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Imperialismo russo

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Espansione territoriale russa lungo la storia

Citazioni sull'imperialismo russo o colonialismo russo.

Citazioni

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  • Certamente il rischio [del separatismo in Russia] esiste, ma siamo noi russi che dobbiamo dimostrare a tutti che è finita la mentalità imperiale, che si può restare dentro alla Russia e trarne un vantaggio. Non possiamo tenere nessuno legato a Mosca con la forza. (Sergej Adamovič Kovalëv)
  • Fino a quando la Russia non rinuncerà alla sua politica imperiale non smetterà di sottomettere i popoli e questo avverrà indipendentemente da chi sarà al Cremlino. (Achmed Zakaev)
  • I russi sono stati educati in una visione imperiale della Russia secondo la quale loro sono i fratelli maggiori delle nazioni slave e gli ucraini sono i fratelli minori, inferiori; e poi la propaganda ha fornito sostegno a quell'idea che è parte della memoria nazionale: se l'Ucraina rompe i legami con il fratello maggiore, entra nella sfera occidentale e assume un significato anti-russo. (Orlando Figes)
  • I valori dello stato imperiale sono stati inculcati nell'immaginario collettivo, nell'intelligenza sociale, insieme con una sistematica denigrazione e banalizzazione di ogni concezione alternativa dello sviluppo della Russia, soprattutto quelle che si ispirano ai valori della libertà e di una genuina democrazia. (Sergej Adamovič Kovalëv)
  • Il paradosso a cui assistiamo è quello di Paesi ex coloniali che giustamente condannano il colonialismo occidentale del passato e le sue conseguenze presenti ma non condannano, e in alcuni casi attivamente sostengono, il neo-colonialismo di Mosca. Diventata addirittura il loro faro. (Boris Bondarev)
  • [L'ambasciatore Nebenzja sostiene] che la Russia si è sempre limitata a respingere le aggressioni altrui. Mi spieghi allora che cosa ci facevano le truppe russe alle porte di Varsavia nell'agosto del 1920? Si trattava di semplici rilevamenti topografici? La verità è che per ogni aggressione subìta, la Russia ha invaso i paesi confinanti dieci volte più spesso. (Radosław Sikorski)
  • L'unico desiderio riguardo al vostro Paese è che questo maledetto Mordor cessi di esistere. Né più e né meno. Cessi. Di esistere. E basta.
    Non ho bisogno di una Russia diversa. Non ho affatto bisogno di nessuna Russia.
    Perché la Russia – in qualsiasi sua manifestazione, non importa se quella zarista, bolscevica o attuale – è un Impero.
    Invece io la vorrei piccola – e allora sì che sarebbe davvero libera e democratica –, una Moscovia.
    Come l'Italia dopo l'Impero romano.
    Come la Germania dopo il Terzo Reich.
    Così la Moscovia dopo la disgregazione di Mordor.
    E vorrei un Tatarstan libero. Una Baschiria e una Buriazia libere. Un Caucaso libero. Una Repubblica popolare del Litorale (ecco, laggiù potete a volontà inzeppare i posti di blocco di alcolizzati armati di mitra). E, Stato a parte, la Sacha-Jacuzia.
    Vorrei una Repubblica popolare della Pomerania. La Carelia indipendente. Come pure l'Adighezia, la Calmucchia e la Circassia.
    In breve, tutti i territori che, da un fuso all'altro, avete conquistato, soggiogato, insudiciato, bruciato, e ora facendo i santarellini considerate roba vostra, russa dalla notte dei tempi, senza sinceramente capire cosa ci sia di sbagliato. (Arkadij Babčenko)
  • La Russia non si è mai comportata come potenza coloniale. È autoritaria, e certamente impone la sua autorità con grande durezza, però i suoi cittadini non russi hanno sempre ottenuto le cariche più alte. (Sergio Romano)
  • La Russia, nonostante sia stata dipinta spesso come democratica, continua a essere un impero che distrugge la voglia di indipendenza, distrugge le altre nazionalità portando avanti una politica di russificazione dell'impero. (Achmed Zakaev)
  • La storia della Russia è stata costruita intorno alla brama di espansioni territoriali e ambizioni imperiali fin da quando la Moscovia si è costituita come impero: prima ancora di trasformarsi nella Russia dell'accezione più moderna. (Vladislav Inozemcev)
  • [Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Pensare che questa ultima fase del genocidio ucraino sia opera esclusiva dell'attuale capo del Cremlino vuol dire non conoscere la storia dell'imperialismo russo né la famigerata cultura coloniale dei russi in generale e in particolare rispetto agli ucraini. (Christian Rocca)
  • Penso che l'unico futuro possibile per la Russia sia la democrazia. Le alternative hanno fatto il loro tempo. Perseverare nell'esperimento imperialistico è la strada maestra per gli scontri sociali e la distruzione del Paese. (Il'ja Jašin)
  • [«Quali dovrebbero essere i confini della Russia?»] Dovrebbero crescere, continuare a crescere. [...] Dovrebbero continuare a crescere fino al momento in cui non possono più espandersi. Abbiamo conosciuto momenti in cui non siamo riusciti a crescere, siamo caduti, e poi, ogni volta, cresciuti di più. Il nostro Impero è un cuore pulsante. Penso che l'Eurasia sia il nostro limite naturale. Non toccheremo l'Inghilterra o l'Europa occidentale. (Aleksandr Gel'evič Dugin)
  • Questa è la storia plurisecolare dell'imperialismo russo, l'unico sulla faccia della terra mai redento, mai pentito, mai liberatosi del peccato originale. È come se l'Italia oggi pretendesse militarmente, politicamente e culturalmente di riprendersi l'Abissinia o la Libia o l'Albania, inquinando con fake news e infarcendo di agenti del caos una narrazione predatoria per convincere il resto del mondo che quelli sarebbero territori nostrani, che ci spetterebbero sin dai tempi dei romani e della grande tradizione culturale del Fascismo, e che gli abitanti delle ex colonie non avrebbero nessun diritto, nemmeno quello all'esistenza. (Christian Rocca)
  • Se l'imperialismo russo avesse un volto, sarebbe quello di Medvedev. Un piccolo uomo con grandi insicurezze, che sprizza veleno verso l'Ucraina o minaccia il mondo come unico modo per affermarsi. (Mychajlo Podoljak)
  • Si è mai visto la Russia fare guerre coloniali o per allargare il proprio territorio? [...] I russi non vogliono invadere nessuno. L'unica cosa per cui sono capaci di fare la guerra è per assicurare la sicurezza sui propri confini. (Nicolai Lilin)
  • Vorrei che l'umanesimo fosse la base, il fondamento del potere in Russia. Dopotutto noi russi siamo sempre, di generazione in generazione, rimasti aggrappati al passato imperiale e a sogni geopolitici. (Il'ja Jašin)
  • È forse giunta l'ora di avanzare il sospetto, senza gridarlo troppo forte, che non è mai esistita una "guerra fredda" fra capitalismo e comunismo. [...] Era la guerra della mentalità imperiale russa contro l'Occidente e quella guerra non fu mai chiusa.
  • La Russia, comunque vari il suo nome da impero zarista a Unione Sovietica a Federazione, considera se stessa non come una nazione, ma come un Impero; tutte le azioni militari svolte in un secolo sono state sempre aggressive e mirate allo scopo di allargare l'Impero e impedire che altri Paesi limitrofi potessero organizzare una difesa militare sufficiente per resistere ai sussulti espansivi della Russia.
  • Nella mentalità russo imperiale, una tale porzione di terra emersa ha bisogno che i suoi vicini siano sudditi sottomessi e che costituiscano zone d'influenza e Stati cuscinetto.
  • Alziamo la voce - i soggetti coloniali passati e presenti dell'impero russo - perché i nostri antenati subirono ciò che gli ucraini stanno subendo oggi. Nessuno alzò la voce per i nostri antenati. Noi dobbiamo alzare la voce per gli ucraini oggi.
  • L'identità nazionale russa moderna rimane saldamente radicata nell'idea di una sacra missione imperiale che percepisce la Russia come una civiltà unica, impegnata in un'eterna lotta contro vari nemici stranieri costruiti. [...] Il senso di missione imperiale che pervade la moderna società russa ha contribuito a coltivare valori di sacrificio e obbligo a scapito dei diritti umani individuali. Molti russi danno per scontato di essere destinati a governare su altre nazioni e interpretano il loro colonialismo come fondamentalmente benevolo, anche quando è ovviamente sgradito. Le vittime della Russia devono essere liberate, che lo vogliano o no.
  • L'innocenza imperiale russa è la profonda fede nella propria sacralità, vittimismo e bontà. Questa lente di innocenza consente di trascurare la violenza culturale, fisica e politica utilizzata per sostenere le relazioni coloniali con molte persone all'interno della Federazione Russa, ma anche con i vicini.
    Sfortunatamente, non esiste un solo pensatore o filosofo anticoloniale, la Russia non ha prodotto un solo intellettuale, e non esiste un solo testo anticoloniale che possa essere un documento morale, un testo morale per il futuro della Russia. Ciò che abbiamo sono testi morali coloniali.
  • La fissazione per l'espansione e il controllo regionale ha impedito alla leadership russa e ai russi di sviluppare le virtù civiche della democrazia e dei diritti umani. El'cin e Putin si sono attenuti alla formula del dominio territoriale per rivendicare lo status di superpotenza, fallendo nel promuovere un sistema politico ed economico attraente per attrarre i vicini. Le guerre di El'cin e Putin contro la Cecenia, e le successive invasioni, furono fondamentali per impedire questa transizione.
  • La Russia può diventare democratica solo dando priorità ai diritti umani e alla democrazia rispetto all'imperialismo. Poiché l'ultima possibilità della Russia di sfuggire alla brutale eredità imperiale è venuta meno con le guerre contro la Cecenia, garantire i diritti del popolo ceceno è essenziale per ripristinare i diritti umani e garantire l'antimperialismo come valore russo.
  • Le discussioni sull'imperialismo russo sono da tempo state trascurate, mentre gli imperialismi americani, britannici e francesi sono stati studiati attentamente ed esaustivamente. Ciò ha molto a che fare con il modo in cui il mondo accademico occidentale e, in una certa misura, le élite politiche hanno scelto di affrontare l'Unione Sovietica e la sua eventuale dissoluzione.
  • Non sappiamo cosa possa rendere umili i russi e indurli alla modestia per considerare gli altri come eguali, apprezzare gli altri, porre fine al colonialismo. La cultura non fornisce molto spazio per i non-russi dignitosi. Non possiamo fare affidamento sul loro risveglio, anche se glielo auguriamo.
  • Per capire la Russia, bisogna ascoltare coloro che hanno vissuto sotto il dominio coloniale russo. Per capire le colonie russe passate e attuali, è necessario ascoltare gli storici di questi luoghi e studiare le loro culture, lingue e storie, sia scritte che non scritte. Per apprezzare le vie d'uscita dalle dittature coloniali, è necessario studiare le trasformazioni riuscite di stati come l'Ucraina. Ciò richiederebbe di accantonare il mito della "nazione artificiale" e di vedere finalmente la Russia come un impero.
  • Per tutti quei soggetti ex coloniali russi, le cui linee di famiglia furono sterminate in genocidi, i cui nonni furono usati come carne da cannone, le cui culture erano umiliate e cancellate con la violenza, che affrontano costantemente il razzismo russo, ascoltare odi sulla sofferenza della Russia è doloroso.
  • Poiché la narrazione nazionale russa è storicamente basata sull'idea di nemici esterni – mongoli, musulmani e Occidente in senso lato – che devono essere sconfitti, ha acquisito una visione nazionale specifica che vede la sua espansione imperiale come la liberazione di se stessa e dei colonizzati dai nemici della Russia.
  • Prima del 1917, la Russia si presentava come un'orgogliosa potenza coloniale europea. Le sue guerre di conquista erano sanguinose e la loro rappresentazione è diventata parte della cultura coloniale russa. Pushkin parlava con orgoglio della violenza russa nel Caucaso e la sua poesia è stata importante per ancorare la Crimea colonizzata nell'immaginario nazionale russo.
  • Smantellare la mentalità imperiale della Russia non è un compito impossibile o pericoloso. Il percorso della Germania da una dittatura coloniale distruttiva alla democrazia è stato lastricato con l'accettazione da parte del governo della responsabilità delle atrocità del tempo di guerra.
  • Fatta eccezione per la Siberia, i russi non hanno operato insediamenti in terre disabitate. Né tali insediamenti hanno rappresentato proiezioni di dominio coloniale su popoli primitivi. Erano conquista e riduzione in schiavitù di antiche nazioni con cultura altamente progredita, identità definita e una lunga storia. Passo dopo passo fu creato il più vasto impero di quell'epoca. Occorrevano metodi imperiali per formarlo e governarlo. Essi furono cosa naturale per gli eredi dei mongoli, sovrani di un immenso territorio accidentato dove la schiavitù era la norma; la libertà era sconosciuta, e i "diritti umani" ignoti.
  • I russi non sono in Africa per "affrancare". Sono là per dominare, controllare, sfruttare, sostituire la vecchia supremazia bianca con una nuova supremazia bianca. Un governo coloniale bianco è sempre tale, sia Londra o Mosca a esercitare il potere.
  • La Russia non è stata mai potenza non espansionistica. Né, se si eccettuano i pochi mesi del 1917, è stato mai uno Stato non autoritario o non totalitario. Non esiste tradizione di libertà interna o di non aggressione esterna. L'espansione territoriale è per la Russia naturale come per il leone andare a caccia o per l'orso cercare pesci.
  • Benché la colonizzazione comporti sempre la celebrazione dei valori della madrepatria e del ruolo della sua lingua come strumento di potere, gli inglesi non hanno cercato di trasformare in cittadini inglesi gli abitanti delle loro lontane colonie. La Russia, invece, colonizza sempre secondo le procedure del passato: prima la pulizia etnica, cui fa seguito l'assimilazione, la russificazione. La storia e la cultura della regione vengono sostituite con la mitologia del conquistatore. È così che l'Unione Sovietica ha occupato gli Stati baltici. I coloni e i loro discendenti continuano a essere utilizzati dalla Russia come strumenti per esercitare un'influenza anche dopo che il territorio occupato ha riconquistato l'indipendenza o è stato restituito allo Stato di appartenenza.
  • Il colonialismo russo non è presente nella cultura popolare occidentale, né nei fumetti, né nei film, né nei servizi streaming, né nei giochi per bambini, né nei nomi delle tavolette di cioccolato, che in Occidente sono stati corretti nel XXI secolo in quanto inappropriati. Su Netflix non ci sono film sui russi che sparano ai nenezi per spogliarli dei giacimenti di petrolio, e nei nostri negozi di articoli da carnevale non si vendono abiti tradizionali nenezi. I film occidentali hanno ispirato i bambini a giocare ai cowboy e a indossare copricapi indiani nei loro giochi fino a quando l'appropriazione culturale non è stata riconosciuta come un problema. Eppure il discorso postcoloniale sull'argomento ha ignorato le popolazioni indigene della Siberia perché l'asservimento di questi popoli non è parte della cultura di massa. Le minoranze etniche che vivono in Russia sono, in Occidente, completamente invisibili.
    Alle altre potenze coloniali ci sono voluti secoli e diverse generazioni per arrivare ad assumersi la responsabilità dei torti commessi. Nessuna lo ha fatto volontariamente. La Russia semplicemente non lo fa.
  • La paura di moti rivoluzionari ha radici lontane in Russia. I turbamenti prodotti dalla Rivoluzione francese hanno avuto una scia fino al XIX secolo e hanno portato le classi alte, gli intellettuali e i leader russi a valutare seriamente il da farsi per impedire che moti dello stesso tipo si diffondessero nel loro impero. Non volevano perdere il potere. Per paura di possibili cambiamenti, elaborarono l'idea che la Russia fosse essenzialmente diversa dagli altri Paesi e che quindi le riforme fatte altrove non vi potessero attecchire. Perché tale piano funzionasse, bisognava far credere al popolo che essere russi significasse appartenere a un impero, non a uno Stato nazionale. Questa narrazione appositamente concepita è la cornice stranamente familiare dentro la quale la Russia giustifica oggi la sua guerra in Ucraina, e la paura di Putin per le rivoluzioni riecheggia l'orrore delle rivolte tra le classi alte dell'impero zarista.
  • La Russia non è mai stata definita uno Stato imperialista. I popoli vittima dell'oppressione russa non avevano volti internazionalmente riconoscibili nella coscienza culturale dell'Occidente: nessuna Anne Frank, nessun George Floyd. La storia della resistenza in Europa orientale durante la Seconda guerra mondiale non è stata una grande storia europea, ma un insieme di vicende locali, rilevanti solo a livello nazionale.
  • Qualche uccellino mi ha suggerito che decolonizzazione è ora la parola più di moda nei dipartimenti di slavistica di tutto il mondo. Faccio fatica a credere che un tale miracolo possa essersi verificato. Forse l'imperialismo russo è finalmente diventato un oggetto di ricerca importante anche al di fuori dell'Europa orientale. Forse l'Europa dell'Est non è più vista solo come un'esotica «periferia arretrata della Russia». Forse la lente dell'esotismo e dell'orientalismo occidentale sull'Europa dell'Est e sugli Stati baltici si è finalmente infanta.
  • Una Russia senza impero è inconcepibile, perché la Russia non è mai esistita senza impero, e non è mai stato possibile immaginarne una diversa, nemmeno in Occidente. Il problema non è semplicemente che in Russia gran parte della popolazione non riesce a visualizzare il proprio Paese senza colonie. Il fatto è che non è in grado di farlo neppure l'Occidente, e anzi, l'idea di una disgregazione della Federazione Russa lo spaventa. L'ignoto rende sempre inquieti, in questo non c'è nulla di strano. Nemmeno tutte le donne erano un tempo favorevoli al suffraggio femminile. Tuttavia, la riluttanza dell'Occidente a riconoscere l'imperialismo russo e l'ultranazionalismo ad esso associato ha permesso che la Russia preparasse per anni la guerra e il genocidio senza che le democrazie occidentali se ne accorgessero.
  • Adesso il concetto di "patriota" ha perso credito. Agli occhi di un numero enorme di persone il patriottismo russo è diventato sinonimo di imperialismo.
  • Chi ha condotto il nostro Paese nel baratro in cui si trova adesso, rappresenta ciò che è vecchio, decrepito, superato. Non hanno un'idea di futuro, ma solo immagini fasulle del passato, miraggi di "grandezza imperiale".
  • Oggi soprattutto in Africa e America Latina e anche qui in Germania, molte persone di sinistra apprezzano, e appoggiano, Putin, supposto antidoto all'imperialismo americano. Sbagliano: nessun imperialismo è feroce e longevo quanto quello russo.
  • Noi dobbiamo mostrare la vera faccia di quest'impero e il prezzo pagato dalla nostra gente per la sua "grandezza".

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