Pakistan
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Citazioni sul Pakistan.
Citazioni
[modifica]- Ciò che è successo di recente in Pakistan [...] ci dimostra quanto sia inutile imitare la democrazia occidentale. Sono finiti in esattamente la stessa situazione da cui cominciarono. (Mohammad Reza Pahlavi)
- Il Pakistan è un paese magnifico con un orizzonte insolitamente vasto. Per essere degno di capeggiarlo, bisogna possedere un cuore altrettanto magnifico unito a una rara ampiezza di visione. (Sheikh Mujibur Rahman)
- [Nel 1956, quando Pakistan inglobava l'attuale Bangladesh] Il Pakistan è un paese unico composto da due parti che sono separate da una distanza di più di mille miglia [...] Queste due parti differiscono in tutti i punti, eccetto per due cose, vale a dire che condividono una religione comune, esclusa una fetta della popolazione dell'East Pakistan, e che abbiamo raggiunto la nostra indipendenza grazie ad una lotta comune.Queste sono gli unici due punti che sono comuni a entrambe le parti del Pakistan. Con l'eccezione di queste due cose, tutti gli altri fattori, viz [cioè], la lingua, la tradizione, la cultura, i costumi, le consuetudini, la dieta, il calendario, il tempo standard, praticamente tutto è diverso. Non c'è, in effetti, niente in comune tra le due parti, specialmente rispetto a quelle [cose] che costituiscono sine qua non una nazione. (Abul Mansur Ahmed)
- Il Pakistan è uno stato terrorista e dovrebbe essere riconosciuto come tale e isolato. (Rajnath Singh)
- Il Pakistan, malgrado l'attaccamento della maggior parte del suo popolo verso un certo tipo di politica elettorale, resta una nazione costruita attorno ad un esercito. Paradossalmente, persino i cittadini che parlano di più di democrazia, spesso guardano all'esercito come a un potenziale salvatore, una sorta di deus ex machina che, nei momenti cruciali, può intervenire per far uscire la nazione da un'impasse. In poco più di mezzo secolo come stato, il Pakistan ha subito quattro golpe militari, ognuno dei quali accolto inizialmente con favore dalla maggior parte del popolo. (Amir Taheri)
- Il Pakistan non è un paese come gli altri. È unico. È un paese musulmano dotato di armi nucleari. Il solo. (Bernardo Valli)
- Il Pakistan, paese di 140 milioni di abitanti di cui il 20 per cento sciiti, è da anni in preda a una sanguinosa guerra intestina alimentata dall'odio settario religioso e razziale che si interseca con il più vasto quadro di rivalità con gli stati contigui. (Magdi Allam)
- Il Pakistan rappresenta da tempo un'incognita. La sua immagine è quella di un paese con due volti: talvolta prevale quello che esprime stabilità militaresca in una regione tormentata; talvolta quello che al contrario annuncia, minaccia esplosioni di fanatismo capaci di sconvolgere ancor più la già traumatizzata regione. (Bernardo Valli)
- India e Pakistan. Come Corea del Nord e Corea del Sud, o la NATO e il vecchio Patto di Varsavia. Se due parti dovevao usare le armi nucleari una contro l'altra, sarebbero state l'India e il Pakistan. Tutti lo sapevano, tutti se lo aspettavano, ed è esattamente per questo che non successe. Perché il pericolo era così onnipresente che nel corso degli anni era stato progettato un sistema per evitarlo. Il telefono rosso tra le due capitali era attivo, gli ambasciatori erano in stretti rapporti di amicizia, e i generali, i politici e tutti quelli coinvolti nel processo erano addestrati per far sì che il gorno temuto da tutti non arrivasse mai. (Max Brooks)
- L'Islam è immenso, e il Pakistan è una minuscola parte dell'Islam: certo tra le più progredite. (Oriana Fallaci)
- La fragilità interna del Pakistan è testimoniata dalla lunga catena di golpe militari, assassinii politici, stragi etnico-confessionali e tre guerre esterne verificatesi dall'indipendenza nel '47. (Magdi Allam)
- La nascita del Pakistan costituisce un grande evento. La storia sembra a volte procedere con l'infinita lentezza di un ghiacciaio, a volte scorrere precipitosa come un torrente. Oggi,[1] in questa parte del mondo, grazie ai nostri sforzi congiunti che hanno fatto fondere il ghiaccio e hanno tolto di mezzo gli ostacoli, siamo sul filo di una corrente veloce che non ci dà il tempo di volgere lo sguardo all'indietro, ma solo di fissarlo in avanti. (Louis Mountbatten)
- Quando si è cristiani in Pakistan, ovviamente bisogna tenere gli occhi un po' più bassi. Certi ci considerano cittadini di seconda categoria. (Asia Bibi)
- Alcuni esperti di politica occidentali e molti militari pakistani sostenevano che la democrazia era impossibile per una popolazione così divergente e disgregata, in un paese con una percentuale di analfabeti altissima e un reddito annuo pro capite molto basso. Nel Pakistan c'era un gran numero di persone che non potevano neppure parlarsi perché ogni regione aveva la sua lingua e le sue tradizioni. Una popolazione come quella, si diceva, poteva essere tenuta in riga soltanto da un regime militare. Ma mio padre aveva dimostrato l'infondatezza di questa teoria istituendo con successo un governo democratico, grazie al quale era il voto popolare e non la forza delle armi a decidere chi doveva comandare nel paese.
- Come molti pachistani, il fatto che parte delle regioni tribali della nostra terra siano state cedute ai terroristi per me è causa di dolore. C'è chi crede che attraverso cessate-il-fuoco e trattati di pace si potrà riportare gli estremisti nel mainstream, e renderli moderati. Ma in Pakistan ogni cessate-il-fuoco e trattato di pace non ha fatto che incoraggiare militanti e terroristi.
- Forse in un modo perfetto l'esercito non occuperebbe un ruolo nella politica. Da questo punto di vista il Pakistan è men che perfetto.
- Il Pakistan è un Paese nel quale la politica è qualcosa di molto radicato, che si pratica in massa, con un contatto faccia a faccia, persona a persona. Qui non siamo in California o a New York, dove i candidati fanno campagna elettorale pagando i media o spedendo messaggi e posta abilmente indirizzata. Qui quelle tecnologie non soltanto sono logisticamente impossibili, ma altresì incompatibili con la nostra cultura politica.
- Il popolo pachistano – a qualsiasi partito esso appartenga – ha voglia, si aspetta di vedere e ascoltare i leader del proprio partito, e di essere parte integrante del discorso politico. I pachistani partecipano ai comizi e ai raduni politici, vogliono ascoltare direttamente e senza intermediari i loro leader parlare con megafoni e altoparlanti. In condizioni normali tutto ciò è impegnativo.
- In assenza di partiti politici modernizzatori, che rispettino la libertà e l'eguaglianza tra i sessi, il pericolo è che il paese prosegua lungo il sentiero della povertà e del sottosviluppo. E, come sappiamo, la povertà colpisce più incisivamente proprio le donne.
- In Pakistan la povertà ha molteplici dimensioni, comporta bassi redditi e l'impossibilità di soddisfare i bisogni primari, quali la salute, l'istruzione, la nutrizione, l'accesso all'acqua potabile e ad adeguati servizi igienici. L'impossibilità da parte dei poveri ad avere accesso a servizi sociali di base provoca in futuro la loro emarginazione sociale. Sebbene la povertà si sia attenuata nei periodi di governance democratica, alla fine degli anni '90 questa tendenza si è invertita.
- In Pakistan occorre ripristinare la democrazia e l'equilibrio delle posizioni moderate, e il modo per farlo è tramite elezioni libere e oneste che instaurino un governo legittimo su mandato popolare, con leader scelti dal popolo. Le intimidazioni da parte di assassini codardi non dovranno far deragliare il cammino del Pakistan verso la democrazia.
- In un paese come il Pakistan dove la percentuale degli analfabeti è altissima, le dicerie e i pettegolezzi da bazar spesso si sostituivano alla verità. Per quanto sia illogica, una voce acquista una sua forza, persino nelle classi colte.
- L'attuale ideologia pachistana riguardante il ruolo dei sessi considera gli uomini come coloro che guadagnano il pane per la famiglia, mentre il mondo delle donne spesso è letteralmente confinato tra le pareti domestiche, dove sono madri e mogli. Le disuguaglianze tra i sessi sono indiscutibili prendendo atto delle statistiche: oggi vi sono soltanto 65 donne alfabetizzate ogni cento uomini. La tradizione ostacola l'accesso alla scuola media, secondaria e universitaria delle bambine, particolarmente nelle aree rurali. Il tessuto sociale pachistano sta sperimentando un cambiamento sostanziale: vi è una battaglia in corso per il futuro del Pakistan, paese che attualmente si trova davanti a un bivio e deve scegliere tra la strada delle riforme o la strada che riconduce al passato.
- Per tradizione, i pakistani avevano sempre abbandonato i leader che perdevano il potere e si erano schierati con il vincitore.
- Abbiamo perso il senso dell'armonia, della compassione e solidarietà. Le politiche di corruzione e violenza hanno inflitto un periodo di grande brutalità a questo paese ancora giovane.
- Il Pakistan è un paese incredibile, ricco di calore, opinioni diverse e tolleranza. Ma chi ha il potere strangola il sistema in modo tale che un solo Pakistan compaia, il loro. Non vogliono che si sentano altre voci, oltre la loro, e il solo modo di soffocarle è non concedere loro spazio, reagendo contro con violenza quando voci diverse cercano di venire alla luce.
- Il sistema di successione dinastica rappresenta un pericolo, un attentato agli sforzi di portare la democrazia in Pakistan. I candidati vanno eletti sulla base del loro programma, non del loro sangue e dei sostegni familiari.
- In Pakistan le donne non hanno protezione di fronte alla legge.
- In pratica, oggi in Pakistan le donne sono le uniche che possono essere fustigate per legge.
- Le donne pakistane sono combattenti, devono esserlo.
- Nel mondo abbiamo la memoria corta, ma non c'è giustificazione per il Pakistan che ha una storia di solo 64 anni, non ci è concesso dimenticare.
- Eccovi una società in cui lo stupro non è un crimine. È una punizione. Le donne possono essere condannate allo stupro, da tribunali tribali e religiosi non ufficiali, se solo una voce riguardante la loro impudicizia rechi imbarazzo ai maschi della loro famiglia. In un contesto così oscenamente distorto, il termine controparte della vergogna, che è la nobile parola "onore", diventa più spesso associato con la parola "uccisione". Il coraggio morale consiste nella disponibilità a massacrare la tua propria figlia.
- La parola "Pakistan" è un acronimo di Punjab, Afghania, Kashmir, e Indus-Sind, e significa, in urdu, "Terra dei puri". Coloro che ricevettero il territorio confessionalmente "puro" procedettero ad espellere o massacrare tutti quelli che appartenevano alla religione "sbagliata" nel "luogo sbagliato". Il Mahatma Gandhi disse ai britannici che avrebbero dovuto tagliarlo in due prima di spartire il paese. Ma tutto invano. Era così sconvolto da questo tradimento – il "divide et impera" degenerato in "dividi e scappa" – che rifiutò di partecipare ai festeggiamenti dell'indipendenza.
- Non c'è assolutamente alcun mistero nella domanda «perché ci odiano?», almeno per quanto riguarda il Pakistan. Ci odiano perché sono indebitati con noi e sono dipendenti da noi. I due principali simboli dell'orgoglio pakistano – il suo esercito e il suo programma nucleare – fagocitano totalmente la condiscendenza ed il mecenatismo americano.
- Gli Indù devono rinunciare al loro sogno di un Hindu Raj e consentire alla divisione dell'India in una Patria indù e una Patria musulmana. Oggi siamo pronti a prendere solo un quarto dell'India e lasciare a loro i tre quarti. Se continuano a mercanteggiare rischiano di non riuscire ad ottenere questi tre quarti. Il Pakistan è il nostro attuale obiettivo, per questo i musulmani dell'India vivranno e, se necessario, moriranno.
- I vecchi slogan contro il Pakistan, del genere: vivisezione dell'India, tagliare in due la madre India, e tagliare la vacca madre sono stati abbandonati. Adesso hanno incominciato a chiedersi se, qualora l'India venisse divisa, sarebbero al sicuro. La stampa indù ha suscitato lo spauracchio dell'invasione musulmana dell'intera nazione nel caso che l'India venga divisa. È un'insinuazione priva di qualsiasi fondamento. Perché se questa è la paura degli indù, potrei sapere come propongono allora di governare l'intera India? Nel Pakistan ci saranno non più di settanta milioni di musulmani. L'India indù consisterà di non meno di duecentoventi milioni di indù. Intendono forse dire che questi 220 milioni di persone non sono in grado di conservare la loro libertà contro settanta milioni?
- Il Pakistan non solo è un obiettivo attuabile ma il solo obiettivo se si vuole salvare l'Islam dal totale annientamento in questo paese.
- Voi siete liberi. Liberi di andare nei vostri templi, nelle vostre moschee o in qualunque altro luogo di culto in questo Stato del Pakistan. Potrete appartenere a qualsiasi religione, casta o credo: questo non ha nulla che fare con gli affari dello Stato.
- Il mio paese esiste solo da pochi decenni ma purtroppo ha già una lunga storia di colpi di stato militari.
- Io sono orgogliosa che il nostro paese sia stato creato per essere la prima nazione musulmana al mondo, ma penso che ancora non ci siamo messi d'accordo sul significato di tale espressione. Il Corano ci insegna il sabor, cioè la pazienza, ma spesso sembriamo aver dimenticato questa parola e pensiamo che Islam significhi solo che le donne stanno a case nascoste secondo il purdah o indossano il burqa, mentre gli uomini fanno il jihad. Ma in Pakistan ci sono molte correnti islamiche.
- Il Pakistan è un Paese democratico, amante della pace.
- La maggioranza di noi pakistani è sunnita – più dell'ottanta per cento – anche se dentro questo gruppo principale ci sono ancora molti sottogruppi. Quello di gran lunga più numeroso è costituito dai barelvi, che prendono il nome da una madrasa del XIX secolo che sorgeva a Bareilly, nello stato indiano dell'Uttar Pradesh. Poi ci sono i deobandi, dal nome di un'altra famosa madrasa dell'Ottocento nell'Uttar Pradesh, stavolta nel villaggio di Deoband. È un gruppo molto conservatore, e la maggior parte delle nostre madrase appartiene a questa scuola. Infine ci sono gli ahl-e-hadith (gente del hadith), un gruppo salafita influenzato dal mondo arabo e ancor più conservatore o, come direbbero in Occidente, fondamentalista; loro non riconoscono i nostri santi né i nostri templi (molti pakistani sono mistici, e una gran folla accorre nei templi sufi per danzare e pregare). A loro volta questi filoni dell'Islam si dividono al loro interno in gruppi diversi.
- Un paese creato a mezzanotte.
- A mio parere il tè che beviamo in Pakistan è il più squisito del mondo. È bollente, dolce e macchiato con il latte, e ora che vivo in Inghilterra posso dire che non somiglia affatto al rinomato tè inglese, che confesso di non riuscire a bere.
- Il Pakistan è un paese pieno di complotti.
- In Pakistan i delitti d'onore sono contro la legge, anche se nelle zone rurali è una legge che apparentemente viene a stento applicata.
- In Pakistan non esiste la tradizione di invitare gli amici a dormire a casa propria.
- Il Pakistan è vittima di una propaganda irresponsabile.
- [Nel 1984] Il Pakistan ha l'onore e la malasorte di essere il vicino di tre grandi paesi: l'Urss da una parte, la Cina dall'altra, e l'India all'Est. Con la Cina abbiamo rapporti eccellenti. Dal nostro punto di vista, ci sono rapporti eccellenti anche con l'Urss, a parte il fatto che essi non vogliono accettare la nostra posizione sull'Afghanistan. Quanto all'India, oggi traversa difficoltà interne e spero molto sinceramente che le supererà.
- Il problema è che in Pakistan il tasso di alfabetizzazione è molto basso. Mi vergogno di dirlo: il nostro tasso di alfabetizzazione è del 27 per cento, ma tra le donne è solo del 13 per cento. Per questo il nostro obiettivo è l'alfabetizzazione di massa, in modo che la regina della casa possa avere un posto di responsabilità nel costruire la nazione.
Note
[modifica]- ↑ Il 14 agosto 1947. Mountbatten pronunciò queste parole in occasione dei festeggiamenti per la nascita del Pakistan.
Voci correlate
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