Che Guevara

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Che Guevara nel 1960

Ernesto Rafael Guevara De la Serna, più noto come Che Guevara (1928 – 1967), rivoluzionario, guerrigliero, politico, scrittore e medico argentino.

Citazioni di Che Guevara[modifica]

  • A El Paso ho avuto l'opportunità di passare attraverso i possedimenti della United Fruit, convincendomi ancora una volta di quanto siano terribili queste piovre capitaliste. Ho giurato davanti a un ritratto del vecchio e compianto compagno Stalin che non mi fermerò finché non vedrò annientate queste piovre capitaliste.
En El Paso tuve la oportunidad de pasar por los dominios de la United Fruti, convenciéndome una vez más de lo terrible que son esos pulpos capitalistas. He jurado delante de un estampa del viejo y llorado camarada Stalin que no descansaré hasta que vea aniquilados a esos pulpos capitalistas.[1]
[Secondo altre fonti, di fronte all'esitazione del suo assassino] Stia tranquillo, lei sta per uccidere un uomo.[3]
  • [A Fidel Castro] Altre terre del mondo reclamano il contributo dei miei modesti sforzi. Io posso fare ciò che a te è negato dalla tua responsabilità alla testa di Cuba, ed è giunta l'ora di separarci.[4]
  • Bisogna essere disposti a pagare qualunque prezzo per il diritto di mantenere alta la nostra bandiera.[5]
  • Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza.[6]
  • Come può, un giovane, mettersi a pensare cosa dev'essere la gioventù? Faccia semplicemente ciò che pensa: questo deve essere ciò che fa la gioventù.[7]
  • [Su Laurent-Désiré Kabila] Conosce gli uomini... Si dà molto da fare.[8]
  • Credo che le cose fondamentali su cui si basava Trockij fossero sbagliate; credo che il suo comportamento posteriore fu erroneo e negli ultimi tempi persino oscuro. E che i trotskisti non abbiano contribuito da nessuna parte al movimento rivoluzionario e dove hanno fatto di più, che era in Perù, insomma, hanno fallito perché i metodi erano sbagliati.
Yo creo que las cosas fundamentales en que Trotski se basaba estaban erróneas, que su actuación posterior fue una actuación errónea e incluso oscura en su última década. Y que los trotskistas no han aportado nada al movimiento revolucionario en ningún lado y donde hicieron más, que fue en Perú, en definitiva, fracasaron porque los métodos son malos.[9]
  • Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per liberarsi.[7]
  • Crescete come buoni rivoluzionari. Studiate molto per poter dominare la tecnica che permette di dominare la natura. Ricordatevi che l'importante è la rivoluzione e che ognuno di noi, solo, non vale nulla.
    Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario.[10]
  • [Dedica sulla copia del libro La guerra di guerriglia, spedita da Fidel Castro a Perón] Da un ex oppositore evoluto, con ogni affetto e simpatia, a Juan Domingo Perón.[11]
  • Davanti a tutti i pericoli, davanti a tutte le minacce, le aggressioni, i blocchi, i sabotaggi, davanti a tutti i seminatori di discordia, davanti a tutti i poteri che cercano di frenarci, dobbiamo dimostrare, ancora una volta, la capacità del popolo di costruire la sua storia.[12]
  • Dobbiamo ripetere qui una verità che abbiamo sempre detto davanti a tutto il mondo: fucilazioni; sì, abbiamo fucilato; fuciliamo e continueremo a fucilare finché sarà necessario.[13]
  • Fino alla vittoria sempre.[14]
Hasta la victoria siempre.[15]
  • Ha più valore, un milione di volte, la vita di un solo essere umano che tutte le proprietà dell'uomo più ricco della terra.[12]
  • Il guerrigliero è un riformatore sociale, che prende le armi rispondendo alla protesta carica d'ira del popolo contro i suoi oppressori, e lotta per mutare il regime sociale che mantiene nell'umiliazione e nella miseria tutti i suoi fratelli disarmati.[14]
  • In qualunque luogo ci sorprenda la morte, che sia la benvenuta, purché il nostro grido di guerra giunga a un orecchio ricettivo e purché un'altra mano si tenda per impugnare le nostre armi.[16]
  • In una rivoluzione, se è vera, si vince o si muore.[17]
  • Io credo che la prima cosa che deve contraddistinguere un giovane comunista sia l'onore che prova ad esserlo. Quell'onore che lo porta a mostrare a tutti la sua qualità di giovane comunista, che non si esau­risce nella clandestinità, che non si riduce a una semplice formula, ma anzi viene espresso in ogni momento, perché esce dall'anima, e il gio­vane comunista ha interesse a mostrarlo perché per lui è un orgoglio.[18]
  • Kabila è inaffidabile e incapace.[19]
  • L'insistenza che vi ho mostrato continuamente, è che non smettiate di essere giovani, non vi trasformiate in vecchi teorici o teorizzanti, conserviate la freschezza della gioventù, l'entusiasmo della gioventù.[7]
  • L'odio come fattore di lotta; l'odio intransigente contro il nemico, che permette all'uomo di superare le sue limitazioni naturali e lo converte in una efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere. I nostri soldati devono essere così. Un popolo senza odio non può vincere un nemico brutale. Bisogna portare la guerra fin dove il nemico la porta; nelle sue case, nei suoi luoghi di divertimento; renderla totale. Non bisogna lasciargli un minuto di tranquillità, un minuto di calma al di fuori e all'interno delle sue caserme: attaccarlo dovunque si trovi; farlo sentire una belva braccata in ogni luogo in cui transiti.[14]
  • L'unico eroe di cui il mondo ha mai avuto bisogno si chiama Giuseppe Garibaldi.[20]
  • L'unico modo di conoscere veramente i problemi è accostarsi a chi vive questi problemi, e trarre, da loro, da questo scambio, le conclusioni.[7]
  • La caratteristica positiva della guerriglia consiste proprio nel fatto che ogni individuo è disposto a morire non per difendere astrattamente un ideale, ma per farlo diventare realtà.[21]
  • La differenza tra il vestiario da notte e quello da giorno stava, generalmente, nelle scarpe.[22]
  • La mia casa ambulante avrà ancora due gambe e i miei sogni non avranno frontiere.[7]
  • La rivoluzione si fa per mezzo dell'uomo, ma l'uomo deve forgiare giorno per giorno il suo spirito rivoluzionario.[14]
  • La storia del capitalismo è la storia della pirateria organizzata da pochi che si appropriano del lavoro di molti.[23]
  • Lasciami dire, a rischio di sembrare ridicolo, che il vero rivoluzionario è guidato da grandi sentimenti d'amore.[14]
  • La strada per uscire da Tucumán è una delle cose più belle del nord (argentino): per circa venti chilometri è asfaltata, e sui due lati si vede una vegetazione lussureggiante, una specie di selva tropicale alla portata del turista, con una quantità di ruscelli e un'umidità che le conferisce l'aspetto di una foresta amazzonica simile a quelle che si vedono nei film. Entrando in questo parco naturale, camminando fra le liane, calpestando felci e pensando come tutto ciò si fa beffe della nostra scarsa cultura botanica, ci si aspetta a ogni istante di udire il ruggito di un leone, di assistere al silenzioso scivolare di un serpente, o al veloce passaggio di un cervo.[24]
  • La via pacifica è da scordare e la violenza è inevitabile. Per la realizzazione di regimi socialisti dovranno scorrere fiumi di sangue nel segno della liberazione, anche al costo di vittime atomiche.[25]
  • Le rivoluzioni non si esportano. Le rivoluzioni nascono in seno ai popoli.[26]
  • [La notte prima della morte, nella scuola del villaggio boliviano di La Higuera] Manca l'accento [la frase, scritta alla lavagna, era "Yo se leer" ("Io so leggere"), corretto "Yo sé leer"].[27]
  • Mi rendo conto di aver maturato in me qualche cosa che da tempo cresceva nel frastuono cittadino: l'odio per la civiltà, la rozza immagine di persone che si muovono come impazzite al ritmo di quel tremendo rumore.[28]
  • Nei cosiddetti errori di Stalin sta la differenza tra un atteggiamento rivoluzionario e un atteggiamento revisionista. Si deve vedere Stalin nel contesto storico nel quale si è sviluppato, non si deve vedere come una specie di bruto, ma dovrebbe essere apprezzato in quel particolare contesto storico... Sono giunto al comunismo grazie a papà Stalin e nessuno può dirmi di non leggere le sue opere. Le ho lette anche quando era considerato disdicevole leggerlo, ma questo era un altro periodo. Siccome sono una persona non troppo brillante e per di più testarda continuerò a leggerlo.
En los llamados errores de Stalin está la diferencia entre una actitud revolucionaria y una actitud revisionista. Se debe ver a Stalin en el contexto histórico en el que se desarrolló, no se debe ver como una especie de bruto, sino que se le debe apreciar en ese contexto histórico particular... Yo he llegado al comunismo por papá Stalin y nadie puede decirme que no lea su obra. Lo he leído aún cuando era considerado muy malo leerlo, pero ese era otro tiempo. Y como soy una persona no demasiado brillante y además testaruda continuaré leyéndolo.[29]
  • Non credo che siamo stretti parenti, ma se Lei è capace di tremare d'indignazione ogni qualvolta si commetta un'ingiustizia nel mondo, siamo compagni, il che è più importante.[30]
  • Non è questo il racconto di gesta impressionanti.[31]
  • Non si persegue il progresso per costruire belle fabbriche ma per fare belle persone. A che serve il progresso se fa poveri, schiavi, morti? Il capitalismo non è progresso, è sfruttamento di una classe sull'intero pianeta.[32]
  • Non vi è altra definizione del socialismo, valida per noi, che l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo.[33]
  • Partirò per cammini più ampli del ricordo concatenando addii nel fluire del tempo.[34]
  • Patria o Morte![14]
Patria o Muerte![15]
  • [Su Laurent-Désiré Kabila] Perché ha portato tante bottiglie di whisky se era per restare soltanto cinque giorni?... Gli piacciono troppo le donne e l'alcol.[8]
  • [A Kim Il-sung] Da tempo vi stimo dal profondo del cuore. Vi siete unito alla lotta rivoluzionaria quando eravate giovane, e avete sconfitto gli imperialisti giapponesi e americani. Ora che sono in visita nel vostro paese, la mia stima per voi è ancora cresciuta.[35]
  • [A Fidel Castro] Gli autentici comunisti sono appunto veri internazionalisti proletari. Questo è un principio rivoluzionario che Kim Il-sung ha radicato nella mia mente. Ho deciso di sacrificare la mia vita all’internazionalismo proletario.[36]

La storia sta per cominciare[modifica]

  • Arrivo a Salta alle due del pomeriggio e vado a trovare i miei amici dell'ospedale, [...] la domanda di uno di loro è: Che cosa vuoi vedere? Una domanda che resta senza risposta, perché a questo scopo fu formulata e perché non c'è niente da rispondere, perché il punto è che cosa vedo io; quanto meno, io non mi nutro delle stesse cose dei turisti e mi stupisce vedere sui dépliant promozionali, per esempio in quello di Jujuy, l'altare della patria, la cattedrale dove fu benedetta la bandiera, [...]. No, non è questo il modo di conoscere una città, il suo modo di essere e di interpretare la vita; quella è una copertina lussuosa, mentre la sua anima si riflette nei malati all'ospedale, nei rifugiati nel commissariato o nel passante ansioso con cui si fa amicizia mentre in basso il Río Grande mostra il suo alveo gonfio e turbolento. (p. 38)
  • La mia vita è stata un mare di opposte decisioni fino a quando ho abbandonato coraggiosamente il mio bagaglio e, zaino in spalla, ho intrapreso con l'amico García il tortuoso cammino che ci ha condotto fino a qui. A El Paso ho avuto l'opportunità di attraversare i domini della United Fruit e mi sono convinto una volta di più di quanto tremende siano queste piovre capitaliste. [...] In Guatemala mi perfezionerò e otterrò ciò che mi manca per essere un autentico rivoluzionario. (p. 89)
  • La mia posizione non è assolutamente quella di un dilettante capace solo di parlare. Ho assunto una posizione precisa a favore del governo guatemalteco e, al suo interno, del gruppo del PGT, che è comunista, prendendo inoltre contatti con intellettuali di quest'area politica che qui pubblicano una rivista e lavorando come medico nei sindacati. Fatto che mi ha messo in contrasto con il consiglio medico, che è assolutamente reazionario. (p. 94)
  • Non so dire, neanche approssimativamente, in che momento abbandonai il ragionamento per abbracciare qualcosa di simile a una fede, perché il cammino è stato piuttosto lungo e tormentato. (p. 89)

Latinoamericana[modifica]

  • Il personaggio che ha scritto questi appunti è morto quando è tornato a posare i piedi sulla terra d'Argentina, e colui che li riordina e li ripulisce, 'io', non sono io; per lo meno, non si tratta dello stesso io interiore. Quel vagare senza meta per la nostra "maiuscola America" mi ha cambiato più di quanto credessi. (pp. 17-18)
  • Un viaggio ha due estremi. Il punto in cui comincia e il punto dove finisce; se è tua intenzione far coincidere il secondo punto teorico con il reale non cercare scuse nei mezzi (dal momento che il viaggio è uno spazio virtuale che finisce dove finisce, ci sono tanti mezzi quante possibilità che giunga al termine, cioè, i mezzi sono infiniti). (p. 22)
  • Questo è uno di quei casi in cui il medico, cosciente della propria assoluta impotenza di fronte alla situazione, sente il desiderio di un cambiamento radicale, qualcosa che sopprima l'ingiustizia che ha imposto alla povera vecchia di fare la serva fino al mese prima per guadagnarsi da vivere, affannandosi e soffrendo, ma tenendo fronte alla vita con fierezza. [...] è ora che i governanti dedichino meno tempo alla propaganda delle qualità del loro regime e più denaro, moltissimo denaro in più, per la realizzazione di opere di utilità sociale. (p. 49)
  • Chuquicamata sembra lo scenario di un dramma moderno. Non si può dire che manchi di bellezza, ma la sua è una bellezza senza grazia, imponente e glaciale. Quando ci si avvicina alla zona mineraria, sembra che l'intero panorama si concentri nella pianura per dare una sensazione di asfissia. (p. 56)
  • La parola che più di ogni altra può definire il Cuzco è evocazione. Un'impalpabile polvere di altre ere sedimenta tra le sue strade, sollevandosi in un magma di laguna fangosa quando si calpesta il suo substrato. (p. 75)
  • Se venisse cancellato dalla faccia della terra tutto ciò che il Cuzco racchiude, e al suo posto si mettesse un paesino senza storia, ci sarebbe comunque di che parlare. (p. 84)
  • Lima è la rappresentazione stessa di un Perú che non è uscito dallo stato feudale della colonia: aspetta ancora il sangue di una vera rivoluzione emancipatrice. (p. 100)
  • [Riguardo alla corrida] L'arte non ce la vedo; coraggio, in un certo senso; destrezza, poca; emozione, relativa. Riassumendo, tutto dipende da quel che uno ha da fare la domenica. (pp. 101-102)
  • Se c'è qualcosa che, un giorno, dovesse convincerci a dedicarci seriamente alla lebbra, sarà questo affetto che ci dimostrano i malati di ogni parte. (p. 103)
  • [Stromboli terra di Dio] Non potrei definirlo altro che un brutto film. (p. 108)
  • Crediamo, e dopo questo viaggio più fermamente di prima, che la divisione dell'America in nazionalità incerte e illusorie sia completamente fittizia. Costituiamo una sola razza meticcia che dal Messico fino allo stretto di Magellano presenta notevoli similitudini etniche. Per questo, cercando di spogliarmi da qualsiasi vacuo provincialismo, brindo al Perú e all'America Unita. (p. 111)
  • Adesso sapevo... sapevo che nel momento in cui il grande spirito che governa ogni cosa darà un taglio netto dividendo l'umanità intera in due sole parti antagoniste, io starò con il popolo, e lo so, perché lo vedo impresso nella notte, che io, eclettico sezionatore di dottrine e psicoanalista di dogmi, urlando come un ossesso, assalterò barricate o trincee, tingerò di sangue la mia arma e, come impazzito, sgozzerò ogni nemico mi si parerà davanti. (p. 120)

Citazioni su Che Guevara[modifica]

Che Guevara in Congo nel 1965
  • A volte ho la sensazione che Che Guevara sia ritratto su più oggetti di Topolino. Parlo di magliette e simili (ma soprattutto magliette). (Jay Nordlinger)
  • Che Guevara è un uomo incredibile. Aveva così tanto, ma ha sacrificato tutto per il bene di altre persone.
Che Guevara is an incredible individual. He had so much, but sacrificed it all for the benefit of other people. (Mike Tyson)
  • Che Guevara fu un rivoluzionario instancabile ed impareggiabile nella lotta e un autentico combattente internazionalista, completamente alieno da un meschino sentimento nazionalista. Attraverso tutta la sua vita, diede un eccellente esempio come deciso combattente rivoluzionario e autentico internazionalista. (Kim Il-sung)
  • – Di sicuro il Che è stato la figura più importante di questi tempi. [...] Riesci a credere che quando andò per la prima volta a Cuba con Fidel, avevano con loro solo 12 uomini?
    – Ma poi aumentarono. Portarono nuove reclute, conquistarono il supporto dei contadini [...]. Il popolo li seguiva perché erano onesti. Vinsero perché erano forti. Queste sono le qualità che rendono grandi gli uomini. (Metal Gear Solid: Peace Walker)
  • È il responsabile del "Carnicero della Cabana", un luogo dove vennero uccisi moltissimi cubani. [Eppure è diventato un mito. La sua immagine è sulle magliette dei giovani di tutto il mondo.] Questo, perché Albert Korda era un bravo fotografo. È una storia che si perpetua, ma tanti non sanno neanche chi si cela sotto il ritratto della camicetta. È un prodotto della Pop Art: portano l'immagine di Che Guevara come fosse una pop star. E non sanno quanti cubani ha fatto uccidere senza processo e senza difesa. (Andy García)
  • Egli è stato grande perché ha servito una grande causa, fino ad incarnarla. È l'uomo di un ideale. (Juan Domingo Perón)
  • Era una morale in un mondo fatuo e ipocrita. Una risposta alla nostra nostalgia di purezza. (Hans Koning)
  • Fin dalla sua gioventù, Che Guevara prese la strada della lotta consacrata alla libertà e alla liberazione del popolo, inalberando la bandiera della lotta antimperialista e anti-Usa. Dedicò tutta la sua vita alla causa rivoluzionaria dei popoli oppressi. (Kim Il-sung)
  • – Forse il Che non è riuscito a trovare un suo ruolo oltre il campo di battaglia. [...] ha rinunciato a una famiglia e un posto nel governo per ributtarsi nella mischia. Prima in Congo e poi in Bolivia, dove ha trovato la sua fine.
    – Stai dimenticando qualcosa. Il Che è tornato nella mischia perché avevano bisogno di lui. Leggiti la sua "Lettera d'addio" e poi capirai. (Metal Gear Solid: Peace Walker)
  • Innanzitutto era insolita l'ora del nostro appuntamento: la mezzanotte [...] Attraversando la sala, benché fosse pienamente illuminata, ebbi la sensazione di esser salito su un treno prima dell'alba e di trovarmi in uno scompartimento di gente addormentata [...] Si aprì una porta. Simone de Beauvoir ed io entrammo e quell'impressione scomparve.
    Un ufficiale dell'esercito ribelle, coperto da un basco, mi aspettava: aveva la barba e i capelli lunghi come i soldati che erano all'ingresso, ma il volto limpido e sereno mi parve mattiniero. Era Guevara. [...] Quei giovani [Guevara e i suoi compagni] tributano un culto discreto all'energia, tanto amata da Stendhal. Non si creda però che ne parlino, che ne ricavino una teoria. Vivono l'energia, la praticano, forse la inventano: si dimostra negli effetti, ma essi non pronunciano una parola al riguardo.
    La loro energia si manifesta. [...] quasi arrivano a ripetere la frase di Pascal: "È necessario non dormire". Si direbbe che il sonno li abbia abbandonati, che anch'esso sia emigrato a Miami. (Jean-Paul Sartre)
  • I sogni discesi nella storia e nella politica producono violenze, guerre e regimi dispotici. Questa è in fondo la differenza fra Don Chisciotte e Che Guevara, uno degli ultimi miti politici, il cui sogno fece prigionieri e vittime lungo la strada, nemici, traditori e dissidenti, campesinos, per concludersi con la sua stessa uccisione. (Marcello Veneziani)
  • Non era solo un intellettuale, era l'essere umano più completo del nostro tempo. (Jean-Paul Sartre)
  • Quest'uomo era ministro quando è andato in Bolivia. Lo vedete voi un ministro di qualunque paese del mondo, che rinuncia alla propria posizione [...] per andare a combattere in un altro paese, per un'idea, per una grande idea che è quella del cambiamento, del riscatto dei più deboli? Credo che sia non tanto un mito quanto una vera utopia. (Marco Rizzo)
  • Scusi, della "Che Guevara" c'avete anche i borselli? (Sole a catinelle)
  • Ti ho conosciuto bambino | lì, in quella terra di Cordoba argentina | mentre giocavi tra i pioppi e il granturco, | le mucche delle vecchie fattorie, i braccianti... || Non ti ho più rivisto, finché un giorno seppi | che eri luce insanguinata, il nord, | quella stella | che ogni attimo bisogna guardare | per sapere dove ci troviamo. (Rafael Alberti)
  • Uno che lo ha conosciuto dice: «Ricordo uno sguardo limpido come l'alba». È stato un simbolo; in un certo momento, non vi era camera di studente dove non fosse appeso il suo ritratto: un volto bello, incorniciato dalla barba, i capelli folti e ricciuti, gli occhi vividi e ironici.
    [...] nato in una «buona» famiglia argentina è caduto su una montagna boliviana, combattendo. Medico, è andato fra i lebbrosi, ha fatto lo scaricatore di banane, il fotografo ambulante, lo sguattero, l'infermiere.
    Di educazione borghese — la madre gli aveva insegnato le lingue e l'amore per la poesia, il padre, ingegnere, il senso della giustizia sociale — era diventato un rivoluzionario.
    Da ragazzo, i suoi compagni di gioco erano i figli dei diseredati delle bidonvilles di Cordoba, l'esempio che lo suggestionava di più era quello di Gandhi: ma non credeva che si potesse distruggere il privilegio senza ricorrere alla violenza. (Enzo Biagi)
  • Vent'anni fa moriva Ernesto Che Guevara. Allora, come negli anni immediatamente successivi, le contingenze storiche e le passioni politiche impedirono, a coloro che rifiutavano di fare dell'Italia "un altro Vietnam" un'analisi serena della figura e dell'opera del "comandante". Oggi, a tanti anni di distanza, una simile analisi può e deve essere fatta. Ed allora ciò che rimane, l'ammaestramento vero di una simile vicenda, non è nei sogni ormai ingialliti di un marxismo agonizzante, ma nell'esigenza di un rovesciamento radiale della società, in un'immagine della rivoluzione come atto assoluto, come gesto puro ben oltre gli angusti limiti del marxismo storico. Ecco, Che Guevara come rivoluzionario assoluto: così ci piace ricordarlo. Alfiere di un'utopia che proprio nella sconfitta realizza i suoi valori morali, sottraendosi al banale e corruttore compito della gestione cui l'eventuale vittoria l'avrebbe destinato. (Massimo Fini)

Gianni Alemanno[modifica]

  • Che Guevara è uno dei leader di sinistra che anche a destra apprezziamo.
  • Che Guevara voleva portare la democrazia in America Latina.
  • È vero, sparava a quelli che a Cuba facevano le speculazioni edilizie. Voleva cambiare.

Fidel Castro[modifica]

  • Il Che portò le idee del marxismo-leninismo alla loro espressione più fresca, più pura, più rivoluzionaria.
  • Ricordo sempre il Che come una delle persone più straordinarie, uno degli uomini più nobili e disinteressati che io abbia mai conosciuto.
  • Se volessimo esprimere come aspiriamo che siano i nostri combattenti rivoluzionari, i nostri militanti, i nostri uomini, dovremmo dire senza vacillare in alcun modo: che siano come il Che! Se volessimo esprimere come vogliamo che siano gli uomini delle future generazioni, dovremmo dire: che siano come il Che! Se volessimo dire come desideriamo che siano educati i nostri bambini, dovremmo dire senza vacillare: vogliamo che si educhino nello spirito del Che! Se volessimo un modello di uomo, un modello di uomo che non appartiene a questo tempo, un modello di uomo che appartiene al futuro, dico di cuore che questo modello senza una singola macchia nella sua condotta, senza una singola macchia nel suo atteggiamento, senza una singola macchia nella sua esistenza, questo modello è il Che! Se volessimo esprimere come desideriamo che siano i nostri figli, dovremmo dire con tutto il cuore di veementi rivoluzionari: vogliamo che siano come il Che!

Francesco Guccini[modifica]

  • Ci prese come un pugno, ci gelò di sconforto, | sapere a brutto grugno che Guevara era morto: | in quel giorno d'ottobre, in terra boliviana | era tradito e perso Ernesto "Che" Guevara...
  • "Che" Guevara era morto, ma ognuno lo credeva | che con noi il suo pensiero nel mondo rimaneva...
  • Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa | che "Che" Guevara è morto, forse non tornerà, | ma voi reazionari tremate, non sono finite le rivoluzioni | e voi, a decine, che usate parole diverse, le stesse prigioni. || Da qualche parte un giorno, dove non si saprà, | dove non l'aspettate, il "Che" ritornerà.

Note[modifica]

  1. (ES) Dalla lettera alla zia Beatriz da San José, Costa Rica, 10 dicembre 1953; citato in Claudio Pérez, Apuntes de Ernesto Guevara: Guatemala (1953-1954) y la influencia en su trayectoria posterior, p. 5.
  2. Citato in Enzo Biagi, Quante storie, Rizzoli, Milano, 1989, p. 196. ISBN 88-17-85322-4
  3. Citato in Taibo II, p. 792.
  4. Dalla lettera a Fidel, in Lettere scelte, p. 38.
  5. Da Opere, vol. 3, parte 1, p. 533.
  6. Dal Testamento spirituale.
  7. a b c d e Da Opere, vol. 3, tomo 2.
  8. a b Citato in L'eterno guerrigliero sorridente spietato, la Repubblica, 18 maggio 1997.
  9. Citato in Caridad Massón, Las Izquierdas Latinoamericanas: Multiplicidad y Experiencias durante el Siglo XX, Ariadna Ediciones, 2018, p. 313. ISBN 9791036503610
  10. Dalla lettera ai figli, in Lettere scelte, p. 34.
  11. Citato in Introduzione intervista.
  12. a b Da Opere, vol. 3, tomo 1.
  13. Dal secondo intervento alla nona sessione dell'Assemblea Generale dell'ONU, 11 dicembre 1964, in Opere, vol. 2.
  14. a b c d e f Da Scritti, discorsi e diari di guerriglia, 1959-1967.
  15. a b Con queste formule concludeva alcune lettere.
  16. Da America latina.
  17. Dalla lettera d'addio a Fidel Castro, 1° aprile 1965, in Scritti, discorsi e diari di guerriglia, 1959-1967.
  18. Citato in Cosa dev'essere un giovane comunista, resistenze.org, 2 ottobre 2014.
  19. Citato in I nemici di Kabila, la Repubblica, 6 agosto 1998.
  20. Citato in Il libretto rosso di Garibaldi, a cura di Massimiliano e Pier Paolo Di Mino, Castelvecchi Editore, 30 gennaio 2011, p. 7.
  21. Da La guerra di guerriglia, p. 20.
  22. Da Latinoamericana, traduzione di Pino Cacucci e Gloria Corica, Feltrinelli, 1993.
  23. Citato in Che Guevara, Filosofico.net.
  24. Da Mio figlio il Che, p. 289.
  25. Citato in C'era una volta il Che.
  26. Dal discorso alla XIX assemblea generale delle Nazioni Unite, in Scritti, discorsi e diari di guerriglia, 1959-1967.
  27. Citato in Ricardo Piglia, L'ultimo lettore, Feltrinelli Editore, p. 123.
  28. Dagli appunti di viaggio; citato in Taibo II, p. 50.
  29. (ES) Citato in M. Koba, No hay que olvidar que el Che era un auténtico comunista, In Resumen, 1996; citato in Rebelion.org.
  30. Dalla lettera a Marìa Rosario Guevara, 20 febbraio 1964; da Ideario, a cura di J. Soto, traduzione di E. Clementelli, Newton & Compton Editori.
  31. Da Latinoamericana, traduzione di Pino Cacucci e Gloria Corica, Feltrinelli, 1993.
  32. Citato in duepuntozeno.blogspot.com.
  33. Citato in AA.VV., Il libro della politica, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 192. ISBN 9788858019429
  34. Citato nella quarta di copertina di Guillermo Almeyra, Enzo Santarelli, Che Guevara: Il pensiero ribelle, Giunti Editore.
  35. Citato in Kim Myong Suk, Echi del XX secolo, Edizioni in lingue estere, Pyongyang 2014, pp. 34-38.
  36. Citato in Kim Myong Suk, Echi del XX secolo, Edizioni in lingue estere, Pyongyang 2014, pp. 34-38.

Bibliografia[modifica]

  • Ernesto Che Guevara, America latina. Il risveglio di un continente, traduzione di aa. vv., Feltrinelli.
  • Ernesto Che Guevara, La storia sta per cominciare: una biografia per immagini, a cura di Victor Casaus, traduzione di Lucia Taddeo, Oscar Mondadori, Verona, 2005.
  • Ernesto Che Guevara, Latinoamericana: un diario per un viaggio in motocicletta, traduzione e cura di Pino Cacucci e Gloria Corica, Universale Economica Feltrinelli, Milano, 1998.
  • Ernesto Che Guevara, Lettere scelte, traduzione di Irina Bajini, Baldini&Castoldi, Milano, 1996. ISBN 88-8089-159-6
  • Ernesto Che Guevara, Opere, traduzione di Aa. Vv., a cura di Carlos Varela, Feltrinelli, 1968-1969.
  • Ernesto Che Guevara, Scritti, discorsi e diari di guerriglia, 1959-1967, a cura di Laura Gonsalez, Einaudi, 1969.
  • Ernesto Che Guevara, La guerra di guerriglia, traduzione di Bajini I., Dalai Editore, Giugno 2003. ISBN 978-88-84903471
  • Ernesto Guevara Lynch, Mio figlio il Che, traduzione di Giorgio Magrini, Sperling & Kupfer Editori, Piacenza, 1997.
  • Leonardo Facco, C'era una volta il Che. Ernesto Guevara, tutta un'altra storia, Simonelli Editore, Milano, 2008. ISBN 8876472401
  • Paco Ignacio Taibo II, Senza perdere la tenerezza: Vita e morte di Ernesto Che Guevara, Il Saggiatore, Milano, 2012. ISBN 978-884281781-9 (Anteprima su Google Libri)

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