comunità e la volontà di dare un contributo al proprio paese.
  • Non mi sono mai sentito molto a mio agio qui come scrittore: questa è una zona tra i fiumi Dniester e Prut, di accordi temporanei dove nulla è creato per durare molto a lungo. Io mi sono sentito sempre come: oggi questa è la Moldavia, domani potrebbe essere parte della Russia, o della Romania. Questa consapevolezza influenza la nostra mentalità: ciò che iniziamo potrebbe non durare, può essere distrutto in ogni momento.
  • Oggi la classe politica della Repubblica moldava guarda all'integrazione nell'Unione europea. Tuttavia, chi è rimasto prigioniero del passato, nostalgici e schiavi della propaganda russa, si oppone a questo progetto.
  • Sono ovviamente contento che la Moldova abbia ottenuto il riconoscimento della sua candidatura a paese membro [dell'Unione europea]. Per tutti noi rappresenta una possibilità. Alternative non ce ne sono. Si parla anche di una ipotetica riunificazione con la Romania, ma a mio modo di vedere l'integrazione nell'Unione europea è una via molto più realistica. Ovviamente mi pongo una domanda: e se la Russia non avesse invaso l'Ucraina, avremmo comunque ottenuto questo riconoscimento? Nutro forti dubbi.
  • È evidente che quando grandi forze si scontrano tra di loro, anche se lo fanno mediante sanzioni economiche, o di altro genere, i paesi minori come la Moldova di regola subiscono dei danni. I grandi litigano, i piccoli pagano.
  • La società moldava è divisa: una metà circa vuole restare vicina alla Russia; l'altra metà vuole andare nell'Unione Europea.
  • Penso che la Moldova potrà esistere come Stato solo se manterrà buoni rapporti sia con l'Occidente che con l'Oriente. Ogni tentativo di dividerci in due parti rischia di produrre una destabilizzazione, nella quale sarà impossibile trovare un linguaggio comune e la strada per andare avanti.
  • Fin dall'indipendenza, il più grande problema del paese è dato dalla debolezza delle istituzioni. I governi sono stati quasi sempre composti da persone che avevano anche un grande potere economico.
  • La Moldova sta affrontando una seria pressione demografica. Molti cittadini giovani e istruiti stanno lasciando il Paese in cerca di una vita migliore all'estero. Questi elettori sono la principale forza che spinge al cambiamento ma la loro voce sta diminuendo, poiché nello specifico il governo ha preso parte attiva per tacitare il voto degli emigrati, sapendo che la stragrande maggioranza di quelli che hanno lasciato il paese voterebbero contro il governo.
  • Vorremmo che la Moldavia diventasse un partner stabile dell'Unione europea. Cosi, quando verremo a bussare alla porta dell'UE per aderirvi, saremo sicuri di farcela.
  • I Cittadini moldavi preferiscono l'integrazione nell'UE, piuttosto che rimanere nella sfera dell'influenza russa.
  • La fortuna della Repubblica Moldova è che accanto c'è sempre la Romania, il Paese-membro dell'UE, che ogni giorno si sta affermando come un supporto importante per la stabilità e la sicurezza nella regione. La Romania ha sempre ed incondizionatamente sostenuto la Moldova nella sua ricerca di modernizzazione e integrazione europea.
  • Non possiamo negare la realtà in Moldavia. Siamo una parte di un territorio con predominio russo. [...] Ma noi siamo un paese europeo e la nostra gente ha aspirazioni europee.

Voci correlate

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Altri progetti

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