Leucippo

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Leucippo

Leucippo di Mileto (in greco Λεύκιππος, V sec. a.C.), filosofo greco.

Frammenti di alcune opere[modifica]

Le opere di Leucippo sono state incluse nel corpus Democriteo, per questo i frammenti di cui non è certo che sia Leucippo l'autore sono alla voce Democrito.

Dell'intelletto[modifica]

  • Nulla avviene a caso, tutto secondo ragione e necessità.

La grande cosmologia[modifica]

  • L'orbita del sole è la più esterna, quella della luna è la più vicina alla terra, mentre quelle degli altri astri sono in mezzo a queste due.

Citazioni su Leucippo[modifica]

  • Leucippo pensava di aver trovato una teoria, in accordo con la percezione sensibile, che non negava né la nascita, né la morte, né il movimento, né la pluralità delle cose. Mentre da un lato egli accorda le sue dottrine con i fenomeni, dall'altro, a coloro (gli eleatici) che sostengono un'unica realtà, l'Uno, perché per loro non esiste il movimento senza il vuoto, egli concede che il vuoto è non essere e che, dell'essere, niente è non essere, perché l'essere è assolutamente pieno. Ma questo assolutamente pieno non è l'Uno ma è un numero infinito di corpi, indivisibili (atomoi) per la piccolezza del loro volume. Questi corpi sono in movimento nel vuoto – infatti esiste il vuoto – e unendosi producono la nascita e separandosi producono la distruzione. (Aristotele)
  • Leucippo, di Elea o di Mileto, parteggiando per la filosofia di Parmenide, non seguì però la stessa via di Parmenide e di Senofane nella spiegazione delle cose ma, secondo quanto si ritiene comunemente, una via del tutto contraria. Infatti, mentre quelli concepivano l'universo uno e immobile, non generato e limitato, e non ponevano nemmeno l'ipotesi del non essere, egli pose, come elementi infiniti e in eterno movimento, gli atomi, affermando che anche le loro forme sono in numero infinito, sia perché niente ha una forma particolare piuttosto che un'altra, sia perché ci sono nascite e cambiamenti continui. Inoltre, non sostenne che l'essere esista a maggior ragione del non essere ma considerò l'uno e l'altro egualmente cause delle cose che si generano. Infatti, poiché supponeva che la sostanza degli atomi fosse piena e solida, la chiamò essere e disse che si muove nel vuoto, al quale dette il nome di non essere, dicendo che esso esiste non meno dell'essere. (Simplicio)

Bibliografia[modifica]

  • Leucippo, Dell'intelletto e La grande cosmologia, in Hermann Diels, Walther Kranz, I presocratici. Testimonianze e frammenti, a cura di Angelo Pasquinelli, Einaudi, Torino, 1976.

Voci correlate[modifica]

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