Decimo Giunio Giovenale
Decimo Giunio Giovenale (60 circa – 140 circa), poeta e oratore romano.
Satire[modifica]
Incipit[modifica]
Dovrò io sempre soltanto ascoltare?
- Semper ego auditor tantum?
Citazioni[modifica]
- È difficile trattenersi dallo scrivere satire. (I, 30)
- Difficile est satiram non scribere.
- L'onestà è lodata e muore di freddo. (I, 74)
- Probitas laudatur et alget.
- L'indignazione mi fa poeta. (I, 79)
- Facit indignatio versum.
- Da ciò le ire e il pianto. (I, 168).
- Inde irae et lacrymae.
- Frontis nulla fides.
- Chi sopporterà che i Gracchi si lamentino della sedizione? (II, 24)
- Quis tulerit Gracchos de seditione quaerentes?
- Defendit numerus.
- Dat veniam corvis, vexat censura columbas.
- Che cosa farò a Roma? Non so mentire. (III, 41)
- Quid Romae faciam? Mentiri nescio.
- Ciascuno ha tanta reputazione quanti sono i quattrini nella sua cassaforte. (III, 143-144)
- Quantum quisque sua nummorum servat in arca, | tantum habet et fidei.
- L'amara povertà non ha in sé nulla di più crudele del fatto che rende ridicoli gli uomini. (III, 152-153)
- Nil habet infelix paupertas durius in se | quam quod ridiculos homines facit.
- Non è facile emergere per coloro alle cui virtù è ostacolo la scarsezza dei mezzi. (III, 164)
- Haud facile emergunt quorum virtutibus obstat res angusta domi.
- Tutti qui viviamo in una condizione di ambiziosa povertà. (III, 182-183)
- Hic vivimus ambitiosa | paupertate omnes.
- A Roma tutto ha un prezzo. (III, 183-184)
- Omnia Romae | cum pretio.
- Spendere la vita per la verità. (IV, 91)
- Vitam impendere vero.
- Viveva sulla terra, fu a lungo veduta | tra noi al tempo di Saturno re | la Pudicizia. (1971; VI, 1)
- Credo Pudicitiam Saturno rege moratam | in terris visamque diu
- Ci sono tante corde pronte | tante belle finestre spalancate | e il ponte Sisto ti è così vicino: | e tu, per darti morte, hai scelto nozze. (1971; VI, 30)
- Ferre potes dominam salvis tot restibus ullam, | cum pateant altae caligantesque fenestrae, | cum tibi vicinum se praebat Aemilius pons?
- Un uccello raro sulla terra, e in tutto simile a un cigno nero. (VI, 165)
- Rara auis in terris nigroque simillima cycno.
- Questo voglio, così comando, che il mio volere valga da ragione. (VI, 223)
- Hoc (non Sic) volo, sic iubeo, sit pro ratione voluntas.
- Letto negato al sonno, dalle donne dannato | a sanguinose incessanti logomachie | il letto coniugale. (1971; VI, 268)
- Semper habet lites alternaque iurgia lectus | in quo nuptia iacet; minimum dormitur in illo.
- Ma chi farà la guardia ai guardiani stessi? (VI, 347-348)
- Sed quis custodiet ipsos | custodes?
- Nulla è più insopportabile di una donna ricca. (VI, 460)
- Intolerabilius nihil est quam femina dives.
- Felix ille tamen corvo quoque rarior albo.
- Tutti desiderano possedere la conoscenza, ma relativamente pochi sono disposti a pagarne il prezzo. (VII)
- Omnes discere cupiunt artem oratoriam, sed nemo magistris vel rhetoribus debitam dignamque laboris molestissimi mercedem vult solvere.
- La virtù è la sola e unica nobiltà. (VIII, 20)
- Nobilitas sola est atque unica virtus.
- Per turpissima cosa avrai l'anteporre la vita all'onore, e pur di salvare la vita, perdere ogni ragione di vivere. (VIII, 83-84)
- Summum crede nefas animam praeferre pudori, | Et propter vitam vivendi perdere caussas.
- Il viandante con le saccoccie vuote può cantare in faccia al ladro. (X, 22)
- Cantabit vacuus coram latrone viator.
- Pane e giochi. [per distrarre il popolo] (X, 81)
- Panem et circences.
- Nel suo castello maledetto nessun signore | ha mai castrato ragazzi brutti. | Adolescenti storpi e scofolosi, | gobbuti dietro e davanti | Nerone non li rapisce. (1971; X, 306)
- Nullus ephebum | deformem saeva castravit in arce tyrannus, | nec praetextatum rapuit Nero loripidem nec | strumosum atque utero pariter gibboque tumentem.
- Mens sana in corpore sano.
- Nessun colpevole può essere assolto dal tribunale della sua coscienza. (XIII, 2-3)
- Se | iudice nemo nocens absolvitur.
- Un uomo subisce una pena infamante per un crimine che ad un altro conferisce una corona. (XIII, 105)
- Ille crucem sceleris pretium tulit, hic diadema.
- La vendetta è il piacere abietto di una mente abietta. (XIII, 190-191)
- Semper et infirmi est animi exiguique voluptas | ultio.
- Il bambino ha diritto a tutto il rispetto. (XIV, 47)
- Maxima debetur puero reverentia.
- Quanto più i quattrini aumentano, tanto più ne cresce la voglia. (XIV, 139)
- Crescit amor nummi quantum ipsa pecunia crevit.
- La natura, dando le lacrime al genere umano, attesta di averlo dotato anche di un cuore facile alla commozione. Questa è la parte migliore della nostra coscienza. (XV, 131-133)
- Mollissima corda | humano generi dare se natura fatetur, | quae lacrimas dedit. Haec nostri pars optima sensus.
Note[modifica]
- ↑ Citato in Paola Mastellaro, Il Libro delle Citazioni Latine e Greche, Mondadori, Milano, 1994. ISBN 978-88-04-47133-2
- ↑ Citato in J. R. Newman (ed.) The World of Mathematics, New York: Simon and Schuster, 1956, p. 1452.
Bibliografia[modifica]
- Giovenale, Satire, traduzione di Guido Ceronetti, Einaudi, 1971. ISBN 8806056174
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