Marta Sordi

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Marta Sordi (1925 – 2009), storica italiana.

Citazioni di Marta Sordi[modifica]

  • L'Europa odierna ha rifiutato non solo ogni riferimento a Gesù Cristo ed anzi a Dio, ma perfino di rifarsi alle proprie radici storiche, che sono cristiane: si tratta di un vero e proprio rinnegamento del passato. Questo rifiuto di riconoscere le proprie radici e basi religiose manifesta una mentalità secolarizzata antitetica a quella tradizionale, che ha fatto grande l'Europa. (dall'intervista di Guido Vignelli, Costantino Imperatore cristiano, Radici Cristiane, n. 3, anno I, p. 39)

Aevum[modifica]

Alessandro Magno e l'eredità di Siracusa[modifica]

  • Io credo invece che la possibilità di espansione in Occidente sia apparsa ad Alessandro già agli inizi del suo regno, prima della spedizione asiatica, con la presa di coscienza del vuoto di potenza causato in tutto il mediterraneo occidentale dalla caduta di quella che era stata «la più grande dinastia di Europa», la tirannide siracusana.
  • Isocrate, che negli anni immediatamente anteriori al 367, aveva rivolto allo stesso Dionigi I una lettera per invitarlo a prendersi cura di utti i Greci, aveva proposto all'imitazione di Filippo nel 346 l'esempio del tiranno, «la cui potenza per terra e per mare era tale quale nessuno degli uomini prima di lui aveva avuto».
  • Alessandro, che aveva presentato la sua guerra contro la Persia come una vendetta dell'invasione di Serse e dei templi da lui devastati in Grecia, poteva così atteggiarsi, con la presa di Tiro, come il vendicatore contro i Cartaginesi dei Siracusani e degli altri Greci d'Occidente. È interessante come questo significato, oscurato da quasi tutta la tradizione storiografica su Alessandro, fu dato all'episodio dal massimo storico siceliota, il contemporaneo Timeo, secondo cui Tiro cadde nel giorno e nell'ora in cui l'Apollo di Gela era stato rapito dai Cartaginesi...
  • Nella stessa estate... quando, prima di inoltrarsi verso la Media, Alessandro lasciò ad Arpalo la custodia dei tesori reali nella rocca di Ecbatana, gli ordinò anche di fornirgli, secondo una notizia di Onesicrito conservata da Plutarco, i libri di cui aveva bisogno... rende particolarmente interessante la presenza fra questi libri (insieme alle tragedie di Eschilo, di Sofocle e di Euripide) dell'opera di Filisto, lo storico e collaboratore di Dionigi I e Dionigi II, e dei ditirambi di Teleste o di Filosseno, vissuti anch'essi alla corte di Siracusa. Colpisce soprattutto la scelta di Filisto, di cui la tradizione timaica afferma che «era più amico della tirannide che del tiranno».
  • In uno e nel più grave di questi conflitti, quello del 327 per la proskynesis, che porterà all'arresto e alla morte di Callistene e alla rottura di Alessandro con Aristotele, l'interlocutore e l'oppositore di Callistene sulla via del potere assoluto è un certo Creone «ex Sicilia non ingenii solum, sed etiam nationis vitio adulator».
  • Se di Cleone si poeteva dire dunque che era adulatore per tradizione nazionale, ciò significa probabilmente che questo Cleone, che aveva accompagnato Alessandro nel cuore dell'Asia, era uno degli uomini di corte di Dionigi II.
  • Secondo Curzio, infatti, la proposta della proskynesis sarebbe partita proprio da Cleone, ma il discorso di quest'ultimo, fatto in assenza di Alessandro (che lo ascoltava però dietro una tenda) era stato concertato con Alessandro stesso, per poter dare al re la possibilità di vagliare le reazioni dei presenti, senza che questi lo sapessero.
  • L'accettazione da parte di Alessandro dell'eredità dionisiana, che si era delineata fin dal 335 e dal 334 con l'alleanza stabilita con i Galli di Apulia, con l'invio del Malosso in soccorso di Taranto e con la richiesta dei Romani di far cessare l'azione dei pirati contro i Greci d'Italia e che avrebbe dovuto trovare il suo compimento nei progetti del 323, si manifestava ormai come accettazione e come sviluppo (a contatto con le grandi monarchie dell'Oriente e dell'esperienza religiosa egiziana ed asiatica) dell'ideologia tirannica che Siracusa aveva proposto nel IV secolo, col mito dell'efficienza e la carica carismatica dell'eutychia, come modello alternativo alla polis in crisi.

Bibliografia[modifica]

  • Marta Sordi, Aevum, Anno 57, Fasc. 1, Alessandro Magno e l'eredità di Siracusa, Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, 1983

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