Enrico Lucci

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Enrico Lucci (2011)

Enrico Lucci (1964 – vivente), giornalista e personaggio televisivo italiano.

Citazioni di Enrico Lucci[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [«La prima volta a quanti anni?»] Boh... diciassette, diciotto. [«Nome della fidanzata... della compagna?»] Guarda, avevo pagato credo...[1]
  • [Su Claudio Ferretti] L'ho conosciuto durante l'occupazione dell'università di Lettere, chiamarono uno studente e l'assemblea votò me. Arrivai in Rai e lo conobbi per tre secondi. Poi sono andato a lavorare a una televisione di Genzano, si chiamava Rete Azzurra. Chi è la persona più importante che ho conosciuto in vita mia? mi chiesi. Un anno fa Claudio Ferretti, era la risposta. Lo chiamai e lui non ricordava chi fossi. Gli dissi che cercavo qualcuno che mi insegnasse a fare questo mestiere, volevo aggrapparmi a uno che me lo dicesse. Gli chiesi qualche consiglio e la cosa bella della vita è che incontri delle persone meravigliose in un momento giusto. Io ero uno sconosciuto ma lui mi disse di venire a via Teulada per insegnarmi a fare un servizio. Per tre anni l'ho massacrato, stavo qua fuori dalla Rai ad aspettarlo. Dopo tre anni gli assegnarono un programma e mi proposi, quindi mi chiamò per farmi fare un contratto di collaborazione con la Rai.[2]

Da Parla con me

Intervista di Serena Dandini, Rai Tre, 25 febbraio 2007.

  • [Sui suoi esordi a Rete Azzurra] Facevo un po' tutto: il telegiornale, i servizi, pulivo pure... se c'era da pulire. [...] Vedevo le galline che mancavano a Anzio, oppure le tubature che se rompevano a Rocca di Papa.
  • Faccio domande e basta.
  • [Sui suoi sogni di bambino di diventare segretario del] Partito Comunista Italiano che è stato insieme alla Democrazia Cristiana e al Partito Socialista uno dei pilastri della democrazia italiana. Perché mi piaceva tutta quella cosa che c'era dietro. Non so, mi piaceva pensare che avrei avuto pure io i funerali come Togliatti.
  • Il Tenente Colombo è veramente un esempio da imitare. È sempre educato, sempre dimesso, non è mai aggressivo.

"Sono un cagacazzi comunista e ideologico. Ma sono ancora libero"

Intervista di Malcom Pagani, Ilfattoquotidiano.it, 15 febbraio 2016.

  • [«Lei è ideologico?»] Assolutamente sì, l'ideologia è una cosa meravigliosa.
  • In sezione avevamo Lione. Quando faceva il muratore, una delle tre lire guadagnate la spediva in Russia per la rivoluzione dei lavoratori. La gamba gli era partita in gioventù e sullo sgabello che i compagni gli davano per appoggiarla non appena entrava in sezione, Lione raccontava queste storie commoventi. Storie di persone vere. Per me il comunismo sono state queste storie straordinarie.
  • Iniziai così, con un servizio sulla situazione industriale di Pomezia. In verità volevo andare a Roma. Anche a fare lo spazzino. Roma era l'immensità, il sogno, la fica.
  • Sa chi domina? Il conformismo. Oggi sò tutti liberali o anarchici che praticamente significa che stanno con una chiappa di qua e una di là. I giornalisti di sinistra si ritengono liberal perché vestono la stessa camicia bianca dei liberal americani. È tutta estetica. Ma le conquiste non sono arrivate con un pranzo a "L'Ultima Spiaggia" e per cambiare la storia ti devi sporcare le mani. Nel contrasto, anche violento. Perché la storia si fa anche così. Con le mazzate. Con gli Stalin [bastoni di legno utilizzati dai servizi d'ordine di diverse organizzazioni politiche comuniste] che nessuno nega siano stati spietati, ma servivano.

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Antonello Piroso a Niente di personale, LA7, 16 febbraio 2013.
  2. Da un'intervista a La vita in diretta, Rai 1, 2019; citato in Andrea Parrella, Enrico Lucci e il ricordo dell'incontro con Claudio Ferretti: "Gli devo tutta la mia vita", Fanpage.it, 22 maggio 2020.

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