Quinto potere

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Quinto potere

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Titolo originale

Network

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1976
Genere drammatico
Regia Sidney Lumet
Sceneggiatura Paddy Chayefsky
Produttore Fred C. Caruso
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note

Quinto potere, film statunitense del 1976, regia di Sidney Lumet.

Incipit[modifica]

Questa è la storia di Howard Beale, principale telecronista della rete nazionale UBS TV. A suo tempo Howard Beale era stato un principe della televisione, un vecchio santone della notizia, con un indice di ascolto di 16 e un indice di pubblico del 28%. Nel 1969 però il suo astro cominciò a tramontare, il suo pubblico scese al 22%, l'anno seguente morì sua moglie, rimase vedovo e senza figli con un indice di ascolto di 8 e un indice di pubblico del 12%. Divenne chiuso e accigliato, cominciò a bere pesantemente e il 22 dicembre 1975 venne licenziato con due settimane di preavviso. La notizia gli fu data da Max Schumacher, allora presidente del servizio notizie della UBS. I due vecchi amici si presero una bella sbornia. (Narratore) [voce fuori campo]

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Signore e signori, vorrei a questo punto annunciare che io sarò costretto ad abbandonare questo programma fra due settimane, perché ho un basso indice. Dato che questa era l'unica cosa che mi dava soddisfazione nella vita, ho deciso di suicidarmi: mi farò saltare le cervella durante questo programma, fra una settimana. Quindi, martedì prossimo mettetevi in ascolto. Le pubbliche relazioni avranno una settimana per promuovere lo spettacolo. L'indice d'ascolto dovrebbe salire alle stelle: cinquanta punti, almeno. (Howard) [in diretta televisiva]
  • [...] il popolo americano ha le scatole rotte. Ha preso batoste in ogni sua parte: dal Vietnam, al Watergate, l'inflazione, la depressione, ha devastato, ha sparato, si è fregato con le sue mani, ma niente lo solleva. Così questo rapporto sull'indagine di opinioni conclude che il popolo americano vuole assolutamente qualcuno che esterni la sua rabbia. Non ho fatto che dirvelo quando ho preso questo lavoro sei mesi fa, che voglio programmi arrabbiati! Non li voglio i programmi convenzionali su questa rete, li voglio controcultura, li voglio antisistema! Non voglio fare il sergente di giornata con voialtri, ma quando ho preso in mano questo reparto aveva il peggior livello di programmi nella storia della TV. Questa rete non ha un solo programma tra i primi venti. Questa rete è una barzelletta industriale. (Diana) [ai suoi dipendenti]
  • Buonasera. Oggi è mercoledì 24 settembre, e questa è la mia ultima trasmissione. Ieri ho annunciato durante questo programma che io mi sarei pubblicamente suicidato. Chiaramente un gesto da pazzi. Sapete perché l'ho detto? Avevo esaurito le cazzate. [...] "Cazzate" sono tutte le ragioni che troviamo per vivere, e se non riusciamo a inventare ragioni nostre ricorriamo alla cazzata di Dio. Sì, perché non sapendo il motivo per cui dobbiamo sopportare tutto questo dolore, queste umiliazioni, cerchiamo di avere da qualche parte chi invece lo sa, ed ecco allora la cazzata di Dio. (Howard) [in diretta televisiva]
  • Sta dicendo che la vita è una cazzata. E lo è. Quindi cosa c'è da strillare? (Max) [al telefono, rispondendo alle lamentele sul monologo in diretta di Howard]
  • Be', tutti i giorni per cinque giorni alla settimana, per quindic'anni mi sono seduto a quella scrivania di sapiente spassionato che riferisce con apparente distacco la parata giornaliera di pazzie che costituiscono la cronaca. E per una volta ho voluto dire ciò che veramente provavo. [...] Era dopotutto la mia ultima trasmissione. (Howard) [intervistato dai giornalisti, descrivendo il suo ruolo di anchorman e il ultimo messaggio]
  • Gli arabi hanno deciso di aumentare il prezzo del petrolio di un altro 20%, ehm... la CIA è stata denunciata da un senatore a cui apriva la posta, c'è una guerra civile in Angola e un'altra a Beirut, il comune di New York rischia ancora il fallimento, hanno finalmente arrestato Patricia Hearst... e tutta la prima pagina del Daily News è Howard Beale. C'è anche un servizio su due colonne nella prima pagina del Times. (Diana) [sfogliando i quotidiani]
  • Il responso iniziale alla nuova trasmissione di Howard Beale non fu incoraggiante. La stampa, senza eccezioni, si dimostrò ostile e l'industria reagì negativamente. L'indice di ascolto della trasmissione del giovedì e del venerdì fu di quattordici punti, ma l'indice del lunedì scese di un punto, indicando chiaramente che la novità perdeva di interesse. (Narratore) [voce fuori campo]
  • Il tuo notiziario nazionale dev'essere aiutato, Max, per poter reggere. Beal non fa per niente bene la parte dell'arrabbiato. È troppo lagnoso, è soltanto irascibile. Vogliono un profeta, non un vecchio bilioso. Dovrebbe essere apocalittico! [...] La televisione è spettacolo, Max. E anche le notizie devono avere un che di spettacolo. [...] Ho guardato anche oggi il tuo notiziario delle sei. È un rotocalco e basta! Dunque, c'era un minuto e mezzo di quella donna in bicicletta nel parco; e invece c'era meno di un minuto di notizie nazionali e internazionali. Era tutto sesso, scandalo, criminalità, sport, gente con malattie incurabili e cuccioli smarriti! Quindi non voglio stare a sentire affermazioni di alto livello giornalistico. Tu sei in mezzo alla strada adescando spettatori come tutti noi. Voglio solo dire che se devi prostituirti, almeno fallo bene! (Diana) [a Max]
  • Sono stata sposata per quattro anni fingendo di essere felice e feci sei anni di psicoanalisi fingendo di essere sana. Mio marito fuggì con il suo amichetto e io andai a letto con lo psicanalista. Mi disse che ero la peggior scopata che avesse mai fatto. Non t'immagini quanti uomini hanno detto la stessa cosa di me. Sembra che io abbia un temperamento mascolino: io mi eccito subito e godo prematuramente, e subito dopo devo rivestirmi e uscire dalla camera da letto. A quanto pare sono inefficiente in tutto, tranne che nel lavoro. Faccio bene il mio lavoro quindi mi limito a fare quello. Tutto quello che voglio dalla vita è un indice di trenta e un alto gradimento. (Diana) [a Max]
  • Be', Max, eccoci qua: un uomo di mezza età che riconferma la sua mascolinità e una giovane terrorizzata con il complesso del padre. Che razza di copione pensi ne potrà venir fuori? (Diana) [a Max]
  • Ieri notte sono stato svegliato da un sonno inquieto poco dopo le due del mattino da una voce stridula, sibilante, senza volto. Non riuscivo a individuarla sulle prime, la stanza era molto buia. Allora dissi: "Mi spiace, dovrai un po' alzare la voce". [...] Il suo tono si alzò un po': "Io voglio che tu dica la verità alla gente. Il che non p facile, perché normalmente non la vuole sapere." E io dissi: "Stai scherzando? Che diavolo ne so io della verità?!" Ma la voce mi disse: "Non preoccuparti della verità, io ti metterò le parole in bocca." E io dissi: "Cos'è questo, il roveto ardente? Io mica sono Mosè!" E la voce rispose: "Io non sono Dio! Che cosa c'entra questo?" E la voce andò avanti: "Non credere che io ti parli di verità eterna o verità definitiva o verità assoluta, ti parlo di verità umane, transitorie, temporanee. Non mi aspetto che voi siate capaci di verità – ma per la miseria! – se non altro avrete l'istinto di conservazione!" E io dissi: "Perché io?" E la voce disse: "Perché parli alla televisione, sciocco! [...] Tu hai quaranta milioni di americani che ti ascoltano e dopo stasera potresti averne cinquanta milioni! Per la miseria, non ti chiedo di attraversare la nazione con il saio e le ceneri a predicare l'Apocalisse, tu sei alla TV amico!" Così ci ho pensato su un momento e poi ho detto: "D'accordo". (Howard) [in diretta televisiva]
  • Non serve dirvi che le cose vanno male, tutti quanti sanno che vanno male. Abbiamo una crisi: molti non hanno un lavoro, e chi ce l'ha vive con la paura di perderlo, il potere d'acquisto del dollaro è zero, le banche stanno fallendo, i negozianti hanno il fucile nascosto sotto il banco, i teppisti scorrazzano per le strade e non c'è nessuno che sappia cosa fare e non se ne vede la fine. Sappiamo che l'aria ormai è irrespirabile e che il nostro cibo è immangiabile. Stiamo seduti a guardare la TV mentre il nostro telecronista locale ci dice che oggi ci sono stati quindici omicidi e sessantatré reati di violenza come se tutto questo fosse normale, sappiamo che le cose vanno male, più che male. È la follia, è come se tutto dovunque fosse impazzito così che noi non usciamo più. Ce ne stiamo in casa e lentamente il mondo in cui viviamo diventa più piccolo e diciamo soltanto: "Almeno lasciateci tranquilli nei nostri salotti per piacere! Lasciatemi il mio tostapane, la mia TV, la mia vecchia bicicletta e io non dirò niente ma... ma lasciatemi tranquillo!" Be', io non vi lascerò tranquilli. Io voglio che voi vi incazziate. Non voglio che protestiate, non voglio che vi ribelliate, non voglio che scriviate al vostro senatore, perché non saprei cosa dirvi di scrivere: io non so cosa fare per combattere la crisi e l'inflazione e i russi e la violenza per le strade. Io so soltanto che prima dovete incazzarvi! Dovete dire: "Sono un essere umano, porca puttana! La mia vita ha un valore!" Quindi io voglio che ora voi vi alziate. Voglio che tutti voi vi alziate dalle vostre sedie. Voglio che vi alziate proprio adesso, che andiate alla finestra e l'apriate e vi affacciate tutti ed urliate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!"[1]. Voglio che vi alziate in questo istante. [...] Alzatevi, andate alla finestra, apritela e mettete fuori la testa e urlate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" [...] Le cose devono cambiare, ma prima vi dovete incazzare. Dovete dire: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Allora penseremo a cosa fare per combattere la crisi e l'inflazione e la crisi energetica, ma Cristo, alzatevi dalle vostre sedie, andate alla finestra, mettete fuori la testa e ditelo, gridatelo: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" [...] (Howard) [in diretta televisiva]
  • A metà ottobre lo Howard Beale Show, come ormai tutti lo chiamavano, si era consolidato sul 42% di pubblico, superando così tutti gli altri telegiornali delle altre reti nazionali messi insieme. Nelle statistiche ufficiali lo Howard Beale Show risultava quarto, superato soltanto da tre grandi e costosissimi programmi spettacolari. Ciò creò un giro di affari eccezionale per un telegiornale.(Narratore) [voce fuori campo]
  • Edward George Ruddy è morto oggi! Edward George Ruddy era il grande presidente della Union Broadcasting Systems ed è morto alle undici di questa mattina di collasso cardiaco e, poveri noi, stiamo affondando nella merda! Così un ricco ometto coi capelli bianchi è morto. Cosa c'entra questo con il prezzo del riso, esatto? E perché io dico "poveri noi"? Perché voi, il pubblico, ed altri sessantadue milioni di americani, ascoltate me in questo istante! Perché meno del 3% di voialtri legge libri, capito? Perché meno del 15% di voi legge giornali o riviste! Perché l'unica verità che conoscete è quella che ricevete alla TV! Attualmente, c'è da noi un'intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso alla TV. La TV è la loro Bibbia, la suprema rivelazione. La TV può creare o distruggere presidenti, papi, primi ministri. La TV è la più spaventosa, maledettissima forza di questo mondo senza Dio, e poveri noi, se cadesse nelle mani degli uomini sbagliati e per questo poveri noi che Edward George Ruddy è morto. Perché questa Società è ora nelle mani della CCA, la Communications Corporation of America; c'è un nuovo presidente in carica, chiamato Frank Hackett, al ventesimo piano nell'ufficio del signor Ruddy e quando una fra le più grandi corporazioni del mondo controlla la più efficiente macchina per una propaganda fasulla e vuota, in questo mondo senza Dio, io non so quali altre cazzate verranno spacciate per verità, qui. Quindi ascoltatemi. Ascoltatemi! La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni e giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere. Quindi se volete la verità andate da Dio, andate dal vostro guru, andate dentro voi stessi, amici, perché quello è l'unico posto dove troverete mai la verità vera. Sapete, da noi non potrete ottenere mai la verità: vi diremo tutto quello che volete sentire mentendo senza vergogna, noi vi diremo che, che Nero Wolfe trova sempre l'assassino e che nessuno muore di cancro in casa del dottor Kildare e che per quanto si trovi nei guai il nostro eroe, non temete – guardate l'orologio – alla fine dell'ora l'eroe vince, vi diremo qualsiasi cazzata vogliate sentire. Noi commerciamo illusioni, niente di tutto questo è vero, ma voi tutti ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede... conoscete soltanto noi! Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui, cominciate a credere che la TV è la realtà e che le vostre vite sono irreali. Voi fate tutto quello che la TV vi dice: vi vestite come in TV, mangiate come in TV, tirate su bambini come in TV, persino pensate come in TV. Questa è pazzia di massa, siete tutti matti! In nome di Dio, siete voialtri la realtà: noi siamo le illusioni! Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora, spegneteli immediatamente, spegneteli e lasciateli spenti, spegnete i televisori proprio a metà della frase che vi sto dicendo adesso, spegneteli subito! [sviene] (Howard) [in diretta televisiva]
  • Non sono sicuro che sia capace di qualsiasi vero sentimento. È della generazione della TV, la vita l'ha imparata dalla pubblicità. L'unica realtà che conosce le viene direttamente dal televisore. Ha attentamente architettato un numero di ruoli che ognuno di noi deve interpretare, come il film della settimana. Mio Dio, guarda noi, Louise, eccoci qua recitare l'immancabile metà dell'atto secondo: moglie beffata getta marito colpevole fuori di scena. Ma non temere, nel finale tornerò da te. Nel suo copione è indicato chiaramente che io lascio lei e mi ripresento a te perché gli ascoltatori non ammettono il rifiuto del concetto della famiglia americana felice. Lei ha anche un altro copione nel quale io mi uccido, una nuova versione televisiva di Anna Karenina in cui lei è il conte Vronskij e io sono Anna. (Max) [parlando di Diana]
  • Ora ascoltatemi! E ascoltatemi con attenzione perché è della vostra maledettissima vita che devo parlarvi oggi. In questo paese quando una compagnia vuole appropriarsi di un'altra compagnia ne compra il pacchetto azionario maggioritario, ma prima deve informare ufficialmente il Governo. È così che la CCA si è appropriata della UBS, la compagnia che possiede questa rete. Ma adesso un'altra compagnia sta comprando la CCA. La compagnia si chiama Western World Founding Corporation. Hanno informato il governo stamattina. Be', però chi diavolo è questa Western World Founding Corporation? È un consorzio di banche e di compagnie assicuratrici che non sta comprando la CCA per sé stesso, ma come agente di qualcun altro. E chi è questo qualcun altro? Non lo dicono a voi, non lo dicono al Senato, non lo dicono alle Commissioni Federali di Controllo, non lo dicono al Ministero della Giustizia, non lo dicono a nessuno, dicono che non è affar nostro! [...] Col cavolo! Ve lo dico io per chi la comprano la CCA! La comprano per la società di investimenti dell'Arabia Saudita, la comprano per gli arabi [...] Questi intrallazzi vengono effettuati per far sì che gli arabi si impadroniscano di tutto. [...] Sappiamo tutti che gli arabi controllano sedici miliardi di dollari in questo paese, una fetta della 5th Avenue, venti immobili centrali a Boston, una parte del porto di New Orleans, un complesso industriale a Salt Lake City, possiedono una grossa fetta dell'Hilton di Atlanta, l'Arizona Land and Cattle Company, parte di una banca in California, la banca del Commonwealth a Detroit, controllano l'Aramco, lasciando al Midwest soltanto la Texaco e la Mobil Oil. Sono dappertutto. New Jersey, Louisiana, St. Louis nel Missouri... E questo è solo quello che sappiamo. C'è ancora tantissimo di cui non sappiamo niente! Perché tutti questi petroldollari arabi scorrono attraverso la Svizzera e il Canada e le maggiori banche d'America. Per esempio, quello che noi non sappiamo è questa storia della CCA e tutti gli altri affari tipo CCA. Fino a questo momento gli arabi ci hanno fottuto abbastanza dollari per tornare indietro e con il nostro stesso denaro comprarsi la General Motors, la IBM, la IDD, AT&T, la Dupont, la US Steel e venti altre grandi società americane. Diavolo, possiedono già mezza Inghilterra! Quindi statemi a sentire, statemi bene a sentire, per Dio! Gli arabi ci stanno semplicemente comprando! C'è soltanto una cosa che li può fermare. Voi! V-o-i! Quindi io voglio che vi alziate subito, io voglio che vi alziate dalle vostre sedie, voglio che vi alziate in quest'istante e andiate al telefono, io voglio che vi alziate dalle vostre sedie e che andiate al telefono e che saliate su una macchina, che guidiate fino all'ufficio postale giù in città, io voglio che voi mandiate un telegramma alla Casa Bianca! [...] Questa notte, a mezzanotte io voglio un milione di telegrammi nella Casa Bianca, voglio che affondino fino al ginocchio nei telegrammi alla Casa Bianca! Io voglio che vi alziate in quest'istante e che scriviate un telegramma al presidente Ford che dica: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più! Io non voglio che le banche vendano il mio paese agli arabi! Io voglio che l'accordo CCA sia fermato! Io voglio che l'accordo CCA sia fermato!" [sviene] (Howard) [in diretta televisiva]
  • La rivelazione è vicina! Io ho visto le sconvolgenti folgorazioni della chiarezza estrema! La luce è immanente e io sono testimone della luce! (Howard)
  • Lei ha osato interferire con le forze primordiali della Natura, signor Beale! E io non lo ammetto![2] È chiaro?! Lei crede di aver solo fermato una trattativa di affari, ma invece non è così. Gli arabi hanno portato miliardi di dollari fuori da questo paese e ora ce li devono riportare. È il flusso e riflusso, l'alta e bassa marea, è il giusto equilibrio ecologico. Lei è un vecchio che pensa in termini di "nazioni" e di "popoli". Non vi sono nazioni, non vi sono popoli; non vi sono russi, non vi sono arabi; non vi sono Terzi Mondi, non c'è nessun Ovest. Esiste soltanto un unico, un solo sistema di sistemi: uno, vasto e immane, interdipendente, intrecciato, multivariato, multinazionale, dominio dei dollari. Petroldollari, elettrodollari, multidollari, reichmark, sterline, rubli, franchi e shekel! È il sistema internazionale valutario che determina la totalità della vita su questo pianeta. Questo è l'ordine naturale delle cose, oggi. Questa è l'atomica e subatomica e galattica struttura delle cose oggigiorno. E lei ha interferito con le primordiali forze della natura! E lei dovrà espiare![2] Capisce quello che le dico, signor Beale? Lei si mette sul suo piccolo schermo da ventun pollici e sbraita parlando d'"America" e di "democrazia"... Non esiste l'America, non esiste la democrazia! Esistono solo IBM, ITT, AT&T, Dupont, DOW, Union Carbide ed Exxon. Sono queste le nazioni del mondo, oggi. Di cosa crede che parlino i russi nei loro consigli di Stato? Di Karl Marx? Tirano fuori diagrammi di programmazione lineare, le teorie di decisione statistica, le probabili soluzioni, e computano i probabili prezzi e costi delle loro transazioni e dei loro investimenti: proprio come noi. Non viviamo più in un mondo di nazioni e di ideologie, signor Beale: il mondo è un... un insieme di corporazioni, inesorabilmente regolato dalle immutabili, spietate leggi del business. Il mondo è un business, signor Beale: lo è stato fin da quando l'uomo è uscito dal magma. E i nostri figli vivranno, signor Beale, per vedere quel mondo perfetto, in cui non ci saranno né guerra né fame né oppressione né brutalità: una vasta ed ecumenica società finanziaria per la quale tutti gli uomini lavoreranno per creare un profitto comune, nella quale tutti avranno una partecipazione azionaria, e ogni necessità sarà soddisfatta, ogni angoscia tranquillizzata, ogni noia superata. (Jensen) [a Howard]
  • Ieri sera sono salito quassù e vi ho chiesto di alzarvi e di lottare per la vostra sopravvivenza: l'avete fatto ed è stato bellissimo! Sei milioni di telegrammi sono arrivati alla Casa Bianca! L'acquisto della CCA da parte degli arabi è stato fermato! Il popolo ha parlato! Il popolo ha vinto! È stata una radiosa eruzione di democrazia! Però tutto finirà lì, amici. Questo tipo di cose non si ripeterà facilmente. Noi sentiamo molto bene in fondo ai nostri cuori terrorizzati che la democrazia è un gigante agonizzante, uno stanco, disfatto, morente concetto politico che si contorce nella sua fine penosa. Non dico che gli Stati Uniti sono finiti come potenza mondiale. Gli Stati Uniti sono il più ricco, più potente, più progredito paese del mondo, anni luce più avanti di qualsiasi altro. E non dico che i comunisti si impossesseranno del mondo, perché i comunisti sono più morti di noi. Ciò che è finita è l'idea che questa grande nazione sia dedicata all'affrancamento, alla floridezza di ogni suo singolo individuo. È l'individuo che è finito. È il singolo, solitario essere umano che è finito. È ognuno di voi altri che mi ascoltate che è finito. Perché questa... questa non è più una nazione di individui indipendenti, oramai. È una nazione composta da duecento ed oltre milioni di esseri transistorizzati, deodorrizzati, più bianchi del bianco, tutti profumati al limone, del tutto inutili come esseri umani e rimpiazzabili come pezzi di un'auto. Ebbene, è venuto il momento di chiedersi se "disumanizzare" sia un verbo così brutto. Bello o brutto, la disumanizzazione è in corso. Il mondo intero sta diventando umanoide: fatto da creature che sembrano umane ma non lo sono. Il mondo intero, non solo noi: noi siamo solo il paese più progredito, quindi ci stiamo arrivando prima. Le persone del mondo intero stanno diventando prodotti in massa, programmati, numerati, computerizzati [...] (Howard) [in diretta televisiva, parlando del conformismo]
  • Era una teoria perfettamente accettabile quella che Howard Beale espose nei giorni che seguirono. Era anche tuttavia molto deprimente. Nessuno teneva particolarmente a sentirsi dire che la sua vita era del tutto priva di valore. Alla fine della prima settimana di giugno l'indice dello Howard Beale Show era calato di un punto e l'ascolto era sceso a meno del 48% per la prima volta dal mese di novembre. (Narratore) [voce fuori campo]

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Howard: Ho deciso di suicidarmi.
    Max: Stronzate, Howard!
    Howard: Mi sparerò alla tempia mentre sono in onda, nel bel mezzo del telegiornale delle sette.
    Max: Il tuo indice di gradimento andrà alle stelle, giuro. Arriverai a cinquanta.
    Howard: Dici?
    Max: Ma certo. Inizieremo una serie con quello: "Suicidio della settimana". Ma che diavolo, perché mettere dei limiti?! "Esecuzione della settimana"!
    Howard: "Terrorista della settimana"!
    Max: Che colpo. Suicidi, assassini, bombardieri folli, sicari mafiosi, scontri con grovigli di automobili. L'ora del terrore. Il grande show della domenica sera per tutta la famiglia. Lasceremo persino Disney senza spettatori.
  • Diana: Sentite, esiste un gruppo di estremisti succulenti che si definisce "Esercito di Liberazione Ecumenico" che vanno in giro prendendo filmetti di loro stessi che rapinano banche. E forse si filmeranno anche mentre rapiscono ereditiere o dirottano jumbo jet o minano ponti o assassinano ambasciatori. Cominciamo ogni settimana con un filmato autentico del genere, affidiamo a un paio di scrittori la storia che ha portato al filmato e ci ritroviamo con una serie.
    Collega: Una serie che parla di un mucchio di malviventi guerriglieri?
    [Diana annuisce]
    Barbara [scherzosa]: La chiamiamo L'ora di Mao Tse-tung, d'accordo?
    Diana: Perché no? Ci sono tanti programmi violenti a sfondo patriottico, perché non Che Guevara e la sua squadraccia personale allora?
  • Diana: Howard Beale ieri sera ha detto quello che ogni americano prova: che è stanco di tutte le cazzate! Sta dando voce alla rabbia popolare, capisci? Voglio quello show, Frank. Lo farò diventare il più grande boom televisivo.
    Frank: Come sarebbe "vuoi quello show"? È un notiziario, non puoi occupartene.
    Diana: Io-io vedo Howard Beale come un profeta dei nostri giorni, una magnifica figura messianica che inveisce contro le ipocrisie della nostra squallida era, un nuovo Savonarola che parla dal video! Ti assicuro, Frank, può essere una bomba! E sto parlando di un programma del costo del sei per mille soltanto! Un programma da vendere a cento, centotrentamila dollari al minuto! Calcola la resa di un programma con una sola persona che si vende a centomila dollari al minuto! Un solo show come quello può salvare la nostra rete televisiva! Frank, ci viene servito su un piatto d'oro, non lo buttiamo via.
    [...]
    Frank: Santo cielo, Diana. Si tratterebbe di mettere un uomo chiaramente irresponsabile su una rete nazionale!
    [Diana annuisce compiaciuta]
  • Nelson: Io so soltanto che questo è contrario ad ogni canone di trasmissione rispettabile.
    Frank: Non è una rete rispettabile la nostra, è un casino! E dobbiamo prendere tutto quello che ci capita.
    Nelson: Be', io non voglio saperne allora. Non ho mai aspirato a essere il presidente di un casino!
    Frank: Questo ti fa molto onore, Nelson. E adesso siediti. Abbiamo preso atto della tua indignazione, puoi sempre dimetterti domani.
  • Robert McDonough: Loro vogliono che Howard sfoghi spontaneamente tutta la sua rabbia. Un profeta dei nostri giorni che denuncia le ipocrisie della nostra era.
    Howard: La trovo un'ottima idea!
    [...]
    Robert McDonough: Gli ho detto: "Sentite, io dirigo il servizio notizie, non un circo. E Howard Beale non è una donna barbuta e se pensate che io accetti questa bastardizzazione delle notizie avrete le mie dimissioni oltre a quelle che Max Schumacher vi ha già dato. E credi di parlare per Howard Beale e per tutti voi di questo..."
    Howard: Ehi, fermo McDonough. È il mio lavoro che stai rifiutando. Io impazzirei senza un qualsiasi lavoro. E che c'è di male a fare l'irato profeta che denuncia le ipocrisie della nostra era? Tu che ne dici, Max?
    Max: Be', tu lo vuoi fare l'irato profeta che denuncia le ipocrisie di nostri tempi?
    Howard: Io farei volentieri il profeta incazzato che denuncia le ipocrisie di nostri tempi!
    Max: Allora coraggio, incazzati!
  • Max: Howard non ti mando più in onda. Tu hai un esaurimento nervoso. Hai bisogno di riposo.
    Howard: Questo non è un episodio di pazzia, questo è un purificante momento di chiarezza. Sono ispirato, Max, sono imbevuto di un'ispirazione speciale. Non è affatto un sentimento religioso, è una violenta esplosione di energia elettrica. Mi sento vivido e fiammeggiante come se a un tratto fossi stato immerso in un grande campo elettromagnetico. Mi sento connesso a tutti gli esseri viventi, ai fiori, alle bestie, a tutte le creature del mondo. E anche a qualche, grande, invisibile, forza vivente; ciò che credo gli indù chiamano "prana". Non è un esaurimento, non mi sono mai sentito più a posto in vita mia. È una, esilarante, magnifica sensazione. È l'esaltato fluire dello spazio a quattro dimensioni, salvo che non ha né spazio né tempo ed è... così meraviglioso. Io mi sento sulla soglia di una grande, estrema verità. E voi non oserete non mandarmi in onda né adesso né in un futuro senza spazio né tempo! [sviene]
  • Max [parlando di Howard]: Potrebbe essersi buttato da un tetto, per quanto ne so! Quell'uomo è pazzo, non è resposabile delle sue azioni! Deve curarsi urgentemente e voialtri avvoltoi non riuscite a pensare che al suo grande successo!
    Diana: Vedi, Max, c'è una possibilità che non sia uscito di senno, che sia effettivamente ispirato da uno spirito speciale.
    Max: Guarda che è mia la parte del romantico, la tua è quella di chi ha i piedi per terra!
    Diana: E va bene, Howard Beale ovviamente colma un vuoto. Il pubblico ovviamente vuole un profeta, anche se è fabbricato, anche se è pazzo come Mosè. Entro domani avrà un 50%, forse anche un 60. Howard Beale è un miscelatore di Dio per tutti e fin da ora sembra che avrà più successo di Martin Luther King.[3]
  • Usciere: Buona sera, signor Beale.
    Howard [entrando nello studio televisivo]: Devo parlare all'umanità.
    Usciere: Ma certo, signor Beale.
  • Diana: Salve, sono Diana Christensen, un lacchè razzista delle sfere dominanti imperialistiche.
    Laureen Hobbs: Sono Laureen Hobbs, una sporca comunista negra.
    Diana: Mi sembra una base per una forte amicizia.
  • Diana: Hai... hai un'occupazione?
    Max: Oh, più o meno. Questo è il terzo funerale a cui vado in due settimane e ho altri due amici in ospedale che vado a trovare regolarmente. Sono anche andato a un paio di battesimi. A quanto pare tutti i miei amici muoiono o hanno dei nipotini.
  • Ragazza dell'Esercito di Liberazione Ecumenico: Sporca fascista! Lo hai visto il film che abbiamo fatto dell'evasione a San Marino che mostrava la rivolta dell'infrastruttura seminale della classe prigioniera?
    Laureen Hobbs: Te la puoi mettere nel culo l'infrastruttura seminale della classe prigioniera!
  • Jensen: Buongiorno signor Beale, mi dicono che lei è pazzo.
    Howard: Solo ad intervalli.
    Jensen: E com'è adesso?
    Howard: Solo pazzo da legare.
    Jensen: E chi non lo è? Voglio condurla nella sala delle riunioni, mi sembra il luogo più appropriato per ciò che devo dirle. Io ho cominciato come venditore, signor Beale, ho venduto macchine da cucire, pezzi di ricambio per auto, spazzole per capelli, apparecchi elettronici. Dicono che posso vendere qualsiasi cosa. Vorrei cercare di vendere qualcosa a lei.
  • Max: Sono stanco di tutto questo isterismo per Howard Beale!
    Diana: Ogni volta che torni dall'aver visto qualcuno della tua famiglia ti presenti con quest'aria funerea da menopausa!
    Max: E sono stanco anche di trovarti a quel maledetto telefono tutte le volte che vengo qua! Sono stanco di essere un accessorio nella tua vita! E sono stanco di fingere di scrivere questo libro idiota sui miei giorni di lotta nei primi anni gloriosi della televisione! Ogni stramaledetto dirigente licenziato da una rete negli ultimi vent'anni ha scritto questo libro idiota sui primi anni gloriosi della televisione! E nessuno lo vuole questo stupido idiota stramaledetto libro sui primi anni della televisione! [calcia gli appunti del libro facendoli volare via]
    Diana: Perfetto, Max, potresti intraprendere una nuova carriera come attore!
    Max: È la verità! Dopo aver vissuto con te per sei mesi sto interpretando uno dei tuoi copioni. Ma questo non è un copione, Diana. Esiste anche una vita reale, vera intorno a noi. [...] La mia coscienza non mi lascia dormire: sono ossessionato da ciò che tu chiami "sentimentalismo", ma che la mia generazione chiama "semplice comune decenza". E mi manca la mia casa perché comincio ad avere un terrore fottuto, perché tutto a un tratto sento che la fine è ogni giorno più vicina e la morte è diventa improvvisamente più percettibile per me, con un aspetto ben preciso. Tu stai con un uomo che ha dubbi primordiali, Diana. E lo devi capire. Non sono di quelli che discutono la menopausa maschile in un dibattito alla televisione. Io sono l'uomo che si presume che tu ami. Sono parte della tua vita, abito qui, sono vero. Non hai da sintonizzarti su un'altra stazione.
    Diana: Be', vuoi dire che cosa dovrei fare secondo te?
    Max: Quello che voglio è che mi ami. Voglio solo che tu mi ami, dubbi primordiali e il resto. Lo capisci questo, vero?
    Diana: Io non so se ne sono capace.
  • Diana: Non mi piace il mondo in cui si sta sviluppando il nostro copione. Sta diventando un piccolo squallido dramma. Uomo di mezz'età lascia moglie e figli per giovane donna senza cuore e finisce dannato. L'angelo azzurro con Marlene Dietrich ed Emil Jannings. No, non mi piace. [...] Il semplice fatto, Max, è che tu sei fatto per la famiglia. Ti piacciono casa e figli – ed è magnifico –, ma io sono incapace di questo tipo di impegno. Tutto quello che avrai da me è un altro pio di mesi di sesso occasionale, recriminazioni e squallide scenate tipo quella di ieri sera. Mi... mi dispiace per tutte quelle cose che ho detto ieri sera. Non sei la peggior scopata che abbia fatto. Credimi, c'è stato di peggio. Non è vero che sbuffi, soffi e fai rantoli da moribondo, anzi, ti dirò che a letto sei piuttosto normale.
    Max: Perché le donne pensano sempre che la cosa più cattiva che possano fare ad un uomo è di confutare le sue capacità amatorie?
    Diana: Be', mi dispiace se ho confutato le sue capacità amatorie.
    Max: Non ho più fatto paragoni di genitali da quando ero al ginnasio.
  • Max: Sono più preoccupato per te. Tu non sei il tipo che si dà al bere. Quindi penso che tra un anno, magari due, comincerai a dare i numeri, o ti butterai dalla finestra del tuo ufficio al quattordicesimo piano.
    Diana: Smettila. Non m'incanti, Max. Io non ho bisogno di te. [trema dalla rabbia mentre prende una tazza] Non li voglio i tuoi commenti, non le voglio le tue preoccupazione, le tue angosce! Io non ho bisogno di te! E ora vattene via!
    Max: Tu hai bisogno di me! Ne hai bisogno molto perché io sono il tuo ultimo contatto con la realtà umana! Io ti amo! E questo amore doloroso, preoccupato, è l'unica cosa che ti separa da quel nulla isterico in cui passi il resto della tua giornata!
    Diana: Allora non lasciarmi...
    Max: È troppo tardi. In te non è rimasto nulla con cui io possa vivere. Tu sei uno degli umanoidi di Howard. E se resto con te verrò distrutto, come Howard Beale è stato distrutto. Come Laureen Hobbs è stata distrutta. Come tu e tutto quello dell'istituzione della televisione toccate viene distrutto. Tu sei la televisione incarnata, Diana: indifferente alla sofferenza, insensibile alla gioia, tutta la vita si riduce a un cumulo informe di banalità. Guerre, morti, delitti, sono uguali per voi come bottiglie di birra, e il quotidiano svolgimento della vita è solo un'orribile commedia. Tu frantumi anche le sensazioni di tempo e spazio in frazioni di secondo e lunghezza di segmenti. Sei la pazzia, Diana. Pazzia furiosa e tutto quello che tocchi muore con te. Ma non io. Non finché potrò provare piacere, sofferenza e amore. [la bacia] Ed ecco il lieto fine: marito ribelle si ravvede e torna dalla moglie con la quale ha stabilito un lungo e duraturo amore. Donna giovane e senza amore abbandonata alla sua antica solitudine. La musica aumenta trionfalmente. Pubblicità finale. Ed ecco alcune scene del film della prossima settimana.

Explicit[modifica]

[Vengono mostrati quattro schermi contemporaneamente]
Anchorman [in uno degli schermi]: Il vostro telecronista della UBS TV, conosciuto da milioni di voi come il "pazzo profeta dell'etere", è rimasto ucciso stasera dal fuoco di armi automatiche proprio mentre stava per cominciare la sua trasmissione. Lo sconcertante incidente è avvenuto sotto gli occhi di milioni di spettatori. Gli assassini sono membri di un gruppo terrorista chiamato l'Esercito di Liberazione Ecumenico. Due di loro sono stati arrestati. Il leader del gruppo, noto come "Il Grande" Ahmed Kahn, è fuggito.
Narratore [voce fuori campo]: Questa è la storia di Howard Beale, il primo caso conosciuto di un uomo che fu ucciso perché aveva un basso indice di ascolto.

Citazioni su Quinto potere[modifica]

Frasi promozionali[modifica]

  • A mani basse sulla TV.
Main basse sur la TV.[4]
  • La televisione non sarà più la stessa.
Television will never be the same.[5]
  • Preparatevi per un film perfettamente oltraggioso!
Prepare yourself for a perfectly outrageous motion picture![6]
  • Un mondo implacabile.
Un mundo implacable[7]

Note[modifica]

  1. In lingua originale: «I'm as mad as hell, and I'm not going to take this anymore!». Dopo un sondaggio tenuto negli USA nel 2005 dall'American Film Institute, che è andato a comporre l'AFI's 100 Years... 100 Movie Quotes, questa citazione è stata inserita al 19° posto nella classifica AFI delle cento battute più celebri della storia del cinema.
  2. a b Citato in Better Call Saul (2015).
  3. Nella versione originale in inglese viene citata Mary Tyler Moore.
  4. Dalla locandina in francese. Cfr. Quinto potere (1976), MoviePosterShop.com.
  5. Dalla locandina in inglese. Cfr. Quinto potere (1976), IMDb.com.
  6. Dalla locandina in inglese. Cfr. Quinto potere (1976), IMDb.com.
  7. Dalla locandina in spagnolo. Cfr. Quinto potere (1976), MoviePosterShop.com.

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