Edith Bruck

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Edith Bruck (1957)

Edith Bruck (1932 – vivente), scrittrice e poetessa ungherese naturalizzata italiana.

Citazioni di Edith Bruck[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Nascere per caso / nascere donna / nascere povera / nascere ebrea / è troppo / in una sola vita.[1]
  • La maggior parte degli ungheresi sono fascisti. Non torno in Ungheria, nella mia Ungheria guidata da Orban, perché ho paura di essere offesa. Io spero che ci sarà un dopo Orban, la democrazia.[2]
  • Mi sono molto arrabbiata quando Primo Levi si è tolto la vita. Ero fuori di me. La vita non appartiene soltanto a noi, urlavo. La sua figura manca, era il suo dovere vivere.[2]
  • Per me la lingua italiana è stata la salvezza. La lingua ungherese procura ricordi negativi, immagini dolorose. Mi sento più libera a esprimermi in italiano, è una lingua fatta per la poesia, attira la scrittura in qualche maniera.[2]

Edith Bruck: "Vado allo Strega per ricordare la storia ai ragazzi"

Intervista di Paolo Rodari, la Repubblica, 23 febbraio 2021.

  • Sopravvissuta ai campi di sterminio, tornai in Ungheria con mia sorella Judit da una sorella più grande. Non voleva ascoltarci. Aveva sofferto per i bombardamenti e la perdita del marito, ma nulla rispetto a quanto avevamo vissuto noi. Così decisi di scrivere, lì potevo dire tutto.
  • Ungheria e Polonia ancora oggi faticano a fare i conti con la Shoah, ad ammettere le loro colpe. La Germania al contrario ha fatto un percorso diverso.
  • Primo Levi mi disse che se non gli avessero pubblicato Se questo è un uomo non avrebbe più scritto nulla. "Non è vero", gli dissi. "Avresti continuato a scrivere per tutta la vita".
  • Mi trovai nuda davanti agli americani quando ci liberarono e provai vergogna. Non così davanti ai tedeschi. I ragazzini tedeschi ci sputavano sulle parti intime. Per me erano solo dei poveri di mente di fronte ai quali non mi potevo vergognare.

«Sono straziata. Ma alle madri dico: non coltivate l'odio»

Intervista di Stefania Falasca sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, avvenire.it, 8 marzo 2022.

  • Ringrazio Dio di non conoscere il sentimento dell'odio, e non capisco chi oggi definisce chi fugge dalle guerre e dalla fame "zecche di cane", che dovrebbero affogare. E soprattutto non capisco come si possa, ancora oggi, usare armi e uccidere pensando di stare dalla parte di Dio.
  • Hai visto le immagini trasmesse? Le ultime... [...] Quelle di un giovanissimo soldato russo che scende dal mezzo blindato per chiedere piangendo un bicchiere d’acqua a una donna ucraina... Lei gli da mangiare e gli presta il telefono per parlare con la mamma... Poveri anche questi ragazzi russi buttati come carne da cannone dentro una guerra sporca, come lo sono tutte le guerre, come bambini armati che non sanno neanche dove si trovano...
  • La pace ha un suo segreto: non odiare mai nessuno. Se si vuole vivere non si deve mai odiare.

«Deportata a 13 anni Dico ai giovani che nel buio c’è sempre una luce»

Intervista di Paolo Di Stefano, Corriere della Sera, 14 marzo 2022.

  • A noi è toccata la cosa peggiore, gli ebrei sono stati perseguitati in quanto ebrei, ed è una cosa che non assomiglia a null’altro, come diceva il mio amico Primo Levi. Milioni di morti, ho visto bambini congelati per terra a centinaia...
  • [Sull'intento di Vladimir Putin di "denazificare" l’Ucraina] È un’altra follia. Ci possono essere fascisti o filonazisti in Ucraina, come dappertutto purtroppo, anche in Italia o in Francia, ma sono una minoranza. È come se qualcuno dicesse che per far fuori Forza Nuova bisogna bombardare l'Italia: una follia che nasce da una menzogna totale.
  • Io non so cosa sia l'odio, la vendetta chiama nuova vendetta, la rivalsa una nuova rivalsa, l'odio un nuovo odio, e non si finisce più... È questo il veleno del mondo. Dobbiamo solo aiutare la pace, non c'è altro. Questo devono fare i ragazzini, andare fuori, farsi sentire, urlare che le guerre sono il fallimento umano.
  • L'uomo più uccide e più muore dentro umanamente, i massacri alimentano i massacri. Più si uccide, più si continua a uccidere e più ci si suicida. Sa cosa succedeva il 27 gennaio 1945? ... Il giorno in cui Auschwitz è stata liberata, i crematori hanno preso a lavorare più di prima, e da Bergen Belsen ci hanno costretti a fare più di mille chilometri a piedi verso la Sassonia. Andavano avanti a uccidere, ammazzare ammazzare, per una spinta malefica, anche se avevano già perso. Lo stesso accade ora: non credo che Putin vinca la guerra, tutti e due perderanno, ma i suoi soldati russi sono ragazzini immotivati, non sanno cosa fare, sono affamati, si impantanano, ma lui va avanti, va avanti, non si ferma, insiste, insiste, anche se per me ha già perso.
  • C'è una schizofrenia, sono uomini che si credono onnipotenti e sono malati di morte. Putin provoca e minaccia, ma ha organizzato molto male la sua guerra, pensava che bastasse un blitz perché gli ucraini alzassero le braccia. Hitler sì che era organizzato molto bene, con scienziati, medici, ingegneri, architetti.

"Piango per l’Ucraina, ma neppure lì sono santi"

Intervista di Umberto De Giovannangeli sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, ilriformista.it, 29 maggio 2022.

  • La guerra logora, distrugge i sentimenti. Per questo dobbiamo partecipare, come individui e come collettività, ad un’azione contro le guerre.
  • Gli ucraini sono accolti come il messia mentre quelli che vengono verso di noi da Paesi lontani, si sente dire, senza ombra di vergogna: che affoghino tutti... Non c'importa niente di loro. Alzano muri, fili spinati. Alzano barriere di odio non solo materiali ma culturali. L'altro da sé viene narrato come minaccia, come un nemico invasore. Guai se arrivano quelli dell'Africa, con la pelle nera. Se poi sono pure musulmani... Siamo razzisti nel profondo. I bambini possono pure essere accolti, basta che siano bianchi e con gli occhi azzurri. Mentre si combatte in Ucraina, con un interesse mediatico che per quanto affievolito resta comunque alto, nel Mediterraneo si continua a morire nel silenzio pressoché totale dell'informazione e della politica. Quei morti non fanno notizia.
  • Penso a Zelensky che ha paragonato la guerra in Ucraina alla Shoah. È un paragone assurdo, improponibile. Guai se qualcuno lo fa... [...] Perché è tutta un’altra cosa. Gli ebrei sono stati perseguitati, distrutti per ragioni razziali. La Shoah è qualcosa che non assomiglia a nient’altro. [...] Con quell'accostamento, Zelensky ha toppato. E per fortuna che il Parlamento israeliano ha protestato.
  • Anch'io piango per l’Ucraina. Ma non sono santi neanche loro. Ricordiamoci nel '41 il massacro di Babi Yar, in due giorni i nazisti sterminarono più di 30 mila ebrei. Quando furono invasi dai tedeschi, gli ucraini collaborarono pienamente. In Ucraina furono uccisi 150mila ebrei. Nelle fosse comuni hanno buttato bambini ancora in vita. Anche la sorella di mia mamma è morta così con i suoi figli. Si dimentica tutto, questo è il problema.
  • Vedrà, la rimozione avverrà anche con questa guerra. Aspetti quando avrà fine, spero il più presto possibile, e poi cominceranno a seppellire quello che è successo. Pensi all'Ungheria. Era fascista come l'Italia, alleata con i tedeschi. Dopodiché arrivati i russi in Ungheria, erano diventati tutti comunisti, da un giorno all'altro. Il popolo va verso il potere.
  • Una volta, un soldato tedesco, che faceva il cuoco nel campo, mi ha chiesto "come ti chiami?". Era il miracolo. Perché voleva dire che tu esisti, in qualche maniera, anche se eri lì calva, a piedi nudi. Nel chiedermi come mi chiamavo, voleva dire che io esistevo, con un nome. Che io sono. Questo basta per andare avanti.

"Ora attaccano i migranti, poi toccherà agli ebrei"

Intervista de ilriformista.it, 21 gennaio 2023.

  • Auschwitz riguarda tutto il mondo. Perfino gli americani e gli inglesi che sono intervenuti troppo tardi, ritenendo la liberazione dei campi un obiettivo secondario della guerra. Nessun paese, tranne in parte la Germania, ha fatto i conti col passato, anzi oggi molti negano le proprie responsabilità.
  • Nessun Paese ha avuto il coraggio di confrontarsi col proprio passato. Vale anche per l'Italia. Per non parlare dell'Ungheria che da fascista si reinventò subito comunista. I popoli si sono adattati al potere del momento. In questo senso, non c'è alcun cambiamento. E oggi mi fa paura la destra che dilaga in Europa, il razzismo e le discriminazioni. Una destra, come quella che adesso governa l'Italia, che cavalca le paure e dice quello che la gente aspetta di sentirsi dire.
  • L'indifferenza alimenta il razzismo, ne è socia fondatrice.
  • Francesco ha fatto molto per quel che può fare un Papa. Lui è voluto venire a casa mia e chiedere scusa non per l'antisemitismo nazista o fascista ma per la persecuzione ebraica di duemila anni che ha partorito Auschwitz. Senza questa persecuzione millenaria della Chiesa, Auschwitz non poteva mai realizzarsi. Con questa visita, lui voleva lanciare un messaggio molto forte e in discontinuità col passato. I due papi precedenti, cosa che ha fatto anche Francesco in seguito, si sono recati alla Sinagoga e tutto è rimasto dentro quelle quattro mura. Lui è venuto a trovarmi a casa e dopo dieci minuti mezzo mondo mi ha chiamato. Papa Francesco voleva lanciare in quel modo un messaggio al mondo. Una cosa unica.
  • L'odio è quello tra russi e ucraini che fanno la guerra. Quello è odio, odio cieco, senza senso.
  • I vecchi sono esclusi totalmente dalla società. Nessuno vuole ascoltarli. Come era successo a noi quando eravamo tornati dai campi. Nessuno ci ascoltava. Io ho cominciato a scrivere nel '46. Nessuno voleva sapere niente. E ora i giovani che dicono ecco il nonno che rompe con le sue storie... Ognuno ascolta solo se stesso.

Edith Bruck: «Sui migranti ho cambiato idea. Non possiamo accogliere quelli che odiano gli ebrei»

Intervista di Paolo Conti, Corriere della Sera, 5 novembre 2023.

  • Sì, è vero, ho cambiato idea dopo il mnassacro dei bambini a Kfar Aza. Per anni, in Italia, abbiamo accolto tutti coloro che arrivavano dal mare. Io stessa dicevo: poveretti, dobbiamo aiutarli. Ma adesso è molto diverso.
  • [Perché Bruck?] Perché l'antisemitismo sta attraversando la Palestina e l'intero mondo arabo. Sono totalmente avvelenati non solo contro Israele ma contro tutti gli ebrei. Hanno imparato e copiato dal nazismo le espressioni più atroci. Dicono: stermineremo tutti gli ebrei, li annienteremo fino all'ultimo. Sono le stesse frasi, esprimono le stesse volontà. Quindi stiamo accogliendo i nostri stessi nemici in casa. Ma vediamo cosa è accaduto in Francia? Quasi otto milioni di immigrati e sono i più antisemiti di tutti.
  • [Quindi secondo lei bisognerebbe fermare l'immigrazione? Però lei è stata sempre a favore dell'accoglienza.] Lo so bene. Io non avevo alcun pregiudizio, ho sempre difeso i più deboli, chi fuggiva dalla fame e dalla guerra. Mi sono sempre schierata dalla loro parte. Ma ora tutto è cambiato, io stessa sono cambiata. Quelle atroci immagini delle teste dei bambini decapitati usate per giocare al calcio sono le stesse di Auschwitz. E ora, in mezzo a chi arriva, è facile immaginare che ci siano terroristi, militanti antisemiti. Davvero non so come si possa fare, difficile selezionare chi arriva. Ma fare entrare tutti, ora, è assurdo.

Incipit di Quanta stella c'è nel cielo[modifica]

Da viaggiatrice clandestina appena fuggita dal paese natio né potevo né osavo respirare, schiacciata com'ero contro la parete del corridoio maleodorante di un vecchio treno freddo e stracolmo. La moltitudine babelica, che sapeva di miseria e fame, di vita salvata come la mia, si spintonava con brusca prepotenza per qualche centimetro di spazio per i piedi. Eli, cognato di mia zia Monika, incaricato di condurmi da lei e di custodirmi fino all'arrivo, mi stava troppo addosso — per caso? — o premeva intenzionalmente contro il mio corpo di quindicenne a ogni scossa dello scompartimento e al passaggio quasi impossibile di qualcuno alla ricerca affannosa del bagno, che era sotto il mio sguardo vigile e rappresentava l'unico rifugio all'avvisaglia di un controllo.

Note[modifica]

  1. Da Versi vissuti – Poesie (1975-1990), EUM Edizioni Università di Macerata, 2018. ISBN 978-88-6056-558-7; in eum.unimc.it.
  2. a b c Citato in Micol Lavinia Lundari, RepIdee, Edith Bruck: "Il Papa, Dio e la Shoah. Non torno nella mia Ungheria guidata da Orban", bologna.repubblica.it, 10 luglio 2021.

Bibliografia[modifica]

Filmografia[modifica]

Altri progetti[modifica]