Taxi

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Taxi a New York

Citazioni sul taxi e sui tassisti.

  • – Allora ragazzo le cose stanno così, in media ci sono circa millecinquecento alieni sul pianeta la maggior parte dei quali a Manhattan. Gente abbastanza onesta che cerca di guadagnarsi da vivere.
    – Fanno i tassisti.
    – Non tanti quanto diresti. (Men in Black)
  • – Argyle, fa sempre tante domande Lei?
    – Mi scusi, ma prima facevo il tassista e la gente voleva sempre fare due chiacchiere. È divorziato? (Trappola di cristallo)
  • – Chiamo un taxi!
    – Seguilo, quello non sa nemmeno come si chiama un taxi. (Il gioiellino)
  • Confidarmi col tassista mi diverte molto di più: | «Mi lasci pure all'angolo e diamoci del tu!» (Sergio Caputo)
  • – Cosmo! Aiuto! Chiamami un tassì!
    – Ok, va bene: sei un tassì. (Cantando sotto la pioggia)
  • Dico, lei conosce qualcuno che sogni di diventare tassista? Stanno sempre a lamentarsi, ti caricano solo se gli va, ti sgridano se non hai spiccioli, o se la mancia non gli sta bene, eh?! E poi sbevazzano nei bar tanto da far esplodere il palloncino del test, si lamentano della loro squadra, delle pensioni. E poi con la polizia, eh? Sono culo e camicia con la polizia, sono i re delle soffiate, fornitori ufficiali, ci manca solo che il tassista sia sposato con una portinaia e siamo a posto! (Taxxi)
  • – Ehi, Jarod! Puntualità perfetta! Hai trovato facilmente il posto?
    – È sorprendente, dici al tassista dove vuoi andare e ti ci porta. (Jarod il camaleonte)
  • Il flusso continuo dei taxi, sul viale maggiore, pareva la vana furia degli uomini, che ad ogni costo volesse arrivare a una fine. (Carlo Emilio Gadda)
  • Io i taxisti li invidio. Perché ci hanno il tempo per fare dei pensieri. Guidano e pensano. Pensano e guidano. Poi tu sali, parte il tassametro e loro ti spiegano come stanno le cose. Tu al taxista paghi i pensieri, mica la corsa. (Luciana Littizzetto)
  • L'unità di tempo più breve di tutto il multiverso è il Secondo di New York, che si definisce come il periodo che passa tra l'attimo in cui il semaforo diventa verde e quello in cui il tassista dietro di te suona il clacson. (Terry Pratchett)
  • – Lei dunque è un autista di piazza?
    – Conduttore di automobile a tassametro.
    – E non è la stessa cosa?
    – No, autista di piazza e inesatto e restrittivo. In quanto io posso usare la mia automobile, sia nelle piazze che nei vicoli, nelle salite e nelle discese, in pianura, dove mi pare insomma. (Zucchero, miele e peperoncino)
  • – Lei non ha mai guidato un taxi. Se avesse idea di quanto è noioso...
    – E cosa c'è di noioso? Vede gente.
    – Certo, ne vedo molta.
    – È ha il tempo di sentirsi solo?
    – È così. Non faccio che portare gente che non si cura di me. Io la vedo entrare nei locali, aspetto, e poi prendo altra gente che esce e parla per tutto il tragitto di quanto si è divertita. E io devo stare qui seduto sempre solo ad annoiarmi.
    [...]
    – Si diventa tristi a guidare un taxi.
    – È vero, fratello. Tristi e furbi.
    – Furbi in che modo?
    – Osservatori. Si impara a leggere sui visi.
    – Come sarebbe?
    – Pare strano, ma dai visi capisco cosa pensa la gente, cosa fa e a volte persino chi è. (La fuga)
  • Mi sento come il tappetino di un taxi. (Ghostbusters - Acchiappafantasmi)
  • Non vi scaccolate in taxi, l'autista ha il retrovisore. (Marcello Marchesi)
  • Regola numero quattro: il taxi non si abbandona mai, cascasse il mondo, piuttosto mi faccio ammazzare a testate! (Tu la conosci Claudia?)
  • – Tu, sagoma, chiamami un tassì.
    – Bene, Untassì. E tu chiamami pure Groucho. (Dylan Dog)
  • Vi siete chiesti chi cazzo sono io? Ditemi, cosa me ne frega a me delle vostre storie, se poi ognuno se ne va per i cazzi suoi? Che cazzo mi venite a raccontare gli affaracci vostri, se poi mi dovete lasciare solo in questo cesso di taxi a girare a vuoto per cent'anni? (L'arte della felicità)

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