Big Fish - Le storie di una vita incredibile

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Big Fish – Le storie di una vita incredibile

Immagine Big Fish.png.
Titolo originale

Big Fish

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2003
Genere drammatico
Regia Tim Burton
Soggetto Daniel Wallace (romanzo)
Sceneggiatura John August
Produttore Dan Jinks, Bruce Cohen, Richard D. Zanuck
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note

Big Fish – Le storie di una vita incredibile, film statunitense del 2003 con Ewan McGregor, regia di Tim Burton.

Frasi[modifica]

  • Quella notte Carl incontrò il suo destino ed io il mio, quasi. Dicono che quando uno incontra l'amore della sua vita il tempo si ferma. Ed è vero. Quello che non dicono è che quando il tempo si rimette in moto va a doppia velocità per recuperare. (Edward Bloom)
  • Nella vita arriva un momento in cui un uomo ragionevole deve ingoiare l'orgoglio e ammettere di aver... sbagliato di grosso! Solo che io... non sono mai stato un uomo ragionevole! (Ed Bloom)
  • C'è un tempo in cui un uomo deve lottare e un tempo in cui accettare la sconfitta: quando la nave è salpata solo un matto può continuare ad insistere. Ma la verità è che io sono sempre stato un matto! (Ed Bloom)
  • Tanto più una cosa è difficile tanto più grande è il premio finale. (Ed Bloom)
  • Fu quella sera che scoprii che quasi tutte le creature che consideriamo malvagie o cattive sono semplicemente sole. E magari mancano un po' di buone maniere. (Ed Bloom)
  • Mmmm la vita è mortale... E in effetti la via più lunga è più facile... Ma è più lunga! (Beamen)
  • Vi è mai capitato di sentire una barzelletta così tante volte da dimenticare perché è divertente? E poi la sentite di nuovo e improvvisamente è nuova. E vi ricordate perché vi era piaciuta tanto la prima volta... A furia di raccontare le sue storie, un uomo diventa quelle storie. Esse continuano a vivere dopo di lui, e così egli diventa immortale. (Will Bloom)
  • Tu eri un pesce grosso nel tuo paesello, ma qui nel vero mondo non sei nessuno. (Amos Calloway)
  • Ci sono dei pesci che nessuno riesce a catturare. Non è che sono più veloci o forti di altri pesci. È solo che sembrano sfiorati da una particolare grazia. Un pesce di questo tipo era la bestia e, all'epoca in cui io nacqui, era già una leggenda. Aveva snobbato più esche da cento dollari di qualsiasi altro pesce in Alabama. C'era chi diceva che quel pesce era il fantasma di un ladro annegato in quel fiume sessant'anni prima, altri sostenevano che era un dinosauro sopravvissuto al periodo cretaceo. Io non davo peso a queste speculazioni o superstizioni. Sapevo solo che avevo cercato di prendere quel pesce da quando ero un bambino non più grande di te. E il giorno in cui tu nascesti, be'... quel giorno finalmente lo catturai. Ci avevo provato con tutto quello che avevo: esche, vermi, burro di noccioline e formaggio. Ma un giorno ebbi un'illuminazione: se quel pesce era il fantasma di un ladro, le normali esche non avrebbero funzionato. Avrei dovuto utilizzare qualcosa che lui desiderava veramente. [...] L'oro! Allora legai il mio anello alla lenza più forte che esisteva, dicevano così forte da tenere su un ponte, anche solo per pochi minuti. E poi la lanciai nel fiume. La bestia schizzò fuori e ghermì l'anello, prima che potesse toccare l'acqua e, con la stessa rapidità, con un morso troncò in due la lenza. Ora tu capirai il mio sgomento. La fede nuziale è il simbolo della mia fedeltà a mia moglie, che stava per diventare madre smarrita nella pancia di un pesce incatturabile. Seguii il pesce su e giù per il fiume. Questo pesce, "la Bestia", tutta la città lo aveva sempre preso per un maschio, in realtà era una femmina. Era piena zeppa di uova e le avrebbe deposte da un giorno all'altro. Ora, io mi trovavo con questo dilemma: avrei potuto sventrare il pesce e recuperare la mia fede nuziale ma, così facendo, avrei ucciso il pesce gatto più astuto del fiume Huston. Era il caso di privare mio figlio della possibilità di pescare un pesce del genere? La signora pesce ed io... Be', avevamo lo stesso destino. Facevamo parte della stessa equazione. [...] Be', è la lezione che ho imparato quel giorno, il giorno in cui nacque mio figlio. Qualche volta, il modo per catturare una donna incatturabile è offrirle una fede nuziale. (Ed Bloom)

Dialoghi[modifica]

  • Carl il Gigante: Io non voglio mangiarti, non voglio mangiare nessuno. Solo che mi viene una fame! Sono troppo grande.
    Edward: Hai mai pensato che magari non sei tu ad essere troppo grande, ma che è questa città ad essere troppo piccola?
  • Edward Bloom: Ehi, ho bisogno delle scarpe!
    Northern Winslow: Qua il suolo è più soffice che in città.
    Cuoca: Sentito? Fa quasi rima.
    Beamen: È il nostro poeta laureato.
  • Northern Winslow: Sto componendo questo poema da 12 anni. C'è una grande aspettativa. Non vorrei deludere i miei fans.
    Edward Bloom: Posso? "L'erba così verde, il cielo così blu, Specter è davvero grande". Sono soltanto 3 righe.
    Northern Winslow: È per questo che non si fa mai vedere un'incompiuta!
  • Edward Bloom: L'hai vista quella donna?
    Jenny: Che aspetto aveva?
    Edward Bloom: Be'..era... era...
    Jenny: Forse era nuda?
    Edward Bloom: Sì, era nuda.
    Jenny: Non è una donna quella, è un pesce. Nessuno riesce a catturarla. Un pesce appare diverso a seconda di chi lo guarda. Mio padre ha detto che secondo lui sembrava il bracco che aveva da ragazzo tornato dall' aldilà.
  • Beamen: Non troverai un posto migliore!
    Edward Bloom: Neanche me lo aspetto!
  • Jenny: Promettimi che tornerai.
    Edward Bloom: Te lo prometto, un giorno, quando sarà giusto che torni.
  • Jenny: Allora credo di no signor Bloom, se non cambia nulla io resto con le cose non cambiate come sono rimasta per tutto questo tempo.
    Ed Bloom: Non è che lei ci rimetterà qualcosa... chieda a chi vuole in città.
    Jenny: Perché si compra questo luogo, signor Bloom? È forse in crisi di mezz'età? Anziché comprarsi una decappottabile si compra una città?
    Ed Bloom: Aiutare la gente mi rende felice.
    Jenny: Non so quanto meriti di essere felice.
    Ed Bloom: Come, scusi? L'ho offesa, per caso?
    Jenny: No! Ha fatto quello che aveva promesso... È tornato... Solo che io l'aspettavo prima.
    Ed Bloom: Lei è la figlia di Bennet... Il suo nome è diverso, si è sposata, forse?
    Jenny: Io avevo diciotto anni, lui ventotto... La differenza risultò eccessiva. Io non le venderò questa casa, signor Bloom.
    Ed Bloom: Capisco. Be', la ringrazio comunque.
  • Jenny: Un giorno, Edward Bloom partì e non fece mai più ritorno nella città che aveva salvato. Quanto alla ragazza si sparse la voce che fosse diventata una strega e in più anche pazza. Lei stessa diventò una sorta di leggenda, e la storia finì com'era cominciata.
    Will Bloom: È logico che la strega non poteva essere lei perché la strega era già vecchia quando lui era giovane.
    Jenny: Be', è logico se pensi come tuo padre. Vedi, per lui esistono solo due donne: tua madre e poi tutte le altre. E un giorno capii di essere innamorata di un uomo che non mi avrebbe mai potuto ricambiare. Che vivevo dentro una favola... Scusa, forse non dovevo dirti queste cose...
    Will Bloom: No no, le volevo sapere, e... sono contento ora.
    Jenny: Io volevo essere importante quanto te per lui..solo che non era proprio possibile. Io ero parte della sua favola, e... l'altra sua vita, tu... tu eri reale.
  • Sandra Bloom: È una lettera di tuo padre, durante la guerra. Fu dato per morto.
    Will Bloom: È successo davvero?
    Sandra Bloom: Non tutto quello che dice tuo padre è frutto della fantasia.
  • Edward Bloom: Tu non mi conosci ma il mio nome è Edward Bloom e io ti amo. Ho passato gli ultimi tre anni lavorando per scoprire chi sei e mi hanno sparato e calpestato parecchie volte. Mi sono rotto le costole due volte. Ma ne è valsa la pena, per poter essere con te qui adesso e per poterti parlare. Perché io sono destinato a sposarti.
    Sandra Templeton: Tu neanche mi conosci...
    Edward Bloom: Ho il resto della mia vita per fare questo.

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