Space Cowboys

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Space Cowboys

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Titolo originale

Space Cowboys

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2000
Genere fantascienza
Regia Clint Eastwood
Soggetto Ken Kaufman, Howard Klausner
Sceneggiatura Ken Kaufman, Howard Klausner
Produttore Andrew Lazar, Clint Eastwood
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Space Cowboys, film statunitense del 2000 con Clint Eastwood, regia di Clint Eastwood.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Romani, ehm... No, cronache, cronache! Eh sì! Ehm... Nel quarantesimo anno Amariah procreò Zadok, il quale procreò Libni, il fratello di Uzziah. Ah, no, non è neanche questo... Ah, ecco! No, uhm... [fa confusione, finché non nota Frank seduto nella congregazione] Una volta successe che quattro dei migliori piloti dell'Areonautica Americana si addestrassero per andare nello spazio, e volarono alla velocità del suono, ai limiti estremi del cielo, ingannando la morte e venendo giù da trentamila metri! (Tank Sullivan)
  • Ah, con la vecchiaia sei diventato peggio del Frank di una volta, Frank, sono sinceramente impressionato! Non serve mettere idee pazze nella testa di un pazzo. Specie... specie di un maledetto vecchio pazzo. (William "Hawk" Hawkins)
  • Hai notato che sono morti tutti, ultimamente? (William "Hawk" Hawkins)
  • SR-71, è così che un aereo dovrebbe essere: magari a terra è brutto, perde come un colabrodo, ma... ma quando arriva a Mach 1 le guarnizioni si dilatano, smette di perdere, si libra nel vento e vola come un pipistrello che scappa dall'inferno! Io l'ho portato al limite. Quarantamila chilometri, circa. È felice solo quando va forte, non è fatto per stare seduto qua, è un brutto modo di morire stare seduti ad aspettare. (William "Hawk" Hawkins)
  • Che cos'è un pancreas, in fondo? Insomma, io mica lo so a che cosa serve quel coso, soltanto a farti venire il cancro. (William "Hawk" Hawkins)
  • [Rivolto a Frank] Il giorno più brutto della mia vita? Quando t'incontrai e mi mettesti in testa di fare il pilota spaziale. (William "Hawk" Hawkins)
  • Dobbiamo metterlo in picchiata ripida, assicurandoci di non uscire di traiettoria. Ora farò una serie di virate strette, in modo da ridurre la velocità. Jerry, tu aggancia tutti. A Dodicimila piedi saremo sulla Florida, fa' saltare il portello e butta fuori tutti, Ethan e Roger per primi! Tank, tu e Jerry saltate dopo, io lo allineo finché non arrivo sopra l'oceano. Avete capito? (Frank Corvin)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Hawk giovane [dopo aver fatto schiantare l'X-2]: Hu hu huuu! Trentamila metri e sto benone! [Frank gli tira un cazzotto]
    Frank giovane: Devi sempre spingere tutto al limite, vero, Hawk?
    Hawk giovane: È quello che mi riesce meglio, Frank! [lo spintona, iniziano a picchiarsi]
  • Gerson giovane: È puzza di fumo, questa? Cos'è, c'è un incendio a Ridgecrest?
    Frank giovane: Abbiamo schiantato l'X-2.
    Gerson giovane: Quello da quattro milioni di dollari? È di quel X-2 che state parlando?
    Frank giovane: Noi, ecco...
    Hawk giovane [interrompendolo]: Abbiamo battuto i primati di velocità e di altitudine. E superato di novemila metri il limite di caduta libera.
    Gerson giovane: Tre velivoli in dieci mesi, dovrebbe essere un altro primato, Hawkins!
    Frank giovane: È mancato il motore. L'aereo è entrato in avvitamento piatto, non potevamo riprenderlo.
    Gerson giovane: Ma voi... ce l'avete fatta. Questa è la cosa importante. E ce l'avete fatta... [guarda il suo orologio da polso] appena in tempo, Frank!
  • Gerson giovane: Buon pomeriggio, signore e signori della stampa, io sono il Maggiore Bob Gerson dell'Aviazione Militare degli Stati Uniti ed ho qui nelle mie mani una direttiva dell'ufficio della Presidenza degli Stati Uniti d'America che dice "Con effetto immediato, il coinvolgimento formale dell'Aviazione Militare in collaudo ed esperimenti nell'atmosfera è dichiarato concluso. A partire da oggi è istituita l'agenzia civile NASA: National Aeronautics and Space Administration. Il progetto Daedalus è ora archiviato come missione compiuta."
    Giornalista: L'Aviazione Militare è fuori?
    Reporter: Che fine faranno i piloti? E chi sarà il primo americano nello spazio?
    Gerson giovane: Be', è stata presa una decisione e dopo un'esauriente ricerca abbiamo identificato chi può portare a termine una missione di questa importanza. È un lavoro che richiede tenacia tanto mentale quanto fisica e... nella migliore nella migliore tradizione dell'Aviazione Militare, una capacità di obbedire agli ordini alla lettera! Signore e signori, permettetemi di presentarvi Mary-Ann, la prima americana che entrerà nello spazio esterno! [una scimpanzé viene accompagnata sul palco. Allunga il braccio verso Frank] Guarda, Frank, vuole stringerti la mano!
    Frank giovane: Brutto bastardo!
    Gerson giovane: Dalle la mano, Frank, per i fotografi! È un ordine... [Frank si fa stringere la mano]
  • Gerson: Signore e signori, la direttrice della missione, Sara Holland. Miss Holland ha seguito la situazione da vicino e mi assicura che il problema è sotto controllo.
    Sara: Buongiorno, signore e signori. Undici giorni fa lo studio dell'atmosfera terrestre ha rilevato che l'orbita del satellite russo per comunicazioni IKON ha cominciato ad abbassarsi. I modelli computerizzati di traiettoria indicano un uniforme accelerazione con ratio proporzionale alla costante gravitazionale. Tutti i sistemi di navigazione e di guida sono fuori uso, i sistemi ridondati non danno più risposta. Senza una correzione di rotta attiva nel giro di trenta, quaranta giorni il satellite rientrerà nell'atmosfera terrestre.
    Vostov: Si schianterà?
    Sara: Generale, IKON è in servizio da quattordici anni, è la normale fascia temporale di funzionamento d'un satellite per comunicazioni e quindi si schianterà nell'oceano, brucerà nell'atmosfera. Credo sia meglio abbandonarlo.
    Vostov [si alza in piedi]: Il mio Paese è molto grato per gli sforzi della NASA e del Dipartimento di Stato, comunque la perdita di IKON non è accettabile. IKON non è "un" satellite per comunicazioni per la Federazione Russa, IKON è... il satellite per comunicazione! Voi sarete a conoscenza dei nostri programmi di ristrutturazione, perdere tutte le telecomunicazioni finché non saremo in grado di sostituire IKON potrebbe gettarci nel caos. Forse perfino... in una guerra civile.
    Davis: Difficile credere che abbiate un solo uccello nello spazio. [Vostov lo guarda] Non potremmo trasferire i suoi compiti?
    Gerson: Gene, scusami Sara, abbiamo ricevuto il mandato Presidenziale di assistere i russi, nostri partner nella Stazione Spaziale Internazionale. E vi assicuro che risolveremo questo problema... è solo un intoppo!
  • Barbara [mentre Frank installa un apri garage elettrico]: Frank, vuoi che ti rilegga tutte le istruzioni un'altra volta?
    Frank: Ti posso dire una cosa, mia cara? Quelle istruzioni furono scritte da un tizio in Giappone quando fabbricò questo maledetto aggeggio, furono probabilmente tradotte da qualche gringo, cioè un emigrato americano che non riusciva a trovare lavoro in questo Paese. E poi, quasi certamente, un giapponese fece la ri-traduzione, per un doppio controllo. Non servono quelle istruzioni, sono inutili, strappale! [Barbara ride]
  • Sara: Corvin, lei ha progettato il sistema, se qualcuno può risolvere il problema questo è lei!
    Frank: Per un momento prima ho pensato che voi potevate essere due galoppini di Gerson, ma le vostre competenze, le vostre conoscenze della storia sembrano rendere la cosa impossibile. Gerson si fece bello del mio lavoro nel '58, quando mise al posto mio il culo di una scimmia... voi non lavorate per Gerson, vero?
    Sara: È un capo progetti alla NASA, è uno dei tanti incaricati di risolvere questo problema.
    Frank: Credo che sia arrivato il momento che vi leviate dai piedi.
    Ethan: Dottor Corvin, la patria ha bisogno di lei!
    Frank: Vedi di farla finita, figliolo! Non potete aggiustarlo da quaggiù, né metter su una squadra in tempo. Quel satellite sta morendo, è destinato a venire giù. Io spero soltanto che tutto quello che non brucerà nell'atmosfera cada sulla casa di Gerson!
  • Tank: Non saprei, Frank, è una proposta molto complicata, tu capisci. Ho un gregge, con tante pecorelle...
    Frank: Ma non scappano mica! E la cosa ti fornirà materiale per altri sermoni.
    Tank: Dovrò dire qualche preghiera.
    Frank: Puoi dirne una veloce?
    Tank: Aspetta un momento, fratello dalla testa dura... sto ricevendo il verbo all'alto...
    Frank: E qual è il verbo?
    Tank: Il verbo è... "Cavolo, perché no?" [ride stringendo la mano a Frank]
    Frank: Così mi piaci!
  • Jerry: Ehi Frank, porca vacca, che cosa ci fai qua?
    Frank: Jerry, Jerry, vengo a dirti che cosa farai tu, invece. La NASA ci manda nello spazio fra quaranta giorni.
    Jerry [ride]: Mi sono sempre chiesto chi rimbambiva per primo! Demenza senile: ti ricordi benissimo cosa successe quarant'anni fa e non riesci a ricordarti cos'hai mangiato a colazione. [...] Che hai mangiato a colazione, Frank?
    Frank: Dunque, vediamo, ho mangiato huevos rancheros ipocalorici – solo il bianco, naturalmente – e poi una specie di cappuccino decaffeinato che sembrava l'avessero bollito in un sospensorio.
  • Ragazzo [dopo avere vomitato durante il volo acrobatico di Hawk]: Mi dispiace...
    Hawk: Ma come ti è venuta la brillante idea di farti una bella mangiata prima di venire qui a volare?
    Ragazzo: M-Mi dispiace, glielo ripulisco io...
    Hawk: No, no, non fa niente, ci penso io... [nota la fidanzata del ragazzo, cambia atteggiamento] Congratulazioni, ragazzo! Ti sei guadagnato le ali oggi, giovanotto, tanto di cappello! Ben fatto! Sissignore! Hehe! Bel lavoro!
    Ragazzo: Grazie...!
    Hawk: Sei più bravo di me!
    Ragazzo [allontanandosi con la fidanzata]: Quanto mi piaci... e quanto mi piace tornare coi piedi per terra!
    Frank: Ciao...
    Hawk: Ciao.
    Frank: Sai quale fu il giorno peggiore della mia vita?
    Hawk: No.
    Frank: Quello in cui Armstrong mise piede sulla Luna. Credo che fui l'unico al mondo che voleva suicidarsi, quel giorno.
    Hawk: Ah, ti ringrazio, Frank: non ci parliamo da dodici anni e ho sempre continuato a domandarmi che cosa mai avrebbe potuto spingerti al suicidio! Che ci fai qua?
    Frank: Mantengo una promessa fatta quarant'anni fa.
    Hawk: Quale promessa, quella di uccidermi oppure quella di farmi spezzare tutte e due le gambe?
    Frank: No, quell'altra. Sto facendo un piccolo ricatto alla NASA, se non riescono ad aggiustare il sistema di guida un satellite precipiterà.
    Hawk: E hai progettato tu quel sistema di guida.
    Frank: Sì! Sono disperati, perfino Gerson c'è dentro fino al collo. Gli ho detto che ci sto solo se il lavoro lo fa il vecchio team Daedalus.
  • Jerry: Ha detto di no, eh?
    Frank: Andiamo, lui non viene. [riferito a Hawk]
    Tank: Forse dovremmo parlarci noi.
    Frank: È sempre lo stesso gran somaro testardo di una volta!
    Hawk [rivelando di essere nel pub]: E tu continui a guidare più piano d'una vecchietta che sta andando in chiesa! [ridono]
  • Bambina: Si può battere una palla fin sulla Luna?
    Sara: Ecco, in realtà potresti. Dovresti batterla solo fino a mezza strada, diciamo a circa 160.000 chilometri, e poi la gravità della Luna fa il resto.
  • Sara: Non ho mai visto un bambino che da grande non sognasse di fare l'astronauta!
    Hawk: E uno che non vuole diventare grande?
  • Sara: Tu solo col 40% l'hai colpito, io col 40% lo avrei comunque mancato, è per questo che sono uscita dal programma astronauti, le mie probabilità di salire sullo shuttle erano del 40% e non c'ho creduto, sono un'astronauta mancata!
    Hawk: Saresti stata molto in gamba.
    Sara: Grazie. Tu non sei così pessimista, ti sei buttato da un aereo a venti miglia di quota, hai guidato slitte razzo alla velocità del suono... Tu non hai paura di niente.
    Hawk: Be', questo non è vero, una volta ho avuto paura!
    Sara: Oh, ma che dici, quando?
    Hawk: Quando avevo diciassette anni. Ero pazzamente innamorato di un'universitaria e lei era bellissima, ahh, sexy... e un vero vulcano. E lei naturalmente era pazzamente innamorata...
    Sara: Di te?
    Hawk: No, dell'estremo della squadra di football del Texas, Scott LeBeau, e quello sarà stato alto un metro e novantotto almeno, bello come Gary Cooper. Eh be'... un giorno, con un gruppo di amici, decidemmo di sbronzarci di birra e imbucarci tutti ad una grossa festa da ballo organizzata dalle colleghe, sai di quelle con le ragazze in lungo e i maschietti con lo smoking di papà? E, naturalmente, al confronto il nostro pareva un branco di pastori di montagna. E al ranch del Governatore, poi! Capisci?
    Sara: Ma sì, sto cominciando a farmi un'idea.
    Hawk: E i miei amici mi dissero d'aver visto Scott LeBeau entrare nel portatile, sai, uno di quei cessi portatili, in fibra di vetro?
    Sara: Sì.
    Hawk: Be', io gli faccio un placcaggio a quel cesso in fibra di vetro migliore di tutti quelli che lui avesse mai fatto in campo, e quell'affare rotola giù per una scarpata e finisce in un torrente! Urli e strilli per tutta la discesa, solo che quelli non erano affatto urli e strilli da estremo della nazionale di football, erano decisamente più femminili, non so se mi spiego...
    Sara: Oh, no... non è possibile...
    Hawk: Eh sì, sì, invece! L'amore della mia vita che ruzzolava giù per una scarpata dentro un cesso! Fu una cosa molto, molto triste! [ride con Sara]
    Sara: E poi che successe?
    Hawk: Scappai a gambe levate e mi arruolai in Aviazione il giorno dopo.
    Sara: Avevi paura che Scott LeBeau ti prendesse a pedate nel sedere.
    Hawk: Eh no, non avevo paura di lui, io... io avevo paura veramente... una gran paura... di lei.
    Sara: E ora hai paura di me? [si baciano]
    Hawk: L'ho sposata. E quattro anni fa... [fa intendere che è andata a mancare]
  • Frank [prima del lancio]: Che ne dici, reverendo Tank, è il caso di pregare?
    Tank: Stavo proprio recitando la preghiera di Shepard, la preghiera di Alan Shepard: "O Signore, fa' che non vada tutto a puttane".
  • Davis [Frank osserva la Terra durante l'attività extraveicolare]: Benvenuto nello spazio, Frank! Era un bel pezzo che aspettavi.
    Frank: Già. Solo quarant'anni...
    Jerry [si avvicina a Frank col jetpack]: Saltiamo in sella, cowboys, c'è un sacco di lavoro da fare.
  • Frank: Ethan, ma che diavolo è quell'aggeggio là fuori?
    Ethan: Un satellite per comunicazione russo, Colonnello.
    Frank: Ma che stronzate! So riconoscere una piattaforma di missili nucleari quando la vedo! Perché aiutiamo i russi a rimettere una piattaforma missilistica in orbita?
    Ethan: Visto che è un genio lo scopra da sé. [Frank lo spintona rabbiosamente] Lei è qui solo per fare pubblicità, è chiaro!? Ha avuto quello che voleva, è nello spazio! Adesso finisca questa missione!
  • Frank: Avevi ragione ad essere preoccupato che uscisse dall'orbita, si dà il caso che abbia sei testate nucleari innescate a bordo.
    Davis: Ma di che sta parlando?
    Gerson: Non ne ho idea. Generale, c'è qualcosa che vorrebbe dirci?
    Vostov: Sì... IKON è un vecchio cimelio della Guerra Fredda. Sta galleggiando inerte nello spazio dalla caduta dell'Unione Sovietica. Ci sono sei missili a bordo, puntati su installazioni strategiche americane. Tutte situate, purtroppo, in grandi zone metropolitane. Se IKON perde il contatto ritiene che ci sia stata una catastrofe... e procede al lancio di sua iniziativa.
    Sara: Ha scelto un bel momento per la confessione, Generale!
    Gerson: Ci sono i nostri, lassù! E questa è violazione di trattati! E anche molto grave!
    Vostov: Che bastardo...!
    Frank: Bob, non t'immagini quanto mi commuova la tua preoccupazione per la nostra salvezza, e già che ci sei perché non chiedi al tuo amico Generale come mai il mio sistema di guida per lo Skylab è finito a bordo di questa sei colpi?
    Vostov: Fu rubato dal KGB, dai files personali del signor Gerson.
    Gerson: È una novità per me!
    Frank: E tu c'agganci a questo bastardo, ce lo fai rimettere in orbita tutto armato e mantieni il segreto soltanto per salvarti il culo?
    Davis: Gente, qui abbiamo un grosso problema!
  • Frank [recuperano Ethan]: È svenuto...
    Hawk: Io mi occupo dei servo razzi e li aggancio, mentre tu riporti a bordo il nostro eroe.
    Frank: Abbiamo un problema: ci rimane solamente un razzo.
    Jerry: Uno solo non ce la fa a rimettere quel coso in orbita, Frank.
    Hawk: Hai un altro problema.
    Frank: Oh, no... anche se noi lo rimettiamo a posto non avrà più energia, con due pannelli rotti.
    Hawk: Riportalo a bordo, lo sistemo io.
    Frank: E come fai a sistemarlo, "professore"? Tu sei un pilota, ricordi?
    Hawk: Mi serviranno tutti i moduli di ossigeno di riserva che hai.
    Frank: Ma che cos'hai in mente? [Hawk dà uno sguardo che gli fa capire le sue intenzioni] No...!
    Hawk: Io ti voglio bene, ma perché devi fare sempre il guastafeste? [si girano verso la Luna] Hai mai visto una Luna più bella?
    Jerry: Ma di che cosa sta parlando?
    Frank: È a 400.000 chilometri, non ce la puoi fare.
    Hawk: Sì che ce la farò! Devo solo arrivare a mezza strada, la gravità della Luna farà il resto, sparo questi affari verso lo spazio esterno e porto via i missili ad autodistruggersi.
    Jerry: Non è certo una soluzione, Frank! Un servorazzo PAM non dà sufficiente spinta, andiamo, diamoci tutti una calmata, dobbiamo trovare un altro modo!
    Frank: Non c'è.
    Hawk: No... no, no, ah ah ah... C'è un vincitore in ogni corsa e credo proprio che sarò io stavolta! Eh eh...
    Frank: Come al solito.
  • Hawk [ridacchia]: Mi sono beccato la parte migliore del lavoro, Frank!
    Frank: Non ridere, così consumi tutto l'ossigeno, scemo.
    Jerry: Hawk, Frank ha fatto partire il motore, ma il guaio è che quei missili si esauriscono dopo 32.000 chilometri, se li lanci troppo presto le testate potrebbero ritornare sulla Terra, e se le molli troppo tardi può finire il combustibile e restano attaccate ai missili.
    Frank: Funzionerà?
    Jerry: Non lo so...
    Hawk: Avanti, ragazzi! Spariamo questo pupo sulla Luna!
    Frank: Conto alla rovescia di uno?
    Hawk [ultime parole]: Alla conta di uno.
    Frank: Uno... [attiva i razzi, facendo partire IKON e Hawk verso la Luna]

Explicit[modifica]

Barbara: Dici che ce l'ha fatta? [riferita a Hawk, mentre guarda la Luna con Frank]
Frank: Sì... ce l'ha fatta.

Citazioni su Space Cowboys[modifica]

  • Clint Eastwood continua il suo percorso di rivisitazione dei miti del cinema americano. La sua però non è l'opera di un iconoclasta. Clint ama ciò che fa e ama il western. Quando ci mostra i quattro vecchietti che si preparano ad andare nello spazio lo fa con grande ironia ma anche con grande affetto. La frontiera, il nemico da sconfiggere, stanno lassù? Ecco allora i Nostri pronti a partire, con quel mix di individualismo e di spirito di squadra che costituisce la formula vincente. Il finale celebra un sacrificio ma non cerca l'applauso. (il Farinotti)
  • In un tessuto produttivo impeccabile Eastwood regista si muove con classica eleganza (anche se con qualche smagliatura nella direzione degli attori) e Eastwood sceneggiatore si dimentica di darci alcune spiegazioni fondamentali [...]. Della tecnologia si sa, bisogna fidarsi con un atto di fede negli effetti speciali. Dei buchi logici i più si dimenticheranno travolti dagli eventi. Resta, con buona pace di Samuel Goldwyn, quello che Eastwood, con allegro ottimismo, ci vuole dire: che non si è mai troppo vecchi, che ci si può sempre riprovare. (Irene Bignardi)
  • Storia di senilità: degli uomini, della scienza militare, della moralità del grande Paese americano. In un film intelligente e toccante, Clint Eastwood mette a confronto quattro vecchi e bravi astronauti, mandati a casa nel 1958 quando la sperimentazione spaziale Usa da militare (Air Force) passò a un organismo civile (Nasa); l'industria americana spaziale, obsoleta, decadente e quasi inerte dopo i fasti del passato; la degradazione della politica e del patriottismo divenuti complottismo, carrierismo, rivalità, vendetta. (Lietta Tornabuoni)
  • Sul classico tema della "seconda occasione", cimentandosi in un genere per lui nuovo, il settantenne regista-produttore C. Eastwood pilota ammirevolmente un altro film con l'abituale understatement, mescolando con sapiente leggerezza i toni, dall'umoristico al drammatico. Coerente con la sua concezione artigianale del cinema, ricorre agli effetti speciali subordinandoli al racconto e rivendicando la centralità delle doti umane (manualità, intuito, libertà di scelta) contro la supremazia della tecnologia. Melanconico e genialmente retorico epilogo lunare nel nome dell'amicizia. (il Morandini)

Altri progetti[modifica]