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The Others (film 2001)

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The Others

Immagine The Others Logo.jpg.
Titolo originale

The Others

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America, Italia, Spagna, Francia
Anno 2001
Genere horror
Regia Alejandro Amenábar
Soggetto Alejandro Amenábar
Sceneggiatura Alejandro Amenábar
Produttore José Luis Cuerda, Fernando Bovaira, Sunmin Park
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

The Others, film del 2001 con Nicole Kidman, regia di Alejandro Amenábar.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Scoprirete presto che a volte questa casa non è esattamente un paradiso. (Grace)
  • In questa casa nessuna porta deve essere aperta prima che l'ultima sia stata chiusa. (Grace)
  • Benedetto sia il far del mattino, Gesù, a cui prego e mi inchino. Benedetta sia la Vergine pura, che saluto con fede sicura. (Anne e Nicholas)
  • Questa casa è come una nave e qui la luce deve essere controllata come se fosse acqua, aprendo e chiudendo le porte. (Grace)
  • Lo dice anche nostra madre, dice che tutte le storie sui fantasmi sono sciocchezze. Poi però si aspetta che crediamo a quello che c'è scritto nella Bibbia. (Anne)
  • Il dolore per la morte di una persona cara può portare a fare le cose più strane. (Bertha)
  • Anche noi abbandonammo l'isola. Anche se a volte quando si lascia un luogo capita che rimanga dentro il tuo cuore, in ogni momento. A me è sembrato di non avere mai lasciato questa casa. (Bertha)

Citazioni su The Others[modifica]

  • Bene impacchettato dalla regia del cileno Amenàbar, al primo film hollywoodiano, The Others è una ghost story tagliata su misura per la Kidman, decisissima a mostrate doti di grande attrice in una parte che ricorda quella di Ingrid Bergman in Angoscia. Si può apprezzare la sobrietà della messa in scena, essere grati ad Amenàbar per la parsimonia negli effetti speciali: ma la gratitudine non può spingersi al punto di far scambiare il suo per un bel film. Rispetto ai classici del genere non s'impara nulla di nuovo. (Roberto Nepoti)
  • Il ventinovenne Amenábar – anche sceneggiatore e autore delle musiche – appronta un'algida e funzionale imitazione dell'horror di una volta (con ovvio rimando a Suspense di Clayton): porte che sbattono, brividi metafisici e neanche una goccia di sangue. Ma il meccanismo narrativo è aggiornato ai tempi e un po' troppo furbetto, sia nella sorpresa (a dire il vero prevedibile) sia nel tema degli «intrusi» che occupano la casa: chi sono i legittimi proprietari, i vivi o i morti? Co-produzione internazionale (ci mette i soldi anche Tom Cruise) girata con stile impeccabile e anonimo, al servizio del virtuosismo della star. (Il Mereghetti)
  • L'arrivo di tre ambigui domestici e l’apparizione "impossibile" del marito rafforza il clima angoscioso di questa ghost story di occupazione, risolta con un colpo di scena finale alla Shyamalan che ne ribalta la natura e i significati. Chi sono gli "altri", gli "intrusi" della casa? Il tema del mondo dei morti che si mescola con quello dei vivi innerva questa storia, strutturata a scatole cinesi e fondata su quell’esitazione che, secondo Tzvetan Todorov, è il principio che dà vita al fantastico: qui l'incertezza è, insieme, dello spettatore e di alcuni personaggi. Il finale che la scioglie riporta al livello realistico (o almeno razionale in chiave psicoanalitica) un film che comincia dove finisce la storia di Medea. Amenabar, anche sceneggiatore, lo governa con astuzia imitativa, virtuosistica compattezza figurativa (fotografia di Javier Aguirresarobe) e innegabile efficacia nel sostenere la suspense. Ben doppiata da Chiara Colizzi, la Kidman sostiene intrepidamente il confronto con Deborah Kerr e altre Joan Fontaine del passato. (il Morandini)
  • Nicole Kidman è ormai un'attrice per tutte le stagioni. Non c'è ruolo, non c'è film che non la vedano protagonista efficace e versatile, capace di reggere sceneggiature d'autore così come film commerciali. È il caso di quest'opera che vuole consolidare il suo status di Grace Kelly degli anni Novanta, tenendo presente il bisogno di non far adagiare troppo a lungo il pubblico in poltrona. Brividi e colpo di scena non mancano. (il Farinotti)
  • Non è paragonabile all’originale di Jack Clayton. Deborah Kerr era fantastica, mentre la Kidman anche se non è una cattiva attrice è troppo fredda, accademica. (Jesús Franco)

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