Riccardo Muti

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Riccardo Muti nel 2008

Riccardo Muti (1941 – vivente), direttore d'orchestra italiano.

Citazioni di Riccardo Muti[modifica]

  • Amo Chicago, vi lavorò Enrico Fermi e oggi tanti ricercatori italiani; col grande violoncellista Yo Yo Ma porterò la musica anche nelle scuole e nelle carceri.[1]
  • Banda non è sinonimo di qualità inferiore, né di strumenti popolari e di bocca buona con cui ci si può arrangiare. Al contrario, sono strumenti nobili, pensate a Verdi quanto deve alle bande che ascoltava da ragazzo, e che lui usa per annunciare l'arrivo del re Duncano nel Macbeth. E prima ancora Bellini, Berlioz, Spontini che nel second'atto dell'Agnese di Hohenstaufen usa una banda enorme che fa la funzione dell'organo ed è uno dei momenti sublimi di quell'opera.[2]
  • [Sulla crisi delle bande di paese che rischiano lo scioglimento] Chiamiamo le cose come sono: è un delitto culturale.[2]
  • In Italia abbiamo perso la capacità di sentire il 'bello', quel 'bello' che per secoli abbiamo dato al mondo e che adesso non sentiamo più.[3]
  • Italia significa Verdi, Puccini, Tiziano, Antonello da Messina. Non è un discorso di politica, di cui non capisco nulla. Io non penso che Tiziano sia nato lassù e Antonello da Messina sia nato laggiù: per me sono due italiani.[4]
  • L'educazione musicale, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è fondamentale per una buona società. Spero che qualcosa si stia muovendo per sanare le lacune vergognose del nostro sistema educativo.[5]
  • Nel Conservatorio di Napoli vive ancora quel mondo del Settecento confluito dai quattro collegi della città quando, nel secolo passato, se ne è raccolta la sede. Il fatto che io riesca (si dice) ad essere buon interprete del classicismo è forse la combinazione di una classicità innata e dell'educazione ricevuta, a Napoli e per 16 anni in Puglia.[6]
  • Nelle scuole italiane la musica è praticamente assente, se non peggio. La musica dovrebbe essere obbligatoria come l'italiano. Non vorrei che questi nuovi licei musicali fossero istituti per lavarsi la coscienza.[7]
  • Noi italiani abbiamo dimenticato che la musica non è solo intrattenimento, ma è una necessità dello spirito. Questo è grave perché significa spezzare delle radici importanti della nostra storia.[3]
  • [Sull'Opera di Roma] Non posso essere schizofrenico, mettere la quinta a Chicago, dove guiderò l'orchestra, e andare con la retromarcia a Roma.[8]
  • Oggi ci sono direttori che si improvvisano sulla base atletica del movimento delle braccia. Ho scatenato l'ilarità con l'umorismo partenopeo. Poi sono passato alla sostanza, il cammino lungo e complesso, pressoché impossibile, del direttore; si tratta di portare il messaggio delle note verso l'infinito, che è Dio. Ho pensato a Vittorio Gui che, verso i 90 anni, disse: peccato, proprio ora che stavo imparando che cosa significa dirigere un'orchestra.[9]
  • Pur essendo una società multietnica, l'America deve lavorare sulle persone che vengono da culture lontane che hanno valore universale e possono diventare patrimonio dell'umanità.[10]
  • Rostropovich? Quando dirigevo a Philadelphia lui era a Washington. Mi chiamava Riccardocka, una specie di Riccardino. Sempre affettuoso, mi ha dato prove di grande amicizia e solidarietà. Amava la convivialità, ogni volta che c'era un brindisi allungava anche a me la vodka: la mattina dopo lui era brillante e io avevo passato una notte d'inferno.[10]
  • Siccome non voglio finire con una Sinfonia aggravante, come si direbbe a Napoli, chiuderemo con il Don Pasquale di Donizetti. Che c'entra con la Quinta di Beethoven? Per i critici è un errore stilistico gravissimo, a me nun me ne importa nient'.[11]
  • Sono un nostalgico, per me è difficile stare fuori casa, mi sono sempre sentito come un piccolo Ulisse.[12]
Muti: io e Abbado divisi dai fanatici, Corriere della sera, 3 aprile 2008
  • La musica non si fa ridendo e scherzando, ma lavorando sodo. Credo nell'autorità di convincere che la mia idea musicale non sia l'unica possibile, ma quella giusta in quel momento.
  • Non c'è nessuna differenza tra uomini e donne sul podio, ma la loro tendenza a mascolinizzarsi è un errore. Devono esprimere la loro femminilità. Le vedrei bene nella sensibilità di Schubert, meno nella Tempesta dell'Otello che potrebbe sembrare la negazione della femminilità. E poi quando si vestono con il frac... Io ho sempre detestato quell'abito da pinguino.
  • [Riferimento a Claudio Abbado] Personalmente non c'è mai stato nulla tra noi due, solo che per trent'anni hanno detto che ci odiavamo a morte, voci messe in giro dai fanatici della lirica. Quando mi ha chiesto la "Cherubini" ho immediatamente detto sì, per i ragazzi una straordinaria opportunità di lavoro. Alcuni si sono sorpresi, noi due per niente, abbiamo un rapporto di grande stima reciproca.
  • Quando leggo che c'è gente che non riesce ad arrivare a fine mese, può sembrare pleonastico. Ma dimenticare la cultura sarebbe gravissimo.

Citazioni su Riccardo Muti[modifica]

  • Io so, come diceva Pasolini, so e so perfettamente che potrebbe esserci un presidente della repubblica che corrisponde a quello a cui nessuno può dire di no, perché che cos'è che è considerato e ammirato in Italia da tutto il mondo, conosciuto? Bersani? Grillo? Berlusconi? No, Donatello, Giotto, Michelangelo, Brunelleschi, Verdi, Mozart e Da Ponte. [...] Potrei dire qualcuno anche di quelli viventi: potrei dire Ceronetti, potrei dire dei nomi, ma arrivavo a un nome più giusto; e, a parte quello che io ho già fatto, invisissimo, tanto da chiamarlo qui da te [a Servizio pubblico di Michele Santoro], con mia ira, Cancronesi, che è Umberto Veronesi, che il mondo riconosce e che ha solo il limite dell'età- non è morto, ma è molto avanti nel tempo- ce n'è uno però che è un po' più indietro nel tempo e ha un nome. [...] Il nome è semplice: Riccardo Muti. Voglio che qualcuno mi dica, a sinistra: "No, Muti è di destra". Muti non è di destra: Muti è la musica italiana, è Verdi, è Da Ponte, è Rossini, è la grande civiltà italiana, che viene sempre negata da questi ignoranti [indicando Massimo Cacciari] e capre [...]. (Vittorio Sgarbi)
  • Muti è un'individualità artistica eccezionalmente dotata, di potente dinamismo e di grande fede nella funzione della musica. (Quirino Principe)
  • Muti? Un talento fuori del comune ma ignorante come Toscanini. (Sergiu Celibidache)
  • Riccardo Muti. L'ho invitato io a dirigere il suo primo concerto alla Scala, nel '70. Gli proposi anche di lavorare insieme. Certo, avevamo gusti diversi, ma avremmo potuto. Una direzione condivisa, perché no? Lui però preferì restare a Firenze, alla guida del Maggio Musicale. (Claudio Abbado)

Note[modifica]

  1. Citato in Con Attila la mia prima opera a New York, Corriere della Sera, 25 gennaio 2010.
  2. a b Citato in Valerio Cappelli, Riccardo Muti: «Salviamo le bande»: tremila complessi sono in crisi e senza soldi Questo è un vero delitto culturale, corriere.it, 27 marzo 2008.
  3. a b Citato in L'Italia ha abdicato alla sua storia musicale, la Repubblica, 9 gennaio 2010.
  4. Da Corriere della Sera, 22 marzo 2011.
  5. Dall'intervista di Valeria Ronzani, Intervista a Muti: «Io e Abbado...», Il Sole 24 Ore, 3 novembre 2007.
  6. Da Muti: la mia vita con Spontini, Corriere della Sera, 7 dicembre 1993.
  7. Citato in Alfredo Mandelli, Mandelli dice la sua, in L'Opera, p. 41, anno XXIV, n. 251, novembre 2010.
  8. Citato in Corriere della Sera, 26 gennaio 2010.
  9. Citato in Valerio Cappelli, Muti e i suoi giovani: appello a Napolitano per salvare la musica, Corriere della Sera, 19 dicembre 2009.
  10. a b Da Muti: a Chicago porterò la classica tra gli emarginati, Corriere della Sera, 23 novembre 2009.
  11. Citato in Muti al Senato: aiuti ai talenti della musica, Corriere della Sera, 21 dicembre 2009.
  12. Citato in Con Attila la mia prima opera a New York, Corriere della Sera , 25 gennaio 2010.

Altri progetti[modifica]