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Salvador Allende

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Statua di Allende alla Moneda

Salvador Guillermo Allende Gossens (1908 – 1973), uomo politico cileno, Presidente della Repubblica.

Citazioni di Salvador Allende

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Ser joven y no ser revolucionario es una contradicción, incluso biológica.[1]
  • Stalin è stato un esempio di creatività, umanesimo e un edificante esempio di pace ed eroismo! [...] Tutto quello che ha fatto, lo ha fatto al servizio del popolo. Nostro padre Stalin è morto, ma ricordando il suo esempio, il nostro affetto verso di lui farà crescere le nostre braccia per la costruzione di un grande domani, per assicurare un futuro in memoria del suo magnifico esempio.
Stalin was an example of creativity, humanism and an edifying example of peace and heroism! [...] Everything that he did, he did at the service of the people. Our father Stalin is dead, but when remembering his example, our affection towards him will make our arms grow strong for the building of a great tomorrow, to assure a future in memory of his magnificent example.[2]
  • Viva il Cile indipendente e sovrano! (Frase finale di un discorso tenuto l'11 luglio 1971 per il Giorno della solidarietà e della dignità nazionale)
  • [Ultime parole pronunciate a Radio Magellanes prima di morire l'11 settembre 1973] Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento.
Viva Chile! ¡Viva el pueblo! ¡Vivan los trabajadores! Estas son mis últimas palabras y tengo la certeza que por lo menos será una lección moral que castigará la felonía, la cobardía y la traición.[3]

Ultimo discorso del presidente Allende al popolo cileno

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  • Pagherò con la mia vita la difesa dei princìpi che sono cari a questa Patria.
  • Cadrà una maledizione su quelli che hanno violato le loro promesse, venendo meno alla parola data e distrutto la dottrina delle Forze Armate.
  • Il popolo deve stare allerta e vigile. Non deve lasciarsi provocare, né lasciarsi massacrare, ma deve anche difendere le sue conquiste. Deve difendere il diritto a costruire con il suo impegno una vita degna e migliore.
  • Una parola per coloro che, definendosi democratici, hanno istigato questa sollevazione, per coloro che, definendosi rappresentanti del popolo, sono stati viscidi e hanno agito viscidamente per rendere possibile questo passo che fa precipitare il Cile in un burrone. In nome dei più sacri interessi del popolo, in nome della patria io vi chiamo per dirvi di avere fiducia. La storia non si ferma, né con la repressione, né con il crimine. Questa è una fase che verrà superata, questo è un momento duro e difficile.
  • È possibile che ci annientino, ma il domani apparterrà al popolo, apparterrà ai lavoratori. L'umanità avanza verso la conquista di una vita migliore.
  • Compatrioti: è possibile che blocchino le radio e devo salutarvi. In questo momento passano gli aerei. È possibile che ci colpiscano. Ma sappiano che siamo qui, per lo meno con questo esempio, per segnalare che in questo Paese ci sono uomini che sanno mantener fede alle promesse che hanno fatto. E lo farò per mandato del popolo e per la volontà cosciente di un presidente che sente la dignità del proprio incarico. Sicuramente questa sarà l'ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi. La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Magallanes. Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno. Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l'ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell'Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri. Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò!
  • Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo. E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente. Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza.
  • La storia è nostra e la fanno i popoli.
  • Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e cosi fece.
  • In questo momento conclusivo, l'ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l'imperialismo, uniti alla reazione, crearono il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i loro profitti e i loro privilegi.
  • Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini. Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che continuarono a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che difesero anche i vantaggi di una società capitalista. Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all'allegria e allo spirito di lotta.
  • Mi rivolgo all'uomo del Cile, all'operaio, al contadino, all'intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l'obbligo di procedere. Erano d'accordo. La storia li giudicherà.
  • Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più. Non importa. Continuerete a sentirla. Starò sempre insieme a voi. Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.
  • Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi.
  • Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.
  • Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino.
  • Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi.
  • Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l'uomo libero, per costruire una società migliore.
  • Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!
  • Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, ci sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.

Citazioni su Salvador Allende

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  • Cade Salvador Allende al suo posto di lotta, la libertà si spegne nel Cile e si spegne anche la voce del grande poeta Pablo Neruda, il poeta «della dignità umana violata». (Sandro Pertini)
  • Di tutti i capi di governo dell'America Latina, noi ritenemmo Allende il più pernicioso per gli interessi del nostro paese. Egli era palesemente pro-Castro e si opponeva agli Stati Uniti. Le sue politiche interne erano una minaccia per la democrazia cilena e per i diritti umani. (Henry Kissinger)
  • È sovente arguto, talvolta retorico, sempre cortese. Non ha affatto l'aria del fanatico pronto a trascinare il suo popolo in una traumatica rivoluzione. Non sembra neppure il politico "di facciata", destinato a farsi manovrare da persone più forti e dure di lui. (Arrigo Levi)
  • Este es un gobierno de mierda, pero es mi gobierno. Viva el gobierno. (cartellone apparso durante una manifestazione popolare nel 1972)
  • Il governo di Unidad Popular rappresentò il primo tentativo, mai compiuto altrove, di costruire una limpida transizione al socialismo, che, rifacendosi alle sue origini, non sarebbe stato guidato da una burocrazia autoritaria, ma da un autogoverno democratico. (dall'editoriale del North American Council on Latin America (NACLA) del luglio 2003)
  • La morte del compagno Allende ci ricorda semplicemente che la democrazia borghese esiste solo se è la borghesia stessa saldamente al potere, ma se questo vacilla – come nel Cile di Allende – e il popolo riesce in qualche modo ad emanciparsi per via istituzionale e democratica, allora la borghesia rinnega le sue stesse regole formali, passando a metodi violenti e terroristici come nel Cile di Pinochet. (Marco Rizzo)
  • Non vedo alcuna ragione per cui ad un paese dovrebbe essere permesso di diventare marxista soltanto perché il suo popolo è irresponsabile. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli. (Henry Kissinger)
  • Penso che la sua morte ci insegna una lezione: bisogna essere una cosa o l'altra, stare da una parte o dall'altra, se si vuol combinare qualcosa e vincere. Le vie di mezzo, i compromessi, non sono possibili. In altre parole, o si è un rivoluzionario o si è qualcuno che esige l'ordine e la legge. Tantomeno nella tolleranza. (Mohammad Reza Pahlavi)
  • Salvador era un uomo, vissuto da uomo, morto da uomo, con un fucile in mano. (Nomadi, dal brano Salvador (15 anni dopo))
  • Un ingenuo? Solo perché ha preso sul serio | qualche partita per noi da un pezzo cancellata | dalla colonna Debito? Ma a che serve la vita | se non si arrischia almeno di quando in quando | questa improbabile eventualità? | Lui ha percorso sino alla fine, a occhi aperti, | questa splendida via senza uscita. | Con occhi aperti andando incontro alla iena prezzolata. (István Vas)
  • Allende sapeva di avere un ruolo storico: rappresentava qualcosa, era stato eletto dal popolo. Non poteva andare in esilio come rifugiato, mandato dall’esercito golpista. E non doveva lasciarsi umiliare, torturare e uccidere dalle forze armate infedeli. Lui era il Presidente. Aveva un grande senso dell’onore di quella carica. Quindi penso che a quel punto per lui fosse molto chiaro che doveva morire.
  • In quel pranzo lui [Salvador Allende] fu molto chiaro: “Non lascerò la presidenza fino a che il mio mandato non sia finito o io sia morto”. Fu una dichiarazione solenne: all’improvviso, in questa riunione di famiglia, sembrava che lui stesse parlando per la storia.
  • Ogni volta penso cosa poteva provare Allende in quelle ore. Si può a malapena sentire la sua voce perché c’è così tanto rumore, e fumo e fiamme e proiettili, con gli aerei che passano. In mezzo a tutto questo, lui deve aver capito che a quel punto doveva agire come un eroe, per la storia. La sua vita non aveva più un significato per lui: solo questo. Era un uomo molto coraggioso, davvero molto.

Note

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  1. Citato in Discurso en el auditorio central del Instituto de Ciencias Sociales y Humanidades de la Universidad de Guadalajara, 2 de diciembre de 1972.
  2. Dal discorso pronunciato nel 1953 presso il teatro Baquedano, Santiago, Cile. Citato nel 20° volume del Northstar Compass, novembre 2010, p. 22
  3. Citato in Micro-historias. Santiago de Cile vista da otto caschi bianchi italiani, a cura di M. Coscione, Il Segno Gabrielli Editori, 2007. ISBN 8860990297 (Anteprima su Google Books)

Bibliografia

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Altri progetti

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