Filippo Turati
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Filippo Turati (1857 – 1932), uomo politico, giornalista e letterato italiano.
Citazioni di Filippo Turati
[modifica]- Come sarebbe bello il socialismo senza i socialisti.[1]
- E, in realtà, niuno dubiterà seriamente che un partito, il quale si propone tutte le emancipazioni umane, e che primo chiamò le donne lavoratrici a tutte le battaglie della lotta e della organizzazione economica, possa mai aver in animo di escluderle dal possesso di quell'arme politica, che è fra i più validi strumenti e fra le migliori salvaguardie delle conquiste di classe.
Ma, forse, la cortese domanda intendeva piuttosto invitarci a precisare quale importanza si attribuisca da noi al suffragio femminile in questa precisa ora della storia in Italia, e se da noi vi si annetta un carattere, a così dire, pregiudiziale; per il quale, cioè, il suffragio universale maschile dovrebbe essere respinto, o reputato cosa trascurabile, se scompagnato dalla conquista contemporanea del suffragio femminile.[2] - La ferocia dei moralisti [...] è superata soltanto dalla loro profonda stupidità![3]
- La sacra immortale libertà: per essa il socialismo vivrà, senza essa non sarà.[4]
- Le carceri italiane rappresentano l'esplicazione della vendetta sociale nella forma più atroce che si sia mai avuta: noi crediamo di aver abolito la tortura, ma i nostri reclusori sono essi stessi un sistema di tortura; noi ci vantiamo di aver cancellato la pena di morte dal codice penale comune, ma la pena di morte che ammanniscono, goccia a goccia, le nostre galere è meno pietosa di quella che era data per mano del carnefice. Le nostre carceri sono fabbriche di delinquenti o scuole di perfezionamento dei malfattori.[5]
- Le libertà sono tutte solidali. Non se ne offende una senza offenderle tutte.[6]
- Ond'è che quand'anche voi aveste impiantato il partito comunista e organizzati i Soviety in Italia, se uscirete salvi dalla reazione che avrete provocata e se vorrete fare qualche cosa che sia veramente rivoluzionario, qualcosa che rimanga come elemento di società nuova, voi sarete forzati, a vostro dispetto – ma lo farete con convinzione, perché siete onesti – a ripercorrere completamente la nostra via, la via dei social-traditori di una volta; e dovrete farlo perché essa è la via del socialismo, che è il solo immortale, il solo nucleo vitale che rimane dopo queste nostre diatribe.[7]
- Non sarebbe possibile sostenere che nei tre anni e mezzo di vita parlamentare che vanno dall'introduzione del sistema elettorale proporziona1istico all'avvento dell'attuale Governo la vita parlamentare italiana abbia dato una splendida prova di sé. Né noi, per convalidare la tesi obiettivamente ottimistica, abbiamo bisogno di alterare i fatti. Indebolite all'estremo le maggioranze parlamentari per una serie di fattori, abili manovratori hanno composto e scomposto queste maggioranze, aggruppando in guisa diversa i gruppi e i gruppetti della Camera, spesso sorti non in nome di differenziazioni politiche, ma in vista di nuove combinazioni per l'agognata conquista del potere. Tutta la piccola ed agitata storia di Montecitorio in quest'ultimo periodo deriva dalla incomprensione de1l'assoluta necessità del «governo di coa1izione».[8]
- [Sulle accuse al partito socialista di voler sabotare la I guerra mondiale] Ora noi dobbiamo respingere energicamente, sebbene con la massima serenità, questo genere di accuse... Se noi veramente ci occupassimo, in quest'ora grave, del piccolo giuoco parlamentare... se ci divertissimo a seccare il prossimo per punzecchiare il Gabinetto, faremmo cosa semplicemente idiota. E se tentassimo, con manovre parlamentari, di danneggiare la nostra guerra, ciò sarebbe insieme idiota e nefando.[9]
- [Su Francesco Crispi] Più forte della viltà universale, volse il pugnale alle liste e preparò, a libito suo, gli elettori dei futuri suoi giudici. Questi, non peranco investiti, si accapigliano nelle sue anticamere, facendo a chi dinanzi a lui saprà prostrarsi più basso.[10]
- [Sulla I guerra mondiale] Proclamato l'intervento, che non fu in poter nostro di deprecare, e impegnato — sia pure ad opera di un governo o debole o fazioso, e con metodi che non saranno mai stigmatizzati abbastanza quando l'ora del giudizio verrà — impegnato ad ogni modo il paese in un'avventura che può mettere a repentaglio l'indipendenza e l'unità; noi — proclamarono, ad una voce, la Direzione, il Gruppo parlamentare, la stampa — non «saboteremo» la vostra guerra, non indeboliremo, direttamente o indirettamente, con fatti positivi, la difesa nazionale; noi concorreremo anzi, volenterosi e senza infingimenti, a lenire, a confortare tutte le piaghe e i dolori che dal disastro scenderanno; ma nessuna corresponsabilità, nessuna complicità col Governo, colle classi dirigenti, coi partiti borghesi, che vollero o che consentirono questa situazione.[11]
- [Sulla I guerra mondiale] Quanto alla guerra... sentiamo il dovere elementare di non fare atto alcuno che possa indebolire il nostro paese.[12]
- Si ritirino i gruppi ed i gruppetti; grondante di sangue e di lacrime, onusta di fato si affaccia e passa la Storia.[13]
- Si vis pacem, para pacem.[14]
- [Su Pietro Chiesa] Signori, entra il lavoro.
- Su fratelli, su compagne, | su, venite in fitta schiera; | sulla libera bandiera | splende il sol dell'avvenir.[15]
- Voi avete detto, onorevole Orlando: "Grappa è la nostra patria!" Orbene, ciò è per tutti noi, per tutta l'Assemblea![16]
Citazioni su Filippo Turati
[modifica]- Burbero benefico, [...]; ispido ed espansivo col pudore dei sentimenti più riservati. Esigente con gli altri, ma più con se stesso; scontento perché irriducibilmente incontentabile. (Antonio Greppi)
- Filippo Turati, padre del Socialismo Italiano, personalità di grande prestigio, che ha contribuito alla crescita del movimento dei lavoratori, all'affermazione di fondamentali diritti civili e sociali e, così, a un allargamento delle basi democratiche dello stato liberale. (Sergio Mattarella)
- Merita schiaffi, pugni e fucilate nella schiena l'italiano che manifesta in sé la più piccola traccia del vecchio pessimismo imbecille, denigratore e straccione che ha caratterizzata la vecchia Italia ormai sepolta, la vecchia Italia […] di professori pacifisti (tipo Benedetto Croce, Claudio Treves, Enrico Ferri, Filippo Turati). (Manifesti futuristi)
- [Sulla I guerra mondiale] Quando noi pensiamo, caro Turati, che il vostro partito espelle dal suo seno coloro i quali si rendono colpevoli di appartenere ai Comitati di sussidio o ai Comitati di assistenza civile, e quando nelle vostre riunioni ufficiali e nelle vostre direzioni dite che è reato di violato socialismo anche il soccorrere i feriti e gli ammalati che tornano dalla fronte, voi incontrate responsabilità alle quali io non vorrò applicare i vostri aggettivi di idiote e nefande, ma mi limiterò a dire che, assumendole, voi interpretate assai male gli interessi stessi del socialismo. (Leonida Bissolati, da Atti Parlam., Camera dei Deputati, Legisl. XXIV, Discussioni, vol. VIII, p. 9028)
- Turati continuò fino alle ultime sue forze a sostenere le ragioni dell'unità antifascista, e si spese per promuoverla tra gli italiani rifugiati all'estero. La sua eredità ideale, la sua testimonianza, il suo impegno, restano alle radici della nostra democrazia e sono iscritte, insieme alle tracce di altri uomini coraggiosi, nei principi della Carta costituzionale nata dalla Liberazione. Turati non ebbe la fortuna di veder il ritorno della libertà, ma contribuì a che la sua fiammella non si spegnesse negli anni bui della dittatura e per questo il Paese lo ricorda con gratitudine e riconoscenza. (Sergio Mattarella)
Note
[modifica]- ↑ Citato in Enzo Biagi, Mille camere, Mondadori.
- ↑ Da L'epistola incriminata, in Filippo Turati e Anna Kuliscioff, Il voto alle donne. Polemica in famiglia (per la propaganda del suffragio universale) in Italia, Uffici della critica sociale, Milano, 1910, pp. 3-4.
- ↑ 11 febbraio 1907, da Da Pelloux a Mussolini. Dai discorsi parlamentari, 1896-1923.
- ↑ Dal discorso Contro la violenza, Milano, 3 aprile 1921.
- ↑ Discorso di Filippo Turati alla Camera del 18 marzo 1904; citato da Walter Verini in Camera dei deputati della Repubblica Italiani – XVII Leglislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea – Seduta n. 46 del 4 luglio 2013 – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Ferranti ed altri; Costa: Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (A.C. 331-927-A).. Roma, 4 luglio 2013.
- ↑ Dal discorso alla Camera dei Deputati, Roma, 15 luglio 1923.
- ↑ Dal discorso tenuto in occasione della scissione dei comunisti al XVII Congresso del PSI di Livorno, 19 gennaio 1921.
- ↑ Citato da Alfonso Tesauro nella Seduta del 30 dicembre 1952 della Camera dei Deputati.
- ↑ 7 marzo 1916, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 631.
- ↑ Citato da Giovanni Grilli nella Seduta antimeridiana del 13 dicembre 1952 della Camera dei Deputati.
- ↑ Da Nel secondo anniversario della loro (sic) guerra: i nostri morti, commemorazione alla «Casa del Popolo», Milano, 1916, pag. 8.
- ↑ Da Atti Parlam., Camera dei Deputati, Legisl. XXIV, Discussioni, vol. VIII, p. 9025.
- ↑ Da un discorso durante la seduta alla Camera dei Deputati del 6 giugno 1918; citato in Antonio Cottafavi, Mondo contemporaneo, Cappelli editore, 1962
- ↑ Discorso al parlamento, 12 giugno 1909.
- ↑ Dal Canto dei lavoratori.
- ↑ Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 640.
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