Anassimandro

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Anassimandro ne La scuola di Atene di Raffaello Sanzio

Anassimandro di Mileto (in greco: Ἀναξίμανδρος, 610/609 a.C. – 546 a.C.), filosofo greco antico.

Frammenti da Sulla natura (titolo convenzionale)[modifica]

  • [Anassimandro] ha detto… che principio delle cose che sono è l'infinito… donde le cose che sono hanno la generazione, e là hanno anche il dissolvimento secondo la necessità. Infatti esse pagano l'una all'altra la pena e l'espiazione dell'ingiustizia secondo l'ordine del tempo. (frammento 1) [1]
  • Questa [natura dell'infinito] è eterna e non invecchia. (frammento 2) [2]
  • L'infinito è immortale… e indistruttibile. (frammento 3) [3]

Citazioni su Anassimandro[modifica]

  • Ad Anaximandros forse non era ignoto,come non lo fu a molti scrittori della prima antichità, che anche sulle alte montagne, nei luoghi più distanti dal mare, si trovano conchiglie e resti di animali marini. Se ammettiamo in lui questa conoscenza riesce assai agevole comprendere la sua dottrina secondo la quale la terra era una volta tutta ricoperta dal mare. (Aldo Mieli)
  • Alcuni, tra i quali Anassimandro, dicono che il sole manda luce e ha forma di ruota. Infatti, come nella ruota il mozzo è incavato ma sostiene i raggi che da esso si dispiegano verso la circonferenza esterna della ruota, così anche il sole, mandando luce da una cavità, dispiega i suoi raggi che risplendono all'esterno in giro. Alcuni affermano che da un luogo cavo e stretto, come da una tromba, il sole manda la luce, a guisa di canna di aulo. (Aezio)
  • Anassimandro di Mileto afferma che, a suo parere, dall'acqua e dalla terra riscaldate, nacquero dei pesci o degli animali molto simili a pesci; in questi concrebbero gli uomini, e i feti vi rimasero rinchiusi fino alla pubertà. Quando questi si spezzarono, allora finalmente ne uscirono uomini e donne che potevano già nutrirsi (Censorino)
  • Anassimandro di Mileto, discepolo di Talete, per primo ardì disegnare su una carta la terra abitata: dopo di lui Ecateo di Mileto, viaggiatore instancabile, la perfezionò sì da farne un'opera mirabile. (Eratostene)
  • Anassimandro sostiene che gli astri sono involucri spessi d'aria a forma di ruota, pieni di fuoco, che in una parte delle aperture spirano fiamme. (Aezio)
  • Dice che la terra ha forma cilindrica e altezza corrispondente a un terzo della larghezza. Dice che quel che dall'eterno produce caldo e freddo si separò alla nascita in questo mondo e che da esso una sfera di fuoco si distese intorno all'aria che avvolgeva la terra, come corteccia intorno all'albero: spaccatasi poi questa sfera e separatasi in taluni cerchi, si formarono il sole, la luna gli astri. Dice pure che da principio l'uomo fu generato da animali di altra specie (Plutarco) [4]
  • I Lacedemoni furono avvertiti da Anassimandro, lo studioso della natura, a lasciare la città e le case, vegliando in armi sui campi, perché era imminente un terremoto, dopo il quale evento la città rimase del tutto distrutta e venne giù dal monte Taigeto una massa rocciosa della grandezza della poppa di una nave (Marco Tullio Cicerone)

Note[modifica]

  1. Giunto ai giorni nostri tramite citazione di Simplicio (VI secolo d.C.) in Physica 24, 13
  2. Giunto ai giorni nostri tramite citazione di Ippolito di Roma (m. 235-237 d.C.) in Refutatio contra omnes hæreses (Confutazione di tutte le eresie) I, 6, 1,
  3. Giunto ai giorni nostri tramite citazione di Aristotele in Physica Γ 4. 203 b 13n
  4. Generalmente attribuita a Plutarco ma di dubbia origine.

Bibliografia[modifica]

  • Anassimandro, Sulla natura, in Hermann Diels, Walther Kranz, I presocratici. Testimonianze e frammenti, a cura di Angelo Pasquinelli, Einaudi, Torino, 1976.

Voci correlate[modifica]

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