Rascismo

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Il simbolo Z, spesso associato con il rascismo

Citazioni sul rascismo, detto anche ruscismo, russismo o fascismo russo.

Citazioni[modifica]

Una parata nella Germania nazista nel 1933 e un flash mob nella Russia di Putin nel 2024 [1] [2]
  • Fin dai primi giorni [dell'invasione russa dell'Ucraina del 2022] fu coniato il soprannome dispregiativo "rascismo": una versione autoctona del fascismo, in cui il culto dello Stato, il risentimento post-imperiale, la secolare abitudine alla violenza, la politica aggressiva della memoria e il culto dei morti si uniscono. Questo regime e questa guerra sono un prodotto della decadente modernità russa: lo stato di polizia unitario, un'economia coloniale, una società paternalistica, lo sciovinismo e il militarismo delle grandi potenze hanno tutti messo radici. La guerra testimonia l'arcaicità del Paese, la sua incapacità di modernizzarsi negli ultimi trent'anni e la sua sconfitta definitiva nell'incontro con il XXI secolo. È questa sconfitta storica del progetto statale russo che ha dato origine all'invidia, al risentimento, al sogno di vendetta sulla civiltà moderna (un'idea che risale all'"uomo del sottosuolo" di Dostoevskij), e al "percorso speciale" della cultura russa – tutta la complicata patologia psichiatrica che è al centro del putinismo, del "rascismo" e della guerra in Ucraina. (Sergej Medvedev)
  • Finchè esisterà il Russismo, questo non rinuncerà mai alle sue ambizioni. [...] Sotto questo marchio, vogliono schiacciare un'altra volta Ucraina e Bielorussia, come ai vecchi tempi. La Russia vuole diventare più forte. Adesso nessuno vuole stare in un'alleanza con la Russia, nè militare, nè economica, nè politica, nè commerciale. Perchè hanno studiato bene. (Džochar Dudaev)
  • Finché il popolo russo sarà malato di russismo, fascismo, o come volete chiamarlo, avremo sempre a che fare con una minaccia. (Achmed Zakaev)
  • I fascisti che chiamano i loro nemici "fascisti" sono la dimostrazione di un fascismo portato al suo estremo illogico come culto dell'irragionevolezza. È il punto di arrivo di un incitamento all'odio che ribalta la realtà. È l'apogeo della volontà di potenza sul pensiero. [...] Io l'ho definita "schizofascismo", gli ucraini hanno dato una formulazione più elegante, la chiamano "ruscismo". (Timothy Snyder)
  • La Russia è imprevedibile. Non esiste analisi, prognosi, diplomazia, legalità attendibile. Non si può credere a nulla. Avanzano come tori contro la pezza rossa, hanno bisogno costantemente di problemi esterni perché hanno paura di confrontarsi con quelli interni. Questo popolo è profondamente malato di «russismo». Il mondo deve curare la Russia, ma nessuno vuole farlo. (Džochar Dudaev)
  • La tortura era pratica comune nei territori occupati. Sono cose che facevano i nazisti. È quello che ora fanno i "ruscisti". E ne dovranno rendere conto nello stesso modo, sul campo di battaglia e nei tribunali. (Volodymyr Zelens'kyj)
  • Noi non vogliamo il russifascismo perché abbiamo imparato la lezione della storia. (Oleksij Danilov)
  • Quanto al fenomeno [...] definito «russismo», senza dubbio è forte il razzismo nei confronti di coloro che arrivano da altri paesi, particolarmente dai paesi dell'Asia centrale. Ed è forte non solo a Mosca o a San Pietroburgo, ma anche in città molto piccole. Io ho scritto di numerosi casi in cui degli adolescenti hanno ucciso dei loro coetanei proprio in piccole città. A Mosca e San Pietroburgo, almeno, simili casi approdano in tribunale; nel resto di questo sterminato paese questo, invece, non succede facilmente. Si tratta in effetti di un nazionalismo molto strano perché non è raro che ne siano vittime addirittura persone etnicamente russe. È il caso di quelle persone che, per esempio, lasciano le zone del Caucaso, dove oggi, non senza sforzi del potere, si stanno creando delle repubbliche e dei territori di fatto monoetnici in cui ai russi è assai difficile vivere, e che perciò si trasferiscono in regioni e città russe. Un esempio è la stessa Cecenia o il Daghestan. Ora, le discriminazioni nazionalistiche riguardano appunto anche questi «russi impuri», malgrado siano completamente russi. Penso che le vere cause di ciò siano sempre le stesse: la povertà contro la quale non si riesce a far nulla, la corruzione che non consente alla povera gente, indipendentemente da dove proviene, di regolarizzare la propria posizione, perché la politica delle autorità consente la regolarizzazione solo a chi ha denaro, e chi non ha soldi diventa clandestino, infine la nascita di una forte delinquenza minorile, nazionalista e ignorante. (Anna Stepanovna Politkovskaja)
  • Una Russia fascista vittoriosa diventerà inevitabilmente una seria minaccia per la sicurezza dei suoi vicini e di tutta l'Europa. (Oleg Orlov)

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