La meglio gioventù

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La meglio gioventù

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Titolo originale

La meglio gioventù

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 2003
Genere drammatico
Regia Marco Tullio Giordana
Sceneggiatura Sandro Petraglia, Stefano Rulli
Produttore Angelo Barbagallo, Donatella Botti
Interpreti e personaggi

La meglio gioventù, film italiano del 2003 con Luigi Lo Cascio e Alessio Boni, regia di Marco Tullio Giordana.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Lettera] Caro Carlo, sono contento di sapere dei tuoi successi a Cambridge. Qui le cose vanno come al solito, è complicato lavorare dentro le istituzioni, cercando di cambiarle poco per volta. È con Giulia che le cose non vanno bene. È diventata aggressiva, ostile, insoddisfatta di qualcosa che non riesco a capire. Oramai è da più di sei mesi che dormiamo come fratello e sorella. (Nicola)
  • [Lettera] Caro Matteo, ti scrivo per darti una bella notizia. Ho ritrovato Giorgia. Credo che abbia sofferto molto in questi anni. Stranamente per lei è come se il tempo non fosse passato. Rivederla è stata una grande emozione. Mi sono tornate in mente le cose di quell’estate di tanti anni fa quando la mia vita, la tua e quella di tanti altri è cambiata. E ho pensato… perché non lasci per qualche giorno le forze del disordine e non vieni su a Torino a trovarci? Giorgia ne sarebbe felice. E io pure. (Nicola)
  • Mi hai detto che ti piacciono i libri? Perché uno un libro può decidere di chiuderlo quando vuole. Nella vita invece è diverso, non sei tu che decidi...! (Mirella)
  • Ai bambini piace addormentarsi nella confusione, è il silenzio che gli mette paura. (Nicola)
  • [Ultime parole] Buon anno... (Matteo)
  • Era la mia idea di libertà. Pensavo che ognuno ha il diritto di vivere come gli pare. Ma che libertà è morire? (Nicola)
  • [Lettera] Caro Ni-Nicola, avrei p-preferito n-non scrive-rre q-q-questa let-tera. La tua m-m-ma-mamma è-è-è... mancata, n-non ha s-sofferto, s’è a-a-ad-dorment-tata pian-no pian-no. T-ti scrivo solo or-ra, per-rché s’er-ra fatta promm-mettere ch-che q-quando fosse ac-caduto n-on avrei dovuto distur-ba-re ness-suno. Ti bacio, a pr-presto. Mirella. (Giacomo)
  • [Lettera] Sara, amore mio, lavoro ormai da un po’ di tempo a Firenze in un archivio. L’altro giorno mi è capitata tra le mani una pubblicazione del 1966, e ho trovato una foto, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere vedere com’erano tuo padre e tua madre da ragazzi. Questo per dirti che tu sei nata dall’amore di due persone allegre, e che tutto quello che è accaduto di triste è accaduto dopo, e non riguardava te. Sto provando a ricominciare, lontano da tutti. So di essere una presenza ingombrante. Cerco di non dare fastidio a nessuno... (Giulia)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Professore: Lei promette bene, le dicevo, e probabilmente sbaglio, comunque voglio darle un consiglio, lei ha una qualche ambizione?
    Nicola: Ma... non...
    Professore: E allora vada via... Se ne vada dall'Italia. Lasci l'Italia finché è in tempo. Cosa vuol fare, il chirurgo?
    Nicola: Non lo so, non... non ho ancora deciso...
    Professore: Qualsiasi cosa decida, vada a studiare a Londra, a Parigi, vada in America, se ha le possibilità, ma lasci questo Paese. L'Italia è un Paese da distruggere: un posto bello e inutile, destinato a morire.
    Nicola: Cioè, secondo lei tra un poco ci sarà un'apocalisse?
    Professore: E magari ci fosse, almeno saremmo tutti costretti a ricostruire... Invece qui rimane tutto immobile, uguale, in mano ai dinosauri. Dia retta, vada via...
    Nicola: E lei, allora, professore, perché rimane?
    Professore: Come perché?! Mio caro, io sono uno dei dinosauri da distruggere.
  • Commissario: Che ci sei venuto a fare tu alla polizia? Che cercavi?
    Matteo: Delle regole.
    Commissario: E che ci fai tu delle regole?
    Matteo: Le applico.
  • Carlo: Il sogno mio è uno di quei posti tipo... la Danimarca, la Svezia, l'Olanda... sono paesi che sembrano scatole di vetro. Il cittadino ci passa davanti e ci guarda dentro. [...] Il sogno mio è avere le banche... trasparenti, la borsa trasparente... quindi la politica, l'economia, tutto diventa trasparente... [...]
    Nicola: [...] è bello, ma secondo te si può fare?
    Carlo: Certo che si può fare, lo fanno gli altri, non possiamo farlo noi?
    Nicola: No, dico gli italiani…secondo te gli piacciono le cose trasparenti? Secondo me ti illudi.
  • Giovanna: Senti, ma lo sai che conservo ancora una cartolina che mi hai spedito da Capo Nord, nel '66, in norvegese? Credo avesse una scritta. E sotto la traduzione diceva: "Tutto quello che esiste è bello!!!", con tre punti esclamativi... ma tu ci credi ancora?
    Nicola: Ai punti esclamativi no, non ci credo più.
  • Nicola: Mi dica soltanto questo: lei non ce la fa a parlare, o non vuole? Il tribunale ha chiesto il mio intervento e il suo avvocato è d'accordo. Lei condivide questa decisione? Mi dica solo sì o no. [il politico detenuto non risponde] So che lei ha una figlia. Anch'io. Quando si hanno dei figli la vergogna del carcere è insostenibile... eppure loro sono molto più forti di noi, c'è troppa vita nei ragazzi, troppe persone da amare, troppe cose da scoprire per farsi abbattere da ciò che accade ai padri... o alle madri.
    Politico detenuto: Lei è qui per stabilire se sono pazzo?
    Nicola: Be', diciamo che al suo avvocato farebbe molto comodo.
    Politico detenuto: Mia moglie e mia figlia non sanno la verità... e fino a ieri non la sapevo nemmeno io.
    Nicola: Lei non sapeva di aver commesso atti illegali?
    Politico detenuto: Lei lavora in un ospedale, vero? Anche lì ci saranno delle ditte che pagano le provvigioni. Cinque/dieci per cento è la norma. Possibile che lei non si sia mai accorto di nulla? Oppure le sarà venuto in mente ma avrà girato la testa dall'altra parte come hanno fatto milioni di italiani. Poi un bel giorno arriva un giudice e dice che le provvigioni non si chiamano più provvigioni, si chiamano tangenti, e che i finanziamenti sotto banco ai partiti sono illegali... e che io sono un ladro. Che notizia! Al gabbio non ci vanno più soltanto i poveracci, quelli che rubano una mela! Eh no, ora sì che c'è veramente giustizia! Però non si ricordano che quei soldi facevano la fila per darceli, in cambio di tutti i favori che chiedevano, degli appalti senza gara, senza concorrenza! Ora fanno quelli che vogliono cambiare il mondo. Mi creda, dottore, non sta succedendo proprio niente. È tutto finto. Volevano solo gli stracci, i cretini come me che si sono fatti beccare. Ma gli altri, mi creda, sono tanti e continuano a fare esattamente come prima: rubare indisturbati. È l'Italia. Non l'ho fatta io, e certo nemmeno lei. È l'Italia che hanno fatto i nostri padri, mi creda.
    Nicola: ...Mm, no. Mio padre no. Mi creda anche lei.
    Politico detenuto: Suo padre era una brava persona, certo. E anche a lei piace fare la brava persona, vero? [gli fa un ironico applauso]
  • Andrea: Dov’è seppellito mio padre c’è il mare?
    Nicola: …no. Vicino no.
    Andrea: Devi portarlo qui, c’è il mare.
    Nicola: È vero. Te lo porto qui, te lo prometto.
    Andrea: Lui com’era?
    Nicola: Lui… era come Achille. Tu sai chi è Achille, no? Tua nonna te l’ha raccontato, vero?
    Andrea: Sì.
    Nicola: Era coraggioso e triste come lui, perché sapeva che l’avrebbero preso presto con loro. Sai come sono gli dei, no? I migliori, quelli a cui vogliono più bene, prima li mandano sulla terra e poi… li prendono con sé. Però prima gli fanno lasciare una traccia, così non possiamo dimenticarli. E quella traccia sei tu. Questa mattina, quando guardavi l’atlante, mi sembravi lui alla tua età. Anche noi un sacco di tempo fa, però, guardavamo un’atlante, no? perché volevamo fare un viaggio… volevamo andare in una terra lontana, lontana… dove… c’era soltanto il mare. Quel posto si chiama Capo Nord.
    Andrea: E dov’è?
    Nicola: [Indica un punto verso il mare] È là
    Andrea: [sorride] E ci andaste?
    Nicola: Eh, io ho provato ad andarci, poi non ci sono riuscito, mi sono fermato prima. E tuo padre voleva andare pure lui, però… alla fine gli è passata la voglia.
    Andrea: Ma erano gli dei che lo chiamavano?
    Nicola: …sì. Erano gli dei che lo chiamavano.

Explicit[modifica]

Caro zione…o forse dovrei chiamarti papà…vabbé…caro Nicola, alla fine siamo arrivati. Ogni tanto mi sembra di riconoscere i posti che mi hai raccontato quando ero bambino, ma forse è solo suggestione. È bello fare le cose con le persone che ami, anche se ogni tanto Ermione vuol far le cose come dice lei, e cambia programmi in continuazione. Ma sono tutte così le donne? […] Ho convinto Ermione a prendere un passaggio da un postale che porta a Capo Nord. Ha una fifa matta, però risparmiamo tre giorni di viaggio. Sto qui a guardare il sole di mezzanotte che scende fino all'orizzonte, ma poi si ferma e non entra nel mare. Penso a mio padre, penso alla mamma, e penso a te, che mi hai sempre detto che tutto è bello. Mi sa che avevi ragione, tutto è veramente bello. (Andrea)

Citazioni su La meglio gioventù[modifica]

  • L'ho rivisto da poco e ne sono fiera, un set pieno di compagni d'Accademia. In quel gruppo io ero la compagna di Fabrizio Gifuni, che era amico di Gigi (Lo Cascio) e Alessio (Boni). Nel film ero la fidanzata di Gigi che uccide Fabrizio. (Sonia Bergamasco)

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