John Irving

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Le regole della casa del sidro

  • Migliore sceneggiatura non originale (2000)
John Irving nel 2006

John Irving, al secolo John Wallace Blunt Jr. (1942 – vivente), scrittore e sceneggiatore statunitense.

Citazioni di John Irving[modifica]

  • Non scegliamo mai le nostre ossessioni, sono le ossessioni a scegliere noi.[1]
  • Tengo le dita incrociate per Harry. [Potter][2]
  • Uno scrittore non decide di essere comico. Si può scegliere o non scegliere una trama. Si possono scegliere i personaggi. Ma non si sceglie di essere comici; capita di esserlo. (da Vedova per un anno)

Hotel New Hampshire[modifica]

Incipit[modifica]

L'estate in cui mio padre comprò l'orso, nessuno di noi era ancora nato. Neanche concepito: né Frank, il maggiore; né Franny, la più vispa; né io, il terzo; né i due più piccoli, Lilly e Egg. Mio padre e mia madre si conoscevano da sempre, erano cresciuti assieme, ma la loro "unione" – come Frank l'ha sempre chiamata – non aveva ancora avuto luogo quando mio padre comprò l'orso.
"La loro 'unione', Frank?", lo canzonava sempre Franny. Benché Frank fosse il più grande, a me sembrava più piccolo di Franny, e Franny lo trattava appunto come un bamboccio. "Vorrai dire, Frank, che non avevano ancora cominciato a scopare."
"Non avevano ancora consumato la loro relazione," disse Lilly una volta. Benché fosse più giovane di tutti, tranne Egg, Lilly si comportava con noi da sorella maggiore: cosa che irritava Franny.
"Consumato?" disse Franny. Non ricordo quanti anni avesse a quell'epoca, ma Egg non era abbastanza grande per capire certi discorsi. "Papà e Mamma, semplicemente, non scoprirono il sesso finché lui non comprò l'orso," disse Franny. "Fu quella bestia a metterglielo in mente. Era sempre arrapato, il bestione, si strofinava agli alberi, si trastullava da sé e cercava di violentare i cani."
"La storia di Papà," diceva Lilly a questo punto, con un disgusto appena diverso da quello di Frank: Frank era disgustato da Franny, Lilly invece da Papà.
Spetta a me quindi — il figlio mezzano, e il meno dogmatico — mettere le cose in chiaro, o quasi in chiaro. Nella nostra famiglia, la storia preferita era la storia dell'amore di Mamma e Papà: Papà che compra l'orso, Papà e Mamma che s'innamorano e fanno, uno dietro l'altro, Frank, Franny e me ("Pim, pum, pam!" diceva Franny) e poi, dopo una breve sosta, Lilly e Egg ("Due bidoni," diceva Franny).

Citazioni[modifica]

  • Sentii i grandi dare il bacio della buonanotte a Franny, e pensai: ecco che cos'è una famiglia, ti cavi gli occhi e, un minuto dopo, pappa e ciccia. (p. 71)
  • "Per metà della vita, hai quindici anni. Poi un giorno comincia la ventina, poi il giorno dopo è già bell'e finita. Poi la trentina passa in un lampo, come una domenica in buona compagnia. E poi, prima di rendertene conto, sogni di avere ancora quindici anni." (p. 265)

Il mondo secondo Garp[modifica]

Incipit[modifica]

La madre di Garp, Jenny Fields, fu arrestata a Boston nel 1942 per aver ferito un uomo, in un cinema. Ciò avvenne poco dopo l'attacco giapponese contro Pearl Harbor e la gente era, allora, molto tollerante nei confronti dei militari – poiché tutti, d'un tratto, eran andati soldati – ma Jenny Fields, dal canto suo, era decisa di non tollerare il comportamento degli uomini in genere e in specie dei soldati. In quel cinema le era toccato cambiar posto tre volte, ma il soldato si spostava anche lui, standole sempre più addosso. Quando Jenny venne a trovarsi dietro una stupida colonna che quasi le impediva di vedere lo schermo, decise che non ci sarebbe mossa una quarta volta. Il soldato si spostò di nuovo e venne a sederle accanto.
Jenny aveva ventidue anni. Aveva piantato l'università senza neanche finire il primo anno, però aveva portato a termine la scuola da infermiera, e far questo mestiere le piaceva. Era una giovane donna di corporatura atletica, dalle guance sempre colorite; aveva i capelli bruni, lucenti, e una camminata che sua madre diceva mascolina: faceva oscillare le braccia; fianchi e sedere erano tanto snelli che, da dietro, sembrava un giovanotto. I seni – secondo lei – erano troppo grossi; Jenny pensava che, ostentando un tal petto, poteva passare per "una donna facile e dappoco".

Citazioni[modifica]

  • Lo psichiatra si accosta al casino senza il dovuto rispetto per il casino stesso, secondo Garp. Obiettivo dello psichiatra è metter ordine in testa; secondo Garp ciò si ottiene (le rare volte in cui si ottiene) gettando via tutte le cose incasinate. È il modo più spiccio di far pulizia. Quello che invece occorre è servirsi del casino: far sì che le cose incasinate lavorino per te. (p. 211)
  • Non era uno dei punti a favore di Garp, la sua intolleranza verso gli intolleranti. I pazzi lo facevano impazzire. Era come se lui non sopportasse il loro cedimento alla pazzia. Fra l'altro, perché lui faceva spesso uno sforzo per comportarsi razionalmente. Quando qualcuno cedeva all'irrazionale, Garp sospettava che non avesse opposto abbastanza resistenza. (p. 452)
  • "Se stai attento, se usi buoni ingredienti," scrive Garp, "e se non prendi scorciatoie, riesci di solito a cucinare qualcosa di molto buono. Talvolta è l'unica soddisfazione che ti resta, per salvare una giornata. Quando scrivi, invece, puoi adoperare tutti gli ingredienti giusti, metterci tutto il tempo e tutta la cura necessaria e non cavar fuori nulla lo stesso. Ciò vale anche per l'amore. La cucina, quindi, può mantener sana di mente una persona che ce la mette tutta." (p. 207)

La quarta mano[modifica]

Incipit[modifica]

Immaginatevi un uomo, giovane, che stia per vivere in prima persona un evento di durata inferiore ai trenta secondi: la perdita della mano sinistra, ben prima del traguardo della mezza età.
Da piccolo era sempre stato uno scolaro promettente, un bambino gentile e amabile, senza picchi esagerati di originalità. I compagni di classe delle elementari e delle medie che avevano memoria del futuro beneficiario del trapianto di una mano non si sarebbero mai sognati di descriverlo come una persona audace. In seguito, al liceo, nonostante il suo successo con le ragazze, raramente si era mostrato spavaldo e ancor meno spericolato. Sebbene avesse senza dubbio un bell'aspetto, le sue ex fidanzate ricordavano come sua dote principale la mansuetudine.
Al college nessuno lo avrebbe detto destinato alla fama. «Era così poco stimolante», dichiarò una sua ex fidanzata.
Un'altra ragazza che lo aveva frequentato per un breve periodo, dopo la laurea, in una scuola di perfezionamento, ribadì: «Non aveva l'aria di uno che stesse per fare qualcosa di speciale».

Citazioni[modifica]

  • Qualunque pivello è capace di bilanciare con calma uno stronzo di cane su un bastone da lacrosse, ma provate a farlo sotto la pressione di un cane mangiamerda; in qualsiasi sport, la pressione dell'avversario è fondamentale per l'apprendimento quanto un buon allenatore. (p. 61)

Le regole della casa del sidro[modifica]

Incipit[modifica]

Nell'ospedale dell'orfanotrofio – reparto maschi a St. Cloud's, nel Maine – due infermiere erano incaricate di dar un nome ai neonati e controllare che il loro piccolo pene guarisse bene, dopo la circoncisione obbligatoria. A quei tempi (nel 192...) tutti i maschi nati al St. Cloud's venivano circoncisi perché il medico dell'orfanotrofio aveva incontrato difficoltà di vario genere nel curare i soldati incirconcisi durante la Grande Guerra. Questo dottore, che era anche il direttore del reparto maschi, non era una persona religiosa: la circoncisione non era un rito, per lui, bensì un atto strettamente sanitario, da eseguirsi per motivi igienici. Il suo nome era Wilbur Larch e ciò, nonostante il lieve sentore di etere che sempre l'accompagnava, a una delle due infermiere rammentava il legno, duro e duraturo, di quell'albero delle conifere che si chiama, appunto, larice. Odiava però il nome Wilbur, che trovava ridicolo; e l'offendeva come cosa stolta l'abbinamento di una parola come Wilbur con qualcosa di tanto concreto quanto un albero.

Citazioni[modifica]

  • Qui a St. Cloud's è ora che si faccia qualcosa per il bene di qualcuno. (p. 13)
  • Da una parte c'è il corpo umano, chiaramente fatto apposta per volere bambini, e dall'altra c'è la mente umana, molto confusa al riguardo. Talvolta la mente non vuole bambini, e può anche esse perversa al punto di far sì che nasca un figlio a chi pur non lo desidera. A che pro tanta insistenza? (p. 17)
  • Un orfano, secondo lui, nasceva solo per rendersi utile e basta. (p. 43)
  • Talvolta, quando si è etichettati, quando si è marchiati, il nostro marchio diventa la nostra vocazione. (p. 72)
  • "Nessuno, tranne me, mi ha mai messo una mano addosso, per sentire il bambino," disse la donna. "Non val la pena di fare un figlio, se non c'è nessuno che gli va di sentirlo scalciare, o sentirlo muovere" (p. 88)
  • "Adolescenza," scrisse il dottor Larch. "Comincia forse quando, per la prima volta nella vita, scopriamo di aver qualcosa di terribile da nascondere a quelli che ci amano?" (p. 102)
  • Un adolescente scopre che l'inganno è seducente quasi quanto il sesso, e assai più facile a porsi in atto. Può riuscir particolarmente facile ingannare le persone care: chi ti ama è meno propenso ad accorgersi del tuo inganno. Ma se tu non ami alcuno, e ritieni che nessuno ti ami, non v'è alcuno che abbia il potere di pungerti dandoti del bugiardo. (p. 105)
  • "Lei vuole che Homer faccia il medico, Wilbur," disse Nurse Edna, "ma la vita è la sua." "Si aspetta forse che faccia anche lo scrittore?" interloquì Nurse Angela. "E che non si sposi mai?" chiese Nurse Edna, perigliosamente. M'aspetto che si renda utile, pensò Wilbur Larch stancamente. [...] Ma quello che Wilbur Larch si aspettava dal suo giovane apprendista era soltanto quello che credeva di avergli insegnato. (p. 248-250)
  • Quel tanto di ipocrisia che aveva riscontrato nella vita sociale aveva molto turbato Homer: la gente, persino le brave persone — chè certo Wally era una brava persona — facevano un sacco di critiche a qualcuno con cui poi si mostravano perfettamente affabili. (p. 266)
  • Era questo l'amore, e era così che ti arriva -senza lasciarti veruna possibilità di farne uso? (p. 272)
  • "Qualche speranza basta," disse Home Wells, il quale non riconobbe lì per lì la propria voce. "Qualche speranza è tutto quello che si ha, giusto? In aria, sottacqua, oppure qui, sulla terra, da quando nasciamo." O da quando non nasciamo, egli pensò. Adesso riconobbe l'inflessione della propria voce: era il tono del dottor Larch. (p. 381)
  • Homer Wells non si sentiva in salvo. Chi mai, innamorato e insoddisfatto per come il suo amore è ricambiato, chi mai si sente in salvo? Al contrario, Homer Wells si sentiva preso di mira e perseguitato in modo speciale. Qual è quel giovane -sia pure orfano- che ha tanta paziena di aspettare -poi si vedrà- in amore? (p. 389)
  • Pensò alle regole. [...] Le vere regole della casa del sidro erano quelle di Mister Rose. E quali erano le regole a St. Cloud's? Quali erano le regole di Larch? Quali regole il dottor Larch osservava, quali violava, quali modificava e con quali criteri? Chiaramente Candy osservava certe regole, ma messe da chi? E lo sapeva, Wally, che regole fossero? (p. 398)
  • "Ogni volta che lanci una lumaca dalla darsena," Ray disse a Homer Wells per canzonarlo, "costringi qualcuno a ricominciare la vita daccapo." – "Magari gli faccio un favore," disse Homer Wells, l'orfano. Ray dovette ammettere che il ragazzo gli piaceva. (p. 416)
  • Quando il tempo è passato, sono quelli che ti conoscevano una volta che ti vien voglia di rivedere; è con loro che vorresti discorrere. Quand'è passato tanto e tanto tempo, cos'importa quel che loro t'hanno fatto? (p. 470)
  • Se l'aborto fosse legale, tu potresti rifiutarti -anzi, date le tue convinzioni, dovresti rifiutare di eseguirli. Ma dal momento che sono contro la legge, come puoi dire di no? Come puoi riservarti il diritto di scelta in materia quando vi sono tante e tante donne che non hanno la libertà di scegliere, esse stesse? Le donne non hanno scelta. So che sai che non è giusto, ma come puoi, tu -proprio tu, fra tutti- COME PUOI RITENERTI LIBERO DI SCEGLIERE DI NON AIUTARE CHI NON È LIBERO DI OTTENERE ALTRO AIUTO? Tu devi aiutarle perché sai come fare. Pensa, chi le aiuterebbe se ti rifiuti tu? (p. 539)

Libertà per gli orsi[modifica]

Incipit[modifica]

Potevo trovarlo ogni giorno, a mezzogiorno, seduto su una panchina al parco Rathaus con un cartoccio di ravanelli di serra in grembo e una bottiglia di birra in mano. Portava sempre con sé una saliera; e doveva averne in gran numero, poiché non ne ricordo alcuna in particolare. Non erano mai saliere pregiate, però; anzi, una volta ne gettò via una. La mise nel cartoccio con gli avanzi, che finirono in uno dei cestini del parco.
Ogni giorno, alla stessa ora, e sempre sulla stessa panchina – quella meno scheggiata – dalla parte del parco più vicina all'Università. Talvolta aveva con sé un taccuino. Addosso, sempre una giubba da cacciatore con tasche laterali e un tascapane sulla schiena. I ravanelli, la bottiglia di birra, la saliera e il taccuino, tutto quanto scaturiva da quel tascone posteriore. Niente portava in mano, camminando. Aveva con sé almeno tre diverse pipe.

Citazioni[modifica]

  • Poiché infatti c'erano molte guerre collaterali nella guerra. Interi schieramenti cambiavano schieramento. (p. 181)
  • A rischio di apparire polemico, vorrei dire che vi sono due modi per vivere a lungo a questo mondo. Uno, aver con la violenza un rapporto di libero scambio, senza alcun ideale o alcun amore che si sovrapponga a ciò che è conveniente; e se non darai mai risposte dirette, non sarai mai smascherato, non si scoprirà mai che menti per proteggerti. Ma non so, esattamente, quale sia l'altra maniera per vivere a lungo, credo però che comporti una fortuna sfacciata. (p. 234)

Preghiera per un amico[modifica]

Incipit[modifica]

Eccomi condannato a ricordare un ragazzo dalla voce fessa – non già a causa della sua voce, né perché fosse la persona più piccola che io abbia mai conosciuto, o neppure perché fu strumento della morte di mia madre – ma perché è lui la ragione per la quale io credo in Dio: sono cristiano grazie a Owen Meany. Non ho la pretesa di vivere in Cristo, o con Cristo – e men che meno per Cristo, come tanti bigotti pretendono. Non ho una conoscenza tanto profonda del Vecchio Testamento, ed è dai giorni del catechismo che non leggo più il Vangelo – a parte quei brani di cui si dà lettura in chiesa. Mi sono piuttosto familiari quei passi della Bibbia riportati dal mio Libro di Preghiere. Questo, lo leggo spesso. La Bibbia, invece, solo alle feste comandate. Il Libro di Preghiere è molto più ordinato.

Citazioni[modifica]

  • Non vado in chiesa da oltre un mese. Troppi giornali. I giornali sono un brutto vizio. Sono l'equivalente, in campo letterario, delle tavole calde in campo gastronomico. A me succede questo: io colgo in una data notizia una questione che è l'equivalente moral-filosofico intellettual-politico di un hamburger completo; ma, finché dura il mio interesse per tale questione, ogni altra mia curiosità viene da essa divorata, e ogni mia voglia e ogni mia capacità di distacco e riflessione vengono d'un tratto subordinate a questo hamburger nella mia vita! (p. 384)
  • Intendo interessarmi a qualcosa di più cosmico – a qualcosa di più universale; anche se, mi sa tanto, la mancanza di onestà negli affari di governo è una cosa "universale", o no? (p. 426)

Incipit di alcune opere[modifica]

Doppia coppia[modifica]

Mia moglie Utchka (il cui nome ho abbreviato, tempo fa, in Utch) avrebbe potuto insegnare la pazienza a una bomba a orologeria. A me un po' ne ha insegnata, per fortuna. Utch l'ha imparata, la pazienza, per ragioni, diciamo, di forza maggiore. È nata a Eichbüchl, in Austria – una frazione di Wiener Neustadt, cittadina proletaria a un'ora di macchina da Vienna – nel 1938, l'anno dell'Anschluss.

Ultima notte a Twisted River[modifica]

Il giovane canadese, che non poteva avere più di quindici anni, aveva esitato troppo. Per un glaciale istante i suoi piedi avevano cessato di muoversi sui tronchi galleggianti nel bacino a monte dell'ansa del fiume, ed era finito sott'acqua prima che qualcuno riuscisse ad afferrare la sua mano tesa. Uno dei taglialegna aveva cercato di ripescarlo per i lunghi capelli: le dita dell'uomo avevano annaspato nell'acqua gelida, resa densa come una zuppa dalle scaglie di corteccia che si erano staccate dal legname. Poi due tronchi avevano schiacciato con violenza il braccio del soccorritore, spezzandogli il polso. Il tappeto di tronchi in movimento si era completamente richiuso sopra il giovane canadese, che non era più tornato a galla; nemmeno una mano o uno scarponcino erano riemersi dall'acqua scura.

Note[modifica]

  1. Da un'intervista di Alessandra Farkas, Corriere della Sera, maggio 2006.
  2. Da una lettura pubblica con Stephen King e J.K. Rowling, luglio 2006.

Bibliografia[modifica]

  • John Irving, Doppia coppia, Bompiani, 2000, traduzione di Pier Francesco Paolini. ISBN 8845245268
  • John Irving, Hotel New Hampshire, Bompiani, 2000, traduzione di Pier Francesco Paolini. ISBN 8845245276
  • John Irving, Il mondo secondo Garp, BUR, 1999, traduzione di Pier Francesco Paolini. ISBN 8817106267
  • John Irving, La quarta mano, BUR, 2004, traduzione di Giovanni Pannofino. ISBN 8817001821
  • John Irving, Le regole della casa del sidro, Bompiani, 1985, traduzione di Pier Francesco Paolini. ISBN 8845243664
  • John Irving, Libertà per gli orsi, Bompiani, 1996, traduzione di Pier Francesco Paolini. ISBN 8845228797
  • John Irving, Preghiera per un amico, BUR, 2000, traduzione di Pier Francesco Paolini. ISBN 8817202800
  • John Irving, Ultima notte a Twisted River, traduzione di Stefano Bortolussi, Rizzoli, 2010. ISBN 9788817043717
  • John Irving, Vedova per un anno, traduzione di Francesco Bruno, Rizzoli, 2011.

Film[modifica]

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]