Giacomo Biffi

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Il cardinale Giacomo Biffi

Giacomo Biffi (1928 – 2015), teologo e cardinale italiano.

Citazioni di Giacomo Biffi[modifica]

  • [Solov'ëv fu] Appassionato difensore dell'uomo e allergico a ogni filantropia; apostolo infaticabile della pace e avversario del pacifismo; propugnatore dell'unità tra i cristiani e critico di ogni irenismo; innamorato della natura e lontanissimo dalle odierne infatuazioni ecologiche: in una parola, amico della verità e nemico dell'ideologia. Proprio di guide come lui abbiamo oggi un estremo bisogno[1]
  • Il credente sa che la castità non è la mania ridicola di persone complessate, ma è la capacità di signoreggiare con l’aiuto della grazia sul nostro corpo, perché possiamo entrare docilmente, ciascuno secondo la propria condizione, nel disegno amoroso di Dio.[2]
  • Il Natale è una verità: la verità di Dio che sorprendentemente ci ama ed è venuto a farsi uno di noi. Dio ormai non ci lascia più; per questo oggi esplode la gioia, che dalla capanna di Betlemme raggiunge gli estremi confini dell'universo. Non siamo più soli: i compagni, gli amici, i parenti ci possono abbandonare. Ma il Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, unito personalmente per sempre alla nostra natura di creature fragili e dolenti, non ci abbandonerà mai alle nostre tristezze, alla nostra inquietudine, al nostro peccato. Non è una fiaba, è una notizia, cioè l'informazione su un fatto avvenuto; non è un bel sogno, è una realtà ancora più bella di ciò che desidereremmo sognare. Nessun uomo ormai può sfuggire al suo Creatore, che lo insegue, lo vuol raggiungere e legare a sé. Non possiamo sfuggirgli, perché il suo amore corre più veloce di noi. Ti inganni, se credi di poter schivare sino alla fine il Signore che è venuto a cercarti. Egli non ti darà pace; ti tormenterà, per portarti a essere sul serio felice; forse disporrà sulla tua via le sconfitte e le delusioni, per farti partecipe della sua definitiva vittoria. Questa è la verità del Natale. Capirlo, inebriarcene, lasciarci trovare da colui che è venuto a cercarci sino a farsi uomo: è l'augurio natalizio più genuino e più bello.[3]
  • Il Natale non è soltanto il racconto di ciò che è stato; è percezione di ciò che è. Non è soltanto percezione di un episodio circoscritto e databile; è assaporamento di un'attualità perenne e universalmente efficace, è esultanza per una ricchezza che ci viene donata. Basterebbe a convincercene l'annotazione che il Natale in fondo è un compleanno. Ora i compleanni si fanno per gli uomini vivi. Per i morti – anche se sono grandissimi e famosissimi – si ricordano al massimo i centenari. Dunque celebrare il Natale ogni anno vuol dire esprimere la certezza che Gesù di Nazareth – quel bambino nato duemila anni fa in una stalla – è una persona viva: è veramente, realmente, fisicamente vivo; è ancora principio per noi di salvezza; è ancora il centro di ogni nostra esistenza e della storia intera.[3]
  • In crisi sarà lei, giovanotto. Il cristianesimo è un fatto, e come tale non può essere in crisi. I fatti storici non vanno in crisi.[4]
  • La cristianità ha un esempio ammirevole del connaturale connubio tra fede e libertà in Dante Alighieri. Proprio la sua indubitabile adesione alla verità cattolica consente e illumina la sua perfetta autonomia di giudizio, svincolata da ogni timore o condizionamento umano. Dante non teme di criticare l'operato dei papi e le loro scelte operative, fino a collocarne diversi nel profondo dell'inferno. Ma in lui non viene mai meno e mai minimamente s'attenua "la reverenza delle somme chiavi" (Inf. XIX, 101). Quando si tratta di esprimere riserve o biasimi che egli ritiene dovuti, non ci sono sconti né per i laici, né per gli ecclesiastici, né per i monarchi, né per i semplici cittadini... tenuti tutti, senza eccezioni, ad attenersi alla legge evangelica.[5]
  • Non bisogna aver paura dei cattolici non praticanti, ma dei praticanti non cattolici.[4]
  • [Bologna] Sazia e disperata.[6]
  • [Gilbert Keith Chesterton] Si è fatto da solo. È semplicemente andato alla scuola della sua schietta umanità e ha ricercato la verità con assoluta onestà intellettuale, usando effettivamente di quella ragione che i razionalisti si limitavano a venerare. Questo è stato sufficiente a condurlo "a casa", cioè all'antica fede e alla saggezza dei padri.[7]
  • Un altro esempio di menzogna che si sta diffondendo è quello di chiamare cattolici "integralisti" coloro che coraggiosamente si pongono al servizio della verità e in tutti i modi si adoperano per la difesa della vita proponendo iniziative che prevengano o distolgano dall'"abominevole delitto" dell'aborto [...]. A loro dico: non preoccupatevi! In questo contesto essere chiamati integralisti equivale a essere chiamati cristiani.[8]
  • Verranno giorni - dice Solov'ëv-, e anzi sono già venuti diciamo noi, [in cui] il cristianesimo [è] ridotto a pura azione umanitaria nei vari campi dell'assistenza, della solidarietà, del filantropismo, della cultura. Il messaggio evangelico identificato nell'impegno al dialogo tra i popoli e le religioni, nella ricerca del benessere e del progresso, nell'esortazione a rispettare la natura. Ma se il cristiano, per amore di apertura al mondo e di buon vicinato con tutti, quasi senza avvedersene, stempera sostanzialmente il fatto salvifico nella esaltazione e nel conseguimento di questi traguardi secondari, allora egli si preclude la connessione personale col Figlio di Dio, crocifisso e risorto, consuma a poco a poco il peccato di apostasia e si ritrova alla fine dalla parte dell'Anticristo.[9]

Da Casta meretrix ovvero "doppiamente santa"

Il Timone, gennaio 2007, pp. 48-49

  • Dir male della Chiesa (che nessuna antica professione di fede si dimentica di chiamare «santa») non è mai stato ritenuto nell'ascesi cristiana un atto particolarmente meritorio.
  • La condiscendenza con cui la Chiesa dischiude la sua porta a tutti, come fanno le donne di costumi troppo facili, non solo non comporta in lei niente di riprovevole, ma indica addirittura fedeltà alla propria missione.
  • La fede di Ambrogio – notava già sant'Agostino – è la fede cattolica.

Attribuite[modifica]

[Citazione errata] La frase, citata dal filosofo animalista Tom Regan in epigrafe all'edizione italiana di un proprio libro, risulta decontestualizzata da un discorso tenuto dal cardinal Biffi cinque anni prima, in un convegno dedicato a Solov'ëv, nel periodo in cui ricorreva il centenario della morte del filosofo russo. Condividendo il pensiero di Solov'ëv, Biffi sottolineò come i valori «nuovi», anche se positivi, possano rappresentare un pericolo per la Chiesa nella misura in cui siano slegati dalla fede:[11] «In lui [l'Anticristo], come qui [da Solov'ëv] è presentato, non è difficile ravvisare l'emblema, quasi l'ipostatizzazione, della religiosità confusa e ambigua di questi nostri anni; egli sarà un "convinto spiritualista", un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato e attivo».[12]

Pinocchio riletto dal Cardinale Biffi: "L'alto destino di una testa di legno"

Intervista di Sandro Magister, repubblica.it, 24 agosto 2000.

  • Quella di Pinocchio è la sintesi dell'avventura umana. Comincia con un artigiano che costruisce un burattino di legno chiamandolo subito, sorprendentemente, figlio. E finisce con il burattino che figlio lo diventa per davvero. Tra i due estremi c'è la storia del libro. Che è identica, nella struttura, alla storia sacra: c'è una fuga dal padre, c'è un tormentato e accidentato ritorno al padre, c'è un destino ultimo che è partecipazione alla vita del padre. Il tutto grazie a una salvezza data per superare la distanza incolmabile, con le sole forze del burattino, tra il punto di partenza e l'arrivo. Pinocchio è una fiaba. Ma racconta la vera storia dell'uomo, che è la storia cristiana della salvezza.
  • Pinocchio è la verità cattolica che erompe travestita da fiaba. E così riesce a superare le censure della dittatura culturale dell'epoca.
  • Il successo di Pinocchio è un enigma straordinario. Nacque per caso, scritto di malavoglia per un giornale di bambini, a puntate irregolari e interrotto due volte, la prima con la convinzione di concluderlo per sempre. E invece è l'unico libro uscito in Italia dopo l'unità che abbia avuto un successo mondiale. La spiegazione è una sola. Contiene un messaggio eterno, che tocca le fibre del cuore di tutti gli uomini di ogni cultura.

Il quinto evangelo[modifica]

Incipit[modifica]

Quando nel giugno del 1970 uscì 'II quinto evangelo', feci un'esperienza assolutamente nuova per me: quella di essere, nel mio piccolo, segno di contraddizione. Ad ogni prete o laico ecclesialmente impegnato in cui mi imbattevo, non riuscivo mai ad indovinare se volesse abbracciarmi o prendermi a schiaffi.

Citazioni[modifica]

  • I più efficaci artefici del Regno sono i demolitori dall'interno. Quelli che combattendo e perfino irridendo la fede dei semplici, li costringono a farsi adulti.
  • La casualità è soltanto il travestimento assunto da un Dio che vuol passeggiare in incognito per le strade del mondo.
  • Se c'è amore, anche l'ergastolo o il manicomio di uno dei coniugi non sono ragioni sufficienti [per il divorzio]; se non c'è amore, anche l'ergastolo o il manicomio non riuscirebbero a rendere il vincolo più insopportabile di quanto non sia.

La donna ideale[modifica]

  • [Il demonio] mai come in questo secolo è riuscito e riesce a far strage degli sventurati figli di Adamo. Basti pensare alla droga, alle aberrazioni sessuali, alle tremende malattie che ne sono la conseguenza, ai delitti contro la vita.
  • Non basta rovesciare un sistema, se quello con cui lo si vuol sostituire porta dentro di sé i medesimi principi del disordine e dell'oppressione, cioè il primato della materia, l'ottusità verso le realtà eterne e la negazione di ogni moralità trascendente.
  • Ogni messaggio ecologico che non metta al primo posto la difesa della vita umana (sempre sacra e intangibile in ogni momento del suo sviluppo) e delle leggi che naturalmente presiedono alla trasmissione della vita è un messaggio ecologico acefalo, in grave sospetto di essere organico e funzionale a quelle ideologie disumane che magari cambiano le denominazioni e le bandiere, ma, al di fuori della confessione cristiana non finiscono mai di imperversare.
  • Per esaltare la Vergine Maria, da sempre il popolo di Dio sceglie le parole più splendenti e le similitudini più suggestive.
  • Quella di Maria è dunque una gloria che ha le sue radici nell'umiliazione, è una gioia che nasce dal pianto.

Memorie e digressioni[modifica]

  • A proclamare di solito l'imminenza di ore tranquille e rasserenate, nella Bibbia sono piuttosto i falsi profeti.
  • Gli attentati alla libertà di giudizio cominciano dal linguaggio.
  • Il comunismo è stato senza dubbio il fenomeno storico più imponente, più duraturo, più straripante del secolo ventesimo.
  • Il rischio non ipotetico degli autodidatti: [è] quello di ripiegarsi su se stessi e di ritenere fonte della verità le proprie letture e la propria acutezza.
  • La teologia autentica è essenzialmente contemplazione gratuita e ammirata del disegno concepito dal Padre prima di tutti i secoli per la nostra salvezza e per il nostro vero bene.
  • L'estromissione del Creatore determina un deragliamento universale della ragione.
  • Nelle questioni che contano la regola non può essere che questa: noi dobbiamo guardare soprattutto a ciò che è decisivo, sostanziale, vero, ci divida o non ci divida.
  • Ogni alterazione della cristologia fatalmente compromette tutta la prospettiva nella "sacra doctrina".
  • Ormai non c'è errore che possa essere più condannato entro la cattolicità a meno di peccare contro il dovere primario della comprensione e del dialogo, diventa oggi difficile, tra i teologi e i pastori, il coraggio di denunciare con vigore e con tenacia i veleni che stanno progressivamente intossicando l'innocente popolo di Dio.
  • Per un vescovo non c'è nulla tanto rischioso davanti a Dio e tanto vergognoso davanti agli uomini, quanto non proclamare liberamente il proprio pensiero.
  • Troppe parole di Gesù oggi risultano censurate dalla cristianità; almeno dalla cristianità nella sua parte più loquace.

Pecore e pastori[modifica]

  • Ciascuno di noi porta dentro di sé interi continenti sui quali la croce non è stata ancora piantata.
  • Con l'atto di fede cambia la prospettiva su tutto. Se qualcosa nella vita dei singoli credenti e delle comunità cristiane si impone e si sviluppa senza apprezzabile differenza dalla visione antropologica e cosmologica di chi non crede, c'è da dubitare dell'autenticità dell'atto di fede.
  • Di avere dubbi e perplessità, sono capace anch'io senza l'aiuto di nessuno; dalla Chiesa mi aspetto che mi sappia dare delle certezze.
  • Dio non è solo vertiginosa infinità di essere; è anche interiore fecondità, appassionata vita di relazione, gioco stupendo di conoscenza e amore.
  • Il cuore davvero credente è affascinato dall'ortodossia e dalla sua capacità di far crescere lo spirito e approssimarlo a Dio.
  • In nessun campo che sia propriamente umano, l'aver fede o il non aver fede può essere giudicato irrilevante.
  • L'interlocutore del Dio che si rivela è l'uomo in quanto uomo, non l'uomo nelle sue determinazioni storiche.
  • La carità pastorale è larghezza d'animo, nell'accogliere come compagni e collaboratori nel lavoro ecclesiale tutti quanti amano il Signore Gesù e la sua Chiesa, e non esitano a sacrificare le loro energie ed il loro tempo per il Regno di Dio, senza dare troppo peso alla differenza di metodi, di sensibilità, di forme organizzative.
  • La carità pastorale, essendo tesa al vero bene degli uomini, è lotta senza tregua contro ogni forma di errore, di perversione, di ingiustizia, di opposizione al progetto del Padre.
  • La certezza è per se stessa una qualità positiva della conoscenza, non un suo difetto.
  • La Chiesa non si è mai curata troppo di annotare i nomi dei suoi persecutori, ma non ha mai lasciato che, per quieto vivere, cadessero in dimenticanza i nomi dei suoi martiri.
  • La Chiesa non viene all'esistenza per autonoma iniziativa: è mandata.
  • La missione della Chiesa ha alle sue origini una "rivelazione", cioè la comunicazione di una verità. Non è dunque qualcosa di puramente pragmatico [...] ma è prima di tutto l'irradiazione di una luce.
  • La missione è per la Chiesa un elemento sorgivo e irrinunciabile della sua identità.
  • La verità di Dio va amata ovunque si trovi.
  • La verità, invece, è una sola e proprio per questo è di sua natura unificante.
  • Lo Spirito Santo può suscitare bagliori di verità, di giustizia, di bellezza dove più gli piace, e noi saremo pronti ad apprezzare queste ricchezze, dovunque le ravvisiamo, come le frange del mantello di Cristo.
  • Non sarà lasciandoci convincere dalle voci mondane ad abbassare il livello delle esigenze divine per la vita ed il ministero dei candidati, che riusciremo ad infoltire le schiere dei giovani leviti.
  • Prima di domandarsi come credere, bisogna verificare che si creda.
  • Solo nella comunione con Dio che si può costruire una unità che non sia immaginaria.
  • Un Vangelo che si comunichi nella tristezza o porti alla tristezza è un perfetto controsenso.
  • Una delle cose che mi impressionano di più è che al giorno d'oggi non è tanto l'eresia quanto l'ortodossia a fare notizia.

Note[modifica]

  1. Citato in Soloviev e la religione antropocentrica dei no global sotto la lente di Biffi, Magna Carta.it 2 marzo 2007.
  2. Citato in Filippo Rizzi, La Meraviglia dell'evento cristiano, Biffi e lo stupore della fede, Avvenire, 14 febbraio 2024
  3. a b Da La meraviglia dell'evento cristiano, pp. 269-270; citato in Il settimanale di Padre Pio, anno V, n. 51, p. 19.
  4. a b Citato in È morto a 87 anni il cardinale Giacomo Biffi, Il nuovo giornale.it, 17 luglio 2015.
  5. Citato in Antonio Socci, Il (vero) Dante che non sentite da Benigni, Lo Straniero, 10 marzo 2015.
  6. 1985; citato in Francesco Alberti, «Meno sazia, ancora disperata» Caffarra agita Bologna, Corriere della Sera, 9 giugno 2008, p. 10.
  7. Citato in Paolo Gulisano, Tolkien. Il mito e la grazia, Àncora, Milano, p. 60.
  8. Durante la Giornata per la Vita del 1989; citato in Alfredo Mantovano, Avvenire, 5-2-1989; citato in Aborto anno undecimo: dal "caso Mangiagalli" a "Provvedimenti in difesa della maternità", Cristianità, n. 177, 1990; riportato in AlleanzaCattolica.org, nota 21.
  9. Video disponibile su Youtube.com.  mancano informazioni sul contesto mancano informazioni sul contesto
  10. Citato in Tom Regan, La mia lotta per i diritti animali, Cosmopolis, Torino, 2005, epigrafe alla prefazione; citato in Guadagnucci, p. 204.
  11. Cfr. Guadagnucci, pp. 204-206.
  12. Dal testo dell'intervento dedicato a Solov'ëv il 4 marzo 2000 a Bologna; citato in Guadagnucci, p. 205.

Bibliografia[modifica]

Altri progetti[modifica]