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Lucca Citazioni su Lucca e i lucchesi.

  • Fiorentini ciechi, Senesi matti, Pisani traditori, Lucchesi signori. (proverbio toscano)
  • Lucca è nera e argentea... (Guido Ceronetti)
  • Mettetel sotto, ch'i' torno per anche | a quella terra ch'i' ho ben fornita: | Ogn' uom v'è barattier, fuor che Bonturo; | del no, per li denar, vi si fa ita. (Dante Alighieri, Divina Commedia)
  • Questi pareva a me maestro e donno, | cacciando il lupo e' lupicini al monte | per che i Pisan veder Lucca non ponno. (Dante Alighieri, Divina Commedia)
  • Tu vedi lunge gli uliveti grigi | che vaporano il viso ai poggi, o Serchio, | e la città dall'arborato cerchio, | ove dorme la donna del Guinigi. | Ora dorme la bianca fiordaligi | chiusa ne' panni, stesa in sul coperchio | del bel sepolcro; e tu l'avesti a specchio | forse, ebbe la tua riva i suoi vestigi. | Ma oggi non Ilaria del Carretto | signoreggia la terra che tu bagni, | o Serchio, sì fra gli arbori di Lucca | rosso vestito e fosco nell'aspetto | un pellegrino dagli occhi grifagni | il qual sorride a non so che Gentucca. (Gabriele D'Annunzio)




Citazioni su Amalfi.

  • Amalfi era un punto di riferimento ormai. Prima di Amalfi, dopo di Amalfi non aveva soltanto un significato temporale.
    Ma una sera il riferimento fu crudo.
    Guardavamo il tramonto a Pompei battere sulle pietre incantate di evocazioni. Ci tenevamo per mano. Lo sentii dire: «A Amalfi c'è stato un momento che il sole e il mare agivano attraverso di noi. Adesso questa luce rosa è estranea, perfino banale».
    Mi impressionò la sua crudezza. (Giorgio Saviane)
  • Dolce il ricordo nel mio cor discende | del bel paese ch'oltra il mar si stende; | dove si scontran le montagne e l'onde, | dove in mezzo al calor che si diffonde, | siede tra' gelsi Amalfi, e i bianchi piedi | nella calma del mar bagnar la vedi. (Henry Wadsworth Longfellow)
  • Il giorno del giudizio, per gli Amalfitani che andranno in Paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri. (Renato Fucini)
  • La posizione, l'industriosità, la capacità dei suoi abitanti, la resero grande. Fu anello della catena tesa con Leone IV contro gli arabi (849) e con Giovanni VIII ripeté il prodigio rinnovatosi poi con Giovanni X al Garigliano (915). Guidata dai Prefetturi e dai comites, ebbe un'ordinata politica interna e un'attività commerciale estesasi fra Tirreno e Adriatico. Dalle coste bizantine alle arabe, con fondachi e colonie in Terra Santa, accanto a quelle pisane, genovesi, veneziane e alle fiorenti colonie pugliesi essa divenne allora una delle più forti città marinare italiane fino all'occupazione di Roberto il Guiscardo (1073). Per decenni durò la resistenza antinormanna e anche gli Svevi furono lì malsopportati. In competizione con Pisa e Genova, che poi la sopravanzarono, Amalfi fu prospera e colta, come attestano la Tabula amalphitana, la diffusione della bussola, conosciuta attraverso gli arabi, le codificazioni marittime, le splendide chiese disseminate in città e sulla costa, impreziosite di mosaici, splendidi oggetti, stoffe orientali. (Ludovico Gatto)
  • Sei già stato ad Amalfi? — mi domandarono subito. — Sì. — Diccene, diccene qualche cosa, perché prima di tornare alle nostre case, vogliamo andarvi anche noi. — Andatevi e farete bene, ma andatevi dopo d'aver visto tutte le bellezze dei prossimi dintorni di Napoli, perché la costiera d'Amalfi vi farà lo stesso effetto che a guardar fìssi nel disco del Sole; vi troverete abbagliati e per qualche tempo non sarete capaci di veder altro. (Renato Fucini)

Voci correlate[modifica]