Radio
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Citazioni sulla radio.
- Ascoltare la radio è la cosa più vicina alla lettura. Come il libro, la radio racconta suggerendo, offre spunti sui quali si mette in gioco la fantasia. È la solita contrapposizione: la radio stimola perché è erotica, la televisione è esplicitamente pornografica. (Tommaso Labranca)
- Ascoltare una voce alla radio, più di 5, 10 minuti, stanca. Stanca anche se la voce è simpatica, morbida, musicale. Stanca perché la parola, se non ha uno scopo immediato, cioè informativo o pratico, perde ogni significato, lontana da colui che la pronuncia. (Ruggero Ruggeri)
- È un miracolo, la radio. Grazie ad essa, possiamo sederci presso un lago remoto o sulla cima di una montagna e ascoltare la musica diffusa da un lontano centro culturale. Non si può descrivere a parole quanto meravigliosa sia quest'esperienza, che collega le più belle manifestazioni dell'arte con le più belle della natura. (Leopold Stokowski)
- Escludo che possa esistere un teatro radiofonico. È mia convinzione invece che la radio, per non annoiare gli uditori, dovrà alla fine abbandonare ogni tentativo del genere. (Ruggero Ruggeri)
- Il telegrafo, il telefono, la radio e soprattutto il computer hanno fatto sì che chiunque, in qualsiasi parte del mondo, si trovi ora nella condizione di essere a portata d'orecchio. Purtroppo, il prezzo da pagare per questo è la perdita di privacy. (Steven Levy)
- Il resto della Grecia, anche il più remoto villaggio d'Arcadia e d'Epiro, risuona dal levar del sole a mezzanotte di musica swing, sermoni in inglese, conversazioni sull'apicoltura in serbo-croato, musica sinfonica da Amburgo, bollettini meteorologi francesi, risultati dei tornei di scacchi di Leningrado, segnali per i naviganti in alfabeto morse dal Dogger Bank, e dato che l'apparecchio è quasi sempre difettoso tutti questi suoni, emessi a pieno volume, si imperlano sul filo di un urlo ininterrotto, pipistrellesco, che buca i timpani. Nessuno ascolta, ma la radio non si spegne mai. Le città sono un pandemonio. Da ogni negozio e caffè sgorga un frenetico rombo incontrollato. Queste radio furiose andrebbero stanate e munite di museruola o abbattute come cani idrofobi. Nel cuore della campagna il silenzio dei luoghi più desolati è lacerato d'improvviso dal raccapricciante latrare di un solitario apparecchio radio... Ma la radio, come la religione, ha tardato a raggiungere il Mani, e fra le torri prevale un beato silenzio. (Patrick Leigh Fermor)
- La mania della radio...si estinguerà in tempo. (Thomas Alva Edison)
- La musica alla radio è un sogno febbrile condiviso, un'allucinazione collettiva, un segreto spifferato a milioni di persone, una voce che sussurra all'orecchio del Paese intero. Se è dirompente, sovverte il messaggio trasmesso tutti i giorni dalle autorità costituite, dalle agenzie pubblicitarie, dai mezzi di comunicazione di massa, dalle società di informazione e più in generale dai custodi dello status quo, abituati come sono a intorpidirci la mente, anestetizzarci l'anima e mortificare ogni traccia di vitalità. (Bruce Springsteen, Born to Run)
- La prima volta che ho riascoltato quella radio mi sono chiesto dove fosse finito il quadro del video. Poi ho capito che il quadro del video sta qui dentro. [indica la testa] Perché io vi dico che la radio è una cosa in cui bisogna credere per goderne. (Ai confini della realtà)
- La radio, come qualunque altro medium, ha un suo manto che la rende invisibile. Ci si presenta apparentemente in una forma diretta e personale che è privata e intima, mentre per ciò che più conta è una subliminale stanza degli echi che ha il potere magico di toccare corde remote e dimenticate. (Marshall McLuhan)
- La radio crea dipendenza, anche a livello inconscio, ti riempie la vita e ti permette di guardare e raccontare il mondo da un'altra prospettiva. La radio ha una potenza, anche culturale, molto spesso sottovalutata. (Carolina Di Domenico)
- La radio e il cinema sono tra quei grandi automi che sempre più si occupano di dilettare le masse. (Friedrich Georg Jünger)
- La radio è stata innovativa e non si è smarrita con la nascita della televisione. Con orgoglio, e magari poca lungimiranza, ingegneri, tecnici e giornalisti guardarono con diffidenza nel '54 all'avvio dei programmi TV, la radio che si vede. "Non avrà futuro" dicevano scuotendo la testa, fedeli alla forza evocativa, espressiva e puntuale del mezzo radiofonico. (Riccardo Cucchi)
- La radio è una scatola che si compra a rate, e prima d'aver finito di pagarla è fuori uso. (Ninotchka)
- La radio mi è stata utilissima per vivere al meglio la tv: innanzitutto, da un punto di vista tecnico, perché mi ha insegnato il controllo dei tempi; poi, umanamente, perché solo chi è abituato a lavorare per anni nel nascondimento della radio non si esalta quando la gente comincia a riconoscerlo per strada dopo due minuti di tv. (Andrea Sarubbi)
- Non sono in molti a sapere che io ho posseduto la prima radio a Springfield! Non trasmettevano un granché allora! C'era soltanto Edison che recitava l'alfabeto in continuazione. Prima diceva A...poi diceva B...e poi di solito seguiva una C... (I Simpson)
- Oggi tutto è miracolo. Premete un bottone, è il nevoso «Carbon bianco», la cascata delle montagne che vi illumina. Allacciate il capo di un filo a quel cofanetto, opera d'ebanisteria, e la voce di uomini lontani, la commovente voce della Radio, vi parla attraverso gli oceani. Abbassate quella leva: lo schermo scintilla, la Televisione entra in casa vostra. (Pierre Devaux)
- Qualcuno dice che io sono pessimista nei confronti della radio... La verità è che ho previsto la sua completa sparizione. Confido infatti che tutte quelle brave persone che oggi si divertono ad ascoltarla riusciranno a trovare quanto prima un passatempo più intelligente. (Herbert George Wells)
- – Se faccio un'altra cazzata mi retrocedono, mi mandano alla sezione cinema dove ci sono i registi che non si lavano, che puzzano di zolfo, i dirigenti con la salmonella che tra di loro si chiamano "compagno consigliere". Cristo René, io non me li voglio mettere quei golfini pelosi con quegli occhialetti alla Gramsci.
– Ma cosa dici? Ma quali occhialetti? Ma cosa stai dicendo?
– Mi lascio morire se finisco lì dentro, René. Perché dopo la sezione cinema c'è la radio. Dopo la radio, c'è la morte. (Boris - Il film) - Se la radio fosse stata inventata dopo la televisione troveremmo geniale un apparecchio che ci evita di vedere come giocano certi calciatori. (Franco Rossi)
- Sono effettivamente pochi quelli che riescono a tenere banco davanti al microfono, perché quando fai la radio è diverso. In televisione hai il capello fluente, il seno rifatto oppure l'abbronzatura facile, in radio tutto questo manca, per cui o hai la sostanza degli argomenti o duri poco, il tempo di una stagione e poi a casa. (Mariolina Simone)
- Vedete, il telegrafo a filo è un tipo molto, molto lungo di gatto. Voi tirate la sua coda a New York e la sua testa miagola a Los Angeles. Lo capite questo? E la radio opera esattamente allo stesso modo: voi mandate i segnali qui, e loro li ricevono là. L'unica differenza è che non c'è alcun gatto. (Albert Einstein)
- [«In che condizioni versa la radiofonia oggi?»] Benissimo, secondo me. [...] la radio riesce a interagire con i social e con i nuovi media, interagisce anche col mutamento del mercato della musica, ritagliandosi un ruolo preciso. Il mercato musicale è cambiato tantissimo: non si vendono più i dischi, ma i concerti, gli eventi e la radio se ne fa portavoce, talvolta anche organizzatrice. La radiofonia è viva e vegeta, nonostante sia [...] un mezzo antico.
- Oggi [...] la radio significa una lotta durissima per affermare una linea musicale, perché io mi occupo di musica diversa da quella mainstream. C'è tanta gente appassionata che, nonostante si approvvigioni di musica da sola grazie alle nuove tecnologie, ha ancora bisogno del parere di persone che riescano a indirizzarla nella scelta. È, per me, una scommessa quotidiana molto avvincente. Significa rinnovarsi ogni giorno e dialogare con i nuovi media. La radio ci riesce benissimo: nonostante sia un media antichissimo, è assolutamente coniugabile con i social, per esempio. È una bella storia, è un lavoro non lavoro.
- Secondo me, il pubblico sta modificando la radio attraverso i social. Gli ascoltatori non sono più esperti di prima, tutt'altro. C'è più superficialità, ma attraverso i social accadono cose interessanti: con il passaparola si creano veri e propri fenomeni e questo modifica tantissimo il mercato discografico e, di conseguenza, anche la programmazione delle radio. Sono nati [...] dei fenomeni dal basso, arrivati e pompati dai social, che hanno fatto breccia in radio perché dal vivo si è visto che facevano il tutto esaurito in grandi sale da concerto: oggi passiamo musicisti folk sghembi e stonati che, un tempo, non ci saremmo mai permessi di trasmettere.
- I dati di ascolto e quelli di traffico su web e social dicono che la radio pubblica fa molta fatica. E c'è la necessità di cambiare, che portiamo avanti affannosamente, confusamente, perché l'età media è alta, ci sono pochi giovani, ci sono difficoltà a sperimentare, a portare nuovi linguaggi, nuove tecnologie, anche per ragione di freni sindacali più che legittimi, perché poi sono in gioco i posti di lavoro di tutti noi.
- [Sul motto della BBC, To educate, to inform, to entertain] Intrattenimento e informazione sono chiare, il terzo corno, educazione, formazione, come vogliamo chiamarla? Forse è cultura. Sono tre super-generi che in effetti esistono ancora in radio, e sono uno strumento convenzionale utile per definire ciò che ascoltiamo.
- La radio in fondo ha prestato molto alla televisione, è stata indebolita dalla televisione ma è anche sopravvissuta alla televisione, ha una resistenza per caratteristiche sue intrinseche.
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