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Raf Vallone

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Raf Vallone

Raffaele "Raf" Vallone (1916 – 2002), attore, calciatore, giornalista e partigiano italiano.

Intervista di Giorgio Calcagno, La Stampa, 15 agosto 1994.

  • [Sulla finale dei campionati mondiali studenteschi di calcio del 1939 in Austria vinti dalla Germania] C'era un arbitro ungherese, chiaramente venduto. Ogni volta che andavamo all'attacco fischiava per fermare il gioco. Vinsero i tedeschi, come tutti sapevano già da prima. Dopo il loro inno nazionale, noi undici andammo dall'arbitro e gli sputammo in faccia uno per uno.
  • [Sul motivo per cui smise di essere calciatore] I tradimenti del calcio io li ho subiti, non sono io il traditore. Perché se non ci fosse stata la partita di Vienna io avrei continuato. Quell'episodio mi ha segnato profondamente.
  • [Sul suo arresto durante la seconda guerra mondiale e la sua attività di partigiano] Mi presero a Magreglio, in un'osteria, e mi rinchiusero nel carcere di Como. Eravamo in venti in un sotterraneo, senza finestre, dovevamo darci il turno per sederci sulla nuda terra. Vedevo scendere ogni tanto alcuni operai, massacrati di botte. Nessun lamento, nessuna imprecazione. Ho capito allora che cosa volesse dire avere una fede.
Raf Vallone con la maglia del Torino
  • Ho analizzato a lungo la calligrafia di Gramsci, che era infantile. Ma la cosa più straordinaria erano le cancellature. Gramsci cancellava con una linea esilissima: dimostrava di avere elevato il dubbio a sistema di conoscenza.
  • Ho pubblicato io il primo pezzo di Italo Calvino, quando non era ancora conosciuto. Avevamo un buon rapporto, ma non siamo mai diventati amici. Era troppo freddo, per me.
  • [Sull'amicizia con Cesare Pavese] Avevamo conversazioni laconiche. Lui non amava parlare e nemmeno farsi ascoltare. Io rispettavo il suo silenzio: immaginavo quali pepite d'oro avrebbe portato.
  • [Sulla scelta di abbandonare il giornalismo per il cinema] Dovevo lasciare gli amici, un mestiere che mi piaceva. Lavoravamo fino a notte avanzata e alle nove del mattino eravamo gia li. Ma a l'Unità guadagnavo 27 mila lire al mese: il contratto della Lux era di 300 mila, con scatti ogni anno.
  • [Sul suo trasferimento a Roma per lavoro] Mi sono sentito molto a disagio. Io ero abituato a Torino, la città che amo, con codici di comportamento precisi. Non mi sono mai ambientato.
  • Io credo che la più profonda esigenza dell'uomo sia comunicare sè stesso agli altri. E attraverso i personaggi io comunico me stesso.
  • Quello che mi affascina, nel teatro, non è l'applauso, ma il silenzio.
  • Io mi sento attore teatrale e solo teatrale. Il cinema è mestiere.

Citazioni su Raf Vallone

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  • [Sulla scelta di Raf Vallone per Riso amaro] Da giornalista ci portò a visitare le risaie e con De Santis pensammo che era giusto per il ruolo del militare. Aveva un volto adatto per il neorealismo. Ma di lui ricordo soprattutto la sua cultura, l'amore per Garcia Lorca che citava a memoria. (Carlo Lizzani)
  • Protagonista spesso popolaresco e sempre buono, leale e generoso, robusto uomo del sud dai grandi occhi azzurri che guardavano dritto in faccia l'interlocutore, Raf Vallone fu, come star cinematografica, quasi un unicum nel cinema italiano degli ultimi anni quaranta e dei primi anni cinquanta. (Masolino D'Amico)
  • Raf è stato un uomo meraviglioso, non soltanto professionalmente ma anche umanamente, aveva una sensibilità straordinaria ed era molto spiritoso. Quando stavamo da loro a Sperlonga, si alzava presto, andava in giro per i campi e tornava con i fichi freschi per mio marito a cui piacevano tanto. Lasciava una poesia alla moglie sul cuscino con un gelsomino. Ha avuto belle storie d'amore prima di incontrare Elena, ma ha amato sempre Elena fino alla fine. (Alda Grimaldi)

Filmografia

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Altri progetti

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