Ernesto Assante

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Ernesto Assante (1958 – vivente), giornalista e critico musicale italiano.

Citazioni di Ernesto Assante[modifica]

  • [Su Gianni Nazzaro] Aveva esordito, diciassettenne, in quella singolare discografia "alternativa" che prosperava a Napoli fatta di dischi a 45 giri cantati da perfetti imitatori dei grandi. Il giovane Nazzaro imitava alla perfezione Adriano Celentano, Gianni Morandi e tanti altri, cantava bene e con passione, ma è come solista, nel 1967, che si fa notare al Festival di Napoli, che gli apre le porte verso la fama e il successo nel resto del Paese. Cantagiro, Settevoci, Canzonissima, il Disco per l'Estate, il Festival di Sanremo, gli show televisivi musicali lo vedono nei primi anni settanta sempre tra i grandi protagonisti, molte volte vince, altrettante porta ai primi posti delle classifiche le sue canzoni (su tutte Quanto è bella lei), interpretate sempre con grande maestria, cercando di tener fede alla sua grande natura melodica ma al tempo stesso di non farsi travolgere completamente dalla rivoluzione dei cantautori.[1] 
  • Aveva un soprannome, "Ragazza Uragano", e non le stava male. Sì, perché Stefania Rotolo, scomparsa 40 anni fa il 31 luglio del 1981 a trent'anni, era veramente una ragazza carica di energia. Energia vitale, però, non distruttiva, anzi, comunicava gioia e allegria, voglia di vivere e spensieratezza. Era nata a Roma nel 1951, figlia di Martha Matoussek, una delle leggendarie Bluebelles di Erminio Macario, e aveva iniziato la sua carriera ballando con i 'collettoni e le collettine', il giovanissimo corpo di ballo che accompagnava Rita Pavone nel 1964 e che animò le notti del Piper negli anni successivi, assieme a Loredana Bertè e Renato Zero che diventarono suoi amici.[2]
  • Ci volle qualche anno perché la stella di Stefania Rotolo cominciasse a brillare: avvenne quando Franco Estil, primo ballerino con Raffaella Carrà e noto coreografo televisivo, la scoprì e decise di portarla con la sua compagnia in tour, portandola in America Latina, in particolare in Brasile, dove rimase per qualche anno. Al ritorno in Italia Stefania Rotolo approda nel mondo dello spettacolo italiano, con una particina in un fim di Riccardo Garrone, poi partecipando come ballerina al Cantagiro, nel 1975, e poi a teatro, in uno degli spettacoli di maggior successo di Garinei e Giovannini, Felicibumta con Gino Bramieri. Ma fu la disco music a segnare il suo vero successo, quando nel 1977 viene scelta per condurre, al fianco di Sammy Barbot, Piccolo slam, un programma del primo canale Rai dedicato al pubblico più giovane, dove la Rotolo veste i panni di conduttrice, dj, e showgirl.[2]
  • È difficile nel caso degli Area parlare di rock e della fusione che il gruppo effettuò, sin dal primo disco, tra sonorità e culture diverse, come bene illustra, il brano più famoso dell'album d'esordio, Arbeit Macht Frei (il lavoro rende liberi, frase ch'era scritta all'ingresso dei lager nazisti): Luglio Agosto Settembre (Nero). Già dai titoli dei brani e dell'album s'intravede quel è il loro approccio alla musica che è politico, estremista, violento, liberissimo e che trova la migliore definizione nei dischi seguenti, a partire da Caution Radiation Area del 1974, dove con Lobotomia e Mirage! la formazione punta dritta al rumore, allo scardinamento delle forme sonore, all'arricchimento della trama delle canzoni con elementi sempre nuovi e diversi, dal jazz alla musica balcanica, dall'improvvisazione creativa al pop.[3]
  • [Sul Festival di Sanremo 2008] Il festival di quest'anno ha avuto qualche difetto evidente, nella durata, nella formula, nella scelta delle vallette, più in generale nell'idea di fondo che Baudo ha dello show e della televisione, adatta ad un pubblico che vale quei sette o otto milioni che l'Auditel gli ha comunque certificato. Un pubblico di adulti e vecchi, che segue la musica una sola volta all'anno. Il pubblico abituale della tv. L'altro pubblico, quello che dovrebbe fare la differenza in un caso come questo, non c'era, ha visto i Cesaroni ieri sera, o ha fatto una delle molte altre cose che si possono fare. In un universo in cui ci sono satellite, iptv, e internet, scegliere il festival è frutto di una scelta vera e propria, cosa che fino a qualche anno fa era impensabile. E se si può scegliere è ovvio che si punta a qualcosa di meglio di questo.[4]
  • L'avanguardia era vissuta da Stratos come una ricerca fisica oltre che intellettuale, come del resto aveva testimoniato la sua colloborazione con l'Istituto di glottologia dell'università di Padova, una ricerca vissuta «come un gioco in cui si rischia la vita», come lui stesso amava dire.[5]
  • [Sul Festival di Sanremo 2022] L'esemplificazione perfetta della restaurazione è stata Orietta Berti che ha cantato la dance, difficile da sopportare da qualsiasi parte la si guardi, anche se volessimo vederla come un'operazione ironica, cosa che sicuramente non era. Restaurazione però è anche Dargen D'Amico, è Sangiovanni, è Tananai, è Aka 7even, tanto per citarne alcuni; è la musica "carina", "divertente", "piacevole" ma nulla di più. A compensare la restaurazione ci sono stati Giovanni Truppi, splendidamente solitario nella sua canottiera, c'è stato Massimo Ranieri, solido, impegnato, poetico, ci sono stati Highsnob e Hu, nel loro piccolo bisogno di cura solidale, forse anche il divertimento di La Rappresentante di Lista, ma non è abbastanza per poter dire che il Festival ha tenuto conto di quello che in Italia si muove ancora, si muove davvero, ambisce ad essere non solo intrattenimento ma anche, in qualche modo, arte. Ma davanti ai numeri, alle decine di milioni di spettatori, con punte da record, che Sanremo ha fatto registrare, ogni resistenza è vana; Amadeus e chi ha lavorato con lui hanno avuto ragione, facendo qualcosa che gli italiani, dopo due anni di vita difficile, difficilissima, hanno gradito. Quindi restaurazione, sì, ma anche nuovo inizio, nuovo sentimento collettivo, nuova voglia di cantare insieme. [...] Un festival senza polemiche, senza tensioni, senza scontri, senza follie, senza eccessi, un festival "normale" che è piaciuto a tutti: qualcosa vorrà pur dire.[6]
  • La stagione della disco music porta il suo marchio, il taglio di capelli, biondi e corti, lo stile giovanile, vivace ma mai eccessivo, la simpatia e la comunicativa, avevano consentito a Stefania Rotolo di diventare un personaggio televisivo di grande successo in pochissimi anni, anche perché, come si addice a una showgirl, sapeva cantare, ballare, recitare, condurre, e soprattutto era riuscita a conquistare il cuore del pubblico di tutte le età, bambini, adolescenti e adulti, con una verve e una carica da "uragano" davvero uniche.[2]
  • La vita gli ha riservato anche delle sorprese amare e di certo Nazzaro non aveva mai accettato il destino che era stato riservato alla sua interpretazione di Perdere l'amore. La canzone, scritta da Marcello Marrocchi e Giampiero Artegiani, era stata presentata da Nazzaro alla commissione selezionatrice del Festival di Sanremo del 1987 che l'aveva scartata. L'anno seguente la canzone venne proposta nuovamente, questa volta interpretata da Massimo Ranieri, e non solo venne selezionata ma addirittura vinse il Festival. "A me dissero che la canzone non era adatta al festival", ricordò in molte occasioni negli anni seguenti. Era stato anche vittima di un grave incidente stradale nel 2016, dal quale si era ripreso con molte difficoltà.[1]
  • Otto milioni di telespettatori sono tanti. Sono tantissimi. Conquistare l'attenzione di otto milioni di telespettatori con il Festival di Sanremo 2008 è un risultato eccellente. Ma si, pensateci su qualche minuto. Perchè mai otto milioni di persone dovrebbero mettersi davanti al televisore, per quattro ore di fila, ascoltare Venuti, Minghi, La Scelta, Ponce e Di Tonno, Sonhora, Tiromancino, Ariel, Little Tony, Bertè, Morisco, Mietta, Grignani, Troiani, Cammariere, Vaglio, Finley e Rapetti, con qualche interruzione pubblicitaria, qualche balletto di Bianca Guaccero, qualche amenità della coppia Chiambretti Baudo? Perchè dovrebbero farlo quando esiste una ricchissima programmazione sui canali di Sky, quando c'è la partita, quando Internet offre molte alternative [...], quando si può leggere un buon libro, quando si può chiacchierare con gli altri componenti della propria famiglia, quando si può andare a cena con gli amici, quando si può sentire dell'ottima musica dallo stereo del soggiorno, quando si può andare a cena con degli amici, quando si può bere del buon vino in una buona enoteca,quando si può bere dell'ottima birra in un pub, quando si può provare la cucina cinese, indiana, turca, giapponese [...], quando si può scrivere una lettera a un amico lontano, quando si può fare l'amore da soli o in compagnia, quando si può prendere uno strumento e suonare un po', quando si può provare a dipingere o a disegnare, quando si può andare al cinema o a teatro, quando si può andare a un concerto, quando si può passeggiare per le strade della propria città, quando si può telefonare a qualcuno, quando si può giocare a monopoli o a un bel videogame, quando si può fare una magnifica partita a tresette o a rubamazzo, quando si può dormire o riposare, quando si può giocare a calcetto, quando si può cantare, quando ci si può fare una doccia o un bagno, quando si può imparare a fare la pizza, quando si può stare seduti, in silenzio, e pensare? Eppure, nonostante la vita ci offra queste e molte altre meravigliose opportunità, otto milioni di persone, ben otto milioni di persone, si sono sedute in poltrona, hanno acceso la tv alle 21 e l'hanno spenta all'1 di notte per vedere Sanremo 2008. Otto milioni. Un incredibile trionfo.[7]
  • Quello di Gianni Nazzaro è stato uno dei volti e delle voci più amate della canzone canzone popolare italiana degli anni Settanta, è scomparso a Roma, a causa di un tumore e per la canzone popolare italiana è una grande perdita. Bello, elegante, nato a Napoli nel 1948, Nazzaro era un cantante melodico che aveva saputo bene come attraversare il tumultuoso decennio interpretando l'amore, cantando canzoni scritte da Claudio Baglioni come da Giancarlo Bigazzi.[1]
  • Sono tornati ancora una volta, sono la band di sempre e al tempo stesso una band nuova: gli Spandau Ballet del 2018 hanno un cantante nuovo, Ross William Wild, che ha sostituito lo storico frontman della band, Tony Hadley, e molta voglia di tornare in scena. Sono venuti a Repubblica per presentare la loro 'terza' vita, chiacchierando con noi. E soprattutto il nuovo cantante al pubblico italiano: Ross William Wild e Gary Kemp hanno suonato dal vivo nel nostro studio due dei grandi classici della band True e Gold. Steve Norman, sassofonista e percussionista della band, spiega Gary Kemp, "manda le sue scuse, è impegnato altrove".[8] 
  • Una vera e propria «avventura», quella di Stratos, incredibile sperimentatore che era riuscito a iniziare un discorso sulla voce che non aveva eguali in Italia e nel mondo, un discorso interrotto da una leucemia al midollo spinale che in pochi mesi lo condusse alla morte. Stratos è stato senza dubbio il personaggio più originale e importante nella musica italiana di ricerca degli anni Settanta, proprio per il suo voler sfuggire alle definizioni, per aver saputo, con coerenza e intelligenza, mettere in comune mondi apparentemente lontanissimi.[5]
  • [Sul Festival di Sanremo 2003] [...] vedere il festival non è più obbligatorio da molti anni. Il motivo che ce lo aveva reso familiare era quello che, nel bene e nel male, proponeva canzoni che in qualche modo erano destinate a restare nel nostro patrimonio. Persino le canzoni brutte. [...] E che era l'unico spettacolo rimasto rigorosamente uguale a se stesso per oltre cinquant'anni. Pippo, conservatore convinto, ha provato a fare la maionese usando un'altra ricetta. E la maionese è impazzita. Non vogliamo dire che non andava fatto, sono anni che chiediamo, anche noiosamente, di far circolare a Sanremo la musica che ci gira intorno tutto l'anno, quella che gli italiani ascoltano e consumano volentieri, anche quella brutta, ma vera. Sanremo andava cambiato, e Baudo ci ha provato. Ma lo ha fatto mettendo la musica in secondo piano e trasformando il Festival in un varietà televisivo a tutto tondo, con le soubrette in scena che cantano e ballano, le interviste verità, le star internazionali e i comici. Le canzoni, in fondo, non erano così male. [...] Mentre lo show, ci sia concesso dirlo, non ha offerto grandi motivi d'interesse, costruito in maniera vecchia, massacrato da una regia incredibile, lungo e lento in maniera inesorabile.[9]

Note[modifica]

  1. a b c Da È morto Gianni Nazzaro, una delle voci più amate degli anni 70, repubblica.it, 27 luglio 2021.
  2. a b c Citato in Ernesto Assante, 40 anni senza Stefania Rotolo, la "ragazza uragano", repubblica.it, 31 luglio 2021.
  3. Dalla voce Area, in Gino Castaldo (a cura di), Dizionario della canzone italiana, Armando Curcio Editore, Roma, 1990, pp. 51-52.
  4. Da Sanremo 2008 (ultima serata), assante.blogautore.repubblica.it, 1º marzo 2008.
  5. a b Dalla voce Stratos, Demetrio, in Gino Castaldo (a cura di), Dizionario della canzone italiana, Armando Curcio Editore, Roma, 1990, p. 1627.
  6. Da Sanremo 2022, Ernesto Assante: "Un Festival della restaurazione", rockol.it, 6 febbraio 2022.
  7. Da Sanremo 2008: un trionfo, assante.blogautore.repubblica.it, 27 febbraio 2008.
  8. Da Spandau Ballet, attraverso le barricate, ancora insieme (ma senza Hadley): "Volevamo andare avanti", repubblica.it, 8 ottobre 2018.
  9. Da È finita un'era, repubblica.it, 9 marzo 2003.

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