William Makepeace Thackeray

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William Makepeace Thackeray

William Makepeace Thackeray (1811 – 1863), scrittore britannico.

Citazioni di William Makepeace Thackeray[modifica]

  • Ah! Il primo amore, come lo si ricorda bene! Quale nobile scoperta è quella di un ragazzo quando si accorge di essere davvero e sinceramente innamorato! È un segreto magnifico quello che cela dentro di sé! Il mio primo amore fu come il mio primo orologio d'oro (un elegante orologio a ripetizione francese). Ero solito mettermi in un angolo a contemplare pieno di cupidigia il mio tesoro; lo portavo a letto con me, e lo tenevo sotto il guanciale di notte, per svegliarmi la mattina con la felice consapevolezza di trovarcelo. Quali cambiamenti produce questo benedetto primo amore in un ragazzo![1]
  • Da Adamo in poi, non c'è stata al mondo una malefatta nella quale una donna non abbia avuto lo zampino.[2][3]
  • Essere bella è abbastanza. Se una donna sa far bene questo, chi le domanderà di più?[4][3]
  • Il coraggio non va mai giù di moda.[5][3]
  • Il pigro senza ambizione si rifiuta interamente alla lotta e decreta a se stesso il nome di filosofo.[1][3]
  • Nella condizione attuale della nostra società, è impossibile non essere a volte uno snob.[6]
  • Ricorda, è tanto facile sposare una donna ricca come sposarne una povera.[7][3]

La fiera della vanità[modifica]

Incipit[modifica]

Caterina Bonvicini[modifica]

Il nostro secolo non aveva ancora raggiunto il suo ventesimo anno, quando, una bella mattinata di giugno, una grande carrozza padronale, tirata da due robusti cavalli dai finimenti luccicanti, guidata da un grosso cocchiere in parrucca e tricorno, procedeva alla velocità di circa quattro miglia all'ora verso il cancello di ferro dell'istituto per signorine Pinkerton, a Chiswick Mall.

Assunta Kerbaker[modifica]

Il nostro secolo volgeva verso il suo quindicesimo anno, quando, in una bella mattinata di giugno, un'ampia vettura tirata da due robusti cavalli, dagli arnesi luccicanti, e guidata da un robustissimo cocchiere in parrucca e cappello a tre punte, si dirigeva, con la velocità di quattro miglia all'ora, verso il cancello di ferro d'un istituto per signorine. Questo istituto era diretto dalla signorina Pinkerton e trovavasi in Chiswick Mall.

[William Makepeace Thackeray, La fiera della vanità, Prefazione di Michele Kerbaker, traduzione di Assunta Kerbaker, Fratelli Treves, Milano, 1918]

Citazioni[modifica]

  • Il mondo è uno specchio capace di riflettere unicamente l'immagine che riceve: mettetegli il muso, lui risponderà con uno sguardo crucciato; ridete di lui, e sarà per voi un compagno gentile e gioviale [...]. (cap. 2, 2013)
  • Ed è già una fortuna che le donne non riescano più spesso ad esercitare il loro potere, perché, in caso contrario, noi non saremmo in grado di resistere: basta che esse mostrino il più lieve interessamento, e gli uomini cadono tutti alle loro ginocchia, anche se esse sono vecchie e brutte. Questa è per me una verità positiva: una donna, quando non sia addirittura gobba, se le si presenta l'occasione può sposare chi vuole. Ci affrettiamo ad aggiungere, però, che esse, in genere, sono come i buoi nei campi: non si rendono conto della loro forza, altrimenti saremmo fritti. (cap. 4, 2013)
  • Aver sempre ragione, andare sempre avanti, non dubitare mai: non sono forse queste le grandi qualità con cui la stoltezza governa il mondo? (2013)
  • Certi uomini, care signore, quando sono innamorati vedono sì, l'amo, la rete e tutto quel che è stato teso per accalappiarli, ma, ciò nonostante, si precipitano sull'esca, la mordono, la trangugiano, ed eccoli a terra, abbattuti e boccheggianti. (2013)
  • La fiera delle vanità è un luogo dove tutto è molto vano, stolido e perverso.[8]

Citazioni su La fiera della vanità[modifica]

  • «A Novel without a Hero»: il sottotitolo di Vanity Fair parrebbe volerci tagliare le gambe. Ma vuol solo dire che qui, nella fiera, non sono in vendita i soliti eroi tutti d'un pezzo, le adamantine o nefande anime romantiche, ma si esibisce la guerra tutta, il cinema inesauribile dei sentimenti, così come pulsa e brulica in uno, due, cento esseri vivi. In Amelia e Becky, per esempio: l'una docile, fedele, abbandonata ai propri moti dell'animo; l'altra spregiudicata, combattiva, sinuosa, una forza della natura nel suo vitalismo da piccola belva. (Gesualdo Bufalino)

Incipit de Le memorie di Barry Lyndon[modifica]

I miei avi e la mia famiglia. Subisco l'influenza dell'amore.

Dai tempi di Adamo, in questo mondo, non è stato commesso un danno senza che alla mia origine non ci fosse una donna. Sin dalle origini della nostra famiglia (in tempi che dovevano essere molto vicini a quelli di Adamo, tanto nobili, antichi, illustri sono i Barry, come ognuno sa), le donne hanno avuto una parte estremamente importante nei destini della stirpe. Penso che non ci sia persona in Europa che non abbia sentito parlare dei Barryogue, del regno di Irlanda: un più famoso nome si potrà trovare in Gwillim o D'Hozier; e, sebbene da uomo di mondo io abbia imparato a disprezzare con tutta l'anima le rivendicazioni di molti pretendenti ad un casato illustre, che non hanno genealogia più antica del servo che mi lucida le scarpe, e sebbene derida sprezzantemente le vanterie di molti miei compatrioti che si vorrebbero tutti discendenti dai re d'Irlanda, e che parlano di un loro fondo a stento sufficiente a nutrire un maiale, come se si trattasse di un principato, tuttavia l'amore della verità mi impone di affermare che la mia famiglia era la più nobile dell'isola, e, forse, di tutto il mondo; e che i suoi possedimenti, ora insignificanti, perduti in seguito alla guerra, al tradimento, all'andar degli anni, alla stravaganza dei miei maggiori, alla nostra fedeltà all'antica fede degli avi e al sovrano, erano anticamente di vastità inimmaginabile, e comprendevano molte contee, in un tempo in cui l'Irlanda era molto più ricca di ora.

Citazioni su William Makepeace Thackeray[modifica]

  • Aprite un libro e cercate di leggere, ma scoprite che Shakespeare è trito e banale, Dickens insipido e pedestre, Thackeray noioso e Carlyle eccessivamente sentimentale. (Jerome K. Jerome)
  • Non per niente inventa la parola «snob» e ne fa una chiave interpretativa del periodo (spogliata la parola dei suoi riferimenti accademici, dà ad essa un significato che s'è mantenuto ancora oggi, e cioè, secondo le parole di Thackeray stesso, «una persona con un rispetto esagerato per la ricchezza o la posizione sociale»). (Silvano Sabbadini)
  • Thackeray è la persona più inquieta che io conosca. Oggi tutto sole, domani ghiaccio e neve. (Douglas William Jerrold)

Note[modifica]

  1. a b Da Le memorie di Barry Lyndon.
  2. Da Il libro degli snob
  3. a b c d e Citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  4. Da La famiglia Newcome
  5. Da I quattro Giorgi
  6. Da Il libro degli snob, III. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, Rizzoli, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  7. Da Storia di Pendennis.
  8. Citato in AA.VV., Il libro della letteratura, traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2019, p. 153. ISBN 9788858024416

Bibliografia[modifica]

  • William M. Thackeray, La fiera della vanità, traduzione di Caterina Bonvicini, Rizzoli, 2013. ISBN 8858657837
  • William M. Thackeray, Le memorie di Barry Lyndon, traduzione di Mario Fanoli, Aldo Garzanti Editore, 1976.

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Opere[modifica]