Francesca Michielin

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Francesca Michielin (2016)

Francesca Michielin (1995 – vivente), cantautrice e polistrumentista italiana.

Citazioni di Francesca Michielin[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Sui Red Hot Chili Peppers] Li conobbi con "By the Way", la svolta pop. Andando a ritroso scoprii il loro rock funkadelico che all'inizio mi turbava ma in cui imparai a vedere la loro storia, i loro travagli. E anche nell'ultimo "The Getaway" vedo dei 50enni davanti all'Oceano che fanno il bilancio della vita. Coerenti.[1]
  • Alla fine l'unica cosa importante oggi è entrare in contatto con le persone, ascoltarsi, capirsi.[2]
  • C'è una ricerca esagerata della velocità nella nostra società, ma comunichiamo sempre peggio. È più facile fraintenderci. Oggi possiamo prendere un biglietto e andare dove vogliamo. Comunicando con tutti istantaneamente. Eppure abbiamo qualcosa che abbiamo perso. Mi sono chiesta che cosa non voglio perdere. La risposta è il senso di appartenenza. Non solo parlarsi ma anche sentirsi, essere in connessione.[2]
  • E più semplice scontrarsi, elencare le differenze, usarle per allontanarsi. Credo, però, non ci sia specchio migliore se non nell'altro. Le differenze sono ancora belle. Secondo me, quando non sai bene da che parte andare il contrasto e il confronto — che hanno la stessa radice — vanno in collisione per evidenziare il concetto dell'identità. Se non ti fai "contaminare", non sei completa.
  • Il ruolo dell'artista è anche, a volte, quello di disorientare [i propri fan]. La cosa importante è dare sempre un senso alla ricerca e alla sperimentazione.[3]
  • Sono una grande appassionata di timbri musicali e mi affascina l'aspetto dello spazio sonoro, lo spettro che uno strumento può dare.[4]
  • Faccio volontariato da quanto avevo 12 anni. Mi affascina il tema delle migrazioni, così come la filiera etica. Non sono cose che posto sui social, però nei testi cerco sempre di inserire certi argomenti perché il ruolo dell'artista è questo: esporsi.[4]
  • La musica serve quanto i medicinali, quanto il cibo: cura e nutre in un'altra maniera.[5]
  • [Su Fabri Fibra] Ha un rapporto distaccato con la fama. Sa mettersi in discussione, non è "sborone", a differenza di molti suoi colleghi.[5]
  • Viviamo in un paese in cui si confonde la spontaneità con la preparazione. [«Spiegati meglio»] Se sei preparato, non sei spontaneo. C'è questa cosa un po' alla Boris, "a cazzo di cane", anche nella vita vera. E invece non è così. Prima di arrivare sul palco bisogna prepararsi molto.[6]
  • Penso di essere stata molto fortunata nel mio percorso, perché ho avuto un sacco di opportunità.[6]
  • Sognavo di fare questo lavoro, ma volevo fare la bassista e vivere di musica in giro per il mondo. Quando un fonico del mio coro gospel mi ha iscritto a X Factor l'ho presa come un'esperienza, senza particolari aspettative. Poi quando ho vinto, ho provato la classica sindrome dell'impostore, l'insicurezza di chi pensa di non meritarsi il successo che ha. Per non farmi travolgere da quel successo ho lavorato con lentezza, facendo un passo alla volta. E ho detto tantissimi no. [«La sindrome dell’impostore come l'hai superata?»] Cercando di accettare la mia sensibilità e la mia fragilità e di farne la mia forza, usando queste insicurezze come uno stimolo per studiare, migliorarmi e così sentirmi più serena.[7]
  • La musica pop è comunicazione, un linguaggio universale che arriva alla gente in mille modi diversi, persino con gli abiti. Penso ai Queen, che hanno dettato legge anche nell'ambito del costume, ai Beatles. Parlare con il look non esclude di farlo anche con la musica e viceversa. Io mi vesto per esprimere parti di me, e questo mi fa stare bene e mi dà una femminilità nuova, autentica. Però è vero che dovunque, incluso nella musica, vige un doppio standard: se sei donna, è più frequente che si parli di una scollatura sexy o delle tue gambe, se sei uomo ci si concentra sulle tue canzoni.[7]
  • Chi fa il mio mestiere è fortunato, ha una voce che può essere ascoltata. La mia filosofia di vita è sempre stata quella di utilizzarla al meglio, di usare la mia voce per dare voce e coprire degli spazi. Il tema dello spazio è fondamentale anche nella mia musica. Allo stesso tempo, però, credo che qualunque azione o messaggio si decida di trasmettere, questo debba essere libero e consapevole, nulla può minare la libertà di un artista nell'esprimersi, ma anche nel non farlo. Io non condivido chi chiede agli artisti di "schierarsi" per forza. Sono contro la "politicizzazione" della sua figura. Non si può chiedere a un artista di fare quello che non fanno i politici. È giusto e bello creare nuovi spazi di confronto con la propria voce, ma non bisogna avere paura di rimanere quello che si è: una persona che fa musica.[8]
  • [«Lei è vegana?»] Vegetariana imperfetta. Cioè di mio non consumo carne né pesce. Ma se sono ospite e me li trovo davanti, li mangio. Come capita quando vado a pranzo da mia nonna: se mi prepara l'arrosto non mi sogno di sprecare la mia porzione.[9]
  • [«Ha raccontato che in alcuni momenti si è fatta aiutare da uno psicologo, che non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto»] Se ti rompi una gamba vai dall'ortopedico? Se senti che qualcosa non va, è giusto farsi aiutare. Si deve parlare di salute mentale. [...] La depressione esiste anche da giovani. Non c'è solo la salute fisica, se uno va dallo psicologo non è matto. Non vanno confusi i ruoli delle persone. Ci sono le amiche, i genitori: ma non posso parlare con mia madre di certe cose.[10]
  • Spesso l'errore che si fa con le donne è rifiutare che abbiano la loro complessità come ce l'hanno gli uomini. Le donne possono anche parlare di femminismo e andare alle sfilate di Moschino. Dipende come si usa il privilegio di essere una donna che può andarci.[11]
  • La mia fragilità c'è, ma crescendo diventa un'arma. [...] La fragilità è la risposta. Ti senti fragile? Porta la tua fragilità. Ti senti forte, la tua forza, sexy, la tua sensualità. Non c'è una regola, conta portare se stessi. Il lavoro è capire chi siamo.[12]

Francesca Michielin: «Ora sono pronta per imparare anche ad amare»

Intervista di Candida Morvillo, iodonna.it, 16 dicembre 2016.

  • [«Sul blog che tiene [...] scrive di palloncini rossi che si faceva scappare da bambina. Che cosa sono?»] I sogni che mi lasciavo sfuggire. Crescendo, me li immaginavo di notte sul soffitto, fermi. Sono la consapevolezza che crescere fa paura, poi arriva il giorno che li lasci volare via, perché crescere è anche essere felici di diventare.
  • Cantare così presto è stato bello, ma complesso. Hai 16 anni, ma non ti è perdonato nulla, perché comunque fai un lavoro. Intanto, prendevo treni da sola, studiavo di notte, con voti alti ma più bassi di prima, vedevo poco gli amici. E la musica non si fa in orari definiti, non è che stacchi a una certa ora e studi.
  • [«[...] leggo nel suo blog: "Per fare musica bisogna essere musica, cioè vivere"»] Bisogna stare attenti, infatti. Se lavori e basta, è come mangiare al fast food da solo. Produci tre sentimenti in serie al giorno. Io ho imparato a prendermi anche mesi con un tempo diverso ed è un serbatoio per vivere meglio i periodi di frenesia.
  • [...] "ora", l'"adesso" è tutto quello che hai, tutto quello di cui ti devi preoccupare.
  • [«I sogni stropicciati del suo blog cosa sono?»] Sono quelli che, come i calzini, si stropicciano se li lasci nel cassetto per paura.

Francesca Michielin, piccoli vulcani crescono

Dall'intervista di Lavinia Farnese a Vanity Fair Italia nº 29, 2017; citato in vanityfair.it, 22 luglio 2017.

  • Dopo un 2016 da boato sono tornata a casa. Di colpo, il vuoto: di adrenalina, di desideri, di idee. Era evidentemente un capolinea, la fine di un capitolo. Non ero più un'adolescente, e neanche una giovane donna. Mi sono spaventata: e adesso come mi rimetto in gioco? Che cosa scrivo? Come mi risiedo al pianoforte? [«Che cosa si è risposta?»] Che era sbagliata la domanda. Mi sono rivista nelle esibizioni: buone, ma sempre come fossi prigioniera di una perfezione da raggiungere, come se qualcosa mi tenesse legata. Allora mi sono detta: hai 22 anni, smettila di girare intorno alle cose. Basta storie eteree, prenderla larga nell'universo. Di' esattamente quello che c'è da dire. Verità contro vanità: stupisci te stessa, prima di volere stupire gli altri, fai qualcosa che non ti aspetti prima di qualcosa che non si aspettano. E basta chiederti: che cosa faccio oggi? Come lo faccio? Chiediti piuttosto perché fai quello che fai.
  • [«Che cosa conta per lei oggi?»] Essere vera nel lavoro. Smettere di guardare alla musica come fossi sempre "la provinciale rimandata a settembre", e di portare la croce della "veneta senza il fascino del cantautore genovese, romano, napoletano". Ho accettato la mia terra per quello che mi ha dato e soprattutto per quello che non mi ha dato. [«Tipo?»] Bassano del Grappa non ha il mare, ma vallate pigre. E i Colli Euganei non sono l'Etna o il Vesuvio, ma vulcani estinti. A scuola eravamo un po' tutti montanari, culturalmente ci sottostimiamo. Non me ne vergogno più.
  • Se mai dovessi sposarmi non lo direi a nessuno e non metterei nemmeno la fede ma... no. Sono giovane, non ho voglia di ansie, di qualcuno al fianco che non capisce: i tempi, i cambi di programma, la mancanza di attenzione. È un gesto di altruismo. E soli si sta bene. Anche se non si può dire.
  • [...] mi sono iscritta al liceo classico per Hercules [...] Ero una patita. Amavo tutti questi tempietti greci, le colonne con i capitelli ionici. Primo giorno di ginnasio. L'insegnante di latino: "Perché siete qui?". Mica potevo dirgli: colpa di Hercules. Risposi: per avere una certa forma mentis. "Ottimo". E iniziammo con le declinazioni.

Francesca Michielin: «Così prendo la patente verso la maturità»

Intervista di Mario Manca, vanityfair.it, 27 agosto 2020.

  • [«Lei è un "cuore impavido"?»] Sì, sono un cuore coraggioso. Anche perché, se ci pensa, cuore e coraggio hanno la stessa radice etimologica. [«In cosa si manifesta il coraggio?»] Nel fare delle scelte anche scomode che ti mettano di fronte alla tua fragilità, non stare sempre nella tua comfort zone e mettere gli altri al primo posto. Devo ricordarmi che faccio musica per gli altri, perché arrivino dei messaggi [...]. Sono molto fortunata perché ho l'occasione di suonare per gli altri ed è per questo che penso di essere impavida, così come sono impavide le persone che lavorano con me.
  • [«Che bambina era?»] Abbastanza arrogante e un po' strafottente. Ero nel mio mondo magico che capivo solo io, ero una bambina ermetica, molto riflessiva, pensierosa, rintanata nella lettura e nella musica: sentivo che non tutti mi capivano. Anche le amicizie più solide le ho strette tardi.
  • [«C'è stato un momento che ha segnato il suo ingresso nella realtà?»] Quando ho iniziato a studiare pianoforte in quarta elementare non riuscivo a suonare in pubblico e saltavo i saggi di fine anno: mi sentivo un po' sfigata per questo. Alle medie, il professore mi chiese di accompagnare l'orchestra della scuola al pianoforte e lì mi sono sentita come di fronte a un bivio: espormi oppure rimanere dov'ero. Ho accettato e questa cosa mi ha aperta al mondo, la musica è bella perché la puoi condividere e non la tieni solo per te.
  • [«Quanto è importante superare i limiti, per lei?»] La gente della mia generazione ha questo compito: fossilizzarsi su un'idea o uno stile non è sempre una cosa giusta da fare. Avere dei punti fissi è importante, ma sapersi mettere in ascolto è un atto di grande maturità, secondo me.
  • Sono cresciuta nella città del ponte [Bassano del Grappa], e questo mi ha sempre messo in una prospettiva particolare. Viaggio da quando sono piccola, per lavoro ho vissuto in tante città diverse e ho sempre cercato di mettermi in ascolto e di uscire dalla mia cerchia di sicurezze. Credo che sia questo il mio stato di natura.

Francesca Michielin: «Maschiaccio a chi?»

Intervista di Lavinia Farnese, vanityfair.it, 26 marzo 2021.

  • Conviviamo negli stereotipi che ci inculcano senza intenzione di cattiveria, nei limiti culturali di cui siamo tutti portatori sani, nel patriarcato che è un virus, il cui vaccino è dialogare, esprimersi liberamente, pure nella musica che quando si esprime senza limiti diventa un po' anche politica. [...] Donne sessualizzate da mattina a sera: ho amiche che, nel buio, accelerano il passo con le chiavi di casa in mezzo alle dita. Ti danno della puttana se indossi quel jeans così stretto, se metti una maglietta senza reggiseno, e anche il twerking è diventato porno, quando ha origini culturali in danze africane antichissime.
  • [«Perché gira tutto intorno al sesso?»] Bisognerebbe chiederlo a Freud. Forse perché è la cosa più naturale che viviamo ma non facciamo che reprimerla?
  • [Sulla nonna] [...] in veneto mi ripeteva: "Ascolta tutti, sorridi sempre e manda in mona", che significa sia spedire a quel paese qualcuno sia augurargli di vivere con più leggerezza. Farsi scivolare addosso le cose: conquista del secolo.

10 anni di Francesca Michielin: "Dopo X Factor ho preso molti rischi ma oggi sono più consapevole"

Intervista di Francesco Raiola, music.fanpage.it, 5 gennaio 2022.

  • Ci ho molto ragionato su questa cosa, sul perché soprattutto il pubblico maschile ce l'abbia così tanto con una ragazza [come me] che parla di calcio, Formula 1, ma anche di assorbenti stessi, e penso che sia una questione di invidia inconscia che nasce dal fatto che alcune cose erano sempre viste come terreno loro. Io manco ce l'ho con queste persone perché sono meccanismi inconsci che hai fin da piccolissimo: pensa a quando si dice "professioni maschili", non è che è una professione è maschile ma spesso è solo che storicamente l'hanno sempre fatta gli uomini e quindi fa un po' strano se fatta da una donna e così se ne parla in un certo modo. Le shitstorm avvengono perché alcune persone si meravigliano, si rendono conto che un certo contesto sfugge dalla loro esperienza, dal loro controllo, per questo dà fastidio che io, donna, parli della Juve, della Ferrari e di tutto... Ma ripeto non gliene faccio una colpa perché sono cose a cui pian piano bisogna educarli, poi spesso sono commenti che arrivano da persone che hanno una certa età, per questo confido molto nelle nove generazioni.
  • [«Pensi di essere apprezzata e stimata quanto meriteresti?»] Spesso leggo "Francesca Michielin è troppo sottovalutata" e non so se prenderlo come un complimento o meno. Quando inizi molto giovane, fai cose di un certo tipo, è tosta imporsi, specie quando hai tante cose differenti da raccontare, non sei un'unica cosa, è sempre più difficile, secondo me, arrivare a tantissime persone. Penso a tanti artisti che mi piacciono e che sostanzialmente hanno fatto della loro nicchia una specie di vallata di gente che li segue. Secondo me, soprattutto quando sei una donna, il pubblico che si affeziona a te non ti molla facilmente e te lo dico io che non sono né sono mai stata una teen idol, però quello per ampliare il proprio pubblico è proprio un percorso molto lungo e in salita. So, però, che chi mi segue mia apprezza. Poi sai ci sono i classici preconcetti da abbattere perché sei una ragazza, ma questa cosa ci sarà sempre.
  • [«Possiamo dire che siete la generazione della precarietà musicale?»] Sì, tantissimo, anche il pubblico ha una cultura differente, non è tanto perché siamo persone che pensano alla musica in una maniera precaria, quanto perché il pubblico che usufruisce di questa musica ha un'idea molto usa e getta delle canzoni: metti le playlist, ti ascolti i singoli, raramente ascolti gli album, anche se sappiamo che si sta cercando di tornare a quel concetto più analogico della musica, pensa al vinile, ma viviamo un periodo storico difficile. Penso anche ad artisti come Beatrice Antolini che ascoltavo molto quando era più piccola e che a modo suo, anche se non faceva gli stessi numeri di un'artista come Elisa, aveva comunque il suo pubblico e sto prendendo proprio l'indie vero. Adesso è molto più difficile essere "indie", perché è come se ci fosse spazio per tutti, ma al contempo lo spazio di fruizione è molto stretto, quindi è difficilissimo. Secondo me il futuro sono i live, bisogna fare molti concerti.

Michielin: "A volte gli artisti devono anche stare sul cazzo"

Dalla conferenza stampa di presentazione dell'album Cani sciolti; citato in Claudio Cabona, rockol.it, 20 febbraio 2023.

  • [...] chi fa musica pop non deve perdersi a parlare solo di se stesso, deve dare dei messaggi perché la musica può aiutare e salvare. E lo si capisce interagendo con il proprio pubblico per cui una canzone può essere qualche cosa a cui attaccarsi nei momenti di profonda difficoltà. I cantautori, ma anche gli interpreti, non devono dimenticare il ruolo che hanno. Non dobbiamo solo compiacere. A volte un'artista deve anche stare sul cazzo. Certo, si possono scrivere pezzi per baciarsi e ballare, anche io li ho realizzati, ma non ci devono essere solo quelli. Bisogna scrivere anche per trasmettere qualche cosa di più, per scuotere.
  • [...] i numeri dell'industria musicale spiegano chiaramente come le donne occupino meno posizioni e ricevano meno supporto. Alla base di tutto c'è della misoginia, un problema di meritocrazia e un lungo e profondo tema culturale per cui l'uomo è visto come "più rassicurante e autorevole". È lo stesso motivo per cui vediamo poche donne direttrici d'orchestra.
  • [...] non ha senso andare in chiesa, ma poi essere razzisti e non pensare che se Gesù fosse stato un migrante sarebbe stato respinto come lo sono tanti oggi. E tutto questo ragionamento lo faccio da credente.

Francesca Michielin: "In Cani sciolti sono più incazzata, fare questo lavoro da donna è complicato"

Intervista di Francesco Raiola, music.fanpage.it, 22 febbraio 2023.

  • Non sono una persona che fa le cose a tavolino e forse sbaglio, perché chi ha successo, in questo momento, lo fa.
  • Ogni volta che faccio un disco penso che nel successivo dovrò fare tutt'altro, e non so dirti perché ma è sempre stato così. [...] sono stata sempre così nelle scelte, ogni volta che pubblico un album parte in me l'esigenza di alzare ancora di più l'asticella, a mio rischio e pericolo. Però secondo me, in ambito artistico, le scelte coraggiose non sono semplicemente manierismo, ma ha senso seguire questo istinto di provare a stupire e anche di disattendere il pubblico.
  • [...] da quando sono piccola mi succede questa cosa, ovvero che scrivo un pezzo – è successo anche con Vulcano e quelli che ho seguito in prima persona – e mi parte l'arrangiamento già in testa: sono in auto, per esempio, e penso all'orchestrazione degli archi. Dove non arriva la mia competenza – ho studiato composizione, ma non so suonare un arco – canto la linea e la mando al musicista, è una cosa che mi è sempre venuta facile quella della produzione e dell'arrangiamento, mi viene istintivo immaginare gli arrangiamenti, è una delle poche cose che in questo processo mi viene velocemente.
  • [...] non bisogna avere paura della propria cifra stilistica, ma deve essere una cosa da difendere sempre, anche se i tempi richiedono altro. Bisogna sempre ascoltare tutto, qual è la corrente, la wave, però non bisogna mai fermarsi e dire "non vado più di moda", perché chi fa musica non deve fare moda, deve tracciare un percorso e questo percorso è fatto anche di scelte coraggiose come magari questo disco sarà per molti.
  • Penso che siccome c'è sempre stato poco spazio per le donne, le donne stesse sono state involontariamente educate a pensare di dover sgomitare perché quel posto se non lo prendi tu lo prende un'altra. Invece non funziona così, non è che se Elodie è prima in radio e io sono quinta, lei mi sta togliendo un posto, non si deve ragionare così, mentre tanti discografici inculcano questo pensiero nelle artiste e succede anche ad alcuni fandom, che spesso sono frustrati nel vedere che X è lì e Y è là, ma non è che una è lì perché sta spodestando l'altra. È questo che deve cambiare nelle nostre teste, non esiste una quota femminile su dieci maschili.

Citazioni tratte da canzoni[modifica]

Di20are[modifica]

Etichetta: Sony Music, 2015, prodotto da Michele Canova Iorfida.

  • Nessun grado di separazione, | nessun tipo di esitazione, | non c'è più nessuna divisione tra di noi, | siamo una sola direzione in questo universo | che si muove, | non c'è nessun grado di separazione. (da Nessun grado di separazione[13], n. 1)
  • E guardavo il mondo da una porta | mai completamente aperta | e non da vicino. (da Nessun grado di separazione[13], n. 1)

2640[modifica]

Etichetta: Sony Music, 2018, prodotto da Michele Canova Iorfida.

  • Queste cose vorrei dirtele all'orecchio | mentre urlano e mi spingono ad un concerto, | gridarle dentro un bosco, nel vento | per vedere se mi stai ascoltando. (da Io non abito al mare[14], n. 4)
  • Queste cose vorrei dirtele sopra la techno, | accartocciarle dentro un foglio e poi centrare un secchio, | stasera non mi trucco che sto anche meglio, | voglio vedere se mi stai ascoltando, | se mi stai ascoltando. (da Io non abito al mare[14], n. 4)

Twitter.com – profilo ufficiale [modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Durante la pandemia di COVID-19] Di questo periodo mi ricorderò il silenzio, e il fatto che il silenzio non vada per forza riempito con le parole. Spesso ascoltare e ascoltarsi è la cosa migliore, i boati non sono un modo per stare vicini: lo sono gli abbracci, anche se distanti, lo sono il chiedere "come stai?".[15]
  • Un buongiorno affettuoso e un buffetto sulla guancia al troll della mia pagina Wikipedia che modifica costantemente "cantautrice" con "cantante". Sei forte.[16]
  • [Sull'errore ricorrente nello scrivere il suo cognome] Comunque per la cronaca si scrive Michielin. Nonostante la passione per la F1, non sono (ancora) uno pneumatico.[17]
  • Accogliere un fallimento, accettarlo, permettere e permettersi di fallire è fondamentale; ma ultimamente la parola fallimento è usata anche per ciò che non lo è, è tutto un "flop". Si urla al fallimento quando si potrebbe parlare di naturali tappe di un percorso. Non esistono per forza passi falsi, ma passi, che si percorrono per forza di cose. Nella società della performance sembra che tutto sia relazionato a termini quantitativi, quando spesso felicità e bellezza non rispondono a questi termini, anche se il capitalismo così vorrebbe. [...] se sempre più persone chiedono di ammorbidire e ridimensionare, se sempre più persone sono esasperate da questo concetto, chiediamoci se ci fa bene che la nostra visione delle cose sia così spesso relazionata ad un'ottica competitiva. Si può fallire come persone quando facciamo del male agli altri, quando mettiamo muri, quando dimentichiamo di utilizzare empatia e compassione. Quello sì, che è fallire, ma si può comunque guarire. Per il resto, scialliamoci un po', e usciamo dalla partita di calcetto.[18]
  • Annalisa: controllo nelle note basse [...] ASSURDO, controllo nelle note medie ASSURDO, controllo nelle note alte ASSURDO. Dio santo sta donna è un fottuto fenomeno.[19]

Citazioni su Francesca Michielin[modifica]

  • Ha una freschezza nella voce che rende tutto cristallino. Vedo in lei una purezza e una limpidezza interpretativa quasi adolescenziale e, nel contempo, una grande forza espressiva. (Cheope)

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Andrea Laffranchi, Francesca Michielin: in tour svelo la mia anima rock, corriere.it, 27 settembre 2016.
  2. a b Dall'intervista di Silvia Gianatti, Francesca Michielin: «Volevo scappare da tutto, invece ho scritto un disco», vanityfair.it, 9 gennaio 2018.
  3. Dall'intervista di Dario Morciano, «Il mio stato di natura», AM - Motori e stili di vita, aprile 2020, pp. 28-31.
  4. a b Dall'intervista di Barbara Visentin, Francesca Michielin: «Il mio tour ambientalista», Corriere della Sera, 15 agosto 2020.
  5. a b Dall'intervista di Manfredi Lamartina, Michielin: "Senza Milano non sarei quella che sono", la Repubblica, sez. Milano, 27 agosto 2020, p. 12.
  6. a b Dall'intervista di Mattia Marzi, L'attitudine riot di Francesca Michielin, rockol.it, 15 marzo 2021.
  7. a b Dall'intervista di Elisa Venco, Francesca Michielin: «La mia fragilità è la mia forza», donnamoderna.com, 23 luglio 2021.
  8. Dall'intervista di Claudio Cabona, Francesca Michielin: "Un artista non è un politico", rockol.it, 5 marzo 2022.
  9. Dall'intervista di Alessandra Cipelli, Francesca Michielin: «Resisti Terra!», donnamoderna.com, 23 marzo 2022.
  10. Dall'intervista di Silvia Fumarola, Francesca Michielin: "Il futuro fa paura ma troverò il mio spazio di felicità", la Repubblica, 15 luglio 2022, p. 46.
  11. Citato in Andrea Parrella, Francesca Michielin: "Le mie parole sulla resistenza fraintese, non mi riferivo ai partigiani", music.fanpage.it, 20 febbraio 2023.
  12. Citato in Silvia Gianatti, Francesca Michielin: «Artisti, basta con il populismo: schieratevi», vanityfair.it, 23 febbraio 2023.
  13. a b Testo di Francesca Michielin, Cheope e Fabio Gargiulo.
  14. a b Testo di Francesca Michielin e Calcutta.
  15. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 4 aprile 2020.
  16. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 20 dicembre 2021.
  17. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 30 maggio 2022.
  18. Da un thread sul profilo ufficiale twitter.com, 29 marzo 2023.
  19. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 9 febbraio 2024.

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]