Don Camillo (film 1952)

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Don Camillo

Immagine Cervi Fernandel.jpg.
Titolo originale

Don Camillo

Lingua originale italiano
Paese Francia, Italia
Anno 1952
Genere commedia
Regia Julien Duvivier
Sceneggiatura Julien Duvivier, René Barjavel, Oreste Biancoli
Produttore Giuseppe Amato
Interpreti e personaggi
Note

Don Camillo, film italiano del 1952 con Gino Cervi e Fernandel, regia di Julien Duvivier.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Non è la grammatica che conta, ma il cuore! (il Crocifisso)
  • [Mostrando il figlio appena nato] Compagni, un compagno di più! (Peppone)
  • Mo, Gesù dovete mettervi in mente che il battesimo non è uno scherzo! (Don Camillo) [dopo aver rifiutato il battesimo al figlio neonato di Peppone per via del nome scelto]
  • [Al figlio neonato di Peppone che piange] Zitto tu piccolo bolscevico… ghirighirighi... [Il bambino smette di piangere] È più intelligente di suo padre. (Don Camillo)
  • Peppone è duro come un mulo ma non spara alle spalle dei preti che obbediscono agli ordini di Dio. (Don Camillo)
  • Guarda! Guarda! Un prete da corsa! (Ragazzo dalla città)
  • Decisamente, mio povero don Camillo, tu non sarai mai vescovo! (Vescovo)
  • Gesù, tenetevi forte che qui sono legnate. (Don Camillo)
  • Non ci siamo scelti signora Cristina, noi ci siamo trovati. (Gina Filotti)
  • Ho da dirvi semplicemente questo: voi giocate contro la squadra della reazione, dovete vincere o vi spacco la testa a tutti, capito? (Peppone)
  • Miei cari sentite bene: io non vi faccio minacce, vi dico soltanto che se tra voi c'è un brigante che non giochi fino all'ultima goccia del suo sangue, gli polverizzo il sedere a pedate, intesi? (Don Camillo)
  • Voglio un funerale senza musica perché la morte è una cosa seria. (Signora Cristina)
  • Fra bestie ci si capisce sempre. (Don Camillo)
  • Dignitosa indifferenza! (Peppone)
  • Sono una povera bestia. (Don Camillo)
  • Bisogna perdonare chi ci offende. Questa è la regola. (Gesù)
  • Cose che succedono in quel paese, dove il sole picchia come un martello sulla testa della gente, dove spesso si ragiona con i pugni, ma dove almeno si rispettano i morti. (Voce narrante)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Don Camillo: La sera un maledetto è saltato fuori da una siepe all'improvviso e mi ha datto un sacco di legnate.
    Crocifisso: E tu le hai prese, hai ragione don Camillo, beati i pacifici.
    Don Camillo: Be', sì.. il fatto è che avevo con me una dozzina di uova e cercavo di salvarle.
  • Compagno delegato: Bisogna restare nella legalità e noi vi resteremo, a costo di dover imbracciare il mitra e inchiodare al muro tutti i nemici del popolo!
    [Don Camillo gli impedisce di continuare suonando le campane]
    Compagno delegato: Ma chi è?
    Peppone: È don Camillo.
    Compagno delegato: E fatelo tacere!
    Peppone: È una parola, bisognerebbe prendere a cannonate il campanile.
    Brusco: Se continua io direi di sparargli attraverso le finestre della torre.
    Peppone: Già, ma bisognerebbe essere sicuri di farlo fuori al primo colpo, sennò si mette a sparare anche lui.
  • Peppone: Io dovrei ammazzarvi.
    Don Camillo: Ammazzare me? Eh, non è facile.
  • Peppone: Ricordate quella pallottola che presi quando eravamo in guerra? Ed allora niente colpi bassi.
    Don Camillo: Sta' tranquillo che te li piazzo tutti al piano superiore.
  • Don Camillo: E allora, come lo vogliamo chiamare? [Al fonte battesimale dopo aver battuto Peppone a pugni]
    Peppone: Libero Antonio... Camillo.
    Don Camillo: Anche Camillo?
    Peppone: Sì.
    Don Camillo: Boh, quando è così puoi mettere anche Lenin, con un Camillo vicino quei tipi lì non funzionano.
  • Peppone [in confessione]: E infine, sono io che, un mese fa, una sera che tornavate con un paniere di uova, vi son saltato addosso col bastone.
    Don Camillo: Eravate voi...
    Peppone: Io non vi ho bastonato come ministro di Dio ma come avversario politico, eh.
    Don Camillo: Dieci Padre e dieci Ave! Ego te absolvo in nomine Patri, Filii et Spiritus Sancti. Amen.
    Peppone: Amen.
    Don Camillo [uscendo dal confessionale]: Gesù! Io lo polverizzo!
    Gesù: No, io ho perdonato e anche tu devi perdonare.
    Don Camillo: Gesù, se sono un buon servo di Dio lasciate che gli rompa questo candelotto sulla schiena, cos'è una candela...
    Gesù: No! Le tue mani son fatte per benedire e non per percuotere!
    Don Camillo: Le mani son fatte per benedire... ma i piedi... [Prima di tirare un calcio a Peppone]
  • [Dopo che don Camillo ha corretto a Peppone il discorso di insediamento] Peppone: Bene, bene, ma c'è una cosa che qui non capisco. Là dove io avevo scritto: "Noi abbiamo l'intenzione di far ampliare l'edificio scolastico", voi avete scritto: "Noi abbiamo l'intenzione di far ampliare l'edificio scolastico e di far riparare il campanile della Chiesa". Perché?
    Don Camillo: È una questione di regole grammaticali.
    Peppone: Ah... è una fortuna per il vostro campanile che voi abbiate studiato il latino.
  • Gesù: Di dove hai tirato fuori quel sigaro, Camillo?
    Don Camillo: Ah, Peppone ne aveva due in tasca, credo di avergliene preso uno senza domandarglielo, e poi voi sapete che lui è per la ripartizione della ricchezza.
  • Smilzo: Dice il capo che venite in uniforme e con gli arnesi.
    Don Camillo: Mo quali arnesi?
    Smilzo: Ma sì, il secchio ed il pennello, c'è della roba da benedire.
  • Peppone: Ho una fame che mangerei un vescovo.
    Don Camillo: È duro da digerire.
  • Peppone: Se io do una sberla a quel pretino là lo faccio volare lontano venti metri, mentre se do una sberla a don Camillo quello non si sposta di un centimetro! [...] Ma quella specie di pretino là è roba da oratorio, una volta tutto addobbato deve sembrare un attaccapanni con sopra tre paltò e un mantello. [Riferendosi a don Pietro che il vescovo indica come sostituto di don Camillo]
    Vescovo: Ma scusate, ma voi il valore di un prete lo misurate a metri e a peso?
  • Don Camillo: Ma non dà mica l'idea di salire molto in fretta questa casa del popolo, eh signor sindaco.
    Peppone: Ma è una casa, mica un dirigibile.
  • Don Camillo: Potevano anche farla un tantino più leggera questa croce [caricandosi il crocifisso per la processione].
    Gesù: Ah, dillo a me che me la sono dovuta portare fin lassù e non avevo le tue spalle.
  • Peppone: Non mi scanso per voi, ma per lui [indicando il crocifisso].
    Don Camillo: Ed allora togliti il cappello.
  • Peppone: Sentiamo i pareri degli esponenti di maggioranza. In quanto ai reazionari stiano zitti, che tanto lo sappiamo, che godrebbero un mondo al funerale; specie se si dovesse suonare anche la cosiddetta marcia reale. [Apertura del dibattito sulle procedure da tenere per il funerale della signora Cristina, da lei richieste]
    [...]
    Peppone : In qualità di sindaco non posso che approvare le vostre decisioni, ma siccome in questo paese non è il sindaco che comanda, ma i comunisti, in qualità di capo dei comunisti vi dirò che me ne infischio del vostro parere. La signora Cristina andrà al Cimitero con la bandiera che ha voluto; perché francamente rispetto più lei morta che voi tutti vivi. E se qualcuno ha qualcosa da obiettare, lo faccio volare dalla finestra! Il signor curato ha qualcosa da dire?
    Don Camillo: Cedo alla violenza... [Compiaciuto per la decisione di Peppone]
  • Don Camillo [rivolto al vescovo]: Peccato che il signor sindaco non le abbia mostrato il deposito d'armi.
    Vescovo: Oh, sono sicuro che non è così ben fornito come il vostro.
  • Peppone [dopo aver fatto i saluti ufficiali in qualità di sindaco]: Ah, non potevo rimetterci di reputazione davanti a quegli sporchi reazionari che sono i pilastri della vostra chiesa ma noi non siamo dei selvaggi!
    Don Camillo: Vi siete comportati come banditi!
    Peppone: E voi?! Ne avete messo fuori combattimento 12!
    Don Camillo: Mo peccato che non ho rotto la testa anche a te!
  • Don Camillo: Ha del talento quel bambino. [Guardando il disegno della piazza del paese donatogli da Peppone e realizzato da suo figlio]
    Peppone: Eh...
    Don Camillo: Davvero... Peccato che abbia un padre così.
    Peppone: Eh?
    Don Camillo: Ma insomma che Dio glielo conservi.
    Peppone: E che conservi anche voi...
  • Don Camillo: Santa Vergine venitemi in aiuto.
    Gesù: Non immischiare nei tuoi affari chi non c'entra! Capito?!
    Don Camillo: È sempre Vostra Madre!
    Gesù: Don Camillo!

Citazioni su Don Camillo[modifica]

Franco Interlenghi[modifica]

  • C'era almeno una trentina di ragazzi che erano lì pronti per avere la parte e c'era Duvivier che stava osservando tutti i partecipanti. Molto probabilmente Duvivier già mi conosceva dopo avermi visto in Sciuscià che era uscito in Francia ed aveva avuto un grande successo o nel film Domenica d'agosto di Emmer. Dopo avermi visto, mi ha fatto dire delle battute davanti alla macchina da presa e in trenta secondi mi ha preso.
  • Mi ricordo che il primo giorno a fare la parte di Peppone c'era Guareschi, visto che Cervi non aveva ancora accettato perché voleva fare Don Camillo, ma poi lo hanno convinto anche dandogli più dei soldi che gli avevano promesso.
  • Nel film avevo 18, 19 anni e a 30 anni avevo già fatto tutto; pensi che nel film, non so se l'ha notato, c'è anche Giorgio Albertazzi che ha fatto una piccola comparsa, faceva l'aiutante del cardinale.

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