Vai al contenuto

Discussione:Proverbi sardi

Contenuti della pagina non supportati in altre lingue.
Aggiungi argomento
Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.


Indice
0-9 · A · B · C · D · E · F · G · H · I · J · K · L · M · N · O · P · Q · R · S · T · U · V · W · X · Y · Z · ?
  • Abrili, torrat su lepori a cuili.
Aprile, torna la lepre alla tana.
  • Abrile 'nd at mortu sa mama a frittu "nd'hat mortu"
Aprile ha ucciso la madre col freddo.
  • A chie est amigu s'amori ddi durat. "A kie est" (K, quando l'occlusiva deriva da qui, que, qua)
Al vero amico dura l'amore.
  • A chini 'ollit troppu a sa fini 'nci perdit latti e cardaxu "A kini"
Chi vuole troppo alla fine perde il latte e il pentolone.
  • A is ricchetzas accudint is amigus. "ricetzas" = "ce"=italiano"che"
Alle ricchezze accorrono gli amici.
  • 'Amai e non essir amau est tempus perdiu. "est-i", "i" é paragogica.
Amare e non essere corrisposti è tempo perso.
  • Amigu fidau, teniddu pretziosu.
Amico fidato, tienilo prezioso.
  • Amore e signoria non chircant cumpangia. "circant" = italiano chircant"
Amore e comando non vanno d'accordo...... non cercano (non tollerano) condivisione
  • A s'homine justu non li succedit male. " no li suzedir"
All'uomo giusto non accade nulla di male.
  • Amore e tùssi non si podiri cuai. "no si podit-i"'
L'amore e la tosse non si possono nascondere.
  • A ogni aba, torra sidi.
Ad ogni bevuta, torna sempre la sete.
Tutti i nodi vengono al pettine.
  • Cani chi inzabara no mussiara. (proverbio campidanese)
Cane che abbaia non morde.
  • Chentus concas, chentus berrittas.
Cento teste cento copricapi.
Cento teste, cento diversi modi di pensare.
  • Chi ada aju, su attu in culu pettenat.
Chi ha tempo pettina il culo al gatto.
  • Chi de amore si chesciada, de arrabbiu si moridi.
Chi si duole d'amore, di rabbia muore.
  • Chi dha faidi dha pensada.
Chi commette un'azione l'ha studiata.
  • Chie dormit a pizzinnu pianghet a bezzu.
Chi dorme in gioventù piange da vecchio.
  • Chie faghe trinta non semper faghe trintunu.
Chi fa trenta non sempre fa trentuno.
  • Chie non a' nudda de ite faghere, leet su attu a s'ispizare.
Chi non ha nulla da fare, pettina il gatto.
  • Chie non potete iscutere su caddu, iscutiti sa sedda.
Chi non può picchiare il cavallo, picchia la sella.
  • Chie perdonat a s'inimigu, de manu de s'inimigu mori.
Chi perdona al nemico, muore per mano del nemico.
  • Chi semenat ispinas non andet iscurzu.
Chi semina spine non vada scalzo.
  • Circai is ossus in sa frisciura.
Cercare le ossa nelle interiora (cercare un ago nel pagliaio).
  • Confida in totus, et fidadi de pagus.
Confida in tutti, e fidati di pochi.
  • De amigusu esti mellusu a ndi tenni puru in domu de su buginu.
È bene avere degli amici anche a casa del diavolo (letteralmente Bogino, viceré sabaudo e sinonimo di tirannia).
  • De homine codditortu et de femmina basa mattoni, guardadinde.
Guardati dall'uomo dal collo storto [che non ti guarda in viso] e dalla donna che bacia mattoni [troppo desiderosa di compiacere].
  • De s'homini est su errare, de su bugiu su perseverai.
Sbagliare è dell'uomo, perseverare nell'errore è del diavolo.
  • De su traballu fattu non ti peltasta mai.
Del lavoro fatto non pentirti mai.
  • Domo chena misura, domo chena ventura.
Casa senza misura, casa senza fortuna.
  • Eranu folthe, trigu a colthe.
Primavera piovosa, grano a iosa.
  • Faeddare pagu, sabidorìa meda.
Ciarlare poco, saggezza tanta.
  • Faghe su bene, e non mires ad chie.
Fai del bene, e non guardare a chi.
  • Famini finzasa a coi, non est famini malu.
La fame fino alla cottura, non è una brutta fame.
  • Femina langia, corriaccia.
Donna magra, forte (cioè resiste di più alla fatica).
  • Femina risulana, o est macca o est vana.
Donna che ride sempre, o è pazza, o è vanitosa.
  • Femina tabbaccosa, femina viziosa.
Donna che prende tabacco, donna viziosa.
  • Fizzu 'e attu, sorighe tenede.
Tale il padre, tale il figlio.
Variante: Figlio di gatto, cattura topo. (Proverbio di Osilo)
  • Gennaiu siccu, messaiu arriccu. Gennaiu proinosu, messaiu priogosu.
Gennaio secco, contadino ricco. Gennaio piovoso, contadino pidocchioso [misero].
  • Giustissia chi falta, giustissia de balla.
Giustizia che manca, giustizia di pallottola.
Se la giustizia tarda, arriva la violenza della vendetta.
  • Homine barrosu non du timasta.
L'uomo spaccone, non temerlo.(can che abbaia non morde)
  • Homine in domu, pani fattu.
Uomo in casa, pane fatto).
L'uomo diligente assicura il benessere della casa.
  • Homine sabiu non chircat fattos anzenos.
L'uomo dabbene non cerca i fatti degli altri.
  • Homine solu non est bonu a nisciunu.
Un uomo isolato non è utile a nessuno.
  • Homini bonu et homini mau, non andanta mai impari.
L'uomo buono e l'uomo cattivo non vanno mai insieme.
  • Homini ostinau non pensat chi morit.
L'uomo ostinato non pensa che deve morire.
  • In divinu et in humanu
    Si a binti non esti galanti
    Si a trinta non thei scienza
    A carata non hat prudenzia
    A cinquanta non esti devotu
    S'homini esti perdiu in totu.
L'uomo nelle cose divine e umane
se a vent'anni non è galante
se a trenta non ha scienza
a quaranta non ha prudenza
a cinquanta non è devoto
è perso del tutto.
  • In domu 'e su ferreri schidone 'e linna.
In casa del fabbro spiedo di legno.
  • In s'astru chi naschet paschet.
Ognuno vive secondo il suo destino.
  • Inue non bi hat maccos non rient sabios.
Dove non vi è un pazzo non ridono i savi.
  • In sa cosa dividia s'anghelu si due seccede.
E' benedetto il cibo diviso
  • Jnnùi non penetrada sa femina, non penetrada mancu su bugiu.
Dove non arriva la donna non arriva neanche il diavolo.
  • Justizia pronta, vinditta fatta.
Giustizia pronta, vendetta fatta.
  • Justizia ti'n ci pighiri.
Giustizia ti prenda (portare via).
  • Kie morega su mele, sin de licca sos poddighes
chi rimesta il miele, si lecca le dita
  • Lampu du seghiri.
[che] Un lampo lo stronchi in due.
  • Lande paret castanza a s'apititu.
La ghianda sembra castagna a chi ha appetito.
  • Lezzes meda, populu miseru.
Molte leggi, popolo misero.
  • Lu freddu di maggiu trema l'ainu.
Il freddo di maggio, fa tremare anche l'asino.
  • Mellus terra senz'e pani, che terra senza justizia.
Meglio un paese senza pane di un paese senza giustizia.
  • Mellus corpus de amigu chi non lusingas de inimigu.
Meglio avere bastonate dall'amico che lusinghe dal nemico.
  • Mellus unu amigu accanta chi non unu parenti aillargu.
Meglio un amico vicino, che un parente lontano.
  • Mellus unu bonu amigu chi non unu mai parenti.
Meglio un buon amico che un cattivo parente.
  • Mezus conca in domo sua qui non coa in domo anzena.
Meglio testa in casa propria che coda in casa altrui.
  • Mossu partidu, bene 'odidu.
Boccone spartito, ben goduto.
  • Muru de ierru, forte que ferru.
Il muro [edificato] d'inverno, forte come il ferro.
  • Mellus piggioni tentu che bolendu'r'centu.
E' meglio un uccello catturato che cento che volano.
  • Mellus chi sa brenti si zacchidi che sa grazia'e Deusu si perdada.
Meglio che si gonfi la pancia piuttosto che perdere il cibo (la grazia di Dio).
  • mortu oi scarexiu craxi (proverbio campidanese)
morto oggi dimenticato domani
  • Né cane de piga, né homine balenti, nde mori' mai bezzu.
Né il cane da caccia, né l'uomo "balente" (uomo coraggioso, impavido, che si getta a capofitto) muore mai vecchio.
  • Nen bella senza peccu, nen leggia senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto, né una brutta senza grazia.
  • Niunu frabanciu senza testimongius.
Non vi è bugiardo senza testimoni.
  • Non ti incruis meda, qui vais biri su paneri.
Non inchinarti troppo, perché metti in mostra il sedere.
  • Non castis mai cuaddu in beranu e femina in die 'festa.
non guardare mai il cavallo in primavera e la donna in giorno di festa.
  • O est babu o est barriu de pazza.
O è mio padre o è un asino carico di paglia.
Scambiare una cosa per un'altra.
  • Ognia cosa benidi e passada, foras de su fueddu de Deus.
Ogni cosa viene e va, eccetto la parola di Dio.
  • Pagu beni 'e s'erriccu, ca su poveru giai s'arrangiat.
Peccato per il ricco, che il povero già si arrangia.
  • Pista, pista ligna vidi, ligna ista.
Pesta, pesta legna era e legna rimane.
  • Pò connosci un'amigu de precisu, pappai deppisi unu saccu de sabi impari.
Per conoscere bene un amico, devi aver mangiato con lui un sacco di sale[1]
  • Prestu et bene, non andanta mai bei.
Presto e bene, non vanno mai insieme.
  • Pustis de sa justizia benit sa morte.
Dopo la giustiza viene la morte.
  • Pagu genti, bona festa.
Poca gente, buona festa.
  • Pilloi ca non pizzuada oidi nai ca aidi giai pizzuau
Uccello che non mangia significa che ha già mangiato.
  • Pagu jente, bella festa
Poche persone, bella festa
  • Qui comportat sa farina est cegu ad un oju et qui comportat su pane ad ambos ojos.
Chi compra la farina è cieco ad un occhio e chi compra il pane [lo è] ad entrambi gli occhi. '[2]
  • Qui disizat sa morte est unu vile, qui la timet est pejus.
Chi desidera la morte è vile, chi la teme è peggio.
  • Qui mandigat cum arrabbiu, madigat cum velenu.
Chi mangia con la rabbia mangia con il veleno.
  • Rassa su pane et diminuit!
Abbrustolite il pane e diminuisce!'
Si dice a quelli che non vogliono mangiare pane secco.
  • S'apretu ponet su betzu a currer.
Le emergenze fanno correre anche i vecchi.
  • Sa broca andat a funtana fincias ca non si segat.
La brocca va alla fontana fin che non si rompe (la pazienza ha un limite).
  • Sa consientia est qu'et i su cori-cori, quie lu timet e quie no.
La coscienza è come il solletico, c'è chi la teme e chi no.
  • Sa cosa agatada Deus d'ha mandada.
La cosa trovata, Dio l'ha mandata.
  • Sa cosa antiga durada de prusu.
La cosa antica dura di più.
  • Sa cosa cocta non tornat mai crua.
La cosa cotta non torna mai cruda.
  • Sa cosa furada durada pagu, e cummenti esti benia, s'indi andada.
La cosa rubata dura poco, e come viene se ne va.
  • Sa facci narada chi est s'homini.
Il viso dice chi è l'uomo.
  • Sa femina esti cummenti sa méla, affora bella, e aintru punta.
La donna è come la mela, fuori bella e dentro bacata.
  • S'ainu non connoschet sa coa finzas qui la perdet.
L'asino non conosce la coda finché non la perde.
  • Sa justizia esti pro totus.
La giustizia è per tutti.
  • S'amori nou ci bogada su becciu.
L'amore nuovo caccia il vecchio.
  • Sa morte non jughet ojos.
La morte non ha occhi.
  • Sa pobidda de su furoi ponidi sa padedda senz'e pezza.
La moglie del ladro mette la pignatta sul fuoco senza [prima che lui le abbia portato ] la carne.
  • S'avaru non gosada mai dei benis susu.
L'avaro non gode mai dei suoi beni.
  • S'avaru non intrat in Cielu.
L'avaro non entra in cielo.
  • S'homine bonu faeddat in cara.
L'uomo onesto parla in faccia.
  • S'homine de pagua passiènzia ndi beniri che binu de dusu.
L'uomo di poca pazienza diviene come il vino da due [di basso prezzo].
  • S'homine petulante in d'ognia cosa si bidi.
L'uomo petulante si riconosce in ogni cosa che fa.
  • S'ogiu ermanu si non manciada umbrada.
L'olio d'oliva se non macchia lascia l'alone.
Alcune cose negative lasciano sempre il segno
  • Si oisi binu in cuba, in Marzu puda.
Se vuoi il vino in botte, pota di Marzo.
  • Si ti dat a calche l'ainu, non bilu torres.
Se l'asino ti dà un calcio, non renderglielo.
  • Su camminu cruzzu imbecciat su burriccu.
Il cammino corto fa invecchiare l'asino.
  • Su molenti sardu du frigas una botta scetti.
Il somaro sardo lo freghi una volta sola.
  • Su mundu est de chie lu cheret, su chelu de chie l'alcansat.
Il mondo è di chi lo vuole, il cielo di chi l'ottiene.
  • Su perdonare est de Deus, su ismentigare est de maccos.
Il perdonare è di Dio, il dimenticare è dei pazzi.
  • S'ùrtima cora est sa prus difficili de marrai
L'ultima gora[3]è la più difficile da zappare.
  • Su traballu annunziada chini dà fattu.
Il lavoro stesso indica chi l'ha fatto.
  • Su traballu fattu cum coru, est aggradessiu a Deusu.
Il lavoro fatto con il cuore è gradito a Dio.
  • Su tricu de Marzu non du messas attu.
Il grano di Marzo non tagliarlo alto.
  • Traballu continu bincit ognia cosa.
Il lavoro assiduo vince ogni cosa.
  • Traballu inutili, traballu maccu.
Lavoro che non arreca utilità, lavoro pazzo.
  • Trunch'e figu, hast'e figu.
Tronco di fico, ramo di fico
Tale padre tale figlio. Vedere anche Fizzu 'e attu.
  • Toccada'llonghiai sa camba cun forma a su lanzolu.
Bisogna allungare la gamba conformemente al lenzuolo.
Non fare il passo più lungo della gamba. Sandro Mura.
  • Vora dae coru, vora dae pensamentu.
Lontano dal cuore, lontano dal pensiero.
  • Zelous ses? Corrudu moris!
Sei geloso? Morirai cornuto!
  • Zente paga, festa manna.
Poca gente, grande festa.

Note

[modifica]
  1. Cioè una tale quantità di alimenti che per condirli c'è voluto un moggio di sale.
  2. Proverbio ormai superato poiché fa riferimento a chi acquistava il pane quando era uso prepararselo e cuocerselo in casa propria.
  3. La gora è il canale per l'irrigazione dei campi.