Alberto Lattuada
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Alberto Lattuada (1914 – 2005), regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico italiano.
Citazioni di Alberto Lattuada
[modifica]- Donna, tutta donna immensa; | cerca e trova l'occhio e | perde e ritrova e perde| cerca e daccapo al gioco sta. (Clara, da Gli uccelli indomabili, Ubaldini, 1971)
- Per Guendalina il problema era quello di trovare l'interprete ideale. Feci quindi tre-quattro mesi di provini. Quell'anno c'era una crisi gravissima, si producevano pochissimi film, e i teatri della Vasca Navale erano semideserti. Ogni tanto vi salivo io con una nuova ragazzina per fare il provino, e poi dicevamo: "Ma, sì, no, forse non è ancora quella ideale", e continuavamo a cercare, finché ho trovato la Sassard tramite una fotografia che mi ha mostrato Emanuele Cassuto. Era la figlia di un funzionario francese che stava in Spagna. Era una ragazza non solo molto bella, ma dotata di un istinto straordinario e di uno spirito molto corrosivo, molto controcorrente per allora. Agiva per istinto, non aveva un retroterra, conquistava il mondo così, da sola.[1]
Col cinema si vivono molte vite
Intervista di Ennio Cavalli, La Fiera Letteraria n. 17, aprile 1973.
- Letteratura e cinema sono andate insieme in una incertezza di scelta che finalmente si è risolta a favore del cinema senza escludere l'origine letteraria di molti racconti cinematografici o la possibilità di scrivere soggetti e dialoghi.
- Leggo molto, ma disordinatamente. [...] A volte cerco le poesie di Pasolini, specialmente «Le ceneri di Gramsci». Leggo Pavese, torno a De Libero, rileggo Rimbaud, che trovo magari ricordato in relazione a un lavoro cinematografico. Leopardi comunque è una presenza continua. Se parto per lunghi viaggi, mi metto in tasca «I Canti».
- Mi è molto affine l'umorismo, lo slancio emotivo del popolo russo.
- Mi piace il pasticcio enorme che è l'Italia.
- Gli italiani sono singoli geni che formano, tutti insieme, un popolo politicamente disordinato e immaturo. Una collettività talmente sorprendente da rendere problematico un giudizio complessivo.
- [Gli italiani] Politicamente si pascono ancora di illusioni e credono alle fanfaluche più che ai fatti concreti, poi magari si svegliano e voltano le spalle di colpo ai loro idoli.
- Siamo primi nel delitto, primi nelle invenzioni, nell'arte, il nostro cinema del dopoguerra è un altro miracolo. Tutto il mondo si è trovato sullo schermo qualcosa da ammirare, è rimasto commosso nello scoprire un Paese che si guardava allo specchio crudelmente, si fotografava come nessuno osa, con le ferite aperte. Sullo schermo abbiamo stupito un'altra volta.
- Vorrei tre vite: col cinema forse ne assecondo l'illusione.
- [Milano] Una volta girovagavo nei desolati quartieri periferici e vagabondavo lungo i terrapieni delle ferrovie, affascinato dal pittoresco romantico di Porta Ticinese, dei canali. Adesso c'è la metropoli dei grattacieli, la city un po' avveniristica, un po' provinciale: un misto tra il risotto e l'acciaio, che mi diverte.
- Per me vale il principio nihil humani a me alienum.
- La cinematografia è un tipo di scrittura che va coltivata con una certa irruenza: un film commerciale non è un peccato, importante è vivere certi momenti, accorgersi di tutto.
Citazioni su Alberto Lattuada
[modifica]- Ai tavolini di via Veneto i letterati chiamavano Lattuada la «piccola vendetta lombarda», Alberto Moravia era l'Amaro Gambarotta. Vincenzo Cardarelli, che in piena estate indossava tre cappotti uno sopra l'altro, «il più grande poeta italiano morente». (Dino Risi)
- Da piccolo Alberto Lattuada sgattaiolava tra le quinte della Scala dove lavorava il padre Felice, compositore. Ma presto cominciò ad amare la fotografia e il cinema. E nella Milano anni Trenta, appena ventenne, poneva le basi della Cineteca Italiana con i fratelli Gianni e Luigi Comencini, salvando pellicole dal macero e proiettando registi come Vigo e Renoir. (Alberto Pezzotta)
- Dietro la macchina da presa non dimenticò esperienze e scelte letterarie: opere di De Marchi, D'Annunzio, Bacchelli sono state tramite del film «Giacomo l'idealista», «Il delitto di Giovanni Episcopo», «Il mulino del Po». Gogol, Verga, Piovene e Piero Chiara stanno dietro, rispettivamente, a «Il cappotto», «La lupa», «Lettere di una novizia», «Venga a prendere il caffè da noi»... (Ennio Cavalli)
- [Il film Venga a prendere il caffè... da noi] È un buon punto di partenza per conoscere il regista : un moralista senza morale, un fustigatore dei costumi e della borghesia, un conoscitore della vita che ne illustra i lati più materiali. E un grande narratore per immagini, che sa trarre il meglio dagli attori. Un autore così, è chiaro, non può essere celebrato in Campidoglio. (Alberto Pezzotta)
- Lo stile, in definitiva, è fatto di sfumature, di minuzie: come lo scatto che distingue il grande campione dell'outsider si riduce, quasi sempre, a una differenza di pochi secondi; o come l'atto che ha valore morale è, quasi sempre, questione di un poco, un pochino più di buona volontà. (Mario Soldati)
Filmografia
[modifica]- Piccolo mondo antico (1941) – sceneggiatore
- La freccia nel fianco (1945)
- Il bandito (1946)
- Senza pietà (1948)
- Anna (1951)
- Un eroe dei nostri tempi (1955) – attore
- Dolci inganni (1960)
- Lettere di una novizia (1960)
- Mafioso (1962)
- Oh, Serafina! (1976)
Note
[modifica]- ↑ Da Franca Faldini e Goffredo Fofi, L'avventurosa storia del cinema italiano da Ladri di biciclette a La grande guerra, Bologna, Edizioni Cineteca di Bologna, 2011, p. 321; Callisto Cosulich, I film di Alberto Lattuada, Roma, Gremese Editore, 1985, pp. 69-70; citato in Gianni Marocco, Jacqueline Sassard (la belle disparue) ha raggiunto il suo Gianni Lancia, barbadillo.it, 10 agosto 2021.
Voci correlate
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