Teatro greco di Siracusa
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Citazioni sul teatro greco di Siracusa.
- Abbiamo visto Medea con una parrucca color zolfo e Alcesti, con cappello e soprabito, che declamavano le loro parti. È stato bello. In realtà tutto è un incanto. (Virginia Woolf)
- Egli era accerchiato d'intorno intorno di grandissime mura fatte di sassi grossissimi intagliati e aveva parte che guardava verso Tica una fonte che veniva per condotti sotterranei cavati con bellissimo artificio la qual fonte havendo perduto il nome si chiama Saracinamente Garelme che in lingua nostra vuol dire buco d'acqua e hoggi con voce corrota si chiama Galermo. (Tommaso Fazello)
- A qualche distanza sopra le latomie trovasi il gran teatro dell'antica Siracusa intagliato nella roccia, ed ancorché la scena ne sia totalmente distrutta, la sua grandezza, l'imponente maestà di un edificio così intagliato nel vivo della montagna, combinate alla più deliziosa delle situazioni, ispirano il rispetto, e l'ammirazione. Io ho passato colla più grande soddisfazione due giorni interi a esaminarlo; esso è uno de' colpi d'occhio i più pittoreschi che abbia riscontrato in Sicilia, ed io me ne attristo il più di non averlo potuto disegnare da un artista abile ed esatto. (Johann Hermann von Riedesel)
- Debbo a Vitaliano Brancati, scrittore da me stimato, la visione d'un tramonto unico: non alla Plaja ma al teatro greco di Siracusa, là dove il mare dei greci è il giusto fondale. (Alberto Moravia)
- È un palcoscenico che ha onorato la storia del teatro ed onora chi ha la possibilità di calcarlo. (Toni Servillo)
- Malgrado lo stato di abbandono, resta tuttora uno dei più bei posti del mondo ed offre lo spettacolo più grandioso e più pittoresco che ci sia. (Vivant Denon)
- Monumento più vivo d'ogni altro, perché ancora operoso, è il Teatro Greco di Siracusa. È uno dei maggiori del mondo ellenico e fu scavato da Gerone I nella roccia ai piedi della collina di Terminite, in vista della città, del Porto Grande e del mare. (Carlo Picchio)
- Il Teatro [di Siracusa] oppose alla furia dei Barbari, più che la mole grandiosa delle sue costruzioni, la forza incorruttibile del suo scheletro intagliato nella viva roccia. Per secoli esso dovette giacere dimenticato nella campagna: le terre si addensarono nel grandioso bacino della cavea, e su di esse e intorno, tra i rottami delle maestose architetture che allora certamente erano numerose e cospicue, crebbero gli alberi rigogliosi. Così intravidero le rovine del teatro i primi uomini del tardo Rinascimento in Sicilia, i primi cittadini non immemori della Pentapoli distrutta, che docili prestavan l'orecchio alle rideste voci della gran madre antica.
- Sarebbe opera, per quanto penosa altrettanto inutile, riferir qui i luoghi dei numerosi viaggiatori che, dalla seconda metà del secolo XVIII al principio del XIX, dedicano al teatro [di Siracusa] qualche pagina di descrizione o di "impressioni": al teatro e al paesaggio sommamente pittoreschi, quali allora si vedevano. Non possiamo pretendere – è vero – in questo periodo degli studî archeologici, descrizioni accurate e dati tecnici: le poche osservazioni sono sempre quelle medesime che già, con miglior fondamento, avevano potuto fare i dotti siciliani più antichi; e sono sempre infiorate delle solite e nude citazioni dei luoghi di Cicerone, di Diodoro, di Plutarco sul nostro teatro. Il monumento era, del resto, per così grande parte seppellito dalla terra e nascosto sotto i mulini e gli orti e gli alberi, che nessuna descrizione veramente utile possiamo aspettarci da quei curiosi e spesso frettolosi visitatori, spesso accompagnati da entusiasti e malamente servizievoli eruditi ed "esegeti" locali, già fin d'allora soverchiamente devoti ammiratori de' dotti o indotti stranieri [...].
- Studiando le forme architettoniche più antiche del teatro di Siracusa, vedremo quante analogie esse abbiano con quelle del Teatro di Dionysos [di Atene]: e non sembra, quindi, inverosimile supporre che, anche in un periodo anteriore alla costruzione del teatro stabile, la presenza di Eschilo a Siracusa sia stata di ammaestramento ai poeti locali per la "tecnica" delle rappresentazioni teatrali.
- Una prima e piena luce di gloria splende intorno al teatro di Siracusa, coi nomi di Eschilo, di Epicarmo, di Formide; ma dopo i fatui bagliori onde la sua storia torna ad illuminarsi, tra la fine del quinto secolo e i principî del quarto, con la pomposa attività di Dionisio come poeta tragico, una nuova fase di vita — e nelle forme dell'architettura e in quelle della poesia drammatica – si svolge, durante l'età di Jerone, intorno a questo che è meritamente da considerare come il secondo fra i più gloriosi teatri del mondo greco.
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