Sponsorizzazioni nel calcio italiano
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Citazioni sulle sponsorizzazioni nel calcio italiano.
- [Nel 1997] I Promessi Sponsor: con questo slogan ci battemmo [al Guerin Sportivo] perché le società potessero acquisire adeguati soccorsi economici dagli sponsor per metter fine – fra l'altro – agli scriteriati aumenti del costo dei biglietti. La prima società che accolse il nostro appello fu l'Udinese di Teofilo Sanson, che una domenica scese in campo con la marca dei gelati sulle mutandine. E fu punita. Subito dopo, il Perugia di D'Attoma – firmato Pasta Ponte – fece molto più rumore, presentò interessanti progetti di marketing. E la vinse. [...] Perché questa battaglia? [...] Solo per far soldi? [...] negli anni Ottanta, mentre la pubblicità esplodeva su quotidiani e periodici, i giornali sportivi ne erano sprovvisti. Gli inserzionisti, su suggerimento di Agenzie Pubblicitarie cieche, spesso incompetenti, con budget affidati a donne odiatrici dello sport, negavano la validità dei giornali sportivi, ne snobbavano i lettori qualificandoli negati ad ogni forma d'acquisto eccetera. Con la nostra battaglia finimmo per convincerli che quasi due milioni di copie di giornali – e dieci milioni di lettori – meritavano attenzione. La mia iniziativa piacque a Gino Palumbo, allora direttore della "Gazzetta", che fra il '79 e l'80 mi chiamò al suo fianco. Non se ne fece nulla per mie questioni personali. Ma accettai invece l'offerta del "Corriere dello Sport" per il quale [...] lavorai intensamente alla parte pubblicitaria e editoriale con grande soddisfazione. Il ritorno al "Guerino è avvenuto anche in questa ottica, perché molti pubblicitari hanno ripreso l'antico vizio. [...] Sapete che cosa fanno oggi gli onnipotenti sponsor? Pagano le società calcistiche e basta. E queste gli dicono: non vi preoccupate dei giornali, tanto le foto di Ronaldo con la scritta "Pirelli", o di Del Piero con la scritta "Sony", o della Lazio con la scritta "Cirio" e via discorrendo devono pubblicarle per forza. Per forza: perché siamo onesti e non vogliamo negare ai lettori le migliori immagini dei loro beniamini. In compenso, alla mangiatoia degli sponsor, oggi incontenibili, corrono in tanti. (Italo Cucci)
- [Nel 1983 «pesano le scritte degli sponsor sulla maglia?»] Non più di tanto. Entrati nell'ordine delle idee che il calcio è una industria, dopo si accetta tutto molto più facilmente. Gli sponsor danno soldi alla società, a noi non chiedono che di partecipare a qualche manifestazione o premiazione, cose del genere, niente di troppo impegnativo. (Sebastiano Nela)
- [Nel 1978] Si addensano i nuvoloni della pubblicità intesa quale manna per i club indebitati: c'è chi studia sigle capaci di non turbare il tifoso romantico; c'è chi medita sponsorizzazioni massicce in grado di trasformare, se non le maglie, lo stadio, visto quale luogo deputato per la consumazione dello spettacolo; e c'è chi spera di ridurci tutti quanti, spettatori e protagonisti, ad Arlecchini carichi di toppe colorate, come i piloti di Formula 1. (Giovanni Arpino)
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