Clemente Mastella
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Mario Clemente Mastella (1947 – vivente), uomo politico italiano
Citazioni di Clemente Mastella
[modifica]- [Presentando la propria candidatura alle primarie per la scelta del candidato premier dell'Ulivo] Il Centro della politica non è un luogo astratto ma è un progetto per il futuro, un'idea, un percorso, un metodo, una storia, un'identità. La mia candidatura alle primarie del Centro-sinistra nasce con questa ostinata convinzione.
- Io ero un capo naturale. Ero considerato un intellettuale dalle mie parti, ai congressi Dc citavo Gramsci, alle riunioni diocesane arrivavo con l'Espresso sotto braccio. (dall'intervista di Claudio Sabelli Fioretti, Sette, 20 dicembre 2001)
- L'11 febbraio del 1994 avevamo il primo appuntamento ad Arcore per decidere le candidature. [...] Berlusconi aveva interesse ad avere alcuni che fossero parte della Dc ma non quelli che erano stati in prima linea. E in più avanzò una singolare discriminante: non voleva quelli che erano stati raggiunti da un avviso di garanzia. È paradossale: Berlusconi oggi è incriminato – anche se io credo che sia una persona perbene – mentre allora per lui bastava un semplice avviso per farti fuori dalle liste. (citato ne La Stampa, 23 gennaio 2004)
- [Ai detenuti del carcere romano di Regina Coeli] Sono più il Ministro vostro che non dei magistrati. (citato in Mastella: promuoverò amnistia e indulto, La Stampa, 2 giugno 2006)
- [Rispondendo a Beppe Grillo] Con il Suo blog non avrà la possibilità, tanto facilmente, di farsi pubblicità attaccando un politico come me che non fa moralismo ma che ha sempre cercato, Le piaccia o meno, di mantenere comportamenti morali. L'etica non la si proclama con i megafoni, ma la si testimonia con la quotidianità. Ed è quello che mi sforzo di fare ogni giorno. La mia cultura e la mia formazione religiosa mi hanno sempre fatto pensare che se facciamo qualcosa per i più deboli, allora abbiamo fatto bene per l'intera società. E non sarà certo la Sua ironia, a farmi cambiare idea. (citato in Mastella attacca Grillo: «Sarò il tuo incubo», Corriere della sera, 28 luglio 2006)
- Se non fosse passato l'indulto la maggioranza di governo non ci sarebbe stata più. (dall'intervista di Aldo Balestra, Chiedo rigore non colpi di spugna, Il Mattino, 31 luglio 2006, p. 6)
- La pazienza è finita, mi sono rotto i coglioni di Di Pietro. (citato in Di Pietro salva la riforma Castelli. Mastella: lo sfiducio, l'Unità, 3 ottobre 2006)
- [Rispondendo alla richiesta di ritiro dal governo per proseguire il dialogo sul partito di centro] Se l'Udc pensa che io mi dimetta dal governo vuol dire che non hanno capito la mia idea politica. (citato in Corriere della Sera – Parole e Politica, 4 dicembre 2006)
- [Arrivando alla prima dell'Aida al Teatro alla Scala] Non so dove capito. Può darsi pure in quarta fila. L'importante è sedersi. Non perdere mai la sedia. (citato in Corriere della Sera – Parole e Politica, 7 dicembre 2006)
- [Sull'emendamento-colpo di spugna sui reati contabili del Sen. Fuda] Pietro Fuda è stato il vendicatore di tanti amministratori pubblici costretti da una legge iniqua a non beneficiare di una prescrizione per un reato contabile. I ladri sì e i sindaci no! Cose da pazzi. Tantissimi amministratori pubblici ci chiedono il riequilibrio di questa ingiustizia. Non si può essere rei a vita. (citato in Angela Frenda, Mastella: prescrizione giusta Di Pietro zavorra morale, Corriere della sera, 3 gennaio 2007)
- Più passa il tempo, più Craxi si rivela un grande maestro della politica. Non vedo motivi per non dedicargli una via in Italia. I reati di finanziamento illecito di cui era accusato erano reati di un'intera classe politica e oggi sarebbero prescritti. (dall'intervista a la Repubblica, "I suoi reati sarebbero prescritti che errore l'assenza dell'Unione" del 20 gennaio 2007)
- [Sulla legge elettorale] Mi sono sentito anche con Bossi, abbiamo convenuto che l'idea di fotterci c'è... (citato in Corriere della Sera – Parole e Politica, 13 aprile 2007)
- A farmi entrare alla Rai fu De Mita. Tre giorni di sciopero contro la mia assunzione. Ai colleghi replicai soltanto: e voi invece siete entrati per concorso! (citato in Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella, La casta, p. 112)
- [Riferendosi alla sua elezione come deputato alle politiche del 1976] Il miracolo lo realizzai così. Aspettavo che tutti i dipendenti andassero a mensa. Poi chiedevo ai centralinisti di telefonare nei comuni del mio collegio elettorale. Mi facevo introdurre come direttore della Rai e segnalavo questo nostro bravo giovane da votare: Clemente Mastella. Funzionò. (ibidem)
- [A proposito dei costi della politica] Non so se siamo pagati troppo, probabilmente un po' meno del giusto. (citato in Costi della politica, Mastella: "Siamo pagati meno del giusto", La Stampa, 3 ottobre 2007)
- A Prodi dico che dal mio gruppo non arriverà nessuno sgarbo. Siamo politici leali. (citato in Mastella: «Contro di me un linciaggio», corriere.it, 5 ottobre 2007)
- [Il giorno dopo la trasmissione di Michele Santoro Anno Zero sul caso toghe lucane e De Magistris] Perché vi lamentate di Fede? Viva Fede. Il Cda della Rai deve stabilire delle regole per consentire a tutti di esserci. Non possono esserci oasi nelle quali ognuno fa ciò che vuole. (Ansa, 5 ottobre 2007; citato in Anno Zero, Mastella: "Viva Fede", Tgcom.mediaset.it, 5 ottobre 2007)
- [Al Columbus Day, l'8/10/2007 verso alcuni dimostranti che protestavano per la richiesta di trasferimento di De Magistris da parte di Mastella] Pensavo foste 50 mila, invece siete cinque stronzi. (citato in Mastella litiga con i grillini a NY, Corriere della sera, 8 ottobre 2007)
- [Al Columbus Day, l'8/10/2007 in riferimento alle polemiche di quei giorni nei suoi confronti] Questo clima rischia di essere un terreno di coltura di un neo-terrorismo che in Italia non è mai sparito completamente. (citato in Clima d'odio porta a terrorismo, Corriere della sera, 8 ottobre 2007)
- [Al Columbus Day, l'8/10/2007 in riferimento alle spese dello stato per il viaggio negli Stati Uniti ] Ho volato come Lindberg. Ho pagato io per i cazzi miei, 8.800 euro per me e per Sandra. (citato in Gianni Pennacchi, Il ministro fa il verso a Moro: "No ai processi in Piazza", il Giornale, 9 ottobre 2007, p. 6)
- Non mi si può chiedere di fare il lavoro sporco e poi far finta di niente. Non sento le voci della maggioranza dire: ma Mastella che c'entra? Perché ce l'avete con lui? (da la Repubblica, 20 ottobre 2007; citato in Marco Travaglio, Così parlò Mastella, L'espresso, 8 gennaio 2008)
- [Riferendosi alle intercettazioni telefoniche tra i vertici Rai e Mediaset] Ogni cosa che fuoriesce, che tocca l'elemento processuale, è una cosa ingiusta, profondamente sbagliata, fuori da ogni norma più elementare di rispetto della persona. Tutto ciò che emerge al di fuori di un aspetto che non ha rilevanza penale secondo me è ingiusto e sbagliato. (citato in Luca Fazzo, Mastella: «Quelle intercettazioni non dovevano essere rese note», il Giornale, 22 novembre 2007, p. 4)
- Non sono d'accordo con l'affermazione dell'ex procuratore Gerardo D'Ambrosio perché vietare la divulgazione delle intercettazioni non vuol dire tornare al fascismo. Mi pare un'esagerazione. Non possono essere divulgate cose che finiscono per essere inquinanti ed avvelenano l'atmosfera politica, morale o fintamente morale; ho grande rispetto della stampa americana che mette in discussione chiunque, ma svolge la stessa attività investigativa, sostituendosi all'investigatore puro. Attingere da una fonte non è il modo migliore di fare giornalismo, è un'investigazione pigra, di risulta ci sono tanti giornalisti che sono megafoni di attività giudiziarie e a questo un giornalista serio non si deve prestare. Che ci sia qualcuno che impone di ascoltare non lo so ma che ci sia un ascolto delle intercettazioni è evidente e non mi pare democratico. (da Sky Tg24 Sera, 23 novembre 2007; citato in Intercettazioni: Mastella, No a Diffusione non è fascismo, la Repubblica, 23 novembre 2007)
- I calzini sono utili. Il fatto di indossare un indumento che copre una nudità che potrebbe anche rimanere scoperta mi dà un senso di sicurezza. [Lei è un feticista del calzino?] Sì. (dall'intervista per il programma televisivo Freeze, SitcomUNO, 30 novembre 2007; citato in Mastella: "A Natale regalate calzini", Quotidiano.net, 30 novembre 2007)
- [A proposito del referendum sulla legge elettorale] È il male minore. Il mio vicino di banco in consiglio dei ministri, Arturo Parisi, mi dice di continuo: Clemente, perché sei contrario? La legge che uscirebbe dalla consultazione darebbe all'Udeur grandi chance negoziali, al momento di fare i listoni per le elezioni. [E lei s'è fatto convincere?] Mi sto convincendo. (dall'intervista di Mario Ajello, «Parisi m'ha convinto, meglio il referendum. Dà ai partitini più potere per condizionare», Il Messaggero, 2 dicembre 2007, p. 3)
- Il testo del decreto alla Camera deve cambiare, senza più riferimenti all'orientamento sessuale. Altrimenti dichiaro la chiusura dell'esperienza del governo. (dall'intervista di Alessandro M. Caprettini, Il governo traballa sui gay, il Giornale, 10 dicembre 2007)
- [Sulla richiesta di grazia a Bruno Contrada, ex funzionario del Sisde, condannato a 10 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa] Mi sembrava un atto dovuto, visto anche l'allarme destato dalle condizioni di salute. (dall'intervista al Gr Rai del 25 dicembre 2007)
- [C'è Rutelli che ti vuole parlare] Ah sì? Ora, mi cerca? Mandatelo affanculo! (citato in «Mi hanno lasciato solo e ora questo governo è morto, morto, morto», il Giornale, 22 gennaio 2008, p. 3)
- [Riferendosi al sen. Cusumano] E dire che io l'ho candidato, quando lui era sotto 416 bis! Gli ho trovato persino l'avvocato! Dico che sono stato sommerso di polemiche anche per averlo accompagnato, da ministro, a Catania, quando c'era il suo processo! In Sicilia non lo hanno candidato e io me lo sono portato in Campania. (dall'intervista di Luca Telese, Mastella: «Una vittoria politica. È giunta l'ora delle grandi scelte», il Giornale, 25 gennaio 2008, p. 2)
- Se si vota almeno non finisco in galera. (citato ne la Repubblica, 1° febbraio 2008)
- Sull'ipotesi di rimanere da solo, siccome provengo da quella che è l'eredità della Balena bianca, se qualche balenottero alla fine finisce male, pazienza. Prima o poi il percorso termina per tutti. (dal programma televisivo Omnibus, La7, 26 febbraio 2008)
- [Riferendosi a Massimo D'Alema] Nemmeno mi saluta chillu str... Dopo tutto quello che ho fatto anche per lui. (citato in Francesco Verderami, Ma Clemente pensa al ritorno «Farò come Bossi, la Lega del Sud», Corriere della sera, 7 marzo 2008)
- Una diaria di 290 euro! 'Sta miseria. Non ci si sta dentro. Questi non sanno cosa si prende al Parlamento italiano. Si prende meno che in Italia. (citato in Marco Marozzi, "Una miseria questi 290 euro" Mastella protesta per la diaria, la Repubblica, 15 luglio 2009)
- Essere incazzati non è politica. Non si può dire che una situazione non ti sta bene e poi non si prende nemmeno un’iniziativa.[1]
Citazioni tratte da interviste
[modifica]Intervista di Stefania Rossini, Sono al centro del centro, L'espresso, 21 dicembre 2006, pp. 56-60
- Quando ho sentito odor di centro, che per me è piacevole come quello delle braciole, sono andato ad annusare più da vicino.
- [Parlando del suo lungo e casto fidanzamento] Ma per me, fino a 29 anni, è stato un sacrificio voluto. Ero consapevole che altrimenti avrei commesso un peccato.
- Ogni volta che baciavo con la lingua, correvo a confessarmi. Quando ballavo un lento, come quelli d'epoca di Peppino Di Capri, stavo con il sedere all'insù per evitare contatti.
- [Ricordando la disperata corsa verso l'ospedale mentre il figlio Pellegrino rischiava di morire] Ho persino battezzato personalmente il mio primogenito. L'ho battezzato con la saliva.
Intervista di Gianluigi Paragone, «Caro Silvio, te la farò pagare», Libero, 2 marzo 2008, p. 1
- Il Nord ha rotto le scatole. Dicono Roma Ladrona e poi c'è gente come Maroni che è in Parlamento da quindici anni; io almeno non ho mai detto Roma Ladrona.
- Il federalismo, me lo lasci dire, è una cretinata che ha impoverito il Sud. Bossi è un politico intelligentissimo; fessi sono stati gli altri ad andargli dietro!
- Ora la faccio partire io la rivoluzione al Sud, ridarò io dignità al Sud e me ne frego delle ironie del Nord.
- Io non parlo mai male di chi è in difficoltà, non ho mai tradito nessuno.
- Il Sud è ancora atterrato perché abbandonato dai governi e tradito dalla sua classe politica. Guarda caso, a me che rivendico l'orgoglio della cultura meridionale hanno segato le gambe.
Citazioni su Clemente Mastella
[modifica]- A Clemente Mastella i voli di Stato fanno male, come le mozzarelle calde di Ceppaloni, come la Tv, come i giornali, come le ispezioni ministeriali che comanda qua e là nei tribunali. Scherzare sui pericoli del terrorismo è da bamboccioni. Ma evocarli per interessi privati e senza curarsi del senso del ridicolo è da irresponsabili. Specialmente quando si fa il ministro della Giustizia. Il quale, per sua propria funzione, o sa che qualcosa sta accadendo nei sottomondi dell'eversione italiana, e allora coopera a indagini adeguate e fa silenzio per ovvi motivi, oppure non sa nulla, immagina, fantastica, mal digerisce le critiche, le mozzarelle, i voli di Stato, e per il suo bene sta zitto tre volte, occupandosi al massimo di Cristoforo Colombo. (Pino Corrias)
- Allora, quando Craxi disse "siamo tutti colpevoli" calò un profondo silenzio. Tutti tacquero. Adesso, quando Mastella accusa le toghe, tutti applaudono forsennatamente. (Antonio Di Pietro)
- Artur Lleshi, albanese, condanna per dieci anni per tentato omicidio, uscito grazie all'indulto, espulso, ma solo sulla carta, dall'Italia. Naim Stafa, albanese, precedenti per rapina, droga, armi, soggetto indesiderato sul territorio di Schengen. Clemente Mastella, italiano, ministro di Grazia e Giustizia, responsabile dell'indulto. L'indulto gli italiani non lo volevano. È servito a evitare il carcere a chi, spesso molto vicino ai partiti, aveva commesso reati contro la pubblica amministrazione, reati finanziari, reati societari, reati fiscali. Il resto sono balle. Mastella è stato messo lì per questo. È un inciucione bipartisan. Garantisce tutti, tranne i cittadini. (Beppe Grillo)
- [Riferendosi agli ultrà] Deve partire da voi l'input primitivo. Dal fango nasce il fiore più bello. Se lo farete costringerete il potere a piegarsi agli ideali di amore, uguaglianza, bellezza. Obbligherete i politici a non commettere atti impuri e Mastella a una riflessione importante, a dire ho sbagliato a togliere l'indagine al magistrato che stava indagando su di me, lo rimetto al suo posto. (Adriano Celentano)
- Il cosiddetto ministro della Giustizia Mastella ha subito capito qual è il problema: non Berlusconi che si compra i senatori un tanto al chilo, ma i magistrati che l'hanno scoperto e i giornalisti che l'hanno scritto. Diagnosticata la malattia, ecco la cura: «Ho presentato un ddl sulle intercettazioni che ha raccolto ampi consensi alla Camera, ma è fermo al Senato. Se si sblocca, si risolve il problema. Che esiste. Ma non solo quando tocca qualcuno. Se tocca me, nessuno interviene». (Marco Travaglio)
- Mastella è la sublimazione del voltagabbana. (Paolo Serventi Longhi)
- Mastella non è un voltagabbana. La sua coerenza è essere Mastella. Si allea con chi, meglio degli altri, lo fa essere Mastella. (Riccardo Barenghi)
- Non ci sto più al gioco al massacro ceppalonico. Mastella è solo un capro espiatorio. Il migliore sulla piazza della politica, certo. Per questo hanno scelto lui. Ma l'indulto non è una sua idea, ne sono convinto. Gli è stato ordinato. Da chi? Dal Parlamento. E chi nel Parlamento lo ha spinto di più? Lui, lo psiconano. Quello che straparla di sicurezza nelle piazze con la badante rossa. Mastella ha detto più volte di aver ricevuto la solidarietà di Berlusconi per l'indulto. Ci credo. L'indulto è servito a non fare entrare in carcere gli amministratori corrotti, non a liberare i pregiudicati. Mastella ha detto oggi una grande cosa, ha annunciato un libro "su tutte le altre caste, a partire dai giornalisti". Questa volte sono d'accordo con lui. Gli offro la mia prefazione o, se preferisce, il libro lo possiamo scrivere a quattro mani. Vado fino a Ceppaloni se mi invita. (Beppe Grillo)
- Parlare di Mastella è come sparare su un tonno in scatola. Ha aperto un blog, clementemastella.blogspot.com, per dialogare con i cittadini, ma non pubblica le migliaia di commenti negativi. Quelli positivi arrivano solo da Ceppaloni. La Rete non tollera questo tipo di comportamento. Un blogger ha scritto: "Mastella ha uno sguardo da banconota falsificata male". Altri si sono spinti oltre e hanno clonato il suo blog per poter commentare. Quando il Ministro dell'Indulto pubblica un post lo pubblicano subito anche loro consentendo i commenti. Tra i più popolari dementemastella.blogspot.com, clementepastella.blogspot.com e ceppalonisburning.blogspot.com. (Beppe Grillo)
- Scusate se dico un'altra parolaccia, ma ho scoperto una cosa che mi ha lasciato basito: il cosiddetto ministro della Giustizia Clemente Mastella (parlando con pardòn) è tuttora iscritto all'Ordine dei giornalisti professionisti. Colui che ha definito Annozero il "Ku Klux Klan dell'informazione" e ne ha chiesto la normalizzazione minacciando, altrimenti, di sfiduciare il Cda Rai e di far cadere il governo, che ha insultato Santoro, il sottoscritto e Beatrice Borromeo, che ha definito Giovanni Floris "un farabutto", che chiede i danni all' Espresso "reo" di aver scoperto la sua gita di Stato aviotrasportata al gran premio di Formula Uno e le sue sei case comprate a prezzi da box auto nel centro di Roma, che paragona al terrorismo ogni critica nei suoi confronti, che scrive nel suo blog " qual è " con l'apostrofo e "come se io sia", che ha scritto una legge liberticida per far condannare fino a 100 mila euro i giornalisti che pubblicano atti d'indagine non segreti e dunque pubblici, ecco: questo bel tipo è un "collega". (Marco Travaglio)
- Sui temi della giustizia c'è un trasversalismo ancora strisciante. L'ho provato sulla mia pelle perché a me è stato chiesto: "Ma tu che vorresti fare?" "Vorrei fare il Ministro della Giustizia" "No, no, poi va a finire che funziona pure". Allora ho capito che era meglio Clemente. (Antonio Di Pietro)
- Un politico che nasce, fiorisce e si delimita nella politica come successo concreto, cioè il bagaglio ideale corrispondente al disegno positivo. La convenienza politica che coincide con la convenienza del potere. (Filippo Mancuso)
Bibliografia
[modifica]- Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella, La casta, Rizzoli, Milano 2007. ISBN 8817017145
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Clemente Mastella
- Wikinotizie contiene notizie di attualità su Clemente Mastella
- Commons contiene immagini o altri file su Clemente Mastella
- ↑ Citato in Mastella: “Essere incazzati non è politica”, ilpost.it, 20 luglio 2010.