Caligola (film)
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Caligola
Titolo originale |
Caligula |
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Lingua originale | inglese e italiano |
Paese | USA, Italia |
Anno | 1979 |
Genere | erotico, storico |
Regia | Tinto Brass, Bob Guccione (non accreditato) e Giancarlo Lui (non accreditato) |
Sceneggiatura | Gore Vidal, Bob Guccione e Giancarlo Lui |
Produttore | Bob Guccione, Franco Rossellini |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Doppiatori italiani | |
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Caligola, film italo-americano del 1979, regia di Tinto Brass.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Da ora in avanti, tutti i giuramenti ufficiali dovranno contenere questo appunto; io non stimerò la mia vita, ne la vita dei miei figli, al di sopra di quella di Cesare... o di sua sorella Drusilla. (Caligola)
- Dietro le insistenze del senato e del popolo di Roma, accetto il più alto ufficio della nostra grande repubblica. (Caligola)
- Ho vissuto troppo, Tiberio. Detesto questa vita. (Nerva)
- Io esisto dal principio del mondo ed esisterò finché l'ultima stella non cadrà dalla notte. Anche se ho preso la forma di Gaio, detto "Caligola", io sono tutti gli uomini e nessun uomo, e perciò io sono dio. (Caligola)
- Quando Roma era solo una città e noi dei semplici cittadini, ci conoscevamo tutti. Capisci? Sì, eravamo frugali, buoni, disciplinati e orgogliosi. Sì, sono un vero moralista, severo non meno di un Catone. Il fato mi ha messo a governare dei maiali, così da vecchio sono diventato porcaro. (Tiberio)
- Se il popolo della città di Roma avesse soltanto una testa! (Caligola)
- Sto allevando una vipera in seno a Roma. (Tiberio)
- Quando la libertà diventa liberticidio e quando i valori morali svaniscono, allora tramontano le civiltà, logico no?. (Caligola)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Caligola: Dimmi, come sta Tiberio?
Nerva: È vecchio, come me.
Caligola: Ma l'umore com'è?
Nerva: È come il tempo.
Caligola: Ma il tempo è bello oggi.
Nerva: Variabile. Mi dicono che durante questo mese sette miei colleghi senatori sono stati messi a morte per tradimento.
Caligola: Veramente nove, e cinque hanno barato. Si sono suicidati. Molto poco leale, non ti sembra?
Nerva: Erano uomini di valore.
Caligola: Se erano uomini di valore, come mai il loro amato Tiberio li ha condannati?
Nerva: Hai studiato la logica, Gaio.
- Tiberio: Aiutami, Nerva. Bisogna trasformare questo barbaro in un Cesare romano.
Nerva: Ci sono stati tre Cesari romani; Giulio, Augusto e te stesso. Come quale vuoi che diventi?
Tiberio: Come il migliore.
Nerva: Allora come tuo padre Augusto.
Tiberio: Vedi, Caligola? Sono insultato in piena faccia.
- Tiberio: È il fato, "Scarponcini", che ci governa. Non c'è nessun dio.
Caligola: Tu sei un dio, Cesare.
Tiberio: Non lo sono, e non lo sarò neanche da morto.
Caligola: Giulio Cesare e Augusto Cesare, loro sono dei.
Tiberio: Così dice il senato e così il popolo preferisce credere. Questi miti sono utili.
- Caligola: Ma ti amano tutti.
Tiberio: Ah no! No, mi temono. È molto meglio. Non ho avuto altra scelta.
Caligola: Non hai avuto scelta?
Tiberio: Io volevo vivere per conto mio. Non ho mai veramente voluto essere Cesare. Sono stato costretto.
Caligola: Costretto?
Tiberio: Chiunque altro avesse assunto potere mi avrebbe ucciso, come sarà per te.
- Nerva: L'uomo che sceglie l'ora della sua morte ha la cosa più vicina possibile a defare il fato, e il fato dice che quando morirai tu, Macro mi ucciderà.
Tiberio: Lo faccio arrestare e mettere a morte.
Nerva: Non puoi. Ti controlla. E poi, anche se Macro fosse morto, come potrei voler vivere con questo rettile?
- Caligola: Nerva, dimmi com'è.
Nerva: Caldo. Non c'è dolore. Si sprofonda.
Caligola: La vedi?
Nerva: Chi?
Caligola: La dea, Iside.
Nerva: Anche tu allora appartieni...!
Caligola: Ma la vedi? Rispondi!
Nerva: No.
Caligola: Sei sicuro? Sei quasi morto. Che si sente? Che succede ora?
Nerva: Niente.
Caligola: Non è vero. La vedi, lo so che la vedi. Com'è fatta?
Nerva: No, non vedo niente. Solo un sonno.
- Caligola: Ho deciso di sposarti.
Drusilla: Non puoi. Non siamo egizi.
Caligola: Lo so. Infatti noi siamo molto più belli.
Drusilla: Roma non è l'Egitto, e smettila di pavoneggiarti così.
Caligola: Andiamo in Egitto allora.
Drusilla: Sei proprio pazzo, tu.
Caligola: Cesare non può essere un pazzo.
Drusilla: Ma sta facendo del suo meglio!
Caligola: Cesare non può essere un pazzo!
Drusilla: Senti, ti butteranno nel Tevere se tenterai di trasferire la capitale.
Caligola: E allora?
Drusilla: Ti devi sposare. Ti devi sposare una matrona rispettabile della classe senatoria.
Caligola: No, neanche per sogno.
Drusilla: Sì invece. Hai bisogno di un erede.
Caligola: Che appena cresciuto mi ucciderà!
- Caligola: Ho detto a Cesonia che ho intenzione di sposarla.
Drusilla: Non farlo.
Caligola: Ma solo quando mi sarà dato un figlio maschio.
Drusilla: E come farai a sapere che è tuo?
Caligola: È facile. La faccio sorvegliare dalle mie guardie.
Drusilla: E come farai a sapere che il padre non sarà una delle tue guardie?
Caligola: Sono tutti omosessuali, e gli ho fatti castrare.
- Caligola: Voglio il tuo onesto consiglio. Dovrei farmi proclamare re di Roma?
Claudio: Re? Ma... Questa è una repubblica. Non è così?
Caligola: E che importa? Mi faccio proclamare re della repubblica.
Longino: Ma tu sei già più grande di qualunque re, Cesare.
Caligola: Io sono un dio, o lo sarò quando sono morto.
- Cesonia: Ora ti odiano.
Caligola: Lascia che mi odiano, purché abbiano paura di me.
Cesonia: Sono senatori, consoli. Sono uomini importanti.
Caligola: Così importanti che approvano tutto quello che faccio! Devono essere pazzi. Non so che altro fare per provocarli.