Claudio Martelli

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Claudio Martelli

Claudio Martelli (1943 – vivente), politico, giornalista e conduttore televisivo italiano.

Citazioni di Claudio Martelli[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Gaffe] Proprio perché non è possibile separare programma e solidarietà politica e di Governo, è doveroso dirle ora con onestà e con chiarezza che programma e Governo simul stabunt aut simul cadunt.[1][2]
  • [Sul rapporto tra mafia e stato nel periodo degli attentati e la riforma del 41bis] Conso decise di dare un segnale di disponibilità all'ala moderata di Cosa nostra, guidata da Bernardo Provenzano, per fermare le stragi. Mancino, invece, ha detto ripetutamente il falso ed è indagato per questo.[3]
  • Sergio Mattarella è stato un uomo di partito, di corrente, di polemiche aspre. È stato l'uomo che all'indomani del ribaltone che defenestra Romano Prodi diventa il vicepresidente del Consiglio con D'Alema.[4]
  • Il riferimento politico di Gelli era Giulio Andreotti. [...] Gelli ha gestito per anni una casella postale. Un episodio per capirne il ruolo. Nella lista P2 c’era, tra i tanti, un capo dei Servizi, il generale Miceli che a suo tempo dichiarò davanti al Parlamento di avere rifiutato il nulla-osta di sicurezza al presidente del Consiglio Giulio Andreotti. Se un capo dei Servizi fa un simile rifiuto, aveva bisogno di stare sotto Gelli?»[5]
  • [Sul sequestro a Castiglion Fibocchi] Gran parte delle carte erano vere, ma alcuni nomi furono cancellati per carità di patria. C’è un aspetto stupefacente di quei giorni. Gelli era indagato però ebbe il tempo di scappare portandosi via dodici valigie. Ne lasciò a casa solo due, quelle in cui c’erano le liste con annotazioni oltre che le carte del Banco Ambrosiano. I pm dissero che fu un raid improvviso, è probabile. Ma su questo si innestò un’operazione politica.[5]
  • Alla luce di quanto sta accadendo nel nostro Paese c'è da rimpiangere non solo la Prima Repubblica ma anche la Seconda.[6]
  • Senza il 41 bis la mafia avrebbe vinto. Se oggi è molto più debole di ieri non è perché è morto Riina, ma perché a suo tempo la tanto vituperata Prima Repubblica si è impegnata davvero nella lotta alla mafia.[7]
  • Nel febbraio del 1991 venne da me il ministro dell’Interno Vincenzo Scotti e mi disse che c’erano 43 mafiosi che sarebbero stati scarcerati per decorrenza dei termini. Farli tornare sul territorio, a Palermo, sarebbe stato gravissimo. Varammo così nottetempo in consiglio dei ministri un decreto legge con cui si dava un’interpretazione autentica della norma sulla decorrenza, evidentemente ambigua e generatrice di errori. Ciò permise ai magistrati di bloccare le liberazioni.[8]
  • Il Qatargate non è uno scandalo europeo, è uno scandalo italiano. Tutti i protagonisti sono italiani o di origine italiana, e chi non lo è (come la vicepresidente del parlamento, Eva Kaili) è stato coivolto da italiani. Lo dico perché la propaganda della destra tenta di descrivere un’Europa tutta corrotta. Le cose non stanno così.[9]
  • Il tema molto serio riguarda il lobbysmo che può diventare molto più grave della corruzione semplice, perché è il voto dei parlamentari che viene venduto. Le autocrazie non da oggi usano questi strumenti per infiltrarsi nelle istituzioni democratiche.[9]
  • Sono impressionato dal fatto che un partito importante come il Pd, dopo la sconfitta elettorale, non si sia dato un luogo dove svolgere un’analisi del voto. Manca la grammatica della politica.[9]
  • Credo che il Pd debba anzitutto disintossicarsi perché Enrico Letta, ai tanti errori ereditati ha aggiunto quello di fare politica con il rancore e questo non porta da nessuna parte: “La politica non si fa con i risentimenti”, diceva a noi giovani il vecchio Pietro Nenni. Il Pd corre seriamente il rischio di finire in una deriva di sinistra parolaia e inconcludente.[9]
  • Le politiche si dovrebbero fare a partire dalla realtà. Oggi non mancano le ricerche sociologiche, è che la ricerca non implementa più la politica. Ci sono montagne di ricerche ma nessuno che provi a trarne una proposta politica generale.[9]
  • [...] mi resi conto che il problema dell’Italia non è tanto e solo la crescita delle diseguaglianze relative tra i ceti sociali, quanto quella della povertà assoluta che coinvolge un numero troppo elevato di persone.[9]
  • Ho letto il discorso di Keir Starmer al congresso dei laburisti inglesi: bello, essenziale, con giuste punte polemiche verso quel che ha combinato Corbyn, rifuggendo dalla tentazione tipica dei partiti di sinistra che quando perdono le elezioni si spostano più a sinistra e le perdono ancor di più.[9]
  • Ho trovato molto pertinente l’osservazione fatta di recente da Enrico Mentana secondo il quale il pacifismo italiano è fatto in prevalenza da persone che interpretano il pacifismo come “lasciatemi in pace” e ficcano la testa sotto la sabbia.[9]
  • È la debolezza dei leader che produce il bisogno della forza. Se i leader di sinistra fossero forti, autorevoli, capaci di ascoltare e poi di fare sintesi, senza bisogno di evocare “gli occhi di tigre” che non servono a nulla, forse il popolo subirebbe meno la fascinazione di questi leader autoritari.[9]
  • Marco Pannella ti prendeva prima un dito, poi la mano, infine tutto il braccio, ma bisognava lasciarlo fare. Marco è indimenticabile, un personaggio straordinario. Un grande leader politico che ha realizzato una parte importante dei suoi obiettivi.[9]
  • Prendiamo l’idea dello ius scholae, per concedere la cittadinanza ai bambini nati in Italia. È un’operazione emotiva e non guidata dalla razionalità perché non si capisce per quale motivo al mondo si debba dare la nazionalità ai bambini e la si debba negare ai loro genitori. È un’idiozia. Bisogna dare la cittadinanza a chi vive e lavora in Italia.[9]
  • Quando Massimo D’Alema rivendica una sorta di superiorità morale sembra proprio il Marchese del Grillo : “Perché io so’ io e voi nun siete un cazzo”.[9]
  • [Su Giuseppe Conte] Un trasformista, che non sembra avere nella responsabilità la sua cifra. Pensa di avere tutto da guadagnare nell’isolarsi ed estremizzarsi. E la destra, dovendo ora governare, gli lascia indubbiamente molto spazio.[9]
  • Ricordo un santino d’epoca con la foto e la didascalia: “Palmiro Togliatti, capo amato dei comunisti italiani”. E allora Pietro Secchia che era il vice, si fece fare un santino in cui aveva fatto scrivere: “Pietro Secchia, vicecapo amato dei comunisti italiani”».[9]

Da Claudio Martelli: “La vera eredità del 1921 è quella socialista”

Intervista di Concetto Vecchio, la Repubblica, 20 gennaio 2021, p. 31.

  • Col senno di poi sarei stato con Matteotti, che stava con Turati. Era semplicemente un po' più giovane, più energico, quello che più di qualunque altro osò sfidare Mussolini in Parlamento, sbattendogli in faccia che era un falsario, un imbroglione, che con la violenza aveva truccato le elezioni. E la pagherà col suo assassinio.
  • Non bisogna volere la libertà perché poi arriverà il socialismo. Se prima si discute di altri più ambiziosi obiettivi, rovesciare il mondo, instaurare il socialismo, il risultato è che si apre la strada alla reazione fascista come puntualmente accadde.
  • Di tutta la storia della sinistra quel che rimane è quel che fecero i socialisti delle origini. Non l'ho fatto io, non l'ha fatto Berlinguer, non l'ha fatto Craxi. L'hanno fatto loro, ed è ancora questa la forza della sinistra. Non altro.

Citazioni su Claudio Martelli[modifica]

  • La cena in Cina... c'erano tutti i socialisti, con la delegazione, mangiavano... A un certo punto Martelli ha fatto una delle figure più terribili... Ha chiamato Craxi e ha detto: "Ma senti un po', qua ci sono un miliardo di persone e son tutti socialisti?". E Craxi ha detto: "Si, perché?". "Ma allora se son tutti socialisti, a chi rubano?". (Beppe Grillo)
  • Non è un voltagabbana. In politica mors tua vita mea. Qualcuno lo aveva preso per il sedere raccontandogli che sarebbe diventato il Clinton italiano. E poi gli è arrivato l'avviso di garanzia ed è saltato. (Gianni De Michelis)

Note[modifica]

  1. Rivolto a Ciriaco De Mita, durante il dibattito sulla fiducia al Governo. La frase latina fu espressa in modo errato da Martelli. Il resoconto stenografico della seduta riporta tuttavia la citazione latina nella versione corretta (simul stabunt vel simul cadent, ovvero: insieme staranno, insieme cadranno); la terza persona plurale del futuro del verbo "cado" infatti è "cadent" e non "cadunt". Secondo alcuni, Martelli fu subito ripreso in aula da Alessandro Natta (ma non vi è traccia nei resoconti ufficiali). Bettino Craxi ripeté l'errore al Tg2 alcuni giorni dopo; la frase venne ripresa con lo stesso errore verbale dai media con ampia risonanza nelle settimane successive. Il 18 maggio 1988 la citazione fu oggetto di un'ironica interrogazione parlamentare in cui i deputati Ciafardini, Soave, Nicolini e Testa chiesero al Ministro della pubblica istruzione se fosse "opportuno emanare una circolare a tutte le scuole dell'ordine classico per rassicurare gli studenti che la lingua latina, seppur morta, non è cambiata".
  2. Da un intervento alla Camera dei deputati, 21 aprile 1988.
  3. Dall'intervento al programma televisivo Servizio pubblico, La7; citato in Claudio Martelli su Giovanni Conso e la revisione del 41 bis, Michelesantoro.it, 30 ottobre 2014.
  4. Citato in Claudio Martelli: "Sergio Mattarella non è un santo e vi dico perché....", Libero.it, 2 febbraio 2015.
  5. a b Dall'intervista di Antonio Marzo, Martelli: «Sulla P2 molte pagine oscure. E anche oggi legami sospetti», Il Mattino, 17 marzo 2015; citato in Gelli, Renzi e la P2 – Interviste a Claudio Martelli e Rino Formica, avantionline.it, 18 dicembre 2015.
  6. Dall'intervista di Ignazio Dessi, L'allarme di Claudio Martelli: “Il proporzionale senza i partiti sarà un disastro. Renzi? Ha fatto la cicala”, Tiscali.it, 6 marzo 2017.
  7. Citato in Marco Di Paola, dall'intervento di Claudio Martelli a Roma InConTra; citato in Martelli su Riina: «Senza il mio 41 bis la mafia avrebbe vinto», Lettera43.it, 25 novembre 2017.
  8. Da intervista di Concetto Vecchio, Martelli: " Ho suggerito io a Bonafede il piano per riportare i boss in carcere, ma il mio decreto anti-mafiosi era un'altra cosa", Rep, 7 maggio 2020.
  9. a b c d e f g h i j k l m n Citato in Claudio Martelli: «Il Pd deve disintossicarsi», Domani, 12 gennaio 2023.

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