Princess Mononoke
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Princess Mononoke
Titolo originale |
もののけ姫 |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anno | 1997 |
Genere | animazione, fantastico |
Regia | Hayao Miyazaki |
Soggetto | Hayao Miyazaki |
Sceneggiatura | Hayao Miyazaki |
Produttore | Toshio Suzuki |
Doppiatori originali | |
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Doppiatori italiani | |
Doppiaggio originale (2000)
Ridoppiaggio (2014)
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Princess Mononoke, film d'animazione giapponese del 1997, regia di Hayao Miyazaki.
Le citazioni sono tratte dal doppiaggio del 2000.
Incipit[modifica]
In tempi remoti, la terra era coperta di foreste in cui, sotto le sembianze di immensi animali, si aggiravano da sempre gli spiriti della natura. Uomini e animali, allora, vivevano in armonia. (Narratore)
Frasi[modifica]
Citazioni in ordine temporale.
- Ti prego, placa la tua furia! Sia tu dio o demone, io e la mia gente non ti abbiamo mai recato offesa! (Ashitaka)
- O ignoto spirito traboccante di odio e di furore, io umilmente mi chino al tuo cospetto. Innalzeremo un tumulo e officeremo riti funebri qui dove sei caduto. La pace sia con te, non portarci odio. (Saggia madre) [preghiera]
- Quel che le pietre dicono è molto grave. Lo spirito cinghiale è venuto da occidente, da molto lontano. Un potente veleno bruciava dentro di lui, provocandogli tali insopportabili dolori da mutarlo in demone assetato di vendetta. [...] Ashitaka, sei pronto ad affrontare le conseguenze del gesto che hai compiuto? [...] L'infezione si propagherà facendoti molto soffrire, e infine ti ucciderà. [...] Nulla può mutare la tua sorte. Puoi star qui ad aspettare la morte o andare incontro al tuo destino. (Saggia madre)
- Questa è certamente opera di forze malvagie. Forze malvagie che operano in qualche luogo a occidente. Forse il fato vuole che tu vada a vedere cosa accade, con occhi non velati dall'odio. È la tua unica possibilità di salvezza. [...] La legge ci vieta di guardarti andar via. Addio, principe. (Saggia madre)
- Vedere un kodama è un buon segno: indica che la foresta è sana. (Ashitaka)
- Ci stai mostrando la strada o stai cercando di farci perdere? (Ashitaka) [a un kodama che gli corre innanzi]
- La vita è dolore, è sofferenza. Non solo per chi ha la lebbra, ma per tutti. Eppure, non c'è uomo che non lotti per vivere fino all'ultimo. (Lebbroso)
- Quando bisogna uccidere un dio, è meglio che lo faccia un altro. (Jiko)
- Guardate, e imparate qualcosa. Vi mostrerò come si uccide un dio. Voi non avreste il coraggio di farlo, ma Eboshi non teme nulla. (Eboshi)
- No, [lo spirito della foresta] non può morire, San. Egli è la vita stessa, e tutto quello a cui abbiamo assistito dovrebbe servire ad aprirci gli occhi. (Ashitaka)
- Oggi ho capito che la foresta è sacra, e nessuno ha il diritto di profanarla. Dov'è Ashitaka? Dobbiamo tutto a lui e alla ragazza. Noi ricostruiremo questa città, ma sarà una città migliore. (Eboshi)
Dialoghi[modifica]
Citazioni in ordine temporale.
- Ashitaka: Conosci il detto? "Donne che ridono, villaggio felice".
Uomo della città del ferro 1: Non se sono donne convinte di contare più degli uomini.
Uomo della città del ferro 2: Alzano la testa perché sono loro a produrre il ferro. Padrona Eboshi le ha ricomprate tutte da certi signori di cui erano schiave.
Uomo della città del ferro 3: Sì, l'ha fatto perché ha molto cuore.
Uomo della città del ferro 4: Non per questo devono sentirsi pari agli uomini!
Uomo della città del ferro 5: Padrona Eboshi non ha rispetto per le tradizioni, come non ne ha per gli dèi. - Eboshi: Che vorresti fare, straniero?
Ashitaka [dividendo Eboshi e San in lotta]: La vita di questa ragazza mi appartiene. [San morde il braccio di Ashitaka]
Eboshi: Speri di renderla una docile moglie?
Ashitaka: È lo stesso terribile demone a guidare sia te che lei. [San continua a morderlo; dal braccio di Ashitaka esce il potere della maledizione] Lo vedete? È odio: l'odio che lo spirito cinghiale ha riversato in me. Mi consuma le carni, e presto mi toglierà la vita. Non lasciate che l'odio condanni anche voi. - Moro: Gli alberi gridano quando vengono uccisi, ma gli umani non possono udire i loro gemiti. Io ascolto la foresta che si lamenta, mentre il proiettile che ho in corpo mi divora le carni. E penso a quella donna crudele, e al momento in cui potrò saltarle addosso e sbranarla.
Ashitaka: Moro, gli umani impareranno a rispettare la foresta. Dobbiamo impedire lo scontro! [...] Che ne sarà di San? Non vorrai portarla a morire con te?
Moro: Come gli altri umani sai pensare solo a te stesso. San è figlia mia e di questa foresta, e quando io e la foresta moriremo, anche lei morirà.
Ashitaka: Devi lasciarla andare via, lei non è un lupo come te!
Moro: [...] Invece di mangiarla io l'ho allevata e cresciuta, quindi purtroppo San non è né umana né lupo. Dove potrebbe andare a trovare rifugio?
Ashitaka: Non lo so, ma io potrei restarle accanto. [...] Cercherei di allontanarla da tutto questo odio. - San: Non posso perdonare agli umani le cose orribili che hanno fatto.
Ashitaka: È comprensibile. Torna pure a vivere nella tua foresta, San. Io resterò qui, per esserti vicino. Verrò a trovarti.
Explicit[modifica]
A quanto pare, la natura stavolta ha avuto la meglio. (Jiko)
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