Jesús Franco

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Franco nel 2008

Jesús Franco Manera, anche noto come Jess Franco (1930 – 2013), regista spagnolo.

Citazioni di Jesús Franco[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

Da Dei 200 film che ho fatto salvo solo due ore di girato

Intervista di Alessandro Stellino al Joe D'Amato Film Festival, 2005; riportato in filmidee.it, aprile 2013.

  • [Su The Others] Non è paragonabile all’originale di Jack Clayton. Deborah Kerr era fantastica, mentre la Kidman anche se non è una cattiva attrice è troppo fredda, accademica.
  • Balaguero non mi piace. I suoi film sono ben fatti ma senza cuore. Non inventano niente.
  • Quanto ad Alex de la Iglesia, i suoi primi due film, Action mutante e El dia de la bestia, sono interessanti ma ho trovato gli ultimi molto deludenti. Il problema suo e di tutti i nuovi registi spagnoli è che hanno la vita troppo facile! La contraddizione maggiore del cinema spagnolo di oggi è che ci sono più possibilità di prima ma meno libertà. La cosa riguarda in generale lo stato del cinema attuale. Il cinema francese è in piena decadenza, così come quello italiano e tedesco. A Hollywood si fanno film freddi, tutti effetti speciali, e non ci sono più buoni attori. Prendi Angelina Jolie, o Ben Affleck. Non sono attori, sono pupazzi.
  • Non vengo considerato. Se vai in una videoteca di New York trovi decine e decine dei miei film. In Spagna ne circolano appena 5 o 6. Me ne sono andato dalla Spagna perché sotto la dittatura non era possibile lavorare. Quando è terminata la dittatura sono tornato e le commissioni di censura erano formate dalle stesse persone!
  • I primi film di Aranda erano molto interessanti. Un abito da sposa macchiato di sangue, Las crueles... Fata Morgana è molto bello. Poi si è venduto.
  • [Su Orson Welles] Geniale. La persona più intelligente e acuta che abbia mai conosciuto. Era capace di capire che tipo di persona eri e sapere cosa stavi pensando solo con uno sguardo.
  • [Su Orson Welles] Era imprevedibile, come per qualsiasi altra cosa. Se gli andava di girare una scena in un dato momento lo faceva e si arrabbiava con l’attore se non era pronto.
  • [Su Orson Welles] Una volta gli chiesi se, in assoluto, preferisse girare un buon film da regista o interpretare un grande ruolo d’attore. Mi rispose che era lo stesso. Capisci? Per metà era un regista e per metà attore, non dava più importanza al fatto di dirigere un film.
  • Quando nei miei film alla fine si scopre che la protagonista ha solo sognato è perché la censura ha imposto così. Come nel caso di Eugenie... The Story of Her Journey into Perversion: non è affatto un sogno quello che è accaduto alla protagonista.
  • [Su Britt Nichols] Peccato che non abbia proseguito la sua carriera. Non era una grande attrice, ma molto espressiva. Anche se secondo me Polanski la voleva per un altro motivo. Credo che gli ricordasse la moglie, Sharon Tate.
  • Una volta che finisci di girare un film, questo resta nelle mani di gente incompetente e anche le persone più stupide possono permettersi di dire la loro, prendere decisioni e modificare qualcosa. A quel punto l’unica arma che rimane al regista è quella di togliere il proprio nome dai titoli.
  • [Su Soledad Miranda] Una bambina. Sempre allegra e pronta a divertirsi. Sul set faceva scherzi a tutti. Aveva una personalità molto diversa rispetto ai ruoli cha ha interpretato nei mei film.
  • [Su Soledad Miranda] Non era bellissima ma appena entrava in un ristorante o in un teatro tutti si giravano a guardarla. Possedeva una grazia e un fascino incredibili.
  • [Su Soledad Miranda] Christopher Lee non la voleva [per il ruolo di Lucy Westenra ne Il conte Dracula]. Diceva che non andava bene per il ruolo, perché Lucy doveva essere bionda, tutt’altro tipo di ragazza. Allora gli ho detto “Va bene. Facciamole provare una scena e se mi dici che non la trovi adatta la cambiamo”. Quando la vide in azione cambiò subito idea.
  • [Su Romina Power] Era una ragazza molto stupida. Ma d'altra parte era la figlia di un cowboy. Farle capire le cose che andavano fatte era un'impresa impossibile. Abbiamo lottato tutti per ottenere qualcosa di decente da lei, non solo io ma anche Mercedes McCambridge e gli altri attori che lavoravano sul set di Justine.
  • [Su Delirium] È un film che ho potuto realizzare in piena libertà, ma inizialmente ci furono molti problemi, perché in origine si trattava di una coproduzione ispano-tedesca. La commissione di censura spagnola lesse la sceneggiatura e disse che non andava bene. Volevano censurarlo ancora prima che venisse girato! Per fortuna il produttore disse “facciamo tutto da soli”. E così fu.
  • [Su Christopher Lee] Era uno che voleva fare Shakespeare a teatro e invece non faceva altro che Dracula, la Mummia o il mostro di Frankenstein nei film di Terence Fisher e altri. [...] Lo convinsi che [Il conte Dracula] sarebbe stato un Dracula diverso, più simile a quello del romanzo di Stoker. Cambiò atteggiamento qualche tempo dopo, dopo essere stato in America e aver fatto altri film. Divenne più rilassato. Ad ogni modo, durante il monologo di Dracula nel mio film ho avuto per la prima volta nei miei film l’impressione di trovarmi davanti a un grande attore.
  • [Su Il conte Dracula] Penso che sia abbastanza buono, l’unico veramente fedele al romanzo di Bran Stoker. È quello che ha detto anche Coppola molti anni dopo quando ha girato la sua versione, ma come può essere fedele un film in cui Dracula si innamora di una ragazzetta e gli passa la voglia di mordere e succhiare sangue!!? Caso mai, quando si innamora vuole più sangue!
  • [Su Klaus Kinski ne Il conte Dracula] Mai avuto problemi. Siamo diventati amici subito. Aveva insistito che se doveva fare Renfield l’avrebbe fatto solo all’interno di un vero manicomio. Io gli dissi che per me non c’era problema, ma i produttori temevano che una volta fatto entrare in un posto come quello non l’avrebbero più fatto uscire!
  • [Su Klaus Kinski] Non c’era bisogno di spiegargli le cose, ma quando non era convinto o la scena era particolarmente difficile era capace di farti 10 versioni diverse dell’interpretazione. Tanto per farti capire le sue enormi potenzialità espressive.
  • [Su Il cacciatore di uomini] È un film piuttosto scadente. Il problema è che era fatto con pochi soldi e il produttore tedesco – si trattava di una coproduzione con l’Italia e la Spagna – era davvero uno stronzo. Un mangia-salsicce di Monaco che era un produttore come io sono il direttore di un supermercato. Era sempre in ritardo con i pagamenti e, come se non bastasse, il direttore di produzione, uno spagnolo, era un cretino e a un certo punto l’ho mandato via, perché preferisco fare io due lavori piuttosto che avere accanto una persona che fa male il suo o, peggio ancora, non fa niente di quello che dovrebbe.
  • [Su Sabrina Siani ne Il cacciatore di uomini] Lei era molto stupida. Ma ancora più stupida era la madre, che era sul set perché la figlia era molto giovane. Divenne lo zimbello della troupe perché non faceva altro che ripetere a tutti "non trovate che la mia ragazza sia proprio bellina?". A un certo punto non ce l’ho fatta più e quando mi ha detto "non trova, dottore, che abbia davvero un bel corpicino?", ho risposto – ammetto di essere stato un po’ maleducato – "sì, sua figlia ha davvero un bel sederino", e lei se l’è presa a morte!
  • Conosco Herzog personalmente e credo che abbia fatto qualche buon film, Aguirre e L'enigma di Kaspar Hauser, ma il resto non mi piace granché. Il suo Nosferatu non mi piace affatto. Non aveva senso rifare il film di Murnau, che è un film meraviglioso, un capolavoro assoluto. Parlavo spesso di lui con Klaus Kinski che, come sai, è suo amico e mi diceva sempre che era pazzo, stupido e pretenzioso. Ma naturalmente anche Kinski è pazzo. Completamente.
  • Per me non esiste un cinema di "serie b". Esiste un cinema di idee e un cinema senza idee.
  • [Su Il sangue e la rosa] Non è un brutto film, ma lo trovo troppo freddo, come tutti i film di Vadim che era un regista molto snob.
  • [«Tra il personaggio di Dracula e quello di Frankenstein quale preferisce?»] Quello di Dracula! È molto più profondo, possiede una qualità letteraria altissima. Frankenstein, il Barone, non è che una vittima.
  • [Su Harry Alan Towers] Era incosciente! E lo è stato tutta la vita. Sul piano professionale aveva tutta una serie di difetti, non era puntuale, pagava in ritardo. Certe volte non è stato nemmeno corretto con le persone con cui lavorava.
  • [Su Christopher Lee] È sempre stato molto gentile e simpatico, però freddo, c’era sempre una certa distanza tra te e lui, come se non si volesse mai concedere del tutto. Ma questa è una cosa che riguarda tanti inglesi. Con il tempo è cambiato. Soprattutto dopo aver lavorato in America.
  • [Su Shirley Eaton] Sul suo conto circolava una leggenda: correva voce che fosse una divoratrice di uomini, una bionda letale... Invece era tutto il contrario: una persona amabile, molto tranquilla, una borghese come tante altre, felicemente sposata, e una seria professionista.
  • [Su George Sanders] Un attore eccellente, dotato di uno humour fantastico. Aveva alle spalle un passato misterioso e circolavano tante voci strane sul suo conto ma l’uomo che ho conosciuto io era amabilissimo e finemente educato.
  • Non ho mai voluto mischiare le mie idee politiche con il cinema. Sono un uomo di sinistra al 100%, un anarchico, ma ho sempre lasciato le mie idee fuori dai film che ho fatto
  • Non mi piacciono i morti viventi. Sono stupidi. Basta una spallata e cadono a terra.
  • Detesto le etichette. In ogni caso preferisco pensarmi come un outsider o un marginale. La mia marginalità non mi ha mai pesato. È sempre meglio che essere il favorito del sistema. L’unica e sola morale è quella della tua coscienza, ed è quella che devi rispettare. Io la notte voglio dormire, non mi piace andare a letto con l’idea di essere un bastardo o un traditore.

Da Jesus Franco

Intervista di Mario Bucci e Stefano Reggiardo, effettonotteonline.com, Joe D'Amato Horror Festival 2005.

  • Mi piacciono molto i film intellettuali, ma non per girarli, perchè il cinema per me deve essere aperto, cercare cose nuove e non essere stanco di un genere, di due generi.
  • Per me sono due cose diverse, è come se il cinema fosse mia moglie e il jazz la mia amante.
  • Molta gente pensa "ah quello fa film erotici!" e allora? Come sono nato? Tutti noi nasciamo così... e io sono nato perché mio padre ha avuto il piacere di fare l'amore con mia madre...
  • Corman è un bravo regista, ma lui non vuole fare più la regia, e non gli piaceva così tanto il cinema per continuare a fare la regia.
  • Io lo conosco Corman, è un uomo molto in gamba, molto intelligente, ma ha perso il piacere di girare.
  • Ogni cosa che è proibita è terribile. In Spagna adesso per esempio non c'è una censura come prima, ma esiste... ed è in testa!
  • De Sade, De Sade... è un genio della letteratura, che è stato proibito per parecchie ragioni che conosciamo, ma come scrittore è grandissimo. Prima di tutto, prima di parlare del sadismo, di quello che ha fatto, lui ha prima di tutto scritto, ed è meraviglioso.
  • Gli attori sono persone molto particolari, pensano tante volte che il regista li voglia distruggere o si lasciano prendere dalla gelosia, ma nel mio caso no, con me credo che il rapporto sia più naturale, anche con attori che hanno la reputazione di far casino, come Klaus Kinski, io non ho mai avuto un litigio, non ho mai avuto un problema.

Da Jesus Franco Manera, un’intervista con il grande regista

Intervista di Stefano Bellotta, mondoraro.org, novembre 2009.

  • Ho fatto dei film interessanti, o carini. Ma non ho mai fatto qualcosa di grande, dal mio punto di vista.
  • Credo che la morte e il sesso vadano a braccetto. Se si fa sesso in modo divertente, è tutto a posto... Ma quando si sta facendo sesso in modo serio, la morte è sempre in giro.
  • Penso che sia un errore considerare i registi, come degli artisti. Penso che un regista faccia film per intrattenere la gente, ma non devono essere considerati come se fossero tanti Cervantes. Uno dei maggiori problemi ora, con tutti questi festival e premi è che si fa confusione tra qualità e bellezza... ma i registi intrattengono il pubblico e basta. Un film è un film. È qualcosa per far divertire un paio d’ore. Non è Shakespeare.
  • Orson Welles, il mio grande amico, è uno che dovrebbe essere ricordato come un genio. Ho lavorato con lui per molto tempo, ed era così intelligente e brillante.

Da Intervista Jess Franco

Intervista di Davide Pulici, nocturno.it, 2012.

  • Ho conosciuto soprattutto il cinema americano, perché quello europeo era pressoché bandito a causa della sua libertà. Non appena si vedeva Ginette Leclerc mostrare una coscia veniva tagliato e proibito. Non potete nemmeno immaginare che stronza di censura vi fosse. Il giorno in cui ho deciso fermamente che volevo fare cinema, ho capito che avrei dovuto abbandonare la Spagna, scappare via.
  • [Su Tenemos 18 años] Un film massacrato dalla censura e quasi proibito. Erano molto intelligenti, i bastardi. Non vietavano i film, ma tagliavano le scene o lo bollavano come film di terza visione, cosa che impediva di farlo uscire nelle sale di prima visione. Il film era relegato nei cinema di quartiere. È un primo film molto molto folle, una sorte di trailer della mia opera futura.
  • Trovo che la cosa più importante sia ciò che succede nell’inquadratura, noi registi ci preoccupiamo troppo della dimensione pittorica del cinema, si arriva a volte a delle cose visive meravigliose ma l’essenziale è ciò che si mette in scena dentro l’inquadratura, il gioco degli attori, dare una veridicità all’interno dei miei film che non sono affatto realistici. Bisogna dare l’impressione che ciò che succede è vero, perché lo spettatore accetti le mie follie.
  • [Su Il diabolico dottor Satana] Ho fatto questo film quasi per caso. Volevo adattare La ribellione degli impiccati di B. Traven, che adoravo, ma che era stato bloccato dalla censura quando era già in lavorazione. Siccome la produzione non poteva fermarsi è stato necessario trovare un’altra cosa. Avevo già avuto esperienza delle seccature della censura vissute dai miei colleghi come Bardem. Se la storia non si svolgeva in Spagna ma in un Paese dell’Europa centrale, loro se ne fottevano. Ho avuto l’idea, siccome adoravo da sempre l’espressionismo tedesco, di far vedere ai due produttori, francese e inglese, Le spose di Dracula di Terence Fisher, che aveva un grande successo al cinema. I produttori non vanno praticamente mai al cinema, vedono solo i film dei loro amici. Non conoscevano quindi niente del cinema di paura; hanno visto il film e hanno capito che funzionava commercialmente e quindi hanno accettato di produrre una cosa di questo tipo.
  • Sono un musicista di jazz che fa dei film.
  • Non amo i film pedanti e detesto le commistioni e le commedie di costume. Non credo ai film con il messaggio, mi fanno cagare. Il cinema dev’essere uno spettacolo, ho sempre ammirato il cinema di avventura classico, ma costa caro. Quindi tra le cose che mi interessano era più facile realizzare dei thriller o dei film erotici, che adoro.
  • Credo che l’erotismo debba essere surrealista, occorre mostrare delle immagini che corrispondano più al desiderio che alla realtà. Evidentemente sono stato costretto a dare un po’ di carne ai miei film nel momento in cui la pornografia è stata legalizzata un po’ ovunque in Europa.
  • Io non trovo necessario spiegare che un uomo si trasforma in un licantropo perché c’è la luna piena o perché è mezzanotte: non c’è niente da capire, non si può spiegare Dracula a ogni film, è là una volta per tutte, pieno di violenza. Spiegare è una perdita di tempo e una stronzata.
  • Ho un grandissimo rispetto per Bram Stoker, contrariamente a Coppola che l’ha tradito. Si dice che io abbia tradito Bram Stoker perché non ho rispettato alcuni piccoli dettagli e mi sono permesso dei piccoli scherzi, ma amo Dracula, è un personaggio straordinario, uno dei più potenti della letteratura e considero il romanzo un capolavoro.

Filmografia[modifica]

Altri progetti[modifica]