Arthur Koestler

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Busto di Arthur Koestler

Arthur Koestler (1905 – 1983), filosofo e scrittore ungherese.

Citazioni di Arthur Koestler[modifica]

  • Il personaggio è costretto a fuggire dalla Germania, i suoi genitori sono spinti al suicidio, e tuttavia il gusto che resta, dopo la lettura della novella, è la fragranza del vino locale, assaporato nelle locande di legno scuro situate sulle rive del Neckar e del Reno. Non c'è nulla del furore wagneriano, qui; anzi, è come se Mozart avesse riscritto il Crepuscolo degli dei.[1]
  • Io sono convinto che il conflitto fra la Chiesa e Galileo (o Copernico) non fosse inevitabile; che esso non rientrasse nella natura di un conflitto fatale fra opposte filosofie dell'esistenza che prima o poi si sarebbe verificato, ma piuttosto [si sia trattato di] uno scontro di temperamenti individuali aggravato da coincidenze sfortunate. In altre parole, io credo che l'idea che il processo a Galileo sia stato una specie di tragedia greca, una resa dei conti fra cieca fede e illuminata ragione, sia un errore di ingenuità.[2]
  • [...] la novella aspira ad essere qualcosa di più completo: un romanzo in miniatura. Fred Uhlman raggiunge mirabilmente il suo scopo, forse perché i pittori sanno adattare la composizione alle dimensioni della tela, mentre gli scrittori, sfortunatamente, dispongono di una quantità illimitata di carta.[1]
  • La vera creatività comincia spesso dove termina il linguaggio.[3]
  • Ma esisteva una potente corporazione di uomini la cui ostilità a Galileo non venne mai meno: gli aristotelici delle università. L'inerzia della mente umana e la sua resistenza all'innovazione sono ampiamente dimostrate non solo, come ci si potrebbe aspettare, dalla parte della massa ignorante – che viene facilmente influenzata una volta che se ne è colpita l'immaginazione – ma presso i professionisti dotati di interessi costituiti nella tradizione e nel monopolio del sapere. L'innovazione costituisce una duplice minaccia per le mediocrità accademiche: essa mette in pericolo la loro oracolare autorità ed evoca la profonda paura che il loro completo edificio intellettuale, laboriosamente costruito, possa crollare.[2]
  • Sia moralmente sia anche logicamente il partito [comunista] era infallibile: moralmente, perché i suoi obiettivi erano giusti, cioè in consonanza con la dialettica della storia, e questi obiettivi giustificavano tutti i mezzi; logicamente, perché il partito era la punta di diamante del proletariato, e il proletariato era l'incarnazione del principio attivo della storia.[4]
  • Viandante che passi, ricordati che non potrà esservi nobile discorso o giusto governo fino a quando ci saranno uomini a cui giustizia è negata.[5]

Buio a mezzogiorno[modifica]

Incipit[modifica]

La porta della cella si chiuse con un colpo secco alle spalle di Rubasciov
Egli restò appoggiato con le spalle alla porta per qualche secondo, e accese una sigaretta. Sul lettuccio alla sua destra c'erano due coperte pulite e il pagliericcio era stato rinnovato di fresco. La catinella alla sua sinistra non aveva tappo, ma il foro di scarico funzionava. Il bugliolo accanto era stato appena disinfettato e non puzzava. Le pareti su ambo i lati erano di solidi mattoni, il che avrebbe attutito il suono di qualsiasi colpo contro il muro, ma lì, dove il tubo di riscaldamento e quello di scarico lo attraversavano, era stata data una mano di calce e in quel punto risuonava sonoro; inoltre lo stesso tubo del riscaldamento sembrava un buon conduttore del suono. La finestra aveva inizio all'altezza dell'occhio, così che si poteva guardare nel cortile senza doversi sollevare sospendendosi alle sbarre dell'inferriata. In questo campo tutto era a posto.

Citazioni[modifica]

  • Abbiamo uno straordinario numero di minorati nel Partito. O è causa delle circostanze in cui lavoriamo... o il movimento stesso promuove una scelta di minorati... (p. 47)
  • Guai al pazzo e all'esteta che chiede solo come e non perché (p. 191)
  • Guarda i Gracchi, Saint-Just, la Comune di Parigi. Fino ad ora, le rivoluzioni sono state fatte da dilettanti moralisti. Sono sempre stati in buona fede e sono periti per il loro dilettantismo. Noi, per la prima volta siamo conseguenti. (p. 179)
  • I motivi individuali non contavano per il movimento. La coscienza di Rubasciov non aveva alcuna importanza per esso né si curava di ciò che aveva luogo nella sua mente e nel suo cuore. Il Partito conosceva un solo delitto: l'allontanarsi dal corso prestabilito; e un solo castigo: la morte. La morte non era un mistero nel movimento; non c'era nulla di esaltato in essa: era la logica soluzione a divergenze politiche.
  • L'ultima verità è in penultima analisi sempre una menzogna. Colui che avrà avuto ragione alla fine, sembrerà sempre fallace e pericoloso prima di questo momento. (p. 111)
  • La definizione di singolo è: una moltitudine di un milione divisa per un milione.
  • La natura è generosa nei suoi insensati esperimenti sul genere umano. Perché il genere umano non dovrebbe avere il diritto di fare degli esperimenti su se stesso? (p, 183)
  • La somma di libertà individuale che un popolo può conquistare e conservare dipende dal grado della sua maturità politica. (p. 188)
  • La storia ci ha insegnato che spesso la menzogna la serve meglio della verità... (p. 113)
  • La verità è ciò che è utile al genere umano, la menzogna ciò che gli è dannoso. (p. 253)
  • Noi tutti abbiamo creduto di poter trattare la Storia come un esperimento di fisica. La differenza è che in fisica si può ripetere l'esperimento migliaia di volte, ma nella Storia si può farlo solo una volta. (p. 182)
  • Ogni idea errata che noi seguiamo è un delitto commesso contro le future generazioni. (p. 113)
  • Secondo quello che so della Storia, vedo che il genere umano non potrà mai fare a meno di capri espiatori (p. 252-253)
  • Una persona non può considerare il mondo una sorta di bordello metafisico per le emozioni.

Le radici del caso[modifica]

  • Feynman avanzò l'ipotesi che il positrone non sia nient'altro che un elettrone che, per un istante, si muove all'indietro nel tempo, e che la stessa spiegazione vale per altre antiparticelle. Sul cosiddetto diagramma di Feynman, che presto divenne per i fisici un comune strumento di lavoro, un asse rappresenta il tempo un altro lo spazio; le particelle possono muoversi in avanti e all'indietro nel tempo, e un positrone che viaggia, come tutti noi, nel futuro si comporta esattamente come si comporterebbe un elettrone che viaggiasse momentaneamente nel passato. Le inversioni di tempo postulate da Feynman hanno vita breve, perché nel nostro mondo e le antiparticelle hanno vita breve [...]. (p. 62)
  • Kammerer passò molte ore seduto sulle panchine di diversi giardini pubblici, annotando il numero delle persone che gironzolavano avanti e indietro, classificandole secondo il sesso, l'età, l'abbigliamento, gli oggetti che portavano (ombrelli, pacchi, ecc.). Fece lo stesso lavoro nei suoi lunghi viaggi in tram dalla periferia al laboratorio. Poi analizzò le sue tabelle e trovò che ad ogni parametro mostravano i tipici fenomeni di raggruppamento familiari agli esperti di statistica, ai giocatori d'azzardo e alle compagnie di assicurazione. Tenne conto debitamente di fattori causali o nelle ore di punta del traffico, le condizioni atmosferiche, ecc. (p. 78)

Incipit di alcune opere[modifica]

Ladri nella notte[modifica]

«Se devo andare all'altro mondo oggi, sarà cadendo dalla cima di un camion» pensò Joseph, affondando le dita nella coperta di tela incatramata del grosso veicolo ballonzolante.[6]

Schiuma della terra[modifica]

Durante gli ultimi anni del regno della Regina Vittoria, il Principe di Monaco ebbe un'amante di abitudini inglesi, che desiderava un bagno personale.[6]

Citazioni su Arthur Koestler[modifica]

  • Un romanziere della fama internazionale di Koestler, il cui libro più diffuso si guadagnò poi una recensione lusinghiera di Benedetto Croce, ha narrato in «Schiuma della terra» come la filosofia crociana fosse il nostro argomento di conversazione quotidiana anche in campo di concentramento. (Leo Valiani)

Note[modifica]

  1. a b Dall'introduzione a Fred Uhlman, L'amico ritrovato.
  2. a b Da The sleepwalkers, Parte 5a: The parting of the Ways; [trad. propria].
  3. Da The Act of Creation, 1964.
  4. Citato in Ralf Dahrendorf, Erasmiani, traduzione di M. Sampaolo, Laterza, p. 30.
  5. Da I gladiatori, Marco Tropea editore.
  6. a b Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia[modifica]

  • Arthur Koestler, Buio a mezzogiorno, traduzione di Giorgio Monicelli, Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1974.
  • Arthur Koestler, Buio a mezzogiorno, traduzione di Giorgio Monicelli, Oscar Mondadori, Milano, 1966.
  • Arthur Koestler, The sleepwalkers, Penguin Group, London, 1964. ISBN 0-14-019246-8
  • Fred Uhlmann, L'amico ritrovato (Reunion), traduzione di Mariagiulia Castagnone, Feltrinelli/Loescher.
  • Arthur Koestler, Le radici del caso, Astrolabio Editore, 1972

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