Willie Peyote
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Willie Peyote, pseudonimo di Guglielmo Bruno (1985 – vivente), rapper e cantautore italiano.
Citazioni di Willie Peyote[modifica]
- La morte di Mango è uno dei momenti più toccanti che io ricordi. Un artista che si sente male sul palco, chiede scusa al pubblico per il disturbo prima di morire è assolutamente incredibile. Certo, lo stile di Mango era lontano dal mio, ma io volevo celebrare la persona, l’artista che lo è fino all’ultimo minuto, con un incredibile rispetto per il suo pubblico.[1]
- [Sulle critiche al brano presentato al Festival di Sanremo 2021] Mi chiedo dove ho sbagliato, se le uniche che si sono incazzate per quello che dico sono le femministe. Quelli che volevo fare incazzare davvero l'hanno presa sul ridere e sono passati oltre, e invece loro, con cui volevo confrontarmi, se la sono presa. Mi spiace molto. [«Secondo te perché è successo?»] Perché è difficile affrontare queste discussioni: essendo io un uomo, se parlo della lotta al patriarcato sbaglio di default in qualunque modo ponga il problema, in quanto faccio già parte della cultura patriarcale. Il che è proprio il motivo per cui ho inserito nel testo una battuta volutamente provocatoria: era un modo per dire che mi spiace non poter più affrontare questi temi, e dall'altra parte vederli sviliti sul palco dell'Ariston in altre forme. [...] Io capisco tutto, ma perché nessuno si pone il problema che durante il Festival [...] il testo di Arisa (scritto da Gigi D'Alessio, un uomo) dica che lei è nuda e lui non si alza dal divano, che Beatrice Venezi voglia farsi chiamare direttore d'orchestra e non direttrice? Parliamo anche di tutte queste cose. [...] [«Le parole criticate dalle femministe nel tuo testo sono state "Mi sono sbagliato / Non ho capito in che modo twerkare vuol dire lottare contro il patriarcato", in riferimento alla performance di Elettra Lamborghini l'anno scorso. Ti hanno accusato di mansplaining...»] Sono andato in un luogo pregno di simboli patriarcali e volevo fare una riflessione, e invece è sembrato quasi che ci sguazzassi. Se dicono che sono un paraculo e un qualunquista mi va benissimo, ma che non ci sia più spazio per le provocazioni e la successiva discussione mi dispiace tantissimo. Il problema della cancel culture è che non bisogna abolire gli argomenti: bisogna trattarli finché non si risolve il problema. E invece sembra diventato impossibile, e non solo rispetto a queste tematiche. [...] [«Non ti aspettavi qualche incomprensione, su un testo del genere?»] Certo, anzi. [...] Mai dire mai (la locura) voleva essere un cortocircuito, e credo che la maggior parte delle persone ne abbiano capito il senso, ma era ovvio che qualcuno avrebbe frainteso le mie parole o che le avrebbe strumentalizzate dando loro un senso che non volevo dare. [...] [«È il paradosso di quando scrivi una canzone che diventa molto popolare: all'improvviso non è più tua, ma di tutti, e ciascuno la interpreta a modo suo.»] Io scrivo come nel rap: una serie di punchline, cioè battute ad effetto, che dovrebbero essere prese come tali, e soprattutto di cui bisognerebbe contestualizzare meglio il soggetto. Quando parlo di It-pop non ce l'ho con i musicisti che fanno quel genere, ma con quei giornalisti che chiamano avanguardia una scena che esiste da almeno cinque anni e di cui non si erano mai accorti prima. Quando parlo di TikTok non ce l'ho con i creators, ma con le case discografiche che aspettano al varco quelli che hanno fatto successo sui social per metterli sotto contratto. Idem per il twerking: non ce l'ho con quello stile di danza o con la Lamborghini, ma punto il dito sul fatto che twerkare a Sanremo non può trasformarti in un simbolo di lotta, soprattutto se vivi nel privilegio da quando sei nata.[2]
Citazioni tratte da canzoni[modifica]
Non è il mio genere, il genere umano[modifica]
Etichetta: ThisPlay Music, 2014.
- Racconto la tua fine in anticipo tipo spoiler. (da Oscar Carogna, n. 1)
- Cos'è l'orgoglio? Se non fingermi fiero di ciò che non voglio. (da Glory Hole, n. 2)
- Scrivo per i posteri pitture rupestri, ma resto anonimo | non voglio neanche il nome sul citofono. (da Don't panic, n. 3)
- Ho visto pecorelle che si prendono gli insulti | giudicate come eroi da una nazione intera, | ragazzi come noi che si prendono manganellate | giudicati come avanzi di galera. (da 1312, n. 4)
- Torino, mentalità ultras vecchia maniera, | solo in qualche vecchia foto sta città era bianca e nera. (da 1312, n. 4)
- Il tempo che passiamo insieme a volte mi fa male, a volte bene, | a volte sembra sale, a volte miele, | a volte mi prende nella bocca dello stomaco e mi stringe, | a volte sembra vero e a volte finge. (da L'una di notte, n. 10)
- La vita è come prendere un treno affollato d'estate: | tocca dividere l'aria con piccoli stronzi e vecchie sudate. (da Turismi, n. 11)
- Ho paura dell'oblio | e ciascuno di noi è spaventato, | teme di essere dimenticato e morire nell'anonimato, | siamo fatti a immagine e somiglianza, | questo per me è già abbastanza per odiarvi tutti ad oltranza. (da Turismi, n. 11)
- La gente alla fine pensa un sacco di cose, il più delle volte a caso, | non so se fa più male quello che gli entra in testa o quello che gli entra nel naso. (da Turismi, n. 11)
- I tuoi eroi fanno cilecca sul più bello, | fighetti strapagati come Matri e Borriello, | esproprio proletario, ti entro in casa col crick, | fanculo i radical chic, restiamo hardcore come Kamil Glik. (da Glik, n. 14)
Educazione sabauda[modifica]
Etichetta: ThisPlay Music, 2015.
- Ma non riesco a concepire di uscire senza bere | perché è come essere Superman senza alcun potere, | io lo faccio per fare un piacere agli altri | così sembrate un po' più interessanti, dovreste ringraziarmi. (da C'era una vodka, n. 3)
- Se i miei pensieri prendessero forma eclisserebbero il sole | così li lascio nascosti ma poi diventano mostri | e se li scrivo esorcizzo ma poi diventano i vostri. (da Etichette, n. 8)
- Come tra uomo e donna | la paura di restare soli sembra amore e passa come una sbornia. (da Etichette, n. 8)
- Ma pensa che se uno che non sa bene la lingua | e non ha nessuna conoscenza, | riesce a fotterti il lavoro con questa facilità | ti servirebbe un esame di coscienza. (da Non sono razzista ma..., n. 10)
- Se non fumi sei un brav'uomo, sei altruista, | chi fuma invece attenta alla tua vita, è un terrorista, | io ho smesso ormai da anni, cinque o sei, | ma devo ammettere che quando pippo molto ancora oggi una siga la fumerei. (da La dittatura dei non fumatori, n. 12)
Sindrome di Tôret[modifica]
Etichetta: 2017.
- Parole vuote ammassate, | prive di vita, impilate, | come un fossa comune, | come ogni cosa che fate. (da Vanvera, n. 1)
- L'analfabetismo è funzionale, | nel senso che serve a chi comanda, | qua hanno tutti una risposta | però qual è la domanda? (da Vanvera, n. 1)
- Ma mi spiegate perché ogni cosa che fate | quando vi schierate si trasforma in una gara a squadre, | basta un attimo, fine del dibattito fra due tifoserie | che tanto le idee giuste son le mie. (da I Cani, n. 2)
- Ma i cani son meglio delle persone | che dicono che i cani son meglio delle persone. (da I Cani, n. 2)
- Se fossi in me saremmo in troppi | e già qui dentro c'è una gran confusione. (da I Cani, n. 2)
- Cosa hai visto una coppia? | Io ho visto due persone sole. | La gente starebbe un po' meglio | capisse che cazzo vuole da sto cazzo d'amore. (da Ottima Scusa, n. 3)
- C'è vita nello spazio? | C'è vita dopo la morte? | Che domande del cazzo, | intorno a me persone già morte. (da Portapalazzo, n. 8)
- Ho costruito intorno a me un castello con muri di forse | dove sono il re e il giullare di corte, | dove sono i "se" in queste frasi contorte, | perché scegliere quella tra mille altre porte. (da Portapalazzo, n. 8)
- Il vostro amore è poco più di una sborrata | e la natura che ci chiede di perpetuare la specie, | mettere al mondo un erede, un'erezione costante già dalle medie, | devi spargere il seme, in fondo siamo animali, | a me sta bene, ma ogni tot faccio due esami. (da Portapalazzo, n. 8)
- Tocca farla semplice, serve all'ascoltatore | se è depresso e canta male, di fissa è cantautore. (da Vilipendio, n. 12)
Iodegradabile[modifica]
Etichetta: Universal Music Group, Virgin Records, 2019.
- Di questi tempi è già qualcosa avere mezza idea, | la gente più è stupida e più procrea | e una statistica così non può che peggiorare, | dovremmo fare un figlio noi solo per compensare. (da La tua futura ex moglie, n. 3)
- Ti sei fatta grande e hai reso il mondo piccolo | ma la distanza pesa più di quel che dicono, | poi stare vicini si corre il pericolo | di essere anche veri e mettersi in ridicolo. (da La tua futura ex moglie, n. 3)
Altre canzoni[modifica]
- Non si è pentito chi mi ha licenziato | perché ha solo seguito leggi di mercato | e quando ha delocalizzato ha salvato l'azienda | quindi di fatto è un eroe, non si offenda. (da Il bombarolo, Faber nostrum, 2019)
- Quest'odio non è mio, per inciso, | è solo l'odio che mi avete iniettato e mi ha quasi ucciso. (da Il bombarolo, Faber nostrum, 2019)
- La paura è la briglia dell'elettore, | però questa paura è un po' meschina, in effetti | si concentra solo su certi gruppetti | e io sono tranquillo non desto sospetti, | da uno così bianco tu non te lo aspetti. (da Il bombarolo, Faber nostrum, 2019)
Opere[modifica]
Non è il mio genere, il genere umano (2014)
Educazione Sabauda (2015)
Sindrome di Tôret (2017)
Iodegradabile (2019)
Note[modifica]
- ↑ Citato in Willie Peyote, il rapper che non t'aspetti: "La morte di Mango è uno dei momenti più toccanti che ricordi", Repubblica.it, 26 ottobre 2019.
- ↑ Dall'intervista di Marta Blumi Tripodi, Willie Peyote: «Quelli che volevo fare incazzare davvero l’hanno presa sul ridere», Rollingstone.it, 6 marzo 2021.
Altri progetti[modifica]
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