Serie A 1997-1998
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Citazioni sul campionato italiano di Serie A 1997-1998.
Citazioni
[modifica]- [Nel 2012] Brucia tanto lo Scudetto del '98. L'Inter lo meritava e non vincemmo per episodi. [...] ci furono tante cose che portarono a sbottare nel match di Torino con la Juve, quello del rigore su Ronaldo. Vedere un vero signore come Simoni agire così, fa male. Era una catena di fatti, non solo quella giornata. Io, ad esempio, ero squalificato. Ricordo che con l'Udinese, prima della Juve, ero diffidato, ma giocai perché si doveva vincere. Al primo fallo fui ammonito... Oggi ci ripenso e dico: per fortuna non c'ero contro la Juve. Non so quali reazioni avrei avuto. (Giuseppe Bergomi)
- [Nel 2012, sul "caso Iuliano-Ronaldo" in Juventus-Inter 1-0 del 26 aprile 1998] Gli interisti si attaccarono a quell'episodio per giustificare la sconfitta, dimenticando che prima di quell'episodio c'erano due rigori per noi. Oltretutto il rigore avrebbe dovuto essere segnato e inoltre la gara sarebbe finita 1-1, ergo la Juve sarebbe comunque rimasta in testa. Invece è stata fatta passare un'altra verità... (Mark Iuliano)
- [Nel 2009, sul "caso Iuliano-Ronaldo" in Juventus-Inter 1-0 del 26 aprile 1998] Il giorno dopo ho rivisto l'azione. Sì, ho sbagliato. Cosa avrei fischiato a posteriori? Punizione a due in area. Non vorrei sembrare presuntuoso: per me è ostruzione. [...] Ero troppo vicino all'azione. Sembra un paradosso, ma qualche volta ti penalizza. Comunque, ho perso i due passi di Iuliano verso Ronaldo. Nei miei occhi lo juventino è fermo, mentre l'interista gli piomba addosso come un tir. Non ho avuto il minimo dubbio nel lasciar continuare. Così come 30 secondi dopo, quando ho fischiato il rigore per la Juve. [...] Sono stato massacrato. Soprattutto come persona. Mio figlio all'epoca aveva 16 anni e anche per lui non è stato un bel periodo. Certo, poter spiegare avrebbe aiutato. (Piero Ceccarini)
- [Sul "caso Iuliano-Ronaldo" in Juventus-Inter 1-0 del 26 aprile 1998] Il rigore dello juventino su Ronie? Non è furto. Quando c'è la Juve è sempre ricettazione. Gli juventini a volte confessano i furti ma mai la refurtiva. (Giuseppe Prisco)
- [Dopo il "caso Iuliano-Ronaldo" in Juventus-Inter 1-0 del 26 aprile 1998] Il rigore su Ronaldo era netto. Iuliano si disinteressa del pallone e va, con il corpo, a sbattere sul brasiliano. Piero Ceccarini, livornese, si astiene. Saranno pure episodi, ma sono episodi pesanti, e per niente isolati. Il gol di Bianconi, il gol di Bierhoff. Non si può dire che, nel corso della stagione, la classe arbitrale abbia preso di petto la Juventus. Tutt'altro. [...] L'odierno Del Piero, e il cemento della squadra, meriterebbero epinici di ben altro tenore. Ma non si può rimanere indifferenti di fronte a coincidenze così singolari e, permettetecelo, così "nutrite". La Juve è, e deve essere, forte di suo. A certi eccessi si arriva quando comincia a serpeggiare il sospetto che le regole non siano uguali per tutti. O comunque, che per alcuni siano più uguali che per altri: come i maiali della Fattoria orwelliana. [...] La misura è colma. La stessa Juve — o, almeno, quella costola di Juve meno faziosa — faticherà a celebrare l'immanente titolo, venticinquesimo della storia, se questo è il prezzo non da pagare, ma da far pagare. Avremmo voluto dilungarci sui voli spericolati di Peruzzi e Pagliuca, sui passi di danza di Del Piero, sulle sgommate di Ronaldo. Peccato. (Roberto Beccantini)
- [«Siete diventati troppo potenti?»] Io penso che quattro anni di vittorie hanno fatto molto piacere agli juventini, ma gli antijuventini si sono molto caricati e si sono scatenati alla prima occasione. (Umberto Agnelli)
- [«Ma vi sentite accerchiati, con tutte queste insinuazioni?»] Macché accerchiati! La Juventus si sente prima e basta. (Roberto Bettega)
- [Nel 2016, sul "caso Iuliano-Ronaldo" in Juventus-Inter 1-0 del 26 aprile 1998, «Ceccarini, se tornasse indietro, darebbe quel rigore?»] No, neanche sotto tortura. Purtroppo su internet girano alcuni articoli nei quali sembra che io abbia ammesso l'errore, ma purtroppo certe frasi sono state mal interpretate. Anche Fulvio Collovati, in diretta su Tele+, disse che non era rigore. E lo confermò osservando il replay pochi secondi dopo [...]. Dalle immagini si vede chiaramente che Ronaldo va su Iuliano, non viceversa: lo juventino cade infatti all'indietro, dato che riceve un corpo in corsa. Io ero in campo, a pochi metri. E ricordo tutto [...]. L'intenzione del difensore è di interrompere la corsa dell'attaccante, che però sposta la palla e non la segue. Iuliano è fermo al momento del contatto, su questo non ci sono dubbi. A Pagliuca dissi che nel basket sarebbe stato un fallo di sfondamento. Guardi, forse avrei dovuto fischiare una punizione a favore della Juventus. (Piero Ceccarini)
- Non ricorderemo questo campionato come il più limpido (in testa è successo di tutto, in coda sta succedendo di peggio), e questo scudetto come il più smagliante. Questione di gusti. Nei momenti topici, la Juventus ha goduto di generose sviste arbitrali. [...] Riconoscerlo non significa sminuire i meriti, ma rispettare la realtà, gli avversari, i tifosi (quelli veri). [...] La Juventus è un colpo di forbice, un taglio netto e profondo sulla pelle del tifo. O con lei o contro di lei. Solleva passioni, alleva rancori, semina invidie: che, non di rado, sono un tributo al merito. Per quanto possa essere stata spinta, l'energia e gli stimoli li ha sempre prodotti e moltiplicati dall'interno. Protagonista in Italia e in Europa. Da quattro anni è così. Troppi, per buttare tutto in congiure e porcherie. (Roberto Beccantini)
- [Dopo il "caso Iuliano-Ronaldo" in Juventus-Inter 1-0 del 26 aprile 1998] Povera Juve, con tutta 'sta gente in malafede che vede ombre sul suo scudetto. Come si permettono? Forse è tempo di precisare che su Ronaldo non c'era rigore, Iuliano voleva solo aiutarlo a non cadere, e naturalmente i gol di Bierhoff e Bianconi non erano gol, e non bisogna credere ai numeri, secondo cui la Juve è la squadra più fallosa del campionato ma, in rapporto al numero delle scorrettezze, con la minor percentuale di ammoniti ed espulsi. Ho deciso di essere solidale con questa squadra tartassata dagli arbitri, tutti in buonafede, al massimo con disturbi di vista che colpiscono i meno giovani, gli internazionali. Boggi, Messina, Collina, Cesari, Rodomonti, infine Ceccarini. Gente al culmine della carriera, che non ha bisogno di chiedere favori, né di farne. Un'epidemia. Preoccupante, su vasta scala. Infatti il campionato ha la febbre, sta malissimo. Per contro la Juve sta bene, ha praticamente vinto il suo scudetto numero 25, non è una novità che la Juve vinca uno scudetto. Forse i suoi dirigenti farebbero bene a chiedersi come mai tante persone al disopra o al di sotto della mischia (né juventine né interiste) solo adesso, solo quest'anno dicono che la credibilità del campionato è ai minimi termini. Sicuramente, ed esco dall'ironia delle prime righe, i dirigenti della Juve hanno vinto lo scudetto ma hanno perso un'occasione per dimostrarsi sportivi, un po' o tanto potevano sceglierlo loro. Cosa costava dire: per l'Inter c'era un rigore, mica potevamo fischiarlo noi dalla tribuna, e comunque a calcio negli scontri diretti abbiamo giocato meglio noi. Non costava nulla. Ma non l'ha fatto nessuno, né Chiusano né Bettega né Moggi. Tutti con la stessa faccia, la stessa arroganza nemmeno un po' annacquata. Parlavano le facce, le espressioni, non le parole di giocatori, Peruzzi in particolare. Perché sarà vero che conta solo vincere, ma conta anche il modo. E in nessun campionato che io ricordi c'erano stati tanti episodi a favore della Juve come in questo, e il rischio vero è che solo questi episodi si ricordino, e non anche i meriti della squadra, spesso in emergenza, e di Lippi (anche lui allineato e coperto, nella circostanza). Se il calcio in Italia è ancora uno sport, un minimo di sportività è indispensabile in tutti quelli che se ne occupano, dai tifosi ai giornalisti, dai calciatori ai dirigenti. Quelli della Juve non hanno dato un buon esempio. (Gianni Mura)
- Punti avvelenati erano piovuti sul primato bianconero tali da costruire una classifica inquinata nei numeri, se non nei meriti. [...] La Juve si è trovata al centro di una situazione sgradevolissima che gettava ombra su meriti e sacrifici. Il che sembrava ingiusto. Non sarà questo in arrivo il più luminoso dei venticinque scudetti bianconeri, ma noi siamo pronti ad applaudire ugualmente quanto hanno fatto e faranno Lippi e i giocatori, da Peruzzi a quel fabbricante di capolavori che risponde al nome di Del Piero. [...] Di ogni vicenda della vita, anche delle più infelici, bisogna saper cogliere qualche aspetto positivo. Questo caso Juve ci ha fatto mettere le mani su una struttura arbitrale di vertice che ha l'aria di una combriccola parrocchiale, con amici, servitorelli, strizzatine d'occhio, telefonini che squillano negli spogliatoi, referti che si aprono o si ritoccano. Al servizio di chi, non so. Certamente non al servizio del calcio. (Candido Cannavò)
- Questo, il venticinquesimo in un secolo, potrebbe essere uno degli scudetti più belli della Juve. Per chi lo ha sofferto in campo lo è senz'altro. Ha ragione Lippi quando dice che forse non aveva la squadra più forte, ma la più continua, la più disposta alla sofferenza e alla lotta. Ci sono valori interni che non è il caso di discutere. Ci sono meriti obiettivi, quando si strappano risultati con una difesa (rotto il migliore, Ferrara) di Birindelli e Iuliano, Pessotto e Tacchinardi. Così come ci sono meriti del tecnico [...]. Ma è stato proprio Lippi, da buon toscano che non ama i giri di parole, a parlare di merda tirata sulla squadra, che la metà bastava, e a correggere poi il vocabolo in fango. Merda o fango (facciamo mango, un bel frutto maturo) è chiaro che gli schizzi vanno addosso anche agli innocenti. Che c'entra Peruzzi, se Rodomonti non vede un gol e Ceccarini non fischia un rigore su Ronaldo, che fa il giro del mondo e in tutto il mondo dicono che è rigore? Peruzzi non c'entra nulla. Ma un errore arbitrale, se danneggia tizio va a favore di caio, e siccome tutti gli errori arbitrali in questo campionato sono andati a favore della Juve, con una densità impressionante, eccessiva, ecco esplodere gli schizzi di mango. Si possono fare tanti discorsi, ma non si può far finta che nulla sia successo. [...] Io penso che, più di tutti, questo sia lo scudetto di Marcello Lippi, che ridisegna secondo quanto gli mettono a disposizione i dirigenti. Che avranno molte doti, ma non quella della simpatia. Che non è indispensabile per vincere, ma può servire ad evitare palate supplementari di mango, e poi basta così, a persone navigate è inutile spiegare quando tira il vento. Però, una riflessione. Non è il primo o secondo scudetto della Juve, è il venticinquesimo, e quindi bisognerebbe esserci abituati. Se da tante parti, non solo dagli interisti, sono nate tante proteste e tanto forti, un minimo di ragione ci sarà pure. Questo resta un bellissimo campionato con qualche zona d'ombra e uno scudetto che forse sarebbe arrivato lo stesso ma qualche zona d'ombra ce l'ha. Fra qualche anno non se ne ricorderà più nessuno, ma oggi solo questo si può dire. (Gianni Mura)
- [Nel 2015, «[...] era rigore su Ronaldo?»] Siamo caduti insieme. In alcuni casi, è stato dato anche sfondamento. In un'azione così veloce, pochi avrebbero fischiato il rigore: io no, perché sono tifoso juventino. Nessuno ricorda nient'altro, né che l'anno prima segnai il gol scudetto all'Atalanta. Restiamo solo io, Ronnie e il replay. Scherzando, dico che mi ha reso immortale. (Mark Iuliano)
- Ci hanno tirato addosso tanta merda che la metà bastava. Ecco perché è lo scudetto più bello. Si può attaccare tutto, il palazzo, le istituzioni, non una squadra come la nostra.
- [«Qualcuno ha detto che la partita con l'Inter andava rigiocata...»] Ma non scherziamo. [«...e che lo scudetto andava assegnato con uno spareggio»] Sì, se avessimo perso anche noi sette partite, non due. [«Ma le sviste arbitrali ci sono state»] Certo, e anche evidenti. Però anche gli altri ne hanno avute a favore e le posso elencare tutte. Il fatto che siano venute all'inizio o a metà campionato conta poco. La verità è che lo scudetto è andato alla squadra più regolare, anche se non la più forte sotto l'aspetto tecnico.
- [«Perché tanta acredine contro di voi?»] Mi sono posto anch'io questa domanda. È tutto l'anno che ci insultano, che ci dicono che sappiamo soltanto rubare. E non sanno che i giocatori reagiscono mettendoci ancora più rabbia quando in campo vengono accolti al coro di "ladri". Me l'hanno gridato anche qui a Viareggio una volta che passeggiavo in bici con mia moglie Simonetta. C'è una reazione brutale forse perché siamo dalla parte della ragione. Non faccio nomi, ma qualcuno [il presidente della Roma, Sensi, ndr] ha cominciato a parlare male della Juve cinque mesi fa. È possibile che da parte nostra ci sia stata qualche parola arrogante, ma nella hit parade delle frasi sbagliate noi non siamo certo al primo posto.
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