Charles Darwin: differenze tra le versioni

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*Un altro argomento a favore dell'esistenza di Dio, connesso con la ragione più che col sentimento, e a mio avviso molto importante, è l'estrema difficoltà, l'impossibilità quasi, di concepire l'universo, immenso e meraviglioso, e l'uomo, con la sua capacità di guardare verso il passato e verso il futuro, come il risultato di un mero caso o di una cieca necessità. Questo pensiero mi costringe a ricorrere a una Causa Prima dotata di un'intelligenza in certo modo analoga a quella dell'uomo.<ref>Da ''Autobiografia 1809-1882. Con l'aggiunta dei passi omessi nelle precedenti edizioni'', appendice e note a cura della nipote Nora Barlow, prefazione di Giuseppe Montalenti, traduzione di Luciana Fratini, Einaudi, Torino, 1964, pp. 67-77.</ref>
*Un altro argomento a favore dell'esistenza di Dio, connesso con la ragione più che col sentimento, e a mio avviso molto importante, è l'estrema difficoltà, l'impossibilità quasi, di concepire l'universo, immenso e meraviglioso, e l'uomo, con la sua capacità di guardare verso il passato e verso il futuro, come il risultato di un mero caso o di una cieca necessità. Questo pensiero mi costringe a ricorrere a una Causa Prima dotata di un'intelligenza in certo modo analoga a quella dell'uomo.<ref>Da ''Autobiografia 1809-1882. Con l'aggiunta dei passi omessi nelle precedenti edizioni'', appendice e note a cura della nipote Nora Barlow, prefazione di Giuseppe Montalenti, traduzione di Luciana Fratini, Einaudi, Torino, 1964, pp. 67-77.</ref>
*Un essere potente e sapiente come un [[dio]], che ha potuto creare l'universo, appare al nostro spirito limitato onnipotente e onnisciente, e offende la nostra comprensione l'idea che la sua benevolenza non debba essere illimitata, poiché quale beneficio potrebbe avere la sofferenza di milioni di animali inferiori per un tempo quasi infinito?<ref>Citato in [[Karlheinz Deschner]], ''Sopra di noi... niente'', Ariele, 2008.</ref>
*Un essere potente e sapiente come un [[dio]], che ha potuto creare l'universo, appare al nostro spirito limitato onnipotente e onnisciente, e offende la nostra comprensione l'idea che la sua benevolenza non debba essere illimitata, poiché quale beneficio potrebbe avere la sofferenza di milioni di animali inferiori per un tempo quasi infinito?<ref>Citato in [[Karlheinz Deschner]], ''Sopra di noi... niente'', Ariele, 2008.</ref>
===Attribuite===
*Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento.<ref>Citato in ''[http://www.darwinproject.ac.uk/six-things-darwin-never-said Six things Darwin never said – and one he did]'', ''darwinproject.ac.uk''.</ref>


==''Diario di un naturalista giramondo''==
==''Diario di un naturalista giramondo''==

Versione delle 10:01, 1 lug 2015

Charles Darwin

Charles Robert Darwin (1809 – 1882), naturalista e geologo britannico.

Citazioni di Charles Darwin

  • Fin dalla prima giovinezza ho concepito un vivo desiderio di capire o di spiegare tutto ciò che osservavo, cioè di raggruppare tutti i fatti sotto leggi generali.[1]
  • L'incredulità si insinuò nel mio spirito, e finì per diventare totale. Il suo sviluppo fu tanto lento che non ne soffersi, e da allora non ho mai più avuto un dubbio sull'esattezza della mia conclusione. In realtà non posso capire perché ci dovremmo augurare che le promesse del cristianesimo si avverino: perché in tal caso, secondo le parole del Vangelo, gli uomini senza fede, come mio padre, mio fratello, e quasi tutti i miei amici più cari sarebbero puniti per l'eternità. E questa è un'odiosa dottrina.[2]
  • La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono.[3]
  • La ragione mi parla dell'impossibilità quasi di concepire l'universo e l'uomo come il risultato di un mero caso o di una cieca necessità. Questo pensiero mi costringe a ricorrere a una Causa Prima dotata di un'intelligenza.[4]
  • Mi permetta di dire che l'impossibilità di concepire che quest'universo grandioso e meraviglioso, con i nostri sé coscienti, sia scaturito per caso a me pare l'argomento principe a favore dell'esistenza di Dio.[5]
  • Nelle mie fluttuazioni più estreme, non sono mai stato un ateo nel senso di negare l'esistenza di un Dio. Ritengo generalmente (e sempre di più invecchiando), ma non sempre, che agnostico corrisponderebbe alla definizione più corretta della mia condizione intellettuale.[6]
  • Non riesco a persuadermi che un Dio benefico e onnipotente abbia volutamente creato gli icneumonidi con l'espressa intenzione che essi si nutrano entro il corpo vivente dei bruchi.[7]
  • Non riesco a concepire alcuna ragione per cui un uomo, o altro animale, non potrebbe essere stato prodotto ab origine da altre leggi e che tutte queste leggi potrebbero essere state ideate da un Creatore onnisciente, che prevedesse ogni evento e conseguenza futuri.[8]
  • [Parlando del Cile] Quanto è importante il clima per godere la vita! Come diversi sono i sentimenti quando si vedono montagne nere avvolte nelle nubi e quando le stesse nubi si vedono, invece, attraverso i tenui vapori azzurrini d'una splendida giornata! Il primo spettacolo, per un po' di tempo può apparire triste, il secondo è tutta gaiezza e gioia di vivere.[9]
  • Un altro argomento a favore dell'esistenza di Dio, connesso con la ragione più che col sentimento, e a mio avviso molto importante, è l'estrema difficoltà, l'impossibilità quasi, di concepire l'universo, immenso e meraviglioso, e l'uomo, con la sua capacità di guardare verso il passato e verso il futuro, come il risultato di un mero caso o di una cieca necessità. Questo pensiero mi costringe a ricorrere a una Causa Prima dotata di un'intelligenza in certo modo analoga a quella dell'uomo.[10]
  • Un essere potente e sapiente come un dio, che ha potuto creare l'universo, appare al nostro spirito limitato onnipotente e onnisciente, e offende la nostra comprensione l'idea che la sua benevolenza non debba essere illimitata, poiché quale beneficio potrebbe avere la sofferenza di milioni di animali inferiori per un tempo quasi infinito?[11]

Attribuite

  • Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento.[12]

Diario di un naturalista giramondo

Incipit

16 gennaio 1832. I dintorni di Port Praya, visti dal mare, hanno un aspetto desolato.
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

Citazioni

  • All'alba i miei amici, dopo l'orazione del mattino, prepararono una eccellente colazione nello stesso modo della sera precedente. Certamente essi ne presero una ampia parte, perché invero non ho mai veduto uomini mangiare tanto.
  • Anche oggi narrano le gesta atroci dei filibustieri, e specialmente di un uomo, il quale tolse via l'immagine della Vergine Maria, e ritornò un anno dopo a prendere quella di San Giuseppe dicendo che era un peccato che la signora stesse senza suo marito.
  • Il 19 di agosto abbandonammo finalmente le spiagge del Brasile. Ringrazio Dio di non aver più mai da visitare un paese da schiavi.
  • Il linguaggio [la lingua selknam[13]] di questa gente [i Selknam], secondo le nostre nozioni, si può appena chiamare articolato. Il capitano Cook lo ha paragonato ai versi di un uomo che si schiarisce la gola, ma certamente, aggiungeva, nessun europeo si è mai schiarito la gola emettendo suoni così aspri, gutturali e metallici.[14]
  • Il modo stesso con cui sono generalmente tollerate le religioni straniere, l'attenzione che si porta ai mezzi di educazione, la libertà della stampa, le agevolezze offerte a tutti i forestieri, e specialmente, mi sia permesso di aggiungere, ad ognuno che professi le più piccole pretese alla scienza, debbono essere ricordate con gratitudine, da coloro che hanno visitato le provincie spagnuole del Sud America.
  • Non mi sono accorto che l'intonazione della società abbia preso un qualche carattere particolare; ma con questi costumi, e senza il lavoro dell'intelletto, non può a meno di deteriorare.

L'origine dell'uomo e la selezione sessuale

Incipit

Per accertare se l'uomo sia il discendente modificato di qualche forma preesistente, occorrerebbe innanzitutto ricercare se egli stesso si modifichi, sia pure leggermente, quanto alla sua struttura corporea e alle sue capacità mentali.
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

Citazioni

  • Gli animali inferiori sentono evidentemente come l'uomo il piacere e il dolore, la felicità e l'infelicità. La felicità è molto chiaramente espressa dai giovani animali, come i cagnolini, i gattini, gli agnelli, quando si trastullano fra loro come i nostri bambini. (1994, p. 829)
  • È noto l'amore del cane per il suo padrone; e tutti sanno che nell'agonia della morte egli accarezza il padrone; e ognuno può aver sentito dire che il cane che soffre mentre viene sottoposto a qualche vivisezione, lecca la mano dell'operatore; quest'uomo, a meno di avere un cuore di sasso, deve provare rimorso fino all'ultima ora della sua vita. (1994, pp. 829-830)
  • Una gran parte delle emozioni più complesse sono comuni agli animali più elevati ed a noi. Ognuno può aver veduto quanta gelosia dimostri il cane se il padrone prodiga il suo affetto ad un'altra creatura; ed io ho osservato lo stesso fatto nelle scimmie. Ciò dimostra che non solo gli animali amano, ma sentono il desiderio di essere amati. (1914, pp. 55-56)
  • Tutti gli animali sentono la meraviglia, e molti mostrano curiosità. Talvolta quest'ultima facoltà reca loro danno, come quando il cacciatore si atteggia buffamente e li attira in tal modo. (1914, p. 57)
  • Siccome i cani, i gatti, i cavalli e probabilmente tutti gli animali superiori ed anche gli uccelli, come è confermato da buone testimonianze, hanno sogni vivaci, che dimostrano coi movimenti e con la voce, dobbiamo ammettere che posseggano un certo potere d'immaginazione.
    [...] Sono pochi quelli che vorranno negare che gli animali non siano forniti di un certo potere di ragionare. Si possono vedere costantemente animali che si fermano, deliberano e risolvono. È un fatto significativo che, quanto più un naturalista studia le abitudini di un dato animale, tanto più dà spazio alla ragione e meno al semplice istinto. (1994, p. 834)
  • I mulattieri del sud America dicono: «Non vi darò la mula che ha il passo più dolce, ma la mas racional, quella che ragiona meglio»; e Humboldt aggiunge «questa espressione popolare, dettata da una lunga esperienza, combatte il sistema di macchine animate, meglio forse che non tutti gli argomenti della filosofia speculativa». (1914, p. 65)
  • È stato asserito che solo l'uomo è capace di progressivo miglioramento [...].
    Per ciò che riguarda gli animali, chiunque abbia avuto qualche pratica nel tendere trappole sa che gli animali giovani si prendono con maggiore facilità dei vecchi; e si lasciano avvicinare dal nemico molto agevolmente. È impossibile prender animali molto vecchi nello stesso luogo e con la stessa trappola, o distruggerli con la stessa qualità di veleno; tuttavia non è probabile che tutti abbiano assaggiato il veleno, ed è impossibile che tutti siano già stati colti al laccio. Essi imparano ad esser cauti vedendo i loro compagni presi o avvelenati. (1994, pp. 836-837)
  • La simpatia, oltre i confini umani, che vuol dire l'umanità verso le bestie, sembra essere fra gli acquisti morali più tardivi. Non sembra che i selvaggi la provino tranne che per quegli animali che prediligono. [...] Questa virtù, una delle più nobili di cui l'uomo sia fornito, sembra derivare per incidente da ciò che le nostre simpatie facendosi più tenere e più espansive e diffuse, vengono a riversarsi su tutti gli esseri senzienti. Appena questa virtù viene onorata e praticata da alcuni uomini, si diffonde mercé l'istruzione e l'esempio ai giovani, ed eventualmente tende a radicarsi nella pubblica opinione. (1914, p. 133)
  • Il più umile organismo è qualche cosa di molto più elevato che non la polvere inorganica che ci sta sotto i piedi; e nessuno fornito di mente imparziale può studiare una qualche creatura vivente per quanto umile essa sia, senza rimanere preso da entusiasmo per la sua meravigliosa struttura e le sue proprietà. (1914, p. 280)
  • L'uomo nella sua arroganza si crede un'opera grande, meritevole di una creazione divina. Più umile, io credo sia più giusto considerarlo discendente degli animali.[15]

Explicit

L'uomo va scusato di sentire un certo orgoglio per essersi elevato, sebbene non per propria spinta, all'apice della scala organica; ed il fatto di essere in tal modo salito, invece di esservi stato collocato in origine, può dargli speranza per un destino ancora più elevato in un lontano avvenire. Ma non si tratta qui né di speranze, né di timori, ma solo del vero, fin dove la nostra ragione ci permette di scoprirlo. Ho fatto del mio meglio per addurre prove; e dobbiamo riconoscere, per quanto mi sembra, che l'uomo con tutte le sue nobili prerogative, colla simpatia che sente per gli esseri più degradati, colla benevolenza che estende non solo agli altri uomini, ma anche verso la più umile delle creature viventi, col suo intelletto quasi divino che ha penetrato nei movimenti e nella costituzione del sistema solare – con tutte queste alte forze – l'Uomo conserva ancora nella sua corporale impalcatura lo stampo indelebile della sua bassa origine.
[Charles Darwin, L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso, traduzione di Michele Lessona, Unione tipografico-editrice torinese, Torino, 1914]

L'origine delle specie

Incipit

Ceslo Balducci

Darò qui un breve quadro degli sviluppi delle opinioni scientifiche sull'origine delle specie. Ancora non molto tempo fa la maggior parte degli studiosi di scienze naturali considerava le specie come prodotti immutabili di creazioni distinte. Molti autori hanno sostenuto con competenza questo punto di vista. Peraltro non mancavano alcuni, sia pure pochi, che ritenevano che le specie vanno incontro a trasformazioni e che le forme attuali di vita discendono, attraverso un vero e proprio processo generativo, da forme che le hanno precedute.

Luciana Fratini

Mi propongo di dare qui un breve compendio del progresso delle idee sull'origine delle specie. Fino a poco tempo fa, la grande maggioranza dei naturalisti credeva che le specie fossero immutabili e che fossero state create l'una indipendentemente dall'altra. Numerosi autori hanno abilmente sostenuto questo punto di vista. Alcuni naturalisti, invece, erano convinti che le specie subissero modificazioni, e che le attuali forme di vita discendessero per generazione regolare da forme preesistenti.

Giovanni Canestrini

Voglio esporre un breve sunto dei progressi della dottrina sull'origine delle specie. La maggior parte dei naturalisti ammette che le specie sieno produzioni immutabili, e che ogni specie sia stata creata separatamente. Questa tesi fu abilmente propugnata da molti autori. Solamente pochi credono che esse subiscano delle modificazioni, e che le forme viventi attuali discendano per mezzo di generazione regolare da forme preesistenti.

Citazioni

  • La giraffa, grazie alla sua gigantesca statura ed al collo, agli arti anteriori, alla testa ed alla lingua di forma molto allungata, possiede una struttura integralmente e magnificamente adatta a brucare i rami più alti degli alberi. Essa, quindi, può procurarsi alimenti che si trovano oltre la portata degli altri ungulati (animali provvisti di zoccoli) che vivono nello stesso territorio; e questo dev'essere un grande vantaggio per lei durante i periodi di carestia. (Alcune obiezioni alla teoria della selezione naturale[16], 2010, p. 175)
  • Non cercherò di definire l'istinto. Sarebbe facile dimostrare che questo termine abbraccia parecchie attività psichiche distinte. Però chiunque comprende ciò che si intende quando si dice che l'istinto obbliga il cuculo a migrare e a deporre le uova nei nidi di altri uccelli. Si suole definire istintiva un'azione, che a noi richiederebbe una certa esperienza, mentre viene compiuta senza alcuna esperienza da un animale, soprattutto molto giovane e privo di esperienza, oppure viene compiuta nella stessa maniera da molti individui, senza sapere quale ne è lo scopo. (capitolo 7, L'istinto, 2010, p. 192)

Explicit

Ceslo Balducci

È interessante contemplare una rigogliosa ripa fluviale, coperta di molte piante appartenenti a molti tipi, con gli uccelli che cantano tra i cespugli, i diversi insetti che svolazzano intorno e con i vermi che strisciano nel terreno umido, e riflettere che queste forme dalla struttura così complessa, tanto differenti le une dalle altre e dipendenti le une dalle altre in modo talmente complicato, sono state tutte prodotte dalle leggi che operano attorno a noi. Queste leggi, prese in senso generale, sono lo sviluppo con riproduzione, l'eredità praticamente insita nella riproduzione, la variabilità legata all'azione diretta e indiretta delle condizioni esterne di vita e all'uso e non uso, un ritmo di incremento numerico talmente alto da portare alla lotta per la vita e conseguentemente alla selezione naturale, che a sua volta comporta la divergenza dei caratteri e l'estinzione delle forme meno perfezionate. Dunque dalla guerra della natura, dalla carestia e dalla morte, nasce la cosa più alta che si possa immaginare: la produzione degli animali più elevati. Vi è qualcosa di grandioso in questa concezione della vita, con le sue molte capacità, che inizialmente fu data a poche forme o ad una sola e che, mentre il pianeta seguita a girare secondo la legge immutabile della gravità, si è evoluta e si evolve, partendo da inizi così semplici, fino a creare infinite forme estremamente belle e meravigliose.

Luciana Frantini

È interessante contemplare una plaga lussureggiante, rivestita da molte piante di vari tipi, con uccelli che cantano nei cespugli, con vari insetti che ronzano intorno, e con vermi che strisciano nel terreno umido, e pensare che tutte queste forme così elaboratamente costruite, così differenti l'una dall'altra, e dipendenti l'una dall'altra in maniera così complessa, sono state prodotte da leggi che agiscono intorno a noi. Queste leggi, prese nel loro più ampio significato, sono la legge dell'accrescimento con riproduzione; l'eredità che è quasi implicita nella riproduzione; la variabilità per l'azione diretta e indiretta delle condizioni di vita, e dell'uso e non uso; il ritmo di accrescimento così elevato da condurre a una lotta per l'esistenza, e conseguentemente alla selezione naturale, che comporta la divergenza dei caratteri e l'estinzione delle forme meno perfette. Così, dalla guerra della natura, dalla carestia e dalla morte, direttamente deriva il più alto risultato che si possa concepire, cioè la produzione degli animali superiori. Vi è qualcosa di grandioso in questa concezione di vita, con le sue diverse forze, originariamente impresse dal Creatore in poche forme, o in una forma sola; e nel fatto che, mentre il nostro pianeta ha continuato a ruotare secondo l'immutabile legge della gravità, da un così semplice inizio innumerevoli forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e continuano a evolversi.

Citazioni su L'origine delle specie

  • [L'origine delle specie di Charles Darwin sono] lo strumento più potente che gli uomini hanno sottomano, dopo la pubblicazione dei Principia di Newton, per ampliare il campo della conoscenza naturale. (Thomas Henry Huxley)

Incipit di alcune opere

Gli effetti della fecondazione incrociata e propria nel regno vegetale

È evidentissimo che i fiori del maggior numero delle piante, sono costruiti in modo da essere, o abitualmente o accidentalmente fecondati per incrocio, col mezzo del polline d'un altro fiore posto, o sulla stessa pianta, o più generalmente, come vedremo in seguito, su una pianta diversa. Talvolta la fecondazione incrociata è assicurata dalla separazione dei sessi; il più delle volte essa lo è perché la maturità del polline e dello stigma non avviene contemporaneamente.

I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti

Nel presente libro io ho seguito, per quanto mi fu possibile, la classificazione delle Orchidee data da Lindley. Le specie dell'Inghilterra appartengono a cinque de' suoi gruppi, vale a dire a quelli delle Ophrydeæ, Neottieæ, Arethuseæ, Malaxeæ e Cypripedeæ; i due ultimi gruppi comprendono però ciascuno un unico genere. Nei primi otto capitoli descriverò diverse specie inglesi e straniere, appartenenti ai diversi gruppi. L'ottavo comprenderà inoltre la discussione sulle omologie dei fiori delle orchidee. Il nono capitolo sarà consacrato a diverse considerazioni generali.

I movimenti e le abitudini delle piante rampicanti

Fui tratto a questo soggetto da uno scritto breve, ma interessante, del professore Asa Gray sui movimenti dei viticci d'alcune piante Cucurbitacee[17]. Le mie osservazioni erano giunte più che alla metà prima ch'io apprendessi avere Palm e Hugo von Mohl[18] osservato lungo tempo fa il fenomeno sorprendente delle rivoluzioni spontanee degli steli e dei viticci delle piante rampicanti, ed essere questo fenomeno stato successivamente il soggetto di due Memorie di Dutrochet[19]. Nondimeno credo che le mie osservazioni, fondate sull'esame d'oltre a cento specie viventi assai distinte, contengano novità sufficienti per giustificarne la pubblicazione.

Il potere di movimento nelle piante

Lo scopo principale di questo libro è di descrivere e di collegare insieme diverse grandi classi di movimenti comuni a quasi tutte le piante. Il movimento più diffuso è essenzialmente della stessa natura di quello che caratterizza il fusto di una pianta rampicante che s'incurva successivamente verso tutti i punti dell'orizzonte in guisa che la sua estremità ne faccia il giro completo. Questo movimento ha ricevuto il nome da G. Sachs di Nutazione girante, ma noi abbiamo trovato più conveniente di adottare i termini di circumnutazione e di circumnutare. Siccome dovremo parlare molto di questo movimento, una rapida sua descrizione non sarà superflua.

L'espressione dei sentimenti nell'uomo e negli animali

Molti libri furono scritti sulla espressione materiale dei sentimenti, e un numero maggiore sulla fisionomia, vale a dire sul mezzo di riconoscere il carattere collo studio dello stato abituale dei lineamenti. Di quest'ultimo argomento io più non m'intrattengo. Gli antichi trattati[20] ch'io consultai m'hanno giovato poco o nulla. Le famose Conférences[21] del pittore Le Brun, pubblicate nel 1667, sono fra le opere antiche la migliore che si conserva, e contengono alcune buone osservazioni. Un altro saggio, piuttosto antico, i Discours, fatti dal 1774 al 1782 da Camper[22], il celebre anatomico olandese, non possono essere considerati tali da aver fatto progredire notevolmente la questione. Le opere posteriori, all'incontro, meritano la maggiore considerazione.

La formazione della terra vegetale per l'azione dei lombrici con osservazioni intorno ai loro costumi

Soggetto del presente volume è la parte che i lombrici hanno avuto nella formazione dello strato di terra vegetale che copre tutta la superficie della crosta terrestre in ogni contrada discretamente umida. Generalmente questo strato di terra ha un colore nericcio e pochi centimetri di spessore. Differisce pochissimo nell'aspetto nei varii paesi, sebbene posi sopra sottosuoli diversi.

Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico

Lo scopo di quest'opera non è punto il descrivere le molte razze di animali che l'uomo seppe addomesticare; né le piante ch'ei seppe coltivare; se anche avessi le cognizioni che si richiedono per compiere un'impresa così gigantesca, in questo caso sarebbe opera superflua. Io intendo unicamente di esporre tra i fatti ch'io potei raccogliere ed osservare in ogni specie, i più atti a mostrare la importanza e la natura delle modificazioni subite dagli animali e dalle piante sotto il dominio dell'uomo; e spargere un po' di luce sui principii generali della Variazione.

Citazioni su Charles Darwin

  • Credo che Darwin sia stato bravo a farci leggere il passato, ma non lo invocherei troppo come profeta di scenari futuri. L'evoluzione biolo­gica dell'essere umano pare fer­marsi proprio con il sorgere della libertà e della cultura. (Giuseppe Tanzella-Nitti)
  • È notorio che già Darwin aveva formulato la domanda riguardo al valore della lotta per la conservazione della specie e che aveva anche trovato una risposta convincente: per la specie, per il suo futuro, è sempre vantaggioso che il più forte dei due rivali conquisti un territorio e la femmina ambita. (Konrad Lorenz)
  • Forse dovremmo riabilitare l'efficacia narrativa di Darwin, che lanciava lontano la sua rete, osservando, interrogando, legando insieme elementi disparati e cercando di ricreare il disegno più grande dai dettagli più piccoli. (Jeffrey Moussaieff Masson)
  • La vita intelligente su di un pianeta diventa tale quando, per la prima volta, elabora una ragione della propria esistenza. Se delle creature superiori provenienti dallo spazio mai visiteranno la Terra, la prima cosa che domanderanno, per stabilire il nostro livello di civilizzazione, sarà: «Hanno già scoperto l'evoluzione?» Organismi viventi sono esistiti sulla terra, senza mai sapere perché, per più di tre miliardi di anni prima che uno di essi cominciasse a intravedere la verità. Il suo nome era Charles Darwin. A dire il vero, altri avevano intuito qualcosa, ma fu Darwin che, per primo, mise insieme una teoria coerente e difendibile che spiegava perché noi esistiamo. (Richard Dawkins)
  • Le tesi evoluzioniste di Darwin furono accolte con grande favore dagli animalisti, perché rafforzavano l'idea che non è lecito maltrattare gli animali, nostri antenati e in certo senso anche nostri "creatori". (Marina Baruffaldi)
  • Mi attraeva enormemente la teoria di Darwin, allora molto in voga, perché sembrava promettere uno straordinario progresso nella comprensione del mondo. (Sigmund Freud)
  • Quello che Darwin per delicatezza non ha voluto dire, amici miei, è che se siamo diventati i padroni del mondo non è stato perché siamo i più intelligenti o nemmeno i più crudeli, ma perché siamo sempre stati i più pazzi e sanguinari figli di puttana della giungla. (Stephen King)

Note

  1. Da Autobiografia (1809-1882), a cura di Nora Barlow, traduzione di Luciana Fratini, Einaudi, Torino, 2006, p. 123.
  2. Citato in Piergiorgio Odifreddi, In principio era Darwin, la vita, il pensiero, il dibattito sull'evoluzionismo, mondolibri s.p.a.
  3. Citato in Telmo Pievani, Le origini? Un intricato cespuglio dove l'uomo (forse) è un' eccezione, Corriere della Sera, 20 aprile 2010, p. 31.
  4. Citato in Anthony Flew, l'ateo pentito, Avvenire, 27 agosto 2010.
  5. Da Lettera 8837 a N.D. Doedes, 2 aprile 1873.
  6. Da Lettera 12041 a John Fordyce, 7 maggio 1879.
  7. Da Letter to Asa Gray, 1860.
  8. Da Lettera 2814 ad Asa Gray, 22 maggio 1860.
  9. Citato in Viaggiatori e navigatori, Historia, n. 245, luglio 1978, Cino del Duca.
  10. Da Autobiografia 1809-1882. Con l'aggiunta dei passi omessi nelle precedenti edizioni, appendice e note a cura della nipote Nora Barlow, prefazione di Giuseppe Montalenti, traduzione di Luciana Fratini, Einaudi, Torino, 1964, pp. 67-77.
  11. Citato in Karlheinz Deschner, Sopra di noi... niente, Ariele, 2008.
  12. Citato in Six things Darwin never said – and one he did, darwinproject.ac.uk.
  13. Secondo Lucas Bridges (p. 421), che ritiene impossibile che la descrizione corrisponda alla lingua yamana.
  14. Tradotto in Lucas Bridges, Ultimo confine del mondo, Einaudi, 2009, ISBN 978-88-06-19758-2, p. 421.
  15. Citato in Barbara De Mori, Che cos'è la bioetica animale, Carocci, Roma, 2007, p. 35. ISBN 978-88-430-4079-7
  16. Capitolo aggiunto nella sesta edizione.
  17. Proc. Amer. Acad. of Arts and Sciences, vol. iv, 12 agosto 1838, p. 98.
  18. Ludwig H. Palm. Ueber das Winden der Pflanzen; Hugo Von Mohl, Ueber den Bau und das Winden der Ranken und Schlingpflanzen, 1827. Il trattato di Palm fu pubblicato soltanto alcune settimane prima di quello di Mohl. Vedi anche The Vegetable Cell (tradotto da Henfrey) di H. Von Mohl, p. 147 alla fine.
  19. Des Mouvements révolutifs spontanés, ecc., Comptes Rendus, tom. xvii, 1843, pag. 989; Recherches sur la Volubilitè des tiges, ecc., tom. xix, 1844, p. 295.
  20. J. PARSONS, nell'Appendix to the Philosophical Transactions, 1746, pag. 41, dà una lista di quarantun autori antichi che scrissero sulla Espressione.
  21. Conférences sur l'expression des différents caractères des passions, Parigi, in-4°, 1667. – In seguito io cito sempre la riedizione delle Conférences nell'edizione di Lavater, per cura di MOREAU, apparsa nel 1820 tal quale è data nel vol. IX, p. 257.
  22. Discours par PIERRE CAMPER sur le moyen de représenter les diverses passions, etc., 1792.

Bibliografia

Voci correlate

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