Beda il Venerabile

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Beda il Venerabile

San Beda il Venerabile (673 circa – 735), monaco e storico inglese.

Historia ecclesiastica gentis Anglorum[modifica]

  • Così io, Beda, servo di Cristo e sacerdote del monastero dei Beati Apostoli Pietro e Paolo, che si trova a Wearmouth e a Jarrow, con l'aiuto del Signore ho composto fino a dove ho potuto raccogliere, o dai documenti degli antichi o dalle tradizioni degli antenati o dalla mia conoscenza, questa storia ecclesiastica della Britannia, e specialmente del popolo inglese. Sono nato nel territorio del detto monastero, e all'età di sette anni i miei genitori mi affidarono alla cura del reverendissimo abate Benedetto, e in seguito a Ceolfrid, perché mi istruissero. Da quel momento ho passato tutta la mia vita all'interno del suddetto monastero, dedicando tutte le mie fatiche allo studio delle Scritture, e fra l'osservanza della disciplina monastica e del compito quotidiano di cantare in Chiesa, è sempre stato per me piacevole imparare, insegnare o scrivere. A diciannove anni fui ammesso al diaconato, a trent'anni al sacerdozio, ed entrambi li ho intrapresi nelle mani del reverendissimo Vescovo Giovanni, e sotto la disciplina dell'abate Ceolfrid. Dal momento dell'ammissione al sacerdozio al mio attuale cinquantanovesimo anno, mi sono occupato di aggiungere brevi note sulle Scritture, tratte dai lavori dei Venerabili Padri o in conformità con il significato e le interpretazioni da essi indicati, e ciò per mio uso personale e per quello dei miei confratelli. (libro V)
  • E io Ti prego, buon Gesù, che come Tu mi hai graziosamente dato di bere con piacere della tua conoscenza, così voglia Tu benignamente concedermi di attingere un giorno a Te, la fontana di tutta la saggezza, e di comparire per sempre davanti al Tuo Volto. (libro V)
  • [Un dignitario, nel corso di un'assemblea convocata da Edwin re di Northumbria per consigliarsi sull'opportunità di accogliere la fede cristiana, manifesta il suo pensiero] O Re, la vita degli uomini sulla terra, a confronto di tutto il tempo che ci è sconosciuto, mi sembra come quando tu stai a cena coi tuoi dignitari d'inverno, col fuoco acceso e le sale riscaldate, mentre fuori infuria una tempesta di pioggia e di neve, e un passero entra in casa e passa a volo velocissimo. Mentre entra da una porta e subito esce dall'altra, per questo poco tempo che è dentro non è toccato dalla tempesta ma trascorre un brevissimo momento di serenità; ma subito dopo dalla tempesta di nuovo rientra nella tempesta e scompare ai tuoi occhi. Così la vita degli uomini resta in vista per un momento, e noi ignoriamo del tutto cosa sarà dopo, che cosa è stato prima. Perciò se questa nuova dottrina ci fa conoscere qualcosa di più certo, senz'altro merita di essere seguita. (libro II[1])

Note[modifica]

  1. In Venerabile Beda, Storia ecclesiastica degli Angli, Città Nuova, Roma, 19922, p. 143. citato in Francesco Compagnoni e Alberto Lo Presti (edd.), Etica e globalizzazione, introduzione di Francesco Compagnoni, Città Nuova, Roma, 2006, p. 14 Anteprima Google ISBN 88-311-2671-7

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