Blade Runner 2049
Blade Runner 2049
Titolo originale |
Blade Runner 2049 |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America, Regno Unito, Canada, Ungheria |
Anno | 2017 |
Genere | Fantascienza, Thriller, Drammatico, Azione, Avventura, Noir |
Regia | Denis Villeneuve |
Soggetto | Philip K. Dick |
Sceneggiatura | Hampton Fancher, Michael Green |
Produttore | Cynthia S. Yorkin, Bud Yorkin, Broderick Johnson, Andrew A. Kosove |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Note | |
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Blade Runner 2049 è un film del 2017 con Ryan Gosling e Harrison Ford diretto da Denis Villeneuve.
I REPLICANTI sono umani bioingegnerizzati progettati dalla Tyrell Corporation per essere usati nelle Colonie Extramondo. La loro forza potenziata li rendeva ideali come schiavi. Dopo una serie di violente ribellioni, ne fu bandita la produzione e la Tyrell Corp dichiarò fallimento. Il crollo degli ecosistemi iniziato nel 2020 portò all'ascesa dell'industriale Niander Wallace, la cui padronanza delle colture sintetiche scongiurò la carestia. Wallace acquisì quanto rimaneva della Tyrell Corp e creò una nuova linea di Replicanti obbedienti. Molti vecchi modelli di Replicanti – i Nexus 8s, con longevità indefinita – sopravvissero. Vengono cacciati e "ritirati". Coloro che li cacciano vengono ancora denominati... BLADE RUNNER. (Testo a schermo)
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- [Rivolto a K] Fanculo, lavoro in pelle! (Agente LAPD)
- [Durante il test di riferimento] Un nulla nero-sangue cominciò a ruotare, un sistema di celle intrecciate, dentro celle intrecciate, dentro celle intrecciate dentro un unico gambo. E paurosamente nitida su uno sfondo oscuro, un'alta fontana bianca suonò.[1] (Agente K)
- Il mondo è costruito attorno a un muro che separa i generi. Di' a entrambi i lati che non c'è un muro e avrai una guerra. O un massacro. (Joshi)
- [A una cliente] Può customizzarli a suo piacimento. Farli più umani che vuole. Ma la sua è un'operazione ordinaria, o sbaglio? Io non sprecherei soldi per intelligenza, attaccamento o appeal. O vuole aggiungere modelli voluttuari al suo ordine? (Luv)
- È rinvigorente ricevere domande personali. Ti fa sentire... desiderata. (Luv)
- [A K, quando sente il richiamo musicale di Joi] Oh, non ami le ragazze vere... (Mariette)
- [A K] Te l'ho sempre detto, sei speciale. Nato, non creato. Nascosto con cura. Un uomo vero, ora. A un uomo vero serve un vero nome: Joe. (Joi)
- In ogni opera l'artista mette un pezzo di sé. (Ana Stelline)
- [Rivolto a K, per porre fine al combattimento inutile] Possiamo continuare, o berci una cosa. (Rick Deckard)
- [A K] Ciao, bocconcino... Giornata dura, hmm? Sei tutto solo? Posso rimediare io... Tu hai l'aria di un bravo ragazzo.[2] (Ologramma pubblicitario di Joi)
- [Voce fuori campo, rivolta a K] Morire per la giusta causa è la cosa più umana che possiamo fare! (Freysa)
- [In un flashback, rivolto a K] Perché non avete mai visto un miracolo. (Sapper Morton)
- [Rivolta a K] Sono la migliore! (Luv)
- [Ultime parole rivolta a Deckard] L'Extramondo ci aspetta! (Luv)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- K: Spero non le dispiaccia se mi sono permesso. Ho fatto attenzione a non portare terra in casa.
Sapper Morton: La terra non mi dà fastidio. Mi danno fastidio... le visite a sorpresa. Sei della polizia?
K: Lei è Sapper Morton? Numero urbano NK68514?
Sapper Morton: Sono un allevatore.
K: Ho notato. Cosa alleva?
Sapper Morton [tira fuori una manciata di larve]: È un allevamento di proteine, progettazione Wallace.
K: È l'odore che sento?
Sapper Morton: Quello lo coltivo per me. Aglio.
K: Aglio.
Sapper Morton: Assaggia, se vuoi.
K: No, grazie. Mi tengo a stomaco vuoto durante la parte complicata della giornata... Da quanto è qui?
Sapper Morton: Dal 2020.
K: Ma non ha fatto sempre l'allevatore, no? [indica il borsellino] Quello è per uso medico coloniale, fornitura militare. Dov'era? A Calantha? Sarà stato un orrore...
Sapper Morton: Pensi di arrestarmi? Vuoi... farmi guardare dentro?
K: Signor Morton, se arrestarla è un'opzione... [tira fuori la pistola e la mette sul tavolo] La preferirei di gran lunga all'alternativa. Sapeva che qualcuno sarebbe arrivato, prima o poi. Mi dispiace sia toccato a me. [prepara lo strumento tascabile per registrare il numero inciso nell'occhio destro dei Nexus 8]
Sapper Morton: Uno vale l'altro...
K: Allora, se non le dispiace, guardi in alto e a sinistra, per favore. [Sapper lo attacca con il bisturi del suo kit, e iniziano a combattersi]
- [Alla fine del combattimento]
Sapper Morton: Cosa si prova a uccidere quelli come te?!
K: Non ritiro quelli come me, perché noi non scappiamo. Solo i vecchi modelli scappano.
Sapper Morton [ultime parole]: E voi nuovi modelli siete felici di raschiare la merda... perché non avete mai visto un miracolo. [compie qualche passo e K gli spara, "ritirandolo"]
- K: Non ho mai ritirato qualcosa di nato, finora.
Joshi: Che differenza fa?
K: Chi è nato ha anche un'anima, credo.
Joshi: Mi stai dicendo di no?
K: Non pensavo fosse un'opzione.
Joshi: Ecco, bravo. [K fa per andare] Ehi... tu te la cavi bene anche senza.
K: Senza cosa?
Joshi: Un'anima.
- Luv: Un altro ritorno di un seriale prodigo... un caso di trent'anni fa finalmente chiuso. Grazie, agente. Rappresento il signor Wallace, sono Luv.
K: Le ha dato un nome? Deve essere speciale.
Luv: Rappresento il signor Wallace, mi segua, prego. I modelli antichi danno una pessima immagine a tutta l'impresa. Un gran dono, non trova? Quello del signor Wallace al mondo? Le esocolonie non sarebbero prosperate se lui non avesse acquisito la Tyrell e rivivificato la tecnologia. Per non parlare del resto. Noto che è un nostro cliente, è soddisfatto del prodotto? [riferendosi a Joi]
K: È molto realistico, grazie.
- [Dopo avere ascoltato un frammento del test Voight-Kampff di Deckard su Rachael]
Luv: Non era chiaro lei cosa fosse, per qualcuno, almeno. Questo era un test. Era difficile scoprirci, allora. Qualcosa di insolito nel modo in cui l'ha trovata? Qualcosa che giustifichi un'indagine?
K: Sa come la pensano sui vecchi numeri seriali. Dormono tutti più tranquilli se sanno dov'erano finiti. Lui le piace.
Luv: Chi?
K [riferendosi alla domanda di Rachael durante il test]: Questo "agente Deckard", lei cerca di provocarlo.
- K: Lei lavorava con l'agente Deckard, all'epoca. Che mi può dire di lui?
Gaff: Amava lavorare solo... anche io. E insieme lavoravamo perché questo non cambiasse. Tutto qua.
K: Cos'altro sa dirmi?
Gaff: Non poteva durare in questo mondo...
K: E perché?
Gaff: Aveva qualcosa negli occhi.
K: Idee su come posso contattarlo?
Gaff: No... è nyugdìjas. "Ritirato".
K: Che gli è capitato?
Gaff: Deve avere avuto quello che voleva: restare solo. [mette sul tavolo un origami a forma di pecora]
- Luv: Bentornato, signore. Voleva revisionare il nuovo modello prima della spedizione?
Wallace: Un angelo non dovrebbe mai entrare nel regno dei cieli... senza un dono. Sai almeno pronunciare "Un fanciullo ci è nato"? [Luv non risponde] Un nuovo modello... Va bene, vediamola. [compare una donna Replicante neonata che sta soffrendo, uscendo nella plastica] Il primo pensiero si rivolge alla paura, a preservare l'argilla... È affasciante: prima di sapere cosa siamo temiamo di perderlo. Benvenuta. Shhh... E ora fatti dare un'occhiata. [invoca dei piccoli droni che gli fungono da apparati visivi] Creiamo angeli al servizio della civiltà. Sì, un tempo c'erano angeli malvagi, ora io creo angeli buoni, così ci ho condotto su nove mondi nuovi... nove... Un bambino sa contare fino a nove con le dita, noi dovremmo possedere le stelle!
Luv: Sì, signore.
Wallace: Ogni progresso della civiltà è stato costruito sulle spalle di una mano d'opera sacrificabile, non abbiamo più lo stomaco per gli schiavi... a meno che non siano artificiali... ma non posso crearne più di tanti. Un pascolo sterile, vuoto... e salato... proprio qui... [tocca il grembo della Replicante] Ahhh... Un arido spazio in mezzo alle stelle... E questa, la sede da cambiare per il paradiso! [la uccide tagliandole la pancia con un bisturi] Non posso farli riprodurre, ci ho provato, lo giuro. Ci servono più Replicanti di quanti ne potranno mai essere assemblati, milioni, per poter essere noi trilioni o più! Potremmo assaltare l'Eden e riprendercela... [bacia sulle labbra della Replicante] L'ultimo scherzo di Tyrell: la procreazione. Perfezionata, e perduta. Ma esiste un figlio... [la Replicante cade per terra, morente] portatelo a me.
Luv: Signore.
Wallace [prima di allontanarsi]: L'angelo migliore... non sei tu, Luv?
- Joshi: Ne ho conosciuti tanti, del tuo genere. Tutti utili, ma... con te certe volte lo dimentico. Non ne avevamo dove sono cresciuta... Non hai proprio alcun ricordo? Prima di lavorare per me, non hai ricordi da prima?
K: Ho un po' di ricordi, ma... sono innesti, non sono reali.
Joshi: Dimmene uno, di quand'eri piccolo.
K: Mi fa strano raccontare una storia della mia infanzia non essendo mai stato un bambino.
Joshi: Ti potrebbe aiutare se ti dicessi che è un ordine?
K: Mi ricordo di un giocattolo che avevo, un cavallino di legno. Con una cosa incisa sotto. La mia immagine è un gruppo di ragazzini che vogliono prendermelo, e io che scappo. Cerco un posto per nasconderlo, e l'unico posto è una fornace spenta. È tutto buio e io ho paura, ma... il cavallo è tutto quello che ho, quindi ci vado. Poi i ragazzini mi trovano e mi picchiano per farsi dire dov'è, ma non glielo dico. Non c'è altro.
Joshi: Hmm. Il piccolo K che si batte per ciò che è suo. Mi è piaciuto.
- Joi: Ho sempre saputo che eri speciale, forse ecco perché: un figlio d'una donna nato, messo al mondo, voluto, amato.
K: Ma se fosse vero, verrei cacciato per il resto della mia vita da uno come me.
Joi: Sognare un po' non è sbagliato, non credi?
K: Per noi lo è.
- Ana Stelline: I Replicanti vivono vite dure, creati per fare quello che noi preferiamo non fare. Non posso aiutarli con il futuro, ma posso darvi dei bei ricordi a cui ripensare, per cui sorridere.
K: È bello.
Ana Stelline: È più che bello. Sembra autentico. E se hai dei ricordi autentici allora puoi avere vere reazioni umane. Non pensa anche lei?
- K: Sono tutti costruiti, o ne usa anche di reali?
Ana Stelline: È illegale usare ricordi reali, agente.
K: Come si vede la differenza? Sa capire se un evento... è successo davvero?
Ana Stelline: Tutti pensano dipenda dai dettagli, ma non funziona così la memoria. Ricordiamo con i sentimenti. Un ricordo reale è sempre un gran caos. Le faccio vedere. Si sieda. [K fa come richiesto] Bene... ora pensi al ricordo che vuole che io veda. Non si sforzi, basta visualizzarlo, lo lasci fluire. [osserva il ricordo di K e si mette a piangere] Qualcuno l'ha vissuto, sì... è successo davvero.
K [trattenendosi]: Sapevo che era reale... lo sapevo...! [alla fine caccia un grido disperato e calcia rabbiosamente la sedia prima di andarsene]
- Joshi: Mi dici che cazzo ti prende?!? Ti avevo affidato un caso! Te l'avevo spiegata l'importanza di quel caso e ti becchiamo a cazzeggiare fuori da un centro di upgrade! La scansione dice che all'interno non sembri tu, mai così lontano dal riferimento! Lo sai che cosa vuol dire?
K: Ho trovato il figlio... L'hanno settato come un Replicante standard e messo di servizio. Nemmeno lui sapeva chi fosse.
Joshi: E...?
K: L'ho fatto.
Joshi: Che vuol dire "l'ho fatto"?
K: Quello che ha chiesto. L'ho fatto.
Joshi: Merda... hai appena disinnescato una bomba. Sei stato bravo. Ti aiuterò a uscire vivo da qua, ma hai solo 48 ore per rimetterti in riga. Consegnami pistola e badge, il tuo prossimo test di riferimento non è affare mio.
K: Grazie, madame.
- Joi: Io vengo via con te, ma non così. Se vengono qui a cercarti, avranno accesso a tutti i miei ricordi. Devi cancellarmi dalla console. Il mio regalo [l'emanatore] mettimi lì.
K: Non posso farlo. Riflettici: se gli succede qualcosa, è finita. Sei morta.
Joi: Sì... come una ragazza reale. Ti prego... Joe, ti prego! Sono io che lo voglio, ma da sola non posso farlo.
- Luv [entra nell'ufficio di Joshi e accende le luci]: Troppo buio, qui. Mi piace lui, è un bravo ragazzo. [riferendosi a K] Dimmi dov'è.
Joshi: Non ne ho idea. Non è in servizio. Guarda in giro.
Luv: Ho guardato, nei posti dei bravi ragazzi.
Joshi: È tardi. Non c'è più. L'ho eliminato, tutto quello che lo riguarda, a parte la cassa con le ossa che hai preso tu... E che scommetto non è bastata, infatti sei qua.
Luv [afferra la mano di Joshi che tiene il bicchiere, stritolando le sue dita con i frammenti di vetro]: Minuscolo essere... Hai qualcosa di nuovo e meraviglioso e il tuo unico pensiero è ucciderlo? Per paura della grande svolta? Non puoi fermare la marea con una scopa.
Joshi: E invece l'ho fatto...
Luv: Dimmi dov'è!!! [stringe più forte] Tu sei sicura... [piagnucolando rabbiosamente] "perché te l'ha detto lui"... e noi non mentiamo mai. Dirò al signor Wallace che hai cercato di spararmi e ho dovuto ucciderti.
Joshi [ultime parole]: Fa' quello che devi fare.
Luv: Madame... [la uccide con un coltello]
- Deckard: Non è che avresti un pezzo di formaggio, per caso? Ce l'hai?
K: L'isola del tesoro?
Deckard [avanza dall'ombra, puntandogli la pistola]: Heh... il fanciullo legge. Bravo. Anch'io... qui non c'è molto altro da fare, la sera... molte sono le notti in cui ho sognato del formaggio, abbrustolito, perlopiù... Che ci fai qui?
K: Ho sentito il pianoforte.
Deckard: Non mentire... è scortese. Sei uno sbirro!
K: Non sono qui per arrestarti.
Deckard: Ah no? E per cosa?
K: Ho delle domande da farti...
Deckard: Quali domande? [spara a K, facendolo cadere da una balconata]
- K: Notevole, qui.
Deckard: Tutta la città era notevole... una volta. Ti scordi i problemi, guardi uno spettacolo, ti giochi qualcosa... vinci un po', perdi un po'... e quelle fiches sembravano caramelle! Ti piace il whisky? Ho milioni di bottiglie di whisky... Tieni, sanguini. [passa uno straccio a K]
K [riferito al cane di Deckard]: È vero?
Deckard: Non lo so, chiediglielo.
- Deckard: Hai un nome?
K: Agente KD6/3.7...
Deckard: Non è un nome, è un numero seriale!
K: Va bene, "Joe".
Deckard: Che cosa vuoi, Joe?
K: Ho delle domande.
Deckard: Del tipo?
K: Come si chiamava la madre di tuo figlio? Che aspetto aveva? Vivevate qui insieme?
Deckard: Troppe domande. Facevo il tuo lavoro, ero bravo.
K: Allora era più facile.
Deckard: Perché rendi tutto complicato?
K: Perché non rispondi alla domanda?
Deckard: Che domanda?
K: Lo sai, non ti facevo un cazzone evasivo! Come si chiamava?!
Deckard: Rachael... si chiamava Rachael.
K: Il bambino che fine ha fatto? Chi lo ha messo all'orfanotrofio, tu?
Deckard: Me n'ero già andato, all'epoca.
K: Non hai mai visto tuo figlio? Perché?
Deckard: Perché quello era il piano! Ho insegnato loro a incasinare gli archivi, a coprire le tracce. Ognuno aveva una parte, la mia era andare via. Poi arrivò il Blackout e asfaltò tutto, non l'avrei trovato, inutile provarci.
K: Avresti voluto?
Deckard: Non molto.
K: Perché no?
Deckard: Perché ci stavano dando la caccia! E non volevo che trovassero nostro figlio per farlo a pezzi, dissezionarlo! A volte se ami una persona... devi diventare un estraneo. [esce dal bar, seguito dal cane]
K [brinda]: Agli estranei.
- Luv [pestando K dopo aver rapito Deckard]: Non si fa!
Joi: Ferma!
Luv: Spero sia soddisfatto del nostro prodotto.
Joi [ultime parole, a K]: Ti amo! [Luv distrugge sadicamente il suo emanatore calpestandolo]
- Freysa: Tu vorresti farmi guardare in alto e a sinistra? [si toglie gli occhiali rivelando l'orbita destra vuota]
Mariette: Lei è Freysa, ha combattuto con Sapper a Calantha.
K: Ti riconosco. L'hai aiutato a nascondere il bambino?
Freysa: Oh, io ero lì... sono testimone del miracolo: un perfetto visino dinanzi a me intriso di lacrime, furioso come il tuono!
K: Eri con lei? Con Rachael?
Freysa: La stringevo mentre ci lasciava. Nascondemmo l'erede e facemmo voto di serbare il segreto, perciò Sapper ti ha ceduto la vita. Io sapevo che un erede significava che siamo molto più che semplici schiavi. Se un figlio può arrivare da uno di noi, siamo allora i padroni di noi stessi.
Mariette: Più umani degli umani!
Freysa: Una rivoluzione è alle porte, e stiamo formando un'armata. Io voglio liberare il nostro popolo! Se vuoi essere libero... unisciti a noi. Deckard, Sapper, tu, io, le nostre vite sono nulla rispetto alla tempesta in arrivo! Morire per la giusta causa è la cosa più umana che possiamo fare! Hai condotto Wallace da Deckard... ora non puoi permettere a Deckard di condurre Wallace da me. Tu devi uccidere Deckard! ...Deckard voleva solo che si salvasse l'erede. E lei è salva. Quando sarà il momento, io la mostrerò al mondo, e lei guiderà la nostra armata!
K: "Lei"?
Freysa: Ovviamente. Rachael ebbe una figlia. E con i miei stessi occhi la vidi venire al mondo e la vestì di blu quando per lei fu ora di andare.
K: Era un maschio che hai nascosto...
Freysa: Quello è soltanto un pezzo del puzzle... Hai immaginato che fossi tu?! Ohhh... è così? È così... Tutti vorremmo essere lei. Per questo abbiamo fede.
- Wallace [riferito al suo pesce]: Salta sempre, quello. Non pensa mai cosa farebbe se toccasse terra. Tutto il coraggio del mondo non può alterare i fatti. [avanza dall'ombra] Io desideravo conoscerla da tempo immemore... [toccando la mano di Deckard] Lei è un prodigio per me, signor Deckard... Avevo la serratura, ho trovato la chiave. Ma la dentatura non combacia, la porta resta chiusa. [mostra il teschio di Rachael] Mi serve l'esemplare per arrivarci, signor Deckard... il figlio. Mi serve il figlio. Per insegnare a tutti a volare. "Poi Dio si ricordò di Rachele, l'esaudì e la rese feconda". [fa ascoltare l'audio del primo scambio di battute fra Deckard e Rachael agli eventi del film precedente] Non è uguale? Ora come allora, il momento in cui l'hai conosciuta? Per tutti questi anni hai ripensato ubriaco al ricordo della perfezione di quel giorno... delle sue labbra scintillanti... della vostra connessione immediata... Non ha mai pensato che è per questo che è stato chiamato lei, fin dall'inizio? Creato esclusivamente per innamorarsi di lei in quel preciso istante? Tutto per produrre quel singolo, perfetto esemplare... Sempre che lei sia stato creato. Amore, o precisione matematica? Sì... No...
Deckard: Io so cos'è reale. [si mette a piangere]
Wallace: È stato scaltro a tenersi privo di informazioni, e non le è costato altro che tutto quello che aveva. Ma può darmi ancora una mano. Qualcuno l'ha aiutata a nasconderlo. Dove sono andati? Io so che lei sa qualcosa... mi aiuti... e cose molto, molto buone le arriveranno.
Deckard: Lei non ha figli... vero?
Wallace: Oh, in realtà ne ho milioni. Lei pensa che io abbia solo dolore da offrire... solo che io so che lei lo ama. Il dolore le ricorda che la gioia che lei ha provato era reale. Venga la gioia, allora. [si sentono dei passi] Non abbia paura. [l'individuo che sta arrivando si rivela essere una copia di Rachael] Un angelo... riportato in vita... per lei.
Copia di Rachael [ultime parole]: Ti sono mancata? [tocca il volto di Deckard] Non mi ami...?
Deckard: Aveva gli occhi verdi. [gira le spalle a Rachael, alla quale Luv spara in testa]
Wallace: Nell'Extramondo ho tutto quello che serve per farla parlare. Lei ancora non sa cos'è il dolore... lo imparerà.
- Deckard: Dove andiamo?
Luv: A casa.
- [Dopo che K ha salvato Deckard dall'affogamento dello spinner insieme al cadavere di Luv]
Deckard: Joe! Joe! Joe! Dovevi lasciarmi morire!
K: Sei morto. Sei annegato lì. Sei libero di conoscere tua figlia, ora.
- K [consegna a Deckard il cavallino]: I miei ricordi migliori sono i suoi.
Deckard: Perché? Chi sono per te?
K [ultime parole]: Va' a conoscere tua figlia.
Deckard: Tu stai bene? [K annuisce e fa cenno con la testa di proseguire, e lui se ne va, una volta solo, K muore sdraiato sulla scalinata]
Solo un momento... stupendo, vero? (Ana Stelline)
Note
[modifica]- ↑ Citazione al verso 705–707 del poema Fuoco pallido (1962) di Vladimir Nabokov.
- ↑ In lingua originale la battuta finale è differente: «You look like a good joe.» rivelando che Joi era programmata a chiamare K "Joe" anziché essere una cosa speciale.
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