La grande guerra

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La grande guerra

Immagine Grandeguerra2.jpg.
Titolo originale

La grande guerra

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1959
Genere drammatico, guerra
Regia Mario Monicelli
Soggetto Mario Monicelli, Age & Scarpelli, Luciano Vincenzoni
Sceneggiatura Mario Monicelli, Age & Scarpelli, Luciano Vincenzoni
Produttore Dino De Laurentiis
Interpreti e personaggi
Note
  • Musiche: Nino Rota
  • Leone d'Oro al Festival del Cinema di Venezia (1959)
  • 2 David di Donatello 1960: miglior produttore, migliore attore protagonista: Vittorio Gassman ex aequo Alberto Sordi
  • 2 Nastri d'Argento 1960: miglior attore protagonista Alberto Sordi, migliore scenografia: Mario Garbuglia
  • Nomination all'Oscar per il miglior film straniero

La grande guerra, film italiano di Mario Monicelli con Vittorio Gassman e Alberto Sordi.

Frasi[modifica]

  • Guerra al privilegio, è quella la guerra giusta! (Giovanni Busacca)
  • [Prima di essere fucilato dagli austriaci] Non voglio morire, sono un vigliacco! (Oreste)
  • Beato lui che è del 1916, così non farà mai guerre! (Oreste)
  • Ma va! Xe mejo viver un giorno de beon che cento anni da leon! (Soldato)
  • [Subito prima di andare all'assalto] Io dico che se vinciamo la guerra con i mezzi che abbiamo, siamo davvero un grande esercito. (Tenente Gallina)
  • Io c’ho il principio che siamo tutti fratelli. E sono contro la guerra io. (Giovanni Busacca)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Giovanni: Senti un po', sei di servizio qui te?
    Oreste: Me pare.
    Giovanni: Romano eh?
    Oreste: Perché?
    Giovanni: Perché... L'italiano in fanteria, il romano in fureria.
  • Tenente Gallina: Ehi laggiù! Silenzio, a posto, ragazzi! Il signor generale... Attenti!!!
    Generale: Riposo, riposo, è una visita amichevole, niente formalità.
    Tenente Gallina: Riposo!
    Generale: E faccia distribuire il rancio, tenente.
    Tenente Gallina: Sì signor generale.
    Generale: Penso che i nostri giovanotti abbiano fame. [Dopo aver assaggiato il rancio rivolto a Oreste] Tu assaggia il tuo rancio e dimmi che te ne pare.
    Oreste: Signor sì. [Dopo aver assaggiato il rancio] Ottimo e abbondante signor generale.
    Generale: Invece è uno schifo, niente grassi e poca pasta, questo non è cibo per uomini che combattono, ma sciacquatura di marmitte. Si provveda! [Il generale si allontana]
    Oreste: [Mentre tutti gli altri soldati lo insultano] E ho fatto apposta pe' vedè che diceva, magari ce provava a di' che era bono!
  • Costantina: Ma come li vol certi mascalzoni come ti nell'esercito? Dì!
    Giovanni: Va ben, se la patria la dovessero difendere solo le persone perbene, te saludi patria.
  • [Dopo un pesante attacco che lascia molti caduti] Sergente Barriferri: Ma Cristo dove sei!?
    Cappellano: È qua con noi sergente. Se è vero che ha trentatré anni, è dell'84.
  • [Oreste e Giovanni arrivano di notte al campo italiano e la guardia spara]
    Guardia: Chi va là?
    Oreste: Ma che fai ahò, prima spari e poi dici chi va là?
    Guardia: È sempre mejo 'n amico morto che 'n nemico vivo! Chi siete?
    Oreste: Semo l'anima de li mortacci tua!
    Guardia: E allora passate!
  • Ufficiale austriaco: Fegato dicono...[1] Quelli conoscono soltanto il fegato alla veneziana con cipolla. E presto mangeremo anche noi quello. Dunque.. Dove?
    Giovanni: No dico, cosa c'entra questo?
    Ufficiale austriaco: Prego?!
    Oreste: Ah Giovà?
    Giovanni: [ultime parole] Stai buono!... E allora senti un po', visto che parli così... Mi te disi propi un bel nient! Hai capito? Facia de merda!

Citazioni su La grande guerra[modifica]

  • La grande guerra è un film comico perché è un epica al ribasso, ma soprattutto è antiretorico. (Franco Ferrini)
  • Quante volte Monicelli ha visto Orizzonti di gloria prima di girare La grande guerra? Senza Kubrick il suo film sarebbe stato diverso. (Morando Morandini)
  • Quel film per la fatica delle scene è stato come fare il militare per dav­vero. (Tiberio Murgia)

Note[modifica]

  1. Quando Giovanni e Oreste decidono di cedere all'interrogatorio e rivelare un'informazione segreta, i due ufficiali austriaci li trattano come vigliacchi

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