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Amsterdam (film 2022)

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Amsterdam

Immagine Amsterdam2022logo.png.
Titolo originale

Amsterdam

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2022
Genere storico, giallo, commedia, thriller, drammatico
Regia David O. Russell
Sceneggiatura David O. Russell
Produttore Arnon Milchan, Matthew Budman, Anthony Katagas, David O. Russell, Christian Bale
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Amsterdam, film del 2022 con Christian Bale, John David Washington, Margot Robbie, Rami Malek e Robert De Niro. Regia di David O. Russell.

Incipit[modifica]

[Testo a schermoo]
Molto di questo è successo davvero
A lot of this really happened
New York 1933
Burt [voce fuori campo]: Lavoravo nel mio studio sulla 138ª strada, più che altro rattoppando gente malandata, come me, a causa della Grande Guerra. [...] Tutte ferite che il mondo era felice di dimenticare. Aggiustavo facce, tenevo alto il morale, cantavo canzoni. [...] Avevo lasciato il mio occhio in Francia, ed ero sempre sotto osservazione dell'Ordine dei medici perché cercavo di preparare nuove medicine, insomma, ci servivano medicine che ancora non esistevano, giusto per arrivare a fine giornata, per il dolore e per i nervi.

Dialoghi[modifica]

  • Burt: Volete che io vada a staccare un pezzo di corteccia dal nostro albero nella foresta dell'Argonne dove le persone esplodono a grappoli?!
    Augustus Vandenheuvel: Sarà onorevole, glorioso, utile per la famiglia.
    Beatrice: Ma è perutile, Burt, è utile! T'inserirai meglio quando avrai molte medaglie!
    Augustus Vandenheuvel: T'inserirai a Park Avenue. La gente rispetta il servizio militare.
    Burt: Potrei essere ucciso.
    Alvelia Vandenheuvel: Non facciamo di questi pensieri. Certo che non sarai ucciso!
  • Milton: Io non sono venuto fino a qui per farmi trattare come un cane rognoso!
    Sergente: È vilipendio alla bandiera. Io dico che non hanno la capacità di provare l'ammirazione o avere la sicurezza per indossare l'uniforme!
    Burt: Di chi stiamo parlando?
    Milton: Se uno scolorito mi si mette fra i piedi, io gli sparo alle spalle!
    Sergente: Be', lo sappiamo che stare qui a voi piace di più!
    Harald: È inutile, io non ci parlo con te.
    Sergente: Tu non puoi rifiutare...
    Meekins: Ora basta, sergente.
    Sergente: Sissignore, generale Meekins.
    Meekins: L'ho risollevata dal compito, riveda il suo atteggiamento. [a Burt] Ecco perché la volevo come ufficiale medico, Berstein.
    Burt: Berendsen, signore.
    Meekins: Mi scusi. Il signor Woodman. C'è una contingenza che forse può aiutarmi a risolvere.
    Burt: Quale contingenza, signore?
    Meekins: Signor Woodman, perché non gli dice perché siete qui in detenzione?
    Burt [a Harald]: Perché siamo in detenzione?
    Harald: Insubordinazione.
    Burt: Siete stati insubordinati?
    Harald: Sì.
    Burt: Perché?
    Harald: Ci hanno dato ufficiali razzisti come quella testa di rapa. Ma ci rifiutiamo di continuare, se non ci mandano una persona migliore.
    Meekins: Qualcuno perbene e rispettoso.
    Burt: Starebbe parlando di me, signore?
    Meekins: Di lei, Berendsen.
    Burt [voce fuori campo]: Le persone che conosci in queste circostanze di forte tensione emotiva sono legate a te per la vita.
    Harald: Tu sei il tipo di medico che se cado lascia che muoia dissanguato e devo sparargli alle spalle? Perché, io te lo dico, gli ufficiali che ci hanno dato se ne fregano se viviamo o moriamo!
    Burt:Io non lascio nessuno morire dissanguato e non ho intenzione di farmi sparare alle spalle. Sono figlio di un meccanico di Elmira, sono sposato, sono mezzo cattolico, mezzo ebreo, sono un medico, ho un ambulatorio a Park Avenue, e credo che i miei suoceri mi abbiano spedito qui per sbarazzarsi di me.
    Harald: Be', sembra tutto rassicurante, a parte... i suoceri, ma mi fido proprio per questo. Stringiamo un patto: tu ti assicuri che noi non moriamo e io mi assicuro che non ti uccidano.
    Burt: Protezione reciproca.
    Harald: Harald Thaddeus Woodman.
    Burt: Bertram Berendsen.
    Harald: Benvenuto nel 369º.
    Burt: Grazie. [si stringono la mano]
    Meekins: Finalmente quello che cercavo. un po' di rispetto. Ora affrontiamo questa triste contingenza delle uniformi.
    Milton: Sì, affrontiamo questa stronzata delle uniformi!
  • Dillenbeck: Ho passato la vita a evitare certi individui.
    Tom: Io la penso come lei, generale. Questi dovrebbero essere i migliori: diamo loro una chance. [entrano in una sala privata] Generale Dillenbeck: il signor Nevins, Nevins telecomunicazioni. Il signor Belport, Belport Chemicals. Il signor Jeffers, Jeffers Editori. Volevamo anche il signor Tomlinson, leggendario inventore di macchine, ma non è potuto venire: ha una fantastica operazione a Monaco.
    Belport: Gil. Posso chiamarla Gil?
    Dillenbeck: No. Può chiamarmi "Generale".
    Libby: Preferisce "Generale".
    Belport: Gil. Io capisco. Noi capiamo.
    Burt: Preferisce essere chiamato "Generale".
    Nevins: Come va, Gil? Sono Andrew Nevins. Può chiamarmi Andy.
    Dillenbeck: Bene, io chiamo lei Andy e lei chiama me "Generale". Sono qui a chiedere conto della morte del mio amico Bill Meekins.
    Nevins: Oh, e chi è?
    Burt: Bill Meekins. Gli rendiamo onore, stasera.
    Libby: Quello che scambiava titoli.
    Nevins: Certo, sono desolato per l'accaduto, quasi dimeticavo.
    Belport: Che tragedia la figlia. Tragedia terribile. Non vedo l'ora di parlare delle incredibili opportunità oltreoceano. Il nostro impianto a Monaco sta facendo fantastici profitti, grazie alla forte guida politica. Bisogna saperci fare.
    Tom [porgendo un vassoio]: Facciamo un brindisi?
    Belport: Sì, d'accordo. Noi siamo tre. Tom, tu farai da quarto, come quando giochiamo a golf e... guarda caso, ci servirebbe proprio un quinto. Generale, vuole unirsi a noi? [tutti insieme] Al generale!
    Burt [voce fuori campo]: Altro che seguire il falso dio! Cosa c'è di più antiamericano di un dittatore creato dalle aziende americane?
    Tom: Ci sono due proprietà, generale, se mai volesse approfittarne, lei o la sua famiglia.
    Belport: Pioneer Point in Maryland, stato della Belport Chemicals. Ottimo ritiro per lei o qualche reduce.
    Jeffers: E un altro si trova a East Hampton. Alla sua famiglia piacerebbe.
    Dillenbeck: Ci farò un pensiero, però mia moglie e io abbiamo già una villetta a Jersey Shore.
    Belport: Apra gli orizzonti della sua immaginazione, generale. È così che noi siamo arrivati qui.
    Libby: Non gli badi, dia rettaa me, generale. Si credono i padroni del mondo. Ora pensiamo al suo discorso, venga.
    Belport: Non vediamo l'ora di sentirlo.
  • Burt [parlando dal palco]: Mi chiamo Burt Berendsen, molti mi conoscono, sono il figlio di un meccanico di Elmira. Da bambini amiamo il mondo, com'è naturale, e speriamo che il mondo ami noi. Come dice il mio amico Harold, a me a volte è capitato di seguire il falso dio, ma non a quest'uomo. Lui ha sempre seguito il vero dio. [entra in scena Dillenbeck, tra gli applausi di parte del pubblico e gli insulti del German-American Bund] [...]
    Dillenbeck: Se voi pochi che mi avete insultato in tedesco aveste coraggio, vi comportereste con dignità. [parte del pubblico applaude, i contestatori restano in silenzio] Ho combattuto cinque guerre in tre continenti. Mi hanno sparato tutta la vita, tutta la vita! Conosco la paura, e so affrontare la paura, ma la cosa che in assoluto detesto, la cosa che in assoluto, in assoluto detesto, è la crudeltà. Mi hanno offerto dei soldi per diventare il capo autoproclamato dei reduci, reduci come voi, per essere messo alla Casa Bianca senza un'elezione, come una sorta di commissario per volontà del popolo, cioè voi. Questi stessi individui vogliono farmi emulare un capo europeo che si chiama Mussolini. [il pubblico mormora] Ritengono che sia il tipo di capo che serva a questo paese, il tipo di capo che mette sotto un bambino e neppure ferma l'auto. Il tipo di capo la cui scusa è stata: "Chi è qui la persona che cura gli affari di stato?" Il generale Bill Meekins era su quell'auto. Era un mio buon amico, e una brava persona. Ma per aver raccontato quella storia, per l'intenzione di raccontarla qui, su questo palco, è diventato un altra persona la cui vita non valeva più niente negli affari di stato. È stato ucciso. [il pubblico mormora] Sì, è stato ucciso e disonorato. Anch'io potrei essere ucciso e disonorato se raccontassi quella storia stasera. [il pubblico mormora] Che paese è un paese dove avvengono fatti simili? Sono diventato un Marine per servire la Costituzione, secondo la quale siamo tutti uguali nella fratellanza dell'umanità. Ma che valore ha, al momento in cui i potenti derogano a questo se qualcuno gli si oppone o li ostacola? Certi uomini d'influenza e potere godono quando la gente normale è infiammata dall'odio perché ciò ci distoglie dall'essere onesti e gentili, e non vogliono che pensiamo più di tanto, così loro possono accumulare più di ciò che già hanno, cioè immense ricchezze. Questo è il vostro Paese. Questo è il vostro Paese. Non lasciate che i potenti ve lo portino via. [il pubblico applaude, con qualche contestazione] [...] Sono figlio di un banchiere. Sono un Repubblicano. Sono un conservatore. Questo succede quando l'unico pensiero di chi ha i soldi è accumularne ancora di più. A questo pensano loro, e dimenticano che siete stati voi a partire per proteggere loro. Avete perso un occhio, avete perso la vita, e la vostra famiglia vi ha dovuto piangere, però loro, loro erano gli eroi che vi hanno mandato in guerra. [un attentatore spara a Dillenbeck da dietro le quinte, ma è ostacolato da Harold e Valerie così lo manca] Chiunque mi stia sparando è un codardo! Mi hanno sparato in ogni parte del mondo! [spara ancora e prende Burt] Non sono intimidito! Non ho paura! [a Burt] Lei sta bene? [...]
    Burt: Sì, [...] sto bene, sto bene.

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