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Richard Gutzwiller

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Richard Gutzwiller (1896 – 1958), scrittore svizzero.

Meditazioni su Matteo

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IL PRINCIPIO
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di David, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco; Isacco generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli; Giuda generò da Tamar: Fares e Zara; Fares generò Esrom; Esrom generò Aram; Aram generò Amnidab; Amnidab generò Naasson; Naasson generò Salmon; Salmon generò Booz da Raab; Booz generò Iobed da Rut; Iobed generò Iesse; Iesse generò David, il re; David generò Salomone dalla moglie Uria; Salomone generò Roboamo; Roboamo generò Abia; Abia generò Asaf; Asaf generò Giosafat; Giosafat generò Ioram; Ioram generò Ozia:
Ozia generò Ioatam; Ioatam generò Achaz; Achaz generò Ezechia; Ezechia generò Manasse; Manasse generò Geconia e i suoi fratelli al tempo della deportazione in Babilonia E dopo la deportazione in Babilonia, Geconia generò Salatiel; Salatiel generò Zorobabel; Zorobabel generò Abiud; Abiud generò Eliacim; Eliacim generò Azor; Azor generò Sadoc; Sadoc generò Achim; Achim generò Eliud; Eliud generò Eleazer; Eleazer generò Mattan; Mattan generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, detto Cristo.
In tutto dunque le generazioni da Abramo fino a David sono quattordici; da David fino alla deportazione in Babilonia, quattordici generazioni; e dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo, quattordici generazioni.
Il Vangelo inizia con tre grandi nomi: Abramo, Davide, Gesù. Abramo, l'uomo della chiamata, della promessa e della fede, capostipite di tutti i credenti. Davide, che, in nome del Signore degli eserciti, combatte le battaglie di Dio, fa di Gerusalemme la sua città e fonda uno splendido regno. Gesù è la sintesi dei due. Egli, come Logos, è il chiamato per eccellenza da Dio, è l'avveramento di tutte le promesse, porta il nuovo mondo della fede e fonda il nuovo popolo di Dio, formato da coloro che credono in lui. Come Davide, egli è il vincitore di tutti i nemici spirituali di Dio, portatore della nuova Gerusalemme e fondatore del regno divino spirituale. È il Cristo, l'Unto del Signore.

Citazioni

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  • Chi esige il maggior numero possibile di leggi disconosce la dignità dell'uomo libero, lo sottovaluta, ma la richiesta d'abolire le leggi misconosce l'influsso del peccato originale e sopravvaluta l'uomo. (p. 63)
  • Il sentimento giusto che l'uomo dovrebbe nutrire, è quello della conciliazione. (p. 66)
  • L'egoismo si erge contro l'amore. (p. 66)
  • Con la giustizia sola non si cambia il mondo. (p. 66)
  • Lo Stato protegge in primo luogo l'ordine legale, la Chiesa agisce per la riforma dell'intimo. (p. 66)
  • La forza dell'amore è più grande di quella del diritto. (p. 67)
  • La falsa compassione porta a una miseria indicibile, abbandona i princìpi fondamentali e toglie barriere che devono rimanere alzate, fa saltare argini che dovrebbero essere sorvegliati giorno e notte. (p. 71)
  • Lo spirito di Cristo è radicalismo per amore e ogni cristiano deve adoperarsi per questo spirito. (p. 71)
  • Chi non si rifugia qualche volta nel silenzio, si abbruttisce nel chiasso. (p. 89)
  • La preghiera nonè mai perdita di tempo: è l'attività più concentrata di tutte, è un accumulare energie potenziali, che verranno poi tradotte in cinetica. (p. 89)
  • Il cristianesimo non conosce i «molini della preghiera». La quantità non conta nel pregare, né quella del tempo né quella delle parole impiegate. (p. 91)
  • C'è una parola ch'è unica, e rimane, e copre tutte le altre: il Verbo di Dio fattosi uomo. Tutte le parole umane devono mettersi intorno a quest'unica parola e perdersi in essa. Verbum caro factum est. (p. 93)
  • La penitenza visibile è pericolosa, perché vien fatta troppo facilmente soltanto per amore di tale evidenza ed è egoismo ammantato di religiosità, mascherato di moralità. Ogni maschera deturpa, ma peggio di tutte quella religiosa, perché non soltanto deforma chi la porta, ma espone al ludibrio la religione stessa. (p. 94)
  • Dio è colui che basta a se stesso, perché vive nell'infinita felicità della conoscenza e dell'amore. (p. 101)
  • La volontà del Signore è sempre saggezza, il volere dell'uomo è spesso stoltezza. La volontà di Dio è sempre amore, il volere dell'uomo è spesso egoismo. (p. 105)
  • Il trionfo dell'ingiustizia indigna l'uomo che ha conservato il senso della giustizia. (p. 114)
  • Con i compromessi non si adora Iddio e non si aiuta l'uomo. Chi non sa prendere una risoluzione ignora che cos'è Dio. (p. 118)
  • Il nichilismo è germe di disperazione, perché chi è convinto che il nostro sentiero conduce al nulla, si aggrappa con la forza della disperazione a questa breve vita. (p. 121)
  • Chi si è disabituato a varcare le soglie della chiesa, si abitua, fin troppo spesso, a varcare quella del neurologo. (p. 121)
  • I genitori devono vedere le mancanze dei figli. Gli educatori devono scorgere i difetti di quelli che sono affidati alle loro cure. I superiori sono costretti a portare le conseguenze delle mancanze dei loro sottoposti. L'abolizione di ogni critica conduce alla trascuratezza della responsabilità da parte degli uni e al decadimento morale degli altri. (p. 124)
  • Le buone azioni, fatte con amore altruista, indicano la presenza di Dio, perché soltanto nell'unione con lui l'uomo riesce a fare durevolmente il bene. (p. 141)
  • Il miracolo non prova la fede, perché una fede dimostrata cessa di essere tale. (p. 154)

Bibliografia

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  • Richard Gutzwiller, Meditazioni su Matteo, (Meditationen Über Matthâus), traduzione di L. Bornettini Magliano, Edizioni Paoline, Milano, 1962.

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