Yahweh
Yahweh, in italiano anche Jahvè o Iahvè, Dio del popolo ebraico, descritto nella Bibbia, e Dio Padre della Trinità del Cristianesimo.
Citazioni di Yahweh
[modifica]- Sia la luce! [...] Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque. [...] Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra. [...] La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie. [...] Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra.
- Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde.
- Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti.
- [Rivolto ad Eva] Moltiplicherò | i tuoi dolori e le tue gravidanze, | con dolore partorirai figli. | Verso tuo marito sarà il tuo istinto, | ma egli ti dominerà.
- [Rivolto ad Adamo] Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; | finché tornerai alla terra, | perché da essa sei stato tratto: | polvere tu sei e in polvere tornerai!
- Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!
- [Rivolto a Caino] Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo
- [Rivolto a Caino] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra.
- [Rivolto a Noè] Esci dall'arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te. Tutti gli animali d'ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa.
- Questo è il segno dell'alleanza, | che io pongo | tra me e voi | e tra ogni essere vivente | che è con voi | per le generazioni eterne. | Il mio arco pongo sulle nubi | ed esso sarà il segno dell'alleanza | tra me e la terra. | Quando radunerò | le nubi sulla terra | e apparirà l'arco sulle nubi, | ricorderò la mia alleanza | che è tra me e voi | e tra ogni essere che vive in ogni carne | e noi ci saranno più le acque | per il diluvio, per distruggere ogni carne. | L'arco sarà sulle nubi | e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna | tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne | che è sulla terra.
- Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro.
- [Rivolto a Abramo] Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria | e dalla casa di tuo padre, | verso il paese che io ti indicherò. | Farò di te un grande popolo | e ti benedirò, | renderò grande il tuo nome | e diventerai una benedizione. | Benedirò coloro che ti benediranno | e coloro che ti malediranno maledirò | e in te si diranno benedette | tutte le famiglie della terra.
- Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città.
- Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele.
- [Rivolto a Mosè] Io sono colui che sono! [...] Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi.
- Io vi prenderò come mio popolo e diventerò il vostro Dio. Voi saprete che io sono il Signore, il vostro Dio, che vi sottrarrà ai gravami degli Egiziani.
- [Rivolto a Mosè] Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri.
- [Rivolto a Mosè] Va', scendi, perché il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata! Si son fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto.
- Su, esci di qui tu e il popolo che hai fatto uscire dal paese d'Egitto, verso la terra che ho promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe, dicendo: Alla tua discendenza la darò. Manderò davanti a te un angelo e scaccerò il Cananeo, l'Amorreo, l'Hittita, il Perizzita, l'Eveo e il Gebuseo. Va' pure verso la terra dove scorre latte e miele... Ma io non verrò in mezzo a te, per non doverti sterminare lungo il cammino, perché tu sei un popolo di dura cervice.
- Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando uno di voi vorrà fare un'offerta al Signore, offrirete bestiame grosso o minuto. Se l'offerta è un olocausto di grosso bestiame, egli offrirà un maschio senza difetto; l'offrirà all'ingresso della tenda del convegno, per ottenere il favore del Signore. Poserà la mano sulla testa della vittima, che sarà accettata in suo favore per fare il rito espiatorio per lui. Poi immolerà il capo di grosso bestiame davanti al Signore, e i sacerdoti, figli di Aronne, offriranno il sangue e lo spargeranno intorno all'altare, che è all'ingresso della tenda del convegno.
- Poiché io sono il Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono santo; non contaminate le vostre persone con alcuno di questi animali che strisciano per terra. Poiché io sono il Signore, che vi ho fatti uscire dal paese d'Egitto, per essere il vostro Dio; siate dunque santi, perché io sono santo.
- Ci sarà per voi una sola legge per il forestiero e per il cittadino del paese; poiché io sono il Signore vostro Dio.
- Fate il censimento di tutta la comunità degli Israeliti, secondo le loro famiglie, secondo il casato dei loro padri, contando i nomi di tutti i maschi, testa per testa, dall'età di venti anni in su, quanti in Israele possono andare in guerra; tu e Aronne ne farete il censimento, schiera per schiera. A voi si associerà un uomo per ciascuna tribù, un uomo che sia capo del casato dei suoi padri.
- Parla ad Aronne e ai suoi figli e riferisci loro: Voi benedirete così gli Israeliti; direte loro: Ti benedica il Signore e ti protegga. | Il Signore faccia brillare il suo volto su di te | e ti sia propizio. | Il Signore rivolga su di te il suo volto | e ti conceda pace.
- Prendi i leviti tra gli Israeliti e purificali. [...] Così separerai i leviti dagli Israeliti e i leviti saranno miei. Dopo, i leviti verranno a fare il servizio nella tenda del convegno; tu li purificherai e li presenterai come un'offerta fatta con la rituale agitazione; poiché mi sono tutti dediti tra gli Israeliti, io li ho presi con me, invece di quanti nascono per primi dalla madre, invece dei primogeniti di tutti gli Israeliti. Poiché tutti i primogeniti degli Israeliti, tanto degli uomini quanto del bestiame, sono miei; io me li sono consacrati il giorno in cui percossi tutti i primogeniti nel paese d'Egitto. Ho preso i leviti invece di tutti i primogeniti degli Israeliti. Ho dato in dono ad Aronne e ai suoi figli i leviti tra gli Israeliti, perché facciano il servizio degli Israeliti nella tenda del convegno e perché compiano il rito espiatorio per gli Israeliti, perché nessun flagello colpisca gli Israeliti, qualora gli Israeliti si accostino al santuario.
- Ascoltate le mie parole! | Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, | in visione a lui mi rivelerò, | in sogno parlerò con lui. | Non così per il mio servo Mosè: | egli è l'uomo di fiducia in tutta la mia casa. | Bocca a bocca parlo con lui, | in visione e non con enigmi | ed egli guarda l'immagine del Signore. | Perché non avete temuto | di parlare contro il mio servo Mosè?
- Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita.
[Rivolto a Giosuè] Ogni luogo che calcherà la pianta dei vostri piedi, ve l'ho assegnato, come ho promesso a Mosè. Dal deserto e dal Libano fino al fiume grande, il fiume Eufràte, tutto il paese degli Hittiti, fino al Mar Mediterraneo, dove tramonta il sole: tali saranno i vostri confini. Nessuno potrà resistere a te per tutti i giorni della tua vita; come sono stato con Mosè, così sarò con te; non ti lascerò né ti abbandonerò. Sii coraggioso e forte, poiché tu dovrai mettere questo popolo in possesso della terra che ho giurato ai loro padri di dare loro. Solo sii forte e molto coraggioso, cercando di agire secondo tutta la legge che ti ha prescritta Mosè, mio servo. Non deviare da essa né a destra né a sinistra, perché tu abbia successo in qualunque tua impresa. Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma mèditalo giorno e notte, perché tu cerchi di agire secondo quanto vi è scritto; poiché allora tu porterai a buon fine le tue imprese e avrai successo. Non ti ho io comandato: Sii forte e coraggioso? Non temere dunque e non spaventarti, perché è con te il Signore tuo Dio, dovunque tu vada.
- Chi ha chiuso tra due porte il mare, | quando erompeva uscendo dal seno materno, | quando lo circondavo di nubi per veste | e per fasce di caligine folta? | Poi gli ho fissato un limite | e gli ho messo chiavistello e porte | e ho detto: "Fin qui giungerai e non oltre | e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde".
- Da quando vivi, hai mai comandato al mattino | e assegnato il posto all'aurora, | perché essa afferri i lembi della terra | e ne scuota i malvagi? | Si trasforma come creta da sigillo | e si colora come un vestito.
- Sai tu quando figliano le camozze | e assisti al parto delle cerve? | Conti tu i mesi della loro gravidanza | e sai tu quando devono figliare? | Si curvano e depongono i figli, | metton fine alle loro doglie. | Robusti sono i loro figli, crescono in campagna, | partono e non tornano più da esse.
- Chi ha mandato libero l'onagro, | e i suoi legami chi li ha sciolti? | Ad esso io diedi il deserto quale casa | e qual sua dimora la terra di salsuggine. | Disprezza egli il tumulto della città, | e urla di mandriano non ascolta; | visita torno torno i monti del suo pascolo, | e ogni verde zolla egli ricerca.
- Il bufalo si lascerà piegare a servirti | o a passar la notte presso la tua greppia? | Potrai legarlo con la corda per fare il solco | o fargli erpicare le valli dietro a te? | Ti fiderai di lui, perché la sua forza è grande | e a lui affiderai le tue fatiche? | Conterai su di lui, che torni | e raduni la tua messe sulla tua aia?
- L'ala dello struzzo batte festante, | ma è forse penna e piuma di cicogna? | Abbandona infatti alla terra le uova | e sulla polvere le lascia riscaldare. | Dimentica che un piede può schiacciarle, | una bestia selvatica calpestarle. | Tratta duramente i figli, come se non fossero suoi, | della sua inutile fatica non si affanna, | perché Dio gli ha negato la saggezza | e non gli ha dato in sorte discernimento. | Ma quando giunge il saettatore, fugge agitando le ali: | si beffa del cavallo e del suo cavaliere.
- Ecco, l'ippopotamo, che io ho creato al pari di te, | mangia l'erba come il bue. | Guarda, la sua forza è nei fianchi | e il suo vigore nel ventre. | Rizza la coda come un cedro, | i nervi delle sue cosce s'intrecciano saldi, | le sue vertebre, tubi di bronzo, | le sue ossa come spranghe di ferro. | Esso è la prima delle opere di Dio; | il suo creatore lo ha fornito di difesa. | I monti gli offrono i loro prodotti | e là tutte le bestie della campagna si trastullano. | Sotto le piante di loto si sdraia, | nel folto del canneto della palude. | Lo ricoprono d'ombra i loti selvatici, | lo circondano i salici del torrente. | Ecco, si gonfi pure il fiume: egli non trema, | è calmo, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca. | Chi potrà afferrarlo per gli occhi, | prenderlo con lacci e forargli le narici?
- Puoi tu pescare il Leviatan con l'amo | e tener ferma la sua lingua con una corda, | ficcargli un giunco nelle narici | e forargli la mascella con un uncino? | Ti farà forse molte suppliche | e ti rivolgerà dolci parole? | Stipulerà forse con te un'alleanza, | perché tu lo prenda come servo per sempre? | Scherzerai con lui come un passero, | legandolo per le tue fanciulle? | Lo metteranno in vendita le compagnie di pesca, | se lo divideranno i commercianti? | Crivellerai di dardi la sua pelle | e con la fiocina la sua testa? | Metti su di lui la mano: | al ricordo della lotta, non rimproverai!
Citazioni su Yahweh
[modifica]- Abbiamo chiare testimonianze in tutto il testo biblico che il Signore Yahweh era egli stesso un aspetto del potere del serpente; era lo sposo-serpente della dea-serpente del caduceo, la Madre Terra. Pensiamo anzitutto al bastone con cui Mosè spaventò il faraone. [...] Quello stesso bastone fece scaturire in seguito acqua dalla roccia del deserto. E quando il popolo del deserto se la prese con Yahweh, questi, come leggiamo, inviò fra il popolo serpenti feroci, che morsero la gente, cosicché molti morirono... Allora Mosè pregò per Israele. E Yahweh gli disse: «Costruisci un serpente e mettilo sopra un palo; chi sarà morsicato e lo guarderà, si salverà», Così Mosè fece un serpente di bronzo e lo pose su un palo; e se un serpente morsicava qualcuno, questi guardava il serpente di bronzo e restava in vita. [...] Non ci meraviglieremo allora di apprendere che il nome della tribù sacerdotale di Levi, la preferita di Yahweh, derivò dalla stessa radice verbale del termine Leviatano e che, quando alla fine apparvero pitture del dio non-raffigurabile, la sua forma fu quella di un dio con gambe a forma di serpente. (Joseph Campbell)
- Era un dio del deserto, di tribù nomadi. La concezione sua, nelle forme più antiche, era ricca più di determinazioni e di caratteri morali che di caratteri fisici. Concepito nel deserto, mancava di molte di quelle caratteristiche proprie delle divinità della natura. Era sì concepito come una personalità completa, con caratteri antropomorfici. Ma la sfera della sua azione era principalmente nei rapporti col suo popolo. Era il patriarca delle tribù israelitiche, collerico, ma insieme giusto, vindice tremendo delle iniquità che si commettevano: custode di quella relativa eguaglianza e di quella semplicità rozza e magnanima che fioriva sotto le tende dei nomadi del deserto. Dio della guerra accompagnava nelle guerre e nelle conquiste le sue tribù: concedeva ad esse il territorio conquistato, ed esigeva una parte del bottino, che rimaneva consacrato a lui, e colpito da interdetto. La lotta del suo popolo contro le altre stirpi era la lotta di Jahvè contro gli dei degli altri popoli ancora concepiti come esseri reali. (Adolfo Omodeo)
- Il Dio ebraico è semplicemente la negazione della superstizione, un esito immaginario della sua negazione. (Albert Einstein)
- Il Dio presentato nell'Antico Testamento è forse il personaggio più sgradevole di tutta la letteratura: geloso e fiero di esserlo, è un castigamatti, meschino, iniquo e spietato; sanguinario istigatore della pulizia etnica; un bullo misogino, omofobo, razzista, infanticida, genocida, figlicida, pestilenziale, megalomane, sadomasochista e maligno secondo il suo capriccio. (Richard Dawkins)
- La maschera di Dio chiamata Allah è un prodotto di quello stesso deserto da cui provenne, secoli prima, la maschera di Yahweh. In effetti, il termine Yahweh [...] non ha un'origine ebraica, ma araba. Quindi siamo costretti, in qualche misura, a dar credito all'affermazione di Maometto secondo cui un popolo di origine semitica era stato il primo adoratore del Dio proclamato nella Bibbia. (Joseph Campbell)
- La santità di Jahvé consiste più che altro nella visibile sua potenza e maestà, per la quale, attorniato di tempesta e di fulmini, ei signoreggia gli esseri e distrugge tutto ciò che in natura gli è contrario o nemico. Di tal guisa Jahvé, terribile e invincibile guerriero, dalle Alpi del Sinai, dove scoppiano i suoi tremendi uragani, e dov'egli già fu solito di abitare antichissimamente, ha condotto pei deserti di Seir e di Pharan il suo popolo d'Israele alla conquista del felice paese che il Giordano impetuoso divide e feconda. Potenze celesti invisibili e incomprensibili son l'esercito di Dio, ma l'armata visibile di Jahvé si forma delle stesse tribù israelitiche, le quali, inspirate da un tanto Duce, si slanciano per le valli palestinesi a porvi tutto quanto a ferro e fuoco, distruggerne l'odiata gente Cananea, e ridurre gli scampati all'eccidio suoi schiavi perpetui. Così aspirano i Figli di Israele a stabilirsi per sempre in quella terra della Palestina sua, dove splendidi fiori germogliano, soavissimi frutti maturano, e i fiumi corrono di latte e di miele. (Salvatore Minocchi)
- La tradizione biblica è concorde nel riconoscere il carattere del dio Jahvé, come di un dio meteorico, abitante fra le nubi della tempesta, tratte via da un vento possente. Il tuono è la sua voce, ed arma il fulmine. Jahvé nel panteon semitico è un tipo fra il Marte e il Giove della mitologia greco-latina; se, col fulmine in mano, egli è contro i nemici un vero dio di guerra e della morte, egli è un dio invece di bontà e di benessere per il suo popolo. La sua nube, portata da leggiero zeffiro, tempera allora sul nomade gli ardenti meriggi del deserto, e sui prati, le vigne, i giardini de' suoi fedeli sciogliesi in pioggia feconda. «Chày Jahvéh», Viva Jahvé; ecco il grido di guerra con cui Mosè dovette agitare i connazionali verso la ribellione e la libertà, come due mil'anni dopo, Maometto suscitava l'incendio degli Arabi nel nome di Allah. (Salvatore Minocchi)
- Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano El-Shaddai o Elohim o Jahveh, anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (David Castelli)
- A noi i nostri filosofi ordinano di imitare, fin dove è possibile, gli Dei, e questa imitazione fanno consistere nella contemplazione degli enti. Che ciò supponga il distacco e l'assenza delle passioni, è chiaro senza che io lo dica. [...] Quale è invece la strombazzata imitazione di Dio presso gli Ebrei? Rabbia, passione, furore selvaggio.
- Mosè dice che il Creatore del mondo ha eletto il popolo ebreo, veglia esclusivamente su di esso, di esso si preoccupa, ad esso rivolge tutta intera la sua attenzione. Quanto agli altri popoli, come e da quali Dei sieno governati, di ciò Mosè non fa nessuna questione: troppo, forse, gli sembra di lasciare che anche essi godano il sole e la luna. Ma su questo punto torneremo, di nuovo, più avanti. Per ora mi limiterò a mostrare che Dio lo dichiarano dio esclusivamente di Israele e della Giudea, e i Giudei popolo eletto: così, non solo Mosè, ma i profeti dopo di lui, e Gesù Nazareno, e anche quegli che sorpassa tutti quanti i ciarlatani e gli impostori d'ogni tempo e d'ogni paese, Paolo.
- Se è Dio di noi tutti, e di tutti egualmente creatore, perché ci ha trascurati? – Convien dunque ritenere che il Dio degli Ebrei non sia affatto il generatore di tutto il mondo, nè abbia affatto il dominio dell'Universo, ma sia circoscritto, come dicevo, e, avendo un potere limitato, vada messo insieme con gli altri Dei.
- La religione mosaica era ben lungi dall'essere un rigoroso monoteismo. Per trovare questo monoteismo negli antichi testi bisognerebbe farvelo entrare per forza. Ma coloro che si figuravano Jahvè nello spirito della notte, in atto di battersi con Giacobbe e collo stesso Mosè, in atto di fermare l'asina di Balaam, ed anche in atto di viaggiare nell'arca, a meno che ciò avvenisse nel serpente di rame, avendo un nome, alla pari degli dei vicini, ed, alla pari di questi, un popolo da custodire, e proteggere, costoro, evidentemente, lo concepivano come un dio particolare, potentissimo nella sua sfera d'azione, ed in atto di operare meraviglie nell'interesse dei suoi fedeli, ma pur sempre un dio frammezzo ad una schiera di dei, quantunque, infallantemente, fosse il più forte, il più grande, e forse anche il migliore.
- La santità di Jahvè consiste nella sua inviolabilità, nella sua inaccessibilità, nella potenza che di cui è fornito di far rispettare la sua volontà, e non nella perfezione morale della sua natura. Si è detto che il suo carattere possiede dei tratti morali, ma non è precisamente un carattere morale. La sua potenza, la sua scienza, la sua bontà, sopratutto, hanno dei limiti. Quel dio del quale si crede che uccida istantaneamente coloro che rimirano la sua arca, o che stendono la mano per impedirle di cadere, non è un giudice che renda il castigo proporzionato alla colpa, sibbene un essere terribile che viene irritato quando lo si avvicina più di quello che convenga. La più leggera infrazione commessa contro la sua volontà, il più leggero attentato alla maestà del suo nome, lo ricolmano qualche volta di furore, ed a piacer suo o punisce le offese, oppure non vi bada nemmeno.
- Quanto più una catastrofe è spaventosa, tanto più nella stessa si riconosce il suo intervento. Si trova esser naturale che egli estermini in una sola notte tutti i primogeniti degli egiziani: è il passaggio di Jahvè. Opera sua sono la peste e le malattie, come le stesse sono opera degli spiriti. Acceca o fa impazzire coloro che vuol perdere. Provoca il delitto che poi punirà. Siccome ogni trasporto violento dell'anima veniva attribuito agli spiriti, buono o cattivo che potesse essere, ogni eminente attitudine come ogni disordine dell'intelligenza la si attribuisce a Jahvè, il quale, in tal modo, viene ad essere, al tempo stesso, il genio del bene ed il genio dal male dei suoi sudditi.
- Si è fatto osservare che il Sinai di Madian era una regione vulcanica, e che questa circostanza verrebbe a spiegare il perché Jahvè era un dio igneo, un dio della tempesta, del quale riusciva altresi facile il fare un dio della guerra. Dalla stessa causa potrebbe provenire il suo esclusivismo. Questo spirito formidabile, adorato da un certo numero di tribù incolte, non si era trasmutato in un capo di una famiglia divina, come era avvenuto per gli dei delle altre nazioni. Egli bastava a se stesso, e non tollerava la vicinanza di altri dei. Questa caratteristica si trova testificata in modo incontestabile.
- Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.
- Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie.
- Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
- Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto.
- Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino di Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi.
- Voglio cantare in onore del Signore: | perché ha mirabilmente trionfato, | ha gettato in mare | cavallo e cavaliere.
- Benedetto sia il Signore, che vi ha liberati dalla mano degli Egiziani e dalla mano del faraone: egli ha strappato questo popolo dalla mano dell'Egitto! Ora io so che il Signore è più grande di tutti gli dei, poiché egli ha operato contro gli Egiziani con quelle stesse cose di cui essi si vantavano. (Ietro)
- Tu non devi prostrarti ad altro Dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso.
- Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore Dio vostro che io vi prescrivo. (Mosè)
- Il Signore vi parlò dal fuoco; voi udivate il suono delle parole ma non vedevate alcuna figura; vi era soltanto una voce. (Mosè)
- Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. (Mosè)
- Sterminerai dunque tutti i popoli che il Signore Dio tuo sta per consegnare a te; il tuo occhio non li compianga; non servire i loro dei, perché ciò è una trappola per te. (Mosè)
- Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore tuo Dio corregge te.
- Temi il Signore, tuo Dio, servilo, restagli fedele e giura nel suo nome. (Mosè)
- Aprirà il Signore il più grande dei suoi tesori, il cielo, per dare alla tua terra, a' suoi tempi, la pioggia [...]. (Mosè)