La peccatrice (film 1940)
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La peccatrice
Paola Barbara e Vittorio De Sica nel film
Titolo originale |
La peccatrice |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1940 |
Genere | drammatico |
Regia | Amleto Palermi |
Soggetto | Amleto Palermi |
Sceneggiatura | Amleto Palermi, Umberto Barbaro, Luigi Chiarini, Francesco Pasinetti |
Produttore | Giulio Manenti |
Interpreti e personaggi | |
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La peccatrice, film italiano del 1940 con Paola Barbara, regia di Amleto Palermi.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Se guardo mia madre e mia madre mi guarda, mi sembra di essere una ladra. [...] Sì, di continuare a rubare la cieca fiducia che ha in me. (Maria)
- Il mondo è tanto grande, ci sarà posto anche per me. (Maria)
- Pare impossibile ma quando c'è un bambino in una casa, il padrone diventa lui. (Salvatore)
- Quando s'è sbagliato una volta, non c'è più niente da fare. (Maria)
Citazioni su La peccatrice
[modifica]- È stata un'ottima idea quella di ricordarsi, come han fatto gli autori del film italiano La peccatrice, di quella parte non spregevole (anzi in qualche caso assai grata al ricordo) della nostra vecchia produzione, che si ispirava al verismo degli scrittori del mezzogiorno Verga e Capuana.
Dopo tanti mediocri racconti di casi che vivevano soltanto nella luce dell'astrazione e della praticità, il racconto tolto da una tranche de vie offriva più di una probabilità favorevole. In un clima italiano di scale meridionali, di piazzette e porti di paese, Paola Barbara porta una dolente umanità di donna colpita nel centro della sua vita morale. (Pietro Bianchi) - Film denso che dà spesso nel tragico. Melodramma con risvolti di critica sociale. Alcuni momenti di grande intensità. La Barbara è di un'espressività penetrante. (il Morandini)
- [Paola Barbara] ha anche l'occasione di interpretare uno dei personaggi più belli e più intensi del cinema fascista, un personaggio in odore di neorealismo, ideato e diretto con mano felice da Amleto Palermi in La peccatrice (1940), storia di una brava ragazza che le vicissitudini della vita e la bramosia degli uomini spingono a fare la prostituta, ma che in un impeto di amor proprio riesce a ravvedersi e redimersi; un personaggio non del tutto negativo che Paola Barbara non solo interpreta con calore e umana partecipazione, ma addirittura lo vive. (Dizionario del cinema italiano)
- Il suo ruolo più complesso [di Paola Barbara] resta però quello della ragazza madre di La peccatrice (1940), sadica parabola scritta da Umberto Barbaro, Luigi Chiarini e Francesco Pasinetti e diretta da Palermi: nel film, che combina uno stilizzato accademismo con il verismo più schietto, la B. espia la sua sensualità rinunciando all'amore e scivolando sempre più in basso, fino al postribolo dal quale la salverà il perdono materno. (Melania Mazzucco)
- La peccatrice (1940) fu per l'epoca un film di straziante verità e di struggente commozione, un film quasi "realista", fuori dai canoni delle commedie scacciapensieri e dei film in costumi sfarzosi, un'opera scritta da letterati come Luigi Chiarini, Umberto Barbaro, Francesco Pasinetti e girato a Roma nel Centro sperimentale di cinematografia, inaugurato da non molti anni. Paola Barbara dimostrò qualità espressive nel genere drammatico del tutto insospettate, entrando di diritto fra le grandi interpreti del cinema di regime. (Enrico Lancia)
- La pubblicità annuncia La peccatrice come il capolavoro di Amleto Palermi; e di questo nostro infaticabile regista è certo, con Cavalleria rusticana, il film di maggiore impegno, e che vuole staccarsi da parecchia della nostra produzione corrente. Anzitutto il tema, assai difficile: la caduta e la redenzione di una giovane donna. Poi la tessitura: a romanzo, decisamente, non a novelletta. Poi la protagonista: centro e vittima ed eroina della complessa vicenda. Infine gli ambienti, alcuni dei quali non esitano di portare l'obiettivo in zone discretamente... rimote dall'uso, basterà dire che le prime sequenze s'inquadrano in una casa di malaffare. Questi che ho enumerato sono tutti elementi ed intenzioni a favore del film: per i loro assunti, per il loro coraggio. (Mario Gromo)
- Un film denso, che dà sovente nel tragico, e che reca onnipresente lo sforzo di conferire un senso drammatico [...] agli episodi, taluni dei quali molto belli (per es. la scena al ristorante), altri meno. (Michelangelo Antonioni)
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