Archita

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Archita

Archita (428 – 360 a.C.), filosofo, matematico e politico greco antico.

Citazioni di Archita[modifica]

  • È necessario che tu impari bene quello che apprendi e dall'insegnamento di altro o dalla tua stessa ricerca. L'apprendere da altri è qualche cosa di estraneo, lo scoprire da sé è proprio dell'uomo. Ma lo scoprire è difficile e raro per colui che non indaghi; agevole, invece, e facile per chi sia dedito alle ricerche; impossibile poi agli ignoranti.
    La ragione, quando sia applicata, elimina la discordia e accresce la concordia, e quando ciò accada non ha luogo l'avidità, e regna l'uguaglianza. La ragione concilia i patti, per mezzo di essa i poveri ricevono dai più ricchi e i ricchi prestano aiuto agli indigenti; persuasi gli uni e gli altri che così avranno uguaglianza di diritti.[1]
  • La sapienza differisce fra tutte le cose umane tanto quanto differisce la vista fra <tutti> i sensi corporei, e l'intelletto differisce dall'anima quanto il sole da <tutti gli altri> astri. La vista infatti è fra tutti gli altri sensi quello che raggiunge gli obiettivi più lontani e che assume più forme, <cosi come> l'intelletto è assolutamente superiore alla ragione discorsiva nel portare a termine il suo compito ed è visione e potenza delle cose più preziose. Il sole, da parte sua, è occhio e anima delle cose naturali; tutte queste cose infatti si vedono e si generano e si concepiscono tramite lui, e una volta che siano radicate e generate si nutrono e crescono e si accendono alla vita dei sensi.[2]
  • Tra tutti gli esseri viventi il più sapiente è l'uomo, perché è capace di contemplare gli enti e di acquisire di essi tutti scienza e prudenza.[3]

Attribuite[modifica]

  • Niuna pestilenza si truova più capitale che la voluttà.[4]

Citazioni su Archita[modifica]

  • Misuratore del mare e della terra e delle innumerevoli arene; uomo che sulle celesti sfere ardito avea di sollevarsi ed aggirarsi. (Quinto Orazio Flacco)
  • Non solo fu grande matematico, ma altresì savio legislatore ed esperto generale. Secondo Diogene Laerzio fu egli il primo che fece uso di un metodo scientifico nello studio della meccanica, applicandovi i principi della geometria. (Gaetano Fazzari)
  • Uomo fra i primi grande e illustre. (Marco Tullio Cicerone)

Note[modifica]

  1. Da Libro delle scienze; citato in Stobeo, Florilegio, XLIII, 135; da Frammenti filosofici, traduzione di Giovanni Stano, Editrice Magna Grecia, Taranto, 1965, p. 49)
  2. Da Sulla sapienza; citato in Giamblico, p. 317.
  3. Citato in Giamblico, p. 319.
  4. Citato in Leon Battista Alberti, I libri della famiglia, in Opere volgari, vol. I, Laterza, Bari, 1960, p. 67.

Bibliografia[modifica]

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